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3. L’identità nazionale americana e le leggi anti-cinesi

3.7. Jane Addams e la democrazia sociale

Alla propaganda xenofoba dei nativisti e alle leggi anti-immigrazione degli Stati Uniti, alla fine dell’Ottocento, si contrapposero le attività dei centri di accoglienza per gli immigrati. I social settlements erano dei veri e propri laboratori di sperimentazione sociale e furono i testimoni diretti della difficoltà di adattamento alla nuova realtà degli immigrati di tutte le nazionalità.

Il movimento dei settlement, nato in Inghilterra negli anni ‘80, si diffuse rapidamente negli Stati Uniti, in particolare nell'est; nel 1891 vi erano 6 settlement; nel 1897 erano 74, nel 1900, 100; nel 1910, 400.55

I settlement non procuravano alloggi o lavoro agli immigrati ma cercavano di migliorare le loro condizioni di vita con corsi serali, con l’insegnamento dei rudimenti di un mestiere e con altre varie attività culturali e ricreative. Il modello per tutti fu la Hull House, fondata nel 1889 in un quartiere povero di Chicago da Jane Addams, la grande pioniera della riforma urbana e critica della società industriale.56

Hull House non rispondeva ad un’idea precostituita di assistenza o di riforma sociale; le residenti, giovani di buona famiglia disposte a lavorare “sul campo”, non

55Allen F. Davis, American Heroine. The Life and Legend of Jane Addams, Oxford University Press, New York 1973, p. 12.

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Per quanto segue in questo sottocapitolo si veda l’introduzione della professoressa Bruna Bianchi al volume da lei curato, Donne, Immigranti, governo delle città. Scritti sull’etica sociale, Spartaco, Santa Maria Capua Vetere 2004. In un’epoca in cui le donne non avevano che scarse possibilità di far sentire la propria voce, le realizzazioni di Jane Addams ci appaiono straordinarie: non c’è riforma sociale negli Stati Uniti tra il 1880 e il 1925 che non porti il suo nome. La sua attività fu determinante per l’istituzione dell’ufficio dell’ispettorato del lavoro dell’Illinois nel 1893 e del tribunale dei minorenni nel 1898, per l’approvazione della legge sul lavoro minorile (1902) e per il sorgere di numerose associazioni: la National

Association for the Advancement of Colored People, il Women’s Peace Party, la National Consumer League, la National Women’s Trade Union League. Fondò la Immigrants Protective League e l’American Union Against Militarism. Leader del movimento dei settlement, fu la prima donna a presiedere la National Conference of Charities and Corrections (1909), fu vice presidente della National American Women Suffrage Association (1911-1913); dal 1915 fino alla morte fu alla guida della prima organizzazione

internazionale femminile per la pace: la Women International League for Peace and Freedom e nel 1931 le fu conferito il premio Nobel per la pace. Nell’ambito della ricerca sociale, la pubblicazione da lei curata nel 1895: Hull House Maps and Papers: A Presentation of Nationalities and Wages in a Congestested District

of Chicago, Together with Comments and Essays on Problems Growing out of the Social Conditions

rappresenta un testo fondamentale della sociologia, che anticipò i metodi di indagine della scuola di Chicago. (Introduzione a Donne, Immigranti, governo delle città, pp. 9-10.)

41 avevano altro scopo che quello di vivere tra i poveri “come vicine”. Il concetto di

neighbor, insieme a quello di simpathetic understanding, già era centrale nel pensiero

sociale di Jane Addams; esso evocava condivisione ed inclusione, evitare qualsiasi idea di dipendenza e di subordinazione di coloro che si trovavano in condizione di bisogno da coloro che andavano incontro a tali bisogni. I residenti e le residenti non dovevano essere considerate filantropi, né charity visitors e neppure social workers. Essi erano cittadini e cittadine, benché la maggior parte di loro, come osservava polemicamente Jane Addams, fosse composta da donne che non avevano diritto al voto.

La realizzazione di una cittadinanza piena era un obiettivo ben diverso da quello cui si limitava l’attività filantropica, che non poteva liberarsi da un senso di distacco tra benefattori e beneficiati e che non poneva a fondamento delle sue attività il principio democratico dell’uguaglianza.

Jane Addams usava i termini: vicini, cittadini, immigrati, donne, giovani per indicare le persone che entravano alla Hull House. Raramente usava il termine poveri, che suggeriva un’idea di mancanza, non già di privazione, una condizione determinata dalle condizioni sociali e di lavoro e dalla quale era impossibile risollevarsi. Inoltre la Addams non parlava mai di integrazione o assimilazione degli immigrati nella società americana, bensì insisteva sull’importanza della conservazione della propria cultura e delle proprie tradizioni, unica arma contro lo sfruttamento e le difficoltà delle nuove condizioni di vita. Dei valori di queste culture, artistici, storici, letterari e soprattutto, morali della solidarietà, ne avrebbero tratto giovamento le materialistiche e prosaiche città americane.

