5. Parte diplomatica
5.4 La Conferenza di Potsdam
5.4.5 Le premesse per la “Guerra fredda”
Gli americani presentarono poi un loro progetto sul problema delle riparazioni di guerra da chiedere all'Italia: gli Stati Uniti, sosteneva Truman, avevano speso cinquecento milioni di dollari per evitare l'affamamento dell'Italia, e altri ancora intendevano spenderne per contribuire alla sua ripresa. Stalin ribattè che quello delle riparazioni era un diritto morale84: non si potevano lasciare impunite nazioni che
avevano partecipato ad aggressioni di altri Stati.
Il giorno dopo, Molotov informò Truman che Stalin era raffreddato, e che il medico gli aveva proibito di lasciare la sua stanza per almeno due giorni; in realtà Stalin aveva avuto una leggera forma di cardiopatia. Molotov disse comunque a Truman che si poteva discutere ugualmente dei problemi della conferenza. I problemi di maggior disaccordo erano due: i confini occidentali della Polonia e le riparazioni di guerra da chiedere alla Germania.
Il territorio che gli americani intendevano assegnare ai polacchi era quello previsto a Yalta, esclusa la zona compresa tra il Neisse orientale e quello occidentale. Benchè gli accordi di Yalta assegnassero alla Polonia anche questo territorio, per il mometo, secondo gli americani, la sua assegnazione restava ancora impregiudicata e quindi continuava ad essere zona sovietica.
In pratica, l'obiettivo angloamericano era del riconoscimento alla Polonia di territori che le verranno definitivamente assegnati dal trattato di pace, in cambio chiedevano ai sovietici una revisione della frontiera, a favore della Germania, prevista agli accordi di Yalta. Molotov
rispose che non era in grado di decidere immediatamente, e avrebbe riferito a Stalin la nuova proposta americana.
Già da questo momento Stati Uniti e Inghilterra cominciarono ad assumere il ruolo di tutori degli interessi della Germania, a cui tentavano di conservare territori già assegnati alla Polonia. L'idea di una rinascita tedesca in funzione antisovietica era già in germe, come dimostrò chiaramente la discussione sul secondo problema, quello delle riparazioni da chiedere alla Germania.
Molotov voleva arrivare alla formulazione di cifre precise: venti miliardi di dollari di riparazioni complessive, di cui il cinquanta per cento da assegnare all'Unione Sovietica. Byrnes replicò che la cifra del cinquanta per cento gli stava bene, e a questo si sarebbe potuto aggiungere anche il venticinque per cento degli impianti industriali che sarebbero stati prelevati dalla Ruhr,ma per il momento non era possibile stabilire l'ammontare della cifra da chiedere in conto riparazioni. La discussione non portò a nessuna conclusione.
Molotov, successivamente, disse che l'Unione Sovietica avrebbe gradito che gli Stati Uniti, l'Inghilterra e le altre nazioni che combattevano nell'area del Pacifico avanzassero all'Unione Sovietica la richiesta di entrare in guerra contro il Giappone: la richiesta colse di sorpresa gli americani. Truman si riservò di prendere in considerazione la proposta, e di comunicare poi ai sovietici la sua decisione.
In quel giorno gli americani si incontrarono anche con gli inglesi, ma la conferenza restò bloccata anche il giorno successivo. Truman ne approfittò per consultarsi coi suoi consiglieri e con gli inglesi sulla risposta da dare ai sovietici. Alla fine si arrivò alla conclusione che tale richiesta non doveva essere avanzata: avrebbe dato al mondo l'impressione che gli Stati Uniti avevano bisogno dell'Unione Sovietica per vincere una guerra già vinta.
Il 31 luglio ripresero i lavori: dopo un tentativo infruttuoso di arrivare ad un accordo sul problema delle riparazioni tedesche, si passò a discutere dei confini occidentali polacchi e dell'assegnazione alla Polonia di una parte della zona russa di occupazione. Byrnes disse a questo riguardo che, visto che i sovietici non avevano accettato lo spostamento della linea di demarcazione dal Neisse occidentale a quello orientale, gli americani erano disposti a rivedere sull'assegnazione ai polacchi di tali territori.
Bevin si disse d'accordo con la primitiva proposta americana, in base al quale si riconosceva ai polacchi l'amministrazione di una parte della zona sovietica. Stalin sostenne che la presenza di un'amministrazione polacca su certi territori della Germania era un fatto anomalo, ma anche la presenza degli inglesi nella Ruhr lo era. Questa regione, insieme alla Saar e al canale di Kiel, avrebbe dovuto essere internazionalizzata.
Il primo agosto si tennero le riunioni conclusive: nella prima seduta della giornata conclusiva, si passò ad affrontare un nuovo argomento:
quello del trattamento da riservare ai criminali di guerra che erano stati catturati durante la guerra e dopo la vittoria. Furono tutti d'accordo nel riconoscere la necessità di intentare pubblici processi contro i criminali di guerra. Truman fece presente che gli Stati Uniti avevano già nominato l'uomo che doveva occuparsi dell'istruzione di questi processi: il giudice Jackson.
La discussione prese però più tempo del previsto, perchè i russi sostenevano che bisognava indicare chi erano le persone che dovevano essere giudicate criminali di guerra, mentre Truman era del parere che questo avrebbe limitato la libertà dei magistrati.
Krupp,ma gli anglo-americani si opposero ed egli dovette ritirare la richiesta.
Su alcune questioni importanti si era raggiunta un'intesa: l'istituzione di una commissione per la preparazione dei trattati di pace,la riconferma dei confini polacchi secondo le decisioni di Yalta, il riconoscimento dell'assegnazione temporanea alla Polonia di quei territori che le sarebbero stati definitivamente assegnati nel trattato di pace, sulla Ruhr assegnata agli inglesi, sul processo ai criminali nazisti.
Le questioni rimaste insolute, quelle che poi dovevano costituire motivo di particolare attrito tra Stati Uniti e Unione Sovietica, erano costutite dalle riparazioni tedesche, dalla delicata situazione greca e dal problema degli Stretti.
Ci fu un ultimo incontro, alle nove di sera: le delegazioni presero visione del documento conclusivo e apportarono alcune modifiche marginali. A Potsdam, Truman,rinfrancato dall'idea della bomba atomica che stava ormai per scoppiare, maturò la convinzione che dal momento che gli Stati Uniti erano il Paese più forte del mondo, una nuova Potsdam non ci sarebbe mai più stata. Mai più un presidente detentore della bomba atomica si sarebbe seduto alla pari con un altro capo di Stato.85
Le due bombe atomiche sganciate sul Giappone avevano dimostrato al mondo, ed ai russi soprattutto, che gli Stati Uniti non solo possedevano la bomba, ma avevano anche sufficiente freddezza per usarla. Le apocalittiche deflagrazioni di Hiroshima e Nagasaki non segnarono la fine della guerra contro il Giappone, ma l'inizio di quella che fu chiamata poi “Guerra fredda”.
Bibliografia
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