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Capitolo I. Pío Baroja: la vita e la produzione letteraria

III. 2.3 “Un holgazán aventurero y vagabundo”

III.4 Segni della relazione

III.4.3 Juan Alcázar

Juan Alcázar, giovane fratello di Manuel, fa la sua entrata all’inizio di Aurora

roja. La narrazione aveva già accennato alla sua figura. Nel secondo capitolo de La busca, l’autore aveva evidenziato il netto contrasto con Manuel: “Los chicos le

preocupaban más; el menor no tanto, porque, según le decían, seguía siendo de buena índole; pero el mayor era revoltoso y díscolo”.468 Le parabole evolutive di

queste due personalità antitetiche si dispiegheranno in direzioni opposte: in virtù del suo temperamento più mansueto, Juan seguirà la volontà della madre abbracciando gli studi ecclesiastici, mentre Manuel, come sappiamo, si muoverà indeciso tra il mondo onesto del lavoro e la vita del golfo.

Contrariamente all’abitudine di Baroja di non effettuare descrizioni circostanziate dei personaggi, Aurora roja si apre con un prologo interamente incentrato sulla figura di Juan, la cui caratterizzazione mi pare molto più approfondita e particolareggiata rispetto a quella di qualsiasi altro comprimario della trilogia. Una simile scelta sembrerebbe rispondere a due precise istanze, fra

467 Pío Baroja, Mala hierba, p. 400. 468 Pío Baroja, La busca, p. 247.

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loro interconnesse: l’ingresso tardivo di questo personaggio all’interno della cornice narrativa e il ruolo centrale che egli riveste, non solo ai fini dell’intreccio ma anche in relazione al significato ultimo, profondo, degli eventi narrati.

Attraverso la figura di Juan, Baroja introduce un’altra prospettiva all’interno di quella opposizione dicotomica fra ‘integrati’ ed ‘emarginati’ dal sistema societario della quale i personaggi finora commentati rappresentano, ognuno a suo modo, dei tipi rappresentativi. Egli incarna un altro paradigma vitale all’interno della lotta per la sopravvivenza: quello che privilegia gli ideali e i sentimenti, contrari al pragmatismo e alla concretezza che invece perseguono Roberto, Salvadora e, alla fine della sua evoluzione, anche da Manuel.

Il prologo del romanzo pone l’accento su alcuni tratti fondamentali nella caratterizzazione del personaggio di Juan: l’erompere del suo sentimento antisociale, motivato da principi etici, la sua ferrea volontà e il suo coraggio.

Avviato alla carriera clericale, decide di abbandonare il seminario perché profondamente contrariato dalla corruzione e l’iniquità che riscontrava nell’ambiente ecclesiastico. La narrazione rimarca la profonda delusione di Juan quando scopre che i suoi professori sono una “tropa de curas viciosos que desacreditan su ministerio”.469 La sua amara DELUSIONE lo porta a riflettere sulla

religione, come in questo dialogo con l’amico Martín:

̶ […] he visto las porquerías que hay en el seminario; al principio lo que vi me asombró y me dio asco; luego me lo he explicado todo. No es que los curas son malos; es que la religión es mala.

̶ Tú no sabes lo que dices, Juan.

̶ Cree lo que quieras. Yo estoy convencido; la religión es mala porque es mentira. […] Cuando comencé a estudiar el cuarto año con don Tirso Pulpon todavía tenía alguna fe. Aquel año fue el del escándalo que dio el padre Pulpon con uno de los chicos del primer curso y te digo la verdad, para mí fue como si me hubieran dado una bofetada. […] desde que me enteré de estas cosas, no sé lo que me pasó. […] Luego leí libros, y pensé y sufrí mucho, y desde entonces ya no creo.470

469 Pío Baroja, Aurora roja, p. 135. 470 Ivi, pp. 134-135.

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Martín cerca di dissuaderlo dal rinunciare a un camino che si prospetta, per lui, come sicuro e privo di ostacoli, che gli garantirebbe certamente una buona posizione sociale. Ma i suoi tentativi risultano vani:

̶ Eso es una niñada. Tú estás bien, tienes una beca en el seminario. No tienes familia… Los profesores han sido buenos para ti…, podrás doctorarte…, podrás predicar…, ser canónigo…, quizás obispo.