Nel suo breve saggio Immigrazione: un ambito trascurato dagli studi

accademici57 Jane Adams denuncia come gli studi sull’immigrazione di quel periodo si

limitavano solo a rilevare che il paese era al limite della capacità di assorbimento e che continunado ad accettare ulteriori masse di immigrati si sarebbe rischiato di cancellare quei tratti e quelle caratteristiche considerate “americane”. Questi studi non producevano nessun metodo con cui scoprire l’essere umano, per poter idealizzare, comprendere, aver rapporti con gli stranieri e valorizzare ciò che essi potevano offrire.

Per la Addams il vero pericolo stava nella scarsa intelligenza, nell’apatia e nel modo provinciale e limitato con cui gli americani consideravano la natura multietnica e

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Jane Addams, Immigrazione: un ambito trascurato dagli studi accademici (1905), in Donne, Immigranti,

cosmopolita della loro giovane terra. La continua lamentela secondo cui le istituzioni americane erano considerate in pericolo, denunciava non tanto la crisi degli ideali democratici bensì il fatto che non si riusciva ad estenderli alla vita reale e non tenevano conto dei cambiamenti successivi allo sviluppo industriale.

I principi della fratellanza e dell’equità, diritti costituzionali sui quali erano fondati gli Stati Uniti, ormai erano vecchi di un secolo. Mentre I funzionari dell’immigrazione si accontentavano di stabilire una cittadinanza dalle conoscenze sulla formazione degli Stati Uniti, giocando con delle carte che rappresentavano i valori di cento anni prima, le questioni reali erano stabilite ormai dai grandi interessi delle industrie e del commercio, nel contempo prodotti e gestori della vita dell’epoca.

Si chiudevano gli occhi davanti allo sfruttamento e allo svilimento degli immigrati in fabbrica, ma con soddisfazione si diceva che erano stati dati loro i diritti di un cittadino americano. La democrazia, “il più importante contributo che l’America ha dato alla vita morale del mondo”, era dunque ancora intesa esclusivamente in termini politici, e non aveva ancora realizzato in pieno le sue possibilità nella sfera sociale ed economica. In questo senso, scrive nel 1893 in La necessità soggettiva di Social Settlements, “Ci siamo rifiutati di andare oltre le formulazioni dei teorici settecenteschi, i quali credevano che l’uguaglianza politica avrebbe da sola assicurato ogni bene a tutti gli esseri umani. Abbiamo coscienziosamente perseguito il diritto di voto, subito dopo il diritto alla libertà del nero, ma non siamo assolutamente toccati dal fatto di chi vive tra noi in condizioni di ostracismo sociale”.58 La sua fiducia nella possibilità di “socializzare” la democrazia era

basata su una visione dell’individuo e della società che valorizzassero l’apertura alla comprensione, la cooperazione e l’intreccio delle relazioni più che il conflitto e la competizione.

La nuova etica sociale esigeva al contrario che gli individui si identificassero con un gruppo più ampio. Era convinzione di Jane Addams che il mutamento dei modelli etici fosse in grado di mutare i rapporti sociali e l’organizzazione della produzione, individuando nel sentimento di condivisione il primo passo verso l’eguaglianza sociale ed economica.

L’identificazione con il bene comune sulla base del principio di equità avrebbe condotto ad un secondo mutamento: l’invenzione di nuove forme e nuovi luoghi di associazione in cui il disagio rispetto alle contraddizioni della società (tra

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Jane Addams, La necessità soggettiva dei social settlemets, in Donne, immigrati, governo della

43 l’organizzazione sociale del lavoro e il controllo individuale della produzione, tra l’interdipendenza degli individui e il persistere dell’etica individualistica, tra la produzione sociale della ricchezza e l’iniquità della sua distribuzione) si sarebbe tradotto in relazioni sociali nuove sulla base dei valori della democrazia e della cooperazione.

Nello stesso periodo che Jane Addams divulgava il suo pensiero riformatore, il Congresso impediva la naturalizzazione degli immigrati cinesi e dei loro figli nati sul suolo americano.

La sentenza che giudicava gli asiatici “immigrati non ammissibili per la naturalizzazione” rimase alla base della discriminazione statutaria fino al cambio delle leggi sulla naturalizzazione nel 1952. Nel caso dei cinesi la cittadinanza fu resa però possibile dall’atto del 17 dicembre 1943, riconoscendo in questo modo la lealtà cinese con gli Usa nella lotta contro il comune nemico giapponese.59

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