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La politica del reinsediamento della Wra e l’arruolamento dei Nisei

9. Il ritorno verso la libertà

9.1. La politica del reinsediamento della Wra e l’arruolamento dei Nisei

Con una dichiarazione del 20 luglio 1942, il Wra si impegnava a rilasciare i Nisei se fosse risultato che non avevano mai studiato in Giappone e in presenza di un’offerta di lavoro ricevuta fuori dai relocation centers. Il permesso di rilascio doveva precedentemente superare il parere delle agenzie governative di controllo, le quali allungavano talmente i tempi che, nel frattempo, l’offerta di lavoro veniva ritirata, con la conseguenza che pochi nippoamericani riuscirono effettivamente a reinsediarsi fuori dai centri prima della fine dell’anno.

Il 1° ottobre 1942, entrarono in vigore le nuove regole che davano la possibilità ad Issei e Nisei di usufruire di tre tipi di congedo: uno di breve durata di trenta giorni, uno rivolto ai gruppi di lavoro per gli impieghi stagionali, come nell’agricoltura, e quello permanente, per l’occupazione, l’educazione e la residenza fuori dalla relocation area.

Ma, per meritare il reinsediamento in società, l’internato doveva dimostrare alla direzione del centro e all’Fbi, di non costituire un pericolo per la sicurezza nazionale, che nel posto in cui aveva scelto di vivere sarebbe stato ben accetto e, inoltre, doveva essere sempre disponibile a fornire alla Wra qualsiasi cambio di indirizzo. Nella sua autobiografia Myer spiegherà che una simile politica fu necessaria perché una segregazione discriminatoria scoraggiava la lealtà degli internati e perché la Wra aveva il dovere di riportare i cittadini leali e gli stranieri rispettosi della legge ad una normale vita americana. Un continuo confinamento avrebbe portato a una nuova serie di riserve, simili a quelle indiane.193

Anche John J. McCloy, assistente del Segretario di Guerra, sposò la linea di Myer e cercò di sfruttarla a suo vantaggio per un'altra importante questione, cioè se si dovesse o meno permettere ai Nisei di servire nell’esercito degli Stati Uniti. Sarebbe stato impossibile creare una squadra di combattimento Nisei e affidare loro un’arma senza che prima non fosse risolto il problema della certezza sulla loro lealtà. Inoltre il loro rilascio,

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Myer, Uprooted Americans: The Japanese Americans and the War Relocation Authority During World War II, University of Arizona Press, Tucson 1971, p. 134.

129 per consentire l’arruolamento, senza allentare le restrizioni, avrebbe fatto credere che il Dipartimento di Guerra usasse i Nisei come carne da macello.194

Sin dal mese di febbraio, McCloy studiava il da farsi in merito sapendo che i Nisei non aspettavano altro che provare la loro lealtà servendo il paese nello sforzo bellico, ma consentire ai Nisei il servizio militare avrebbe contraddetto l’ordine del Dipartimento di Guerra, in virtù del quale la coscrizione dei nippoamericani nella West Coast era sospesa.

Il 2 ottobre 1942 il direttore dell’Office of War Information, Elmer Davis e il suo vice, Milton Eisenhower, portarono la questione all’attenzione del Presidente Roosevelt in un memorandum, spiegandola in termini di azione propagandistica:

“L’arruolamento volontario dei nippoamericani aiuterebbe molto. La questione è di grande interesse per l’Owi. La propaganda giapponese nelle Filippine, Burma e in altre parti insiste sul fatto che questa è una guerra razziale. Possiamo rispondere efficacemente con una contro propaganda soltanto se le nostre gesta ci permetteranno di raccontare la verità. Inoltre, in quanto cittadini che credono profondamente nelle cose per cui combattono, non

si può fare a meno di essere disturbati dall’insistente dissapore del Nisei.”195

Il memorandum fu presentato a Stimson per una valutazione e McCloy cercò di persuadere il Segretario della Guerra e il generale George Marshall, Capo di Stato Maggiore dell'esercito degli Stati Uniti, ad accettare la proposta per tre ragioni: la maggior parte dei Nisei era fedele e, in quanto cittadini, avevano il diritto di servire il proprio paese ed, infine, l’arruolamento avrebbe avuto un effetto psicologico internazionalmente positivo.196 Stimson scrisse una nota al generale Marshall in cui concordava con Davis e McCloy, sul fatto che si fosse raggiunto il limite nella procedura di evacuazione e che non si poteva più “condannare permanentemente molti cittadini americani sulla base della loro origine razziale”197

La presa di posizione netta di Stimson, fece cambiare politica al Dipartimento di Guerra che, nell’estate precedente, attraverso un comitato riunito per esaminare la situazione, si era dichiarato contrario all’arruolamento dei Nisei.

194Cwric, Personal Justice Denied, p. 188. 195

Memo, Elmer Davis, Director of Office of War Information, to the President, Oct. 2, 1942. National Archives and Record Service, Washington D.C., Record Group 407 (Cwric 13755), tra parentesi il sistema di catalogazione interna della Cwric.

196Memo, McCloy to Stimson, Oct. 15, 1942. NARS. RG 107 (Cwric 13779); draft memo to Stimson, Oct. 28, 1942. NARS. RG 407 (Cwric 13756-60).

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Dopo l’approvazione anche da parte del generale Marshall, il 2 gennaio 1943 un nuovo comitato decise per il rilascio di alcuni sfollati previa la compilazione di un questionario per accertarne l’effettiva lealtà, (oppure la tendenza al tradimento) verso gli Stati Uniti. Le risposte sarebbero state controllate dall’Fbi e dall’Oni e successivamente un altro comitato congiunto tra Oni, Mid, Wra e polizia militare, la Japanese American

Joint Board (Jajb), si sarebbe espresso sul rilascio o meno e sull’impiego dell’individuo

nello sforzo bellico.198 Il Jajb avrebbe dato il suo parere alla Wra, anche se l’Authority avrebbe mantenuto la decisione finale. La raccomandazione al rilascio della Jajb sarebbe risultata negativa se la persona rientrava in uno di questi casi: aver rinunciato alla registrazione, essere un Kibei, essere un leader di un’organizzazione straniera o controllata da stranieri, avere un conto bancario in Giappone.

L’intero programma di revisione e rilascio incontrò sempre la ferma opposizione del Western Defence Command e di John L. DeWitt, convinto che non ci fosse differenza tra lealtà e slealtà dei nippoamericani.

Nonostante tutto, il progetto proseguì e la formazione di una squadra di combattimento Nisei ebbe l’approvazione del Presidente. Il 442esimo reggimento, formato esclusivamente da nippoamericani, si distinse in combattimenti in Italia, in Germania e in Francia e fu l’unità più decorata della storia delle Forze Armate americane, avendo ricevuto nel corso della sua vita operativa ben 21 Medaglie d’Onore e una cifra considerevole di encomi, decorazioni e onorificenze varie, tanto da essere soprannominata The Purple Heart Battalion199