̶ Aunque me prometieran que había de ser Papa, no volvería al seminario.471

A differenza di Manuel, Juan non mostra indugi, manifestando fin dal principio un marcato carattere volitivo e una risolutezza dalla quale niente sembra impossibile farlo arretrare: in più occasioni lo sentiamo fare riferimento alla sua “decisión firme, inquebrantable, de no volver al seminario,”472 pronto a “no

retroceder nunca”.473 Il suo coraggio emerge in modo ancora più esplicito grazie

alle parole di altri personaggi: “ ̶ ¡Eres muy valiente, Juan! […] Sí, muy valiente”474, afferma Martín alla fine della loro conversazione. La stessa cosa viene ribadita, poco più avanti, da un altro personaggio che Juan incontra poco dopo aver lasciato il seminario: “ ̶ ¡Eres valiente! Vamos andando”.475

Fermo nelle proprie convinzioni, Juan intraprende il proprio cammino solitario, che lo porterà a viaggiare per tutta Europa, svolgendo anche i lavori più umili per potersi permettere gli studi che lo porteranno ad affermarsi come scultore.

Quando ritrova Manuel, il contrasto fra i due si profila con nettezza: al racconto entusiasta e appassionato di Juan, nel quale i ricordi della sua vita a Parigi si mescolano con le idee artistiche maturate, Manuel assiste con “frialdad”,.476 Di

fatto, la sua reazione è più che pragmatia e, alla fine del lungo racconto, gli domanda: “¿Tienes ya casa?”.477

L’inconciliabilità fra le visioni del mondo dei due fratelli si fa più esplicita quando Manuel gli confessa il suo desiderio di aprire la propria tipografia:

471 Pío Baroja, Aurora roja, p. 133. 472 Ibidem

473 Ivi, p. 137. Simili espressioni vengono reiterate in Ivi, pp. 139, 142, 147, 148. 474 Ivi, p. 137.

475 Ivi, p. 142. 476 Ivi, p. 170. 477 Ivi, p. 171.

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̶ Hombre, tengo ya desde hace tiempo la idea de tomar una imprenta en traspaso. ̶ ¿Pero vives mal así?

̶ No.

̶ ¿Tantas ganas tienes de ser propietario? ̶ Todo el mundo quiere ser propietario. ̶ Yo, no.

̶ Pues, yo, sí; me gustaría tener un solar, aunque no sirviera para nada, sólo para ir allá y decir: esto es mío.

̶ No digas eso ̶ replicó Juan ̶ para mí ese instinto de propiedad es lo más repugnante del mundo. Todo debía ser de todos.478

Queste idee di Juan troveranno terreno fertile una volta che egli entrerà in contatto con il gruppo di anarchici che si riuniscono alla taverna Aurora roja, quando resterà deluso dall’ambiente artistico col quale è entrato in contatto dopo il suo arrivo a Madrid: “Juan había tenido un gran desengaño al conocer los artistas de cerca”,479 caratterizzato da “gente mezquina e indelicada […], llenos de ansias

de cruces y de medallas”, sin un asomo de nobleza”. Prenderà quindi la decisione “rápida y apasionada” di “retirar su fe en los artistas y ponerla de lleno en los obreros”.480

L’impegno etico di Juan si fa sempre più forte man mano che la narrazione procede, seguendo un crescendo che lo porterà a dedicarsi febbrilmente alla causa rivoluzionaria, convinto di avere una “misión social que cumplir”.481

Nonostante il suo ruolo attivo all’interno del circolo di rivoluzionari, la sua figura si staglia in netto contrasto con quella degli altri adepti dell’Aurora roja. Questi ultimi sono dipinti come un gruppo di individui dall’aspetto fisico molto spesso sgraziato e dalla dubbia rettitudine morale, che la narrazione qualifica a più riprese come fanatici o tende a ridicolizzare.

Uno di essi, Prats, viene introdotto ad esempio come un “hombre bajo, barbudo, con una cara de berberisco [...]. Tenía pelos en toda la cara, alrededor de la nariz aguileña, en las orejas. Con su aspecto terrible, su manera de hablar bronca, las

