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I rapporti fra Stati Uniti, Inghilterra e Unione Sovietica

5. Parte diplomatica

5.1 I rapporti fra Stati Uniti, Inghilterra e Unione Sovietica

La “Grande Alleanza” ebbe a definire Churchill negli anni stessi della seconda guerra mondiale quella che aveva unito l'Inghilterra, gli Stati Uniti d'America e l'Unione Sovietica e ne aveva fatto il centro della grande coalizione di popoli e di Stati destinati a vincere su Hitler e sul nazifascismo. Ciò fu una conseguenza della natura particolare di quella “grande alleanza”, dei contrasti e delle irrisoluzioni che sempre le rimasero sottesi anche nei momenti di maggior splendore e che si fanno risalire alla sua peculiarità storica, e cioè al confluire in un unico schieramento politico-militare, accanto, a due delle maggiori potenze capitalistiche, del primo Stato socialista del mondo.64 In realtà, il

formarsi di questa eterogenea alleanza, fu piuttosto complicato, visto il punto di vista adottato dalle tre potenze nel periodo antecedente alla guerra.

E' vero che l'Inghilterra fu il primo Stato a riconoscere l'Unione Sovietica, nel 1924, ma i rapporti anglo-sovietici nel periodo fra le due guerre erano proseguiti in modo tutt'altro che facile. Gli Stati Uniti, a loro volta, avevano riconosciuto l'Urss nel 1933, ma soprattutto era stato il diverso atteggiamento dei tre Stati verso la guerra incombente a creare delle divergenze.

Gli Stati Uniti, fino all'attacco di Pearl Harbour, erano in maggioranza nettamente isolazionisti. L'Inghilterra aveva attuato, dalla metà degli anni Trenta, una politica di appeasement verso la Germania nazista, soprattutto con il gabinetto Chamberlain, teso ad esaudire le speranze di Hitler: lasciare cioè al dittatore tedesco via libera in Oriente

per una politica aggressiva verso l'Unione Sovietica, in cambio di una politica pacifica con l'Impero Britannico e la Francia. Questa politica vide il suo apogeo con l'accordo di Monaco del 1938, fra Inghilterra, Francia, Germania e Italia, in cui venivano appoggiate le richieste hitleriane del territorio dei Sudeti in Cecoslovacchia. Il cambio della situazione ci fu con l'attacco tedesco alla Polonia e l'instaurarsi in Inghilterra di un governo con a capo Winston Churchill, che era l'esponente di spicco del fronte anti-tedesco in Gran Bretagna.65 Da questo momento Hitler capì

che non era più possibile una politica di conciliazione con l'Inghilterra, e quindi si decise ad invadere la Russia, per costringere l'Inghilterra alla pace. In realtà questa scelta fu proprio l'inizio della Grande Alleanza, poiché consentì all'Inghilterra di non essere più sola nella lotta; l'attacco giapponese a Pearl Harbour consentì anche agli Stati Uniti di entrare in guerra, avendo ricevuto le dichiarazioni di guerra da parte della Germania e dell'Italia.

Il presidente americano Roosevelt era sempre stato ostile agli isolazionisti e desiderava un'entrata degli Stati Uniti nella guerra; la legge “Affitti e prestiti”, che consentiva gli aiuti militari, fu varata nel 1940 in aiuto dell'Inghilterra e nel 1941 dell'Unione Sovietica. La solidarietà di guerra, comunque, non nascondeva i diversi obiettivi delle tre potenze,tenute insieme solamente (soprattutto degli anglosassoni verso i sovietici) dall'insorgere di un nemico comune. Lo si vide già quando Churchill e Roosevelt si incontrarono al largo di Terranova per la dichiarazione nota poi come “Carta Atlantica”, nell'agosto del 1941.66

L'Inghilterra e l'Unione Sovietica (potenze già in guerra), la accettarono a patto di applicarle continue modificazioni e limitazioni.

Se Churchill, per salvare l'Impero britannico, accolse il diritto di autodeterminazione solo ai Paesi soggetti alla dominazione nazista, l'ambasciatore sovietico a Londra Maiski sosteneva che il suo governo 65 Richard Overy, La strada della vittoria, il Mulino, Bologna, 2011, pagg.265-266

accettava la Carta Atlantica nella misura nella quale la loro attuazione pratica venisse adattata alle esigenze e alle peculiarità storiche dei singoli Paesi.Churchill era preoccupato dell'integrità dell'Impero britannico, a Stalin stava a cuore la irreversibilità del processo che aveva consolidato le frontiere sovietiche nei due anni intercorsi tra l'inizio della guerra e l'aggressione tedesca, quelli del patto Molotov- Ribbentrop.

Fu l'Urss, comunque, che per prima pose in rilievo la necessità di passare dal coordinamento della situazione militare ad un accordo politico generale. Prima ancora che la richiesta di aiuti militari ed economici, o anche l'apertura del secondo fronte, Stalin desiderava un'alleanza politica. Può sembrare paradossale, ma inizialmente questo desiderio veniva accolto positivamente più da Churchill che da Roosevelt.

Churchill non aveva, come Roosevelt, timori di contraddire la Carta Atlantica con la formulazioni di patti e trattati segreti, poiché sapeva che l'ombra di Monaco e dell'appeasement doveva essere cancellata se si voleva che i sovietici combattessero a fondo contro i tedeschi. Difatti, nel maggio 1942, venne ufficialmente stipulata l'alleanza anglo-sovietica, anche se il trattato prescindeva le considerazioni sulla politica del dopoguerra.67

La posizione delle parti si invertì, fra Churchill e Roosevelt, sulla questione del secondo fronte. Via via che la guerra si prolungava e metteva in evidenza la funzione decisiva dell'Armata Rossa e dell'Unione Sovietica, Churchill e Roosevelt erano portati a concepire in maniera assai diversa la funzione del secondo fonte.

Churchill era ostile ad uno sbarco in Francia, mentre desiderava uno sbarco nei Balcani; Roosevelt era invece favorevole allo sbarco in Francia; Churchill era molto più preoccupato di Roosevelt dalla

situazione che si sarebbe venuta a creare nel dopoguerra e del pericolo, per gli anglosassoni, rappresentato dall'Unione Sovietica; voleva quindi uno sbarco che consentisse ai sovietici di occupare una minima parte di territorio europeo, uno sbarco in Normandia avrebbe consentito il contrario. Roosevelt, invece, era convinto che, nel dopoguerra, la pace con l'Unione Sovietica sarebbe stata possibile e sosteneva la politica dello One World (mondo unico), in cui il mondo non sarebbe stato diviso in sfere d'influenza; inoltre desiderava l'appoggio sovietico nella guerra contro il Giappone.