5. Parte diplomatica
5.4 La Conferenza di Potsdam
5.4.3 L'amministrazione della Germania e i problemi europe
Successivamente i tre ministri degli esteri avevano deciso che in apertura di seduta, a turno, uno di loro avrebbe presentato ai partecipanti alla conferenza gli argomenti posti all'ordine del giorno: nella terza seduta del 19 luglio, il compito era toccato ad Eden.
In realtà il progetto di Eden era stato concepito dagli americani, e si concentrava sul problema dell'amministrazione della Germania in attesa della preparazione e della firma del trattato di pace. Si prevedeva che la Germania non fosse soggetta a tante amministrazioni quante erano le zone di occupazione, ma che fosse sottoposto ad un'unica amministrazione centrale. Dietro l'apparente
formula dell'unità amministrativa si celava in realtà un altro problema: quello della rinuncia ad un progetto di smembramento della Germania in quattro o più Stati autonomi, come era stato ventilato a Teheran e a Yalta. Figuravano poi quattro problemi di minore importanza; fra i tre ministri degli esteri si era deciso di presentare ogni giorno un argomento importante, che occupasse la maggior parte della seduta, lasciando in coda problemi di secondaria importanza, ma fin dal principio le situazioni si capovolsero. Il piano di Eden sull'amministrazione della Germania fu accettato dai sovietici praticamente senza discussione; i contrasti sorsero invece quando si passò ad affrontare i problemi minori.80
La questione della flotta tedesca era per i sovietici un punto importante, perché significativo: più che il valore del naviglio in sé, ai russi urtava il modo piratesco che gli inglesi avevano adottato verso l'Urss. Per gli inglesi, la flotta tedesca non era bottino di guerra, poiché non era stata catturata in combattimento e Churchill sostenne che sarebbe stata conteggiata nel conto delle riparazioni; Truman propose invece che fosse usata nella guerra contro il Giappone. Stalin si disse consenziente, però avanzava il principio che l'Unione Sovietica aveva diritto ad un terzo della flotta tedesca; si decise allora di assegnare all'Urss un terzo della flotta tedesca, e di conteggiare il resto nel conto delle riparazioni.
Un altro punto di discussione fu la Spagna di Franco: Churchill dichiarò che non vedeva come la conferenza avrebbe potuto prendere una decisione al riguardo. Non c'era nessuna possibilità di intervenire, dato che la Carta delle Nazioni Unite vietava a uno o più Stati di interferire nella vita interna di un'altra nazione. Inoltre la Spagna non era entrata in guerra a fianco della Germania, e intratteneva con l'Inghilterra importanti relazioni commerciali. Stalin colse l'occasione per dichiarare che se la Spagna non era entrata in guerra contro
l'Inghilterra a fianco della Germania, aveva però fatto guerra all'Unione Sovietica e aveva mandato sul fronte russo la Divisone Azul. Inoltre Franco aveva vinto la guerra civile spagnola grazie all'aiuto di Hitler e Mussolini, pertanto non si poteva sostenere che il regime franchista, imposto dall'esterno, fosse un problema esclusivamente spagnolo. Churchill e Stalin continuarono a battibeccare a lungo, mentre Truman dava segni di impazienza.
Alla quarta riunione, il 20 luglio, il relatore fu Molotov: il primo punto era costituito dalle elezioni che si dovevano tenere nei Paesi liberati, e Truman ne approfittò per inserire in questo quadro la questione del
trattamento riservato all'Italia. Churchill si oppose ad ogni modifica, sia per ciò che riguardava il regime armistiziale, sia per la flotta italiana, per le riparazioni e le colonie; Truman sosteneva invece che le condizioni imposte all'Italia erano troppo pesanti, ma il primo ministro britannico si dimostrò intrattabile. Era infatti memore dell'aggressione del 1940, ma anche del modo in cui i partiti politici italiani avevano liquidato Badoglio e Vittorio Emanuele, contravvenendo ai suoi ordini, e della forte presenza delle sinistre in Italia. Inoltre, l'Inghilterra aveva incamerato le colonie italiane, e voleva la spartizione o la distruzione della flotta italiana, per consentire all'Inghilterra di mantenere un ruolo preminente nel Mediterraneo.
