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L'occupazione dell'Ucraina

4. L'occupazione nazista nei territori oriental

4.3 L'occupazione dell'Ucraina

Oltre alla Polonia, un altro territorio che subì un dura occupazione da parte tedesca fu l'Ucraina: questa era considerata il

granaio d'Europa; l’area, grazie alle sue risorse naturali, era stata considerata in grado di eliminare una volta per tutte il problema dell’approvvigionamento della Germania.

L'invasione dell'Ucraina, nell'ideologia nazista, era vista come un ritorno del popolo tedesco in quelle terre, da una parte per l'occupazione tedesca dell'Ucraina nel 1918, ma anche da un punto di vista storico; infatti questi territori slavi orientali erano visti come abitati dagli antichi popoli germanici. Hitler, preso com'era dalle sue teorie razziali, sosteneva che i Goti avessero abitato quelle terre, e si riproponeva di germanizzare gli ucraini razzialmente validi, come era stato già fatto in Polonia. Il Piano generale per l'est prevedeva che le cittadine e i villaggi che sarebbero sorti in futuro, avrebbero dovuto esser collegati mediante autostrade e ferrovie. Essi sarebbero stati fondati attorno alle principali città,abitate da circa 15.000-20.000 abitanti, ognuna di esse collocata presso i principali nodi ferroviari.

Nell'estate del 1941, Hitler nominò Erich Koch Commissario del Reich per l'Ucraina, anche se costui era subordinato ad Alfred Rosenberg. Costui aveva studiato a Riga e a San Pietroburgo ed era un intenditore delle questioni nazionali che attanagliavano la Russia: sperava infatti di ingraziarsi i popoli non russi contro il potere sovietico. I suoi piani prevedevano la nascita di quattro Stati che avrebbero fatto da cordone intorno alla regione della Moscovia, abitata dai grandi russi.46 Videro la luce gli stati dell'Ucraina e dell'area baltica, gli altri

due, che dovevano comprendere Caucaso e Kazakistan, ovviamente non furono creati. Mentre Hitler, però, era interessato principalmente allo sfruttamento di questi territori, Rosenberg si voleva appoggiare ai nazionalisti antisovietici; per questo si fece molti nemici fra i gerarchi, fra cui Goebbels e Goring, e praticamente passò in secondo piano nelle strategie nazista per l'Europa orientale. Appunto per questo fu nominato

Koch, che era già Gauleiter (governatore) della Prussia orientale.47

Costui sosteneva che gli slavi dovevano unicamente essere gli schiavi dei padroni tedeschi e, insieme a Saukel, era incaricato di rifornire il Reich di manodopera. Questa politica brutale rese gli ucraini, che in alcuni luoghi avevano accolto i tedeschi come liberatori, acerrimi nemici degli occupanti tedeschi, combattendo una accanita resistenza formate da bande di guerriglieri partigiani.

Hitler immaginava l'Ucraina come la futura “India tedesca”, popolata da coloni tedeschi, che avrebbe risolto una volta per tutte il problema alimentare della Germania. In tutta l'Ucraina occupata dai tedeschi vivevano 16 milioni di persone; il campo strategico dello sfruttamento economico toccò a Goring. Egli però fu più cauto di Koch; mentre costui voleva letteralmente saccheggiare l'Ucraina di tutte le sue risorse, Goring decise che soltanto le risorse eccedenti dovevano essere spedite nel Reich.

La questione agricola fu fondamentale nel gestire l'occupazione in Ucraina; se i tedeschi avessero abolito le fattorie collettive staliniane ripristinando la proprietà privata avrebbero avuto un grande successo propagandistico presso i contadini ucraini. Questa visione si scontrò però con gli argomenti dei nazisti più estremisti, che volevano un'immediata colonizzazione tedesca dell'Ucraina: questo progetto aberrante ebbe ovviamente il sostegno delle sfere alte del Terzo Reich, infatti Himmler emanò un decreto nel settembre del 1942 che prevedeva la consegna delle terre ai Volksdeutsche a scapito dei contadini locali. Rosenberg era invece l'esponente della visione moderata, avendo vissuto inoltre in Russia in gioventù, ma Koch sosteneva addirittura il mantenimento delle fattorie collettive per sfruttare meglio il popolo ucraino. Tutto ciò, come già detto, ebbe l'unico effetto di alienare le iniziali simpatie ucraine per la Germania.48

47 Ingrao, Credere distruggere, Einuadi Milano pagg.137-138 48 Colotti L'Europa Nazista, Giunti Firenze pagg.150-151

La visione hitleriana dell'Europa era di “entità razziale”, e già in questo possiamo scorgere le differenza fra le politiche di occupazione della Germania guglielmina da quelle naziste. Mentre il Reich guglielmino sosteneva la germanizzazione culturale delle popolazioni assoggettate, Hitler sosteneva lo sradicamento delle popolazioni occupate e la sostituzione con tedeschi, considerando la germanizzazione possibile solo dal punto di vista razziale; inoltre, nei territori occupati erano già presenti delle comunità tedesche, i cosiddetti Volksdeutsche. Costoro furono favoriti in tutti i modi dagli occupanti, ricoprendo sovente incarichi amministrativi. Costoro erano per la maggior parte contadini, non parlavano tedesco ma ucraino e spesso non comprendevano il significato dell'arrivo delle truppe tedesche. Un esperimento nazista in tal senso fu la creazione, da parte di Himmler, della colonia di Hegewald. Himmler sosteneva che, siccome i Volksdeutsche erano distribuiti nelle Russie a macchia di leopardo, bisognava raggrupparli in una colonia.49 In questo territorio furono

consegnati loro le fattorie collettive e appezzamenti privati di terra. Questi Volksdeutsche presero poca parte nelle attività criminali connesse all'occupazione nazista, anche perché la maggior parte degli ebrei era già stata annientata. Inoltre, nell'Ucraina, essi rappresentavano la popolazione più povera e ignorante, anche perché, sostenevano i nazisti, erano stati presi di mira dallo stalinismo; tuttavia furono inseriti nell'amministrazione civile, suscitando il rancore della popolazione ucraina.