478 Pío Baroja Aurora roja, p. 196. 479 Ivi, p. 215.

480 Ibidem. 481 Ivi, p. 216.

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manos de oso, peludas y deformes, imponía”.482 Lo stesso aspetto deforme sembra

caratterizzare anche Luisa Michel, “una mujer de rostro escuálido y perfil aguileño, con la frente desguarnecida y el cabello corto”483 e anche Kropotkine, “calvo y

barbudo, agazapado tras de sus anteojos, con cierto aire de gato fosco”.484 Ofkin,

introdotto nel VI capitolo della seconda parte del romanzo, si presenta come “muy pálido; en el cuello se le notaban escrofulosas”.485 Oltre alla fisicità grottesca e

repelente, questo personaggio si distingue inoltre per essere un “fanático, muy frío y muy seco”.486 Lo stesso aggettivo viene usato, in due diverse occasioni, in

riferimento ad un altro anarchico, chiamato el Libertario: “A pesar de que a primera vista parecía indiferente y hombre que tomaba todo a broma, era un fanático”,487

“Manuel […] tenía bastante confianza en el Libertario; pero podía estar engañado por sus entusiasmos de fanático”.488

Difficile non immaginare, dietro queste descrizioni ̶ il cui inventario non si esaurisce con i pochi, significativi esempi riportati sopra ̶ un giudizio di valore da parte dell’autore. Quest’ultimo, tuttavia, non sembra coinvolgere Juan, il quale perora una filosofia anarchica descritta come dal carattere “entre humanitario y artístico”489, si schiera dalla parte di emarginati, operai, golfos e prostitute, ai quali

rivolge il proprio aiuto concreto e le proprie parole, nel tentativo di “[…] sacar estos hombres de las tinieblas de la brutalidad en que se encuentran y llevarlos a una esfera más alta, más pura!”.490

Nonostante, dunque, Baroja sembri ‘salvare’ Juan dal giudizio morale che pesa sugli altri rivoluzionari, in virtù dei suoi ideali autentici e dei suoi nobili progetti, colloca comunque questo personaggio nella schiera di coloro che soccombono nella lotta per la sopravvivenza. Infatti, nella terza parte di Aurora roja, il lettore assiste al ‘fallimento’ di questo personaggio, non solo a causa della malattia che lo condurrà alla morte, ma anche per il piano ordito alle sue spalle con lo scopo di

482 Pío Baroja, Aurora roja, p. 224. 483 Ivi, p. 333. 484 Ivi, p. 334. 485 Ivi, p. 261. 486 Ibidem. 487 Ivi, p. 214. 488 Ivi, a, p. 329. 489 Ivi, p. 221. 490 Ivi, p. 354.

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danneggiarlo. Nel capitolo VII, infatti, Juan ospita un rivoluzionario di nome Passalacqua, venuto a Madrid con il solo intento di mettere a punto un attentato, del quale il giovane Alcázar sarebbe poi stato ritenuto l’unico responsabile.

La vicenda di Juan rende dunque esplicito, ancora una volta come non vi sia altra possibilità, nella lotta per la sopravvivenza, che adeguarsi alle leggi ferree della società, di accomodarsi, come Manuel, nell’alveo dei valori imperanti. Anche la purezza, quando minaccia le sovrastrutture sulle quali si regge il sistema degli ‘integrati’, si paga con l’esclusione violenta.

Mostrando, da un lato, il trionfo di Manuel e, dall’altro, il fallimento di Juan, Baroja sembra mettere a nudo la propria fede nell’individualismo,491 rivelando come nella lotta per la sopravvivenza non vi sia altra possibilità di salvezza se non quella che sorge dalla forza di volontà di ciascun individuo. Gli obiettivi perseguiti, tuttavia, devono rimanere ancorati alla realtà: tutti gli altri sono destinati a soccombere. Persino una figura come quella di Juan, le cui aspirazioni, seppur nobili, entrano in collisione con l’ambiente in cui vive, non si salva. Come riassume Alarcos:

El éxito en la lucha por la vida es sólo de los que reúnen las tres condiciones: los buenos, consecuentes y adecuados. […] Los buenos triunfan cuando su energía y voluntad son consecuentes y aceptan la realidad que les rodea […]; fallan cuando sus pretensiones choca n con el ambiente.492

Lo scrittore, mostrando un profondo scetticismo nei confronti di qualsiasi movimento emancipatorio o dottrina sociale che si prefigga di cambiare lo status

quo.493 L’Anarchia non rappresenta per lo scrittore una strada percorribile, nonostante condivida l’esaltazione della libertà individuale alla base del movimento.

491 Juan M.ª Marín Martínez, introduzione a Pío Baroja, La busca, cit., p. 126. 492 Emilio Alarcos Llorach, Anatomía de “La lucha por la vida”, cit., pp. 34-35. 493 Mary Lee Bretz, La evolución novelística de Pío Baroja, cit., p. 173.

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