La quinta seduta, del 21 luglio 1945, fu interamente dedicata al problema della Polonia: Byrnes, a cui quel giorno toccava il compito di fare da relatore sul problema in discussione, si limitò a dire che fra i tre ministri degli esteri non era stato possibile raggiungere nessun accordo, e che pertanto la questione veniva portata in seduta plenaria senza alcuna proposta base da discutere.
Truman e Churchill dovevano avanzare ai sovietici una serie di rivendicazioni a proposito della Polonia. Sulle prime due richieste Stalin
si disse subito d'accordo: la prima era che se il nuovo governo polacco subentrava a tutti gli effetti a quello di Londra, doveva assumersi anche gli impegni che il vecchio governo aveva assunto. I sovietici si dichiararono d'accordo, come furono d'accordo che alle elezioni in Polonia solo ci sarebbero stati osservatori diplomatici (questo era già stato accordato a Yalta), ma anche rappresentanti della stampa. La successiva richiesta provocò invece una grave frattura.81 Era accaduto
che l'Unione Sovietica, nelle zone di occupazione della Germania che a Yalta erano state assegnate alla Polonia, aveva già insediato nuove amministrazioni polacche.
C'era, secondo i sovietici, una ragione pratica e una di principio: la ragione pratica era che i vecchi amministratori tedeschi di quelle zone erano fuggiti all'avvicinarsi dei russi insieme alle armate hitleriane in ritirata. Praticamente erano ormai zone abitate soltanto da polacchi, e a loro andava affidata l'amministrazione dei territori. La ragione vera, anche se sottaciuta, di questa decisione era che l'insediamento di amministrazioni polacche in quei territori adest dell'Oder e nella Prussia orientale creava uno stato di fatto di cui si sarebbe dovuto a suo tempo tenere conto.
Quei territori, a Yalta, erano stati assegnati alla Polonia dallo stesso Churchill, ma dato il nuovo clima che si stava creando tra gli Alleati, i russi temevano che in sede di discussione del trattato di pace, in una commissione a maggioranza angloamericana, quegli accordi venissero rimessi in discussione. Comunque questa questione, come tutto quel che riguardava la Polonia del resto, era di difficile risoluzione per la conferenza, e si finì con l'accettare il fatto compiuto. Truman e Churchill dichiararono che non erano d'accordo con Stalin; Stalin dichiarò che non era d'accordo con loro. E così si chiuse la riunione.
Nella riunione del 22 luglio il tema polacco venne ripreso. In
modo piuttosto disorganico si parlò di temi diversi: frontiere, amministrazione polacca di una parte dei territori tedeschi, elezioni in Polonia. Venne messa in dubbio l'assegnazione alla Polonia delle città di Stettino e Breslavia. Alla fine, per riportare un po' di ordine in una materia che tendeva ad aggrovigliarsi sempre di più, vennero invitati alla conferenza i rappresentanti del governo polacco, e di considerare le linee di demarcazione tra amministrazione polacca e zona di amministrazione russa come confini temporanei e non come frontiere.
Nella settima seduta del 23 luglio si parlò del problema della Turchia: Stalin sostenne che la convenzione di Montreux, che regolava il regime degli stretti del Bosforo e dei Dardanelli, era ostile all'Unione Sovietica, in quanto concedeva alla Turchia la possibilità di chiudere gli stretti non solo in caso di guerra, ma anche quando c'era pericolo di guerra, lasciando libera la Turchia di decidere di questa eventualità. In questo modo un piccolo Stato, con l'appoggio dell'Inghilterra, poteva tenere per la gola un grande Stato.
Era quindi intenzione dell'Unione Sovietica di stringere un'alleanza con la Turchia, assicurando il passaggio alle sue navi con la costruzione di una base navale simile a Gibilterra, ma in concomitanza con il problema dell'accesso della Russia ai mari caldi, era sorto il problema della città di Konigsberg. Nessun dubbio che fosse una città tedesca (anche se un tempo era appartenuta agli slavi), ma serviva a garantire all'Unione Sovietica un porto nel Baltico che fosse aperto tutto l'anno. I porti russi nel Baltico restavano bloccati dai ghiacci parecchi mesi all'anno; Truman rispose che la cosa doveva essere risolta in sede di conferenza di pace, però promise che in quella sede gli Stati Uniti avrebbero appoggiato la richiesta russa.