4.4 Il collaborazionismo

Un fenomeno dell'occupazione fu il collaborazionismo: anche in questo caso le due visioni principali furono di Rosenberg e di Koch: il 49 Shirer, Storia del Terzo Reich, Einaudi, Torino, 1962, pagg.303.304

primo prevedeva un appoggio ai gruppi indipendentisti ucraini anticomunisti, in un sistema favorevole alla proprietà privata, Koch invece voleva uno sfruttamento sistematico anche a costo di inimicarsi gli slavi che egli, come Hitler, detestava. In ogni caso, Koch ebbe però bisogno della popolazione ucraina, perché il suo organico era composto da circa mille persone e quindi faceva conto sui capi villaggi, sugli informatori e sui sindaci; stessa cosa dicasi per l'entourage poliziesco di Himmler. Di fondamentale importanza furono quindi la creazione di milizie di collaborazionisti, che mantenevano l'ordine e rintracciarono le cellule dell'Nkvd e i gruppi della resistenza.50

La Wermacht era molto vicina alle idee di Rosenberg, favorevole ad una separazione fra russi ed ucraini; molti ufficiali ricordavano l'appoggio della Germania del Kaiser ai nazionalisti ucraini nella Grande Guerra. La popolazione locale ebbe una partecipazione limitata nelle attività di collaborazionismo, anche perchè molti ucraini credevano che l'Armata Rossa si fosse ritirata per motivi strategici; si diffondevano anche voci di liberalizzazione del regime sovietico, sulla reintroduzione da parte di Stalin della libertà religiosa. La maggior parte della popolazione riteneva il sistema sovietico preferibile all'occupazione tedesca.

Un primo nucleo di milizie collaborazioniste fu la Shutzmannschaft: erano forze di polizia reclutate per mantenere l'ordine in questi territori. Questa polizia ausiliaria aveva vari compiti: impegnarsi in attività di pubblica sicurezza nelle città e nelle campagne, attuare opere di genio militare, attività di vigili del fuoco, di sorveglianza nei campi di prigioni e nei comandi tedeschi.51 Per attrarre

la popolazione furono promessi un buono stipendio e generi alimentari; dovevano inoltre combattere il contrabbando e il mercato nero, ma la lotta principale era al movimento partigiano.

50 Enzo Collotti, L'Europa nazista, Giunti, Firenze, 2002, pagg.111-112 51 Enzo Collotti, L'Europa nazista, Giunti, Firenze, 2002, pagg.150-151

Un altro gruppo che venne a contatto con i tedeschi fu l'Oun, i nazionalisti ucraini. In realtà costoro, appena iniziata l'invasione tedesca, invitarono la popolazione ad appoggiare le truppe di occupazione ma nell'intento di proclamare uno Stato ucraino indipendente. Gli attivisti di questa organizzazione erano presenti soprattutto nell'Ucraina occidentale, dove il sentimento indipendentista dai russi era più forte; questi però non furono collaborazionisti in senso stretto, poiché il loro obiettivo finale era un Ucraina libera sia dai russi che dai tedeschi. Inizialmente appoggiarono la Germania, credendo che questa, come nella prima guerra mondiale, avrebbe appoggiato l'idea di uno Stato ucraino autonomo, e iniziarono le attività di collaborazione e di lotta al potere sovietico.52 Quando però fu chiaro che l'obiettivo

tedesco era la colonizzazione dell'Ucraina, essi iniziarono a combattere sia i tedeschi che i sovietici: per tali azioni fu creata l'Upa, un insieme di milizie con lo scopo di formare un esercito ucraino di liberazione.

Per giungere ad una conclusione sui metodi tedeschi di occupazione nei territori orientali possiamo sostenere che essi sin da subito avevano l'intenzione di combattere spietatamente un nemico che essi sostenevano essere totale, sia nel campo razziale che in quello politico. L'occupazione fu caotica, poiché Koch ufficialmente era subordinato al suo superiore Rosenberg, ma in realtà prendeva iniziative indipendenti.

La popolazione ucraina, negli eccidi perpetrati dai tedeschi, mantenne un atteggiamento super partes, per non immischiarsi in affari che considerava altrui; questo atteggiamento segnò la fine per la comunità ebraica del Paese.53 Ci furono, come detto, attività di

collaborazionismo, non esagerate fra l'altro, come non fu grande l'attività di resistenza; si calcola il numero di partigiani ucraini intorno alle tremila unità.

52 Mazower, L'impero di Hitler, Mondadori, Milano, 2010, pagg.254-255 53 Christian Ingrao, Credere, distruggere, Einaudi, Milano, 2012, pagg.210-211

Come detto, la maggior parte della popolazione tenne un atteggiamento distaccato e impassibile, restando in attesa di ulteriori sviluppi, atteggiamento che, unito all'incapacità tedesca di sfruttare il malcontento e l'anticomunismo, contribuì comunque a far ritenere auspicabile agli ucraini una vittoria sovietica piuttosto che quella tedesca.