Molotov presentò poi una proposta sulla situazione del Libano e della Siria. Per risolvere la difficile situazione che si era creata in quei due Paesi, dove la presenza di truppe inglesi e francesi aveva provocato
di recente notevoli disordini, i russi proponevano una conferenza a quattro (Stati Uniti, Unione Sovietica, Inghilterra e Francia) che avrebbe dovuto occuparsi della questione. Di nuovo Churchill si scatenò, non avrebbe tollerato ingerenze in quello che a suo parere era un problema esclusivo della Francia e dell'Inghilterra.
Queste due nazioni dovevano mantenere truppe in quegli Stati, e ciò era assolutamente necessario perché altrimenti il loro ritiro avrebbe provocato pericolosi sconvolgimenti in tutto il mondo arabo, e questo avrebbe reso intransitabile il canale di Suez, che diventava di primaria importanza strategica visto che l'Inghilterra voleva intensificare la sua presenza nel Pacifico e la sua partecipazione alla guerra contro il Giappone.
La giornata del 24 luglio cominciò con un incontro tra il governo polacco, giunto a Potsdam capeggiato dal primo ministro Bierut, ed una rappresentanza inglese. Accanto a Churchill figuravano Eden, Clark-Kerr e Alexander; Churchill cercò di dimostrare che i polacchi avrebbero avuto tutto da guadagnare se non si fossero alienati l'amicizia dell'Inghilterra e, in genere, dei Paesi occidentali.
Alternando lusinghe a minacce, Churchill cercò di tirarli dalla sua parte; se si fossero comportati bene avrebbero avuto l'aiuto inglese per la ricostruzione della loro economia, e l'appoggio degli anglo- americani in tutte le questioni che dovevano essere risolte alla conferenza per la pace: le nuove frontiere e le riparazioni di guerra. Bierut però rispose che la Polonia voleva essere amica di tutti, ma avrebbe giudicato molto severamente l'Inghilterra se si fosse opposta alle rivendicazioni polacche sulle frontiere.82
In realtà la questione era questa: così come l'Unione Sovietica aveva accettato la presenza di truppe inglesi nella Siria e nel Libano,su una cosa non era disposta a fare concessioni: la sicurezza delle sue
frontiere, e una Polonia amica era la componente più importante per avere frontiere sicure.
Iniziò poi l'ottava riunione della conferenza, che fu la più tempestosa di tutte: Stalin aveva chiesto che venissero riconosciuti dagli anglo-americani i governi di Bulgaria, Romania, Ungheria e Finlandia, così come i sovietici avevano a suo tempo riconosciuto i vari governi creati dagli anglo-americani: francese, belga, italiano e greco.
Truman sostenne che la prerogativa per essere ammessi all'ONU fosse quella di avere governi democratici, e Stalin trovò offensivo questo suo giudizio.
Eden sosteneva che, per esempio, in Grecia c'erano state libere elezioni, ma Molotov rispose sostenendo essere state una farsa. Intervenne Churchill sostenendo che la missione inglese in Bulgaria e Romania non era libera di svolgere il proprio lavoro di controllo. Alla fine Truman decise che la questione sarebbe stata assegnata ai tre ministri degli esteri, e la sua proposta fu accettata.
Al termine della seduta, mentre i partecipanti si attardavano ancora nel salotto in piccoli gruppi, Truman si avvicinò a Stalin e gli disse che gli Stati Uniti avevano un nuovo tipo di bomba di grande potere distruttivo. Stalin lo guardò, sorrise e disse che sperava che gli Stati Uniti ne facessero buon uso.
Era arrivato il giorno 25: Churchill, Eden, Attlee erano di partenza, poiché in quel giorno in Inghilterra sarebbero state dissigillate le urne elettorali della votazione avvenuta tre settimane prima. Dodici milioni di inglesi votarono contro Churchill, solo nove milioni votarono per lui: il sistema elettorale inglese trasformò una clamorosa sconfitta in un disastro di proporzioni colossali; alla Camera i deputati conservatori calarono da 358 a 195, mentre i laburisti passarono da 163 a 390 deputati.