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L’evoluzione della legislazione per i diversi Goal

3. L’Italia e l’Agenda 2030 nell’anno della pandemia

3.4 L’evoluzione della legislazione per i diversi Goal

legislazione per i diversi Goal

GOAL 1 - SCONFIGGERE LA POVERTÀ

Porre fine ad ogni forma di povertà nel

mondo

Sul fronte della riduzione della povertà in tutte le sue forme (cioè includendo anche la povertà dei servizi, della qualità abitativa, ecc.), si regi-stra ancora la mancanza di una visione integrata dei diversi provvedimenti messi in campo nel corso degli anni. Il ruolo principale nella lotta alla povertà è affidato alle ingenti risorse già stan-ziate con le ultime due Leggi di Bilancio per il Reddito di cittadinanza (circa 8 miliardi per il 2020), che prosegue così il suo percorso di attua-zione. Come già segnalato lo scorso anno, questo sostegno, seppur diventato un elemento impor-tante del sistema di welfare italiano, nella sua formulazione e nelle modalità di realizzazione continua a sollevare diverse perplessità. In parti-colare, si tratta di un intervento improntato so-prattutto a una integrazione del reddito che non può pretendere di incidere in profondità sul fe-nomeno della povertà, potendo al massimo alle-viarne alcuni aspetti. La povertà, infatti, è un fenomeno multidimensionale che va ben oltre la privazione di reddito e normalmente coinvolge di-verse sfere della vita.

Per come è stato pensato, il Reddito di cittadi-nanza (RdC) è insieme una misura di contrasto alla povertà e di politica attiva del lavoro. Sul primo fronte è innegabile l’impatto positivo, con una ri-duzione delle famiglie in povertà assoluta. Dal-l’entrata a regime del RdC, l’Istat ha stimato una riduzione di 148mila famiglie in povertà assoluta nel 2019 (pari a 447mila persone). In particolare, nel Mezzogiorno la povertà familiare scende dal 10% all’8,6% e quella individuale dall’11,4% al 10,1%21. Di contro, rimane deficitario l’impianto attivante della misura, sostanzialmente inattuato in un primo momento e poi venuto meno con la sospensione delle condizionalità operata con i de-creti anticrisi.

Da luglio 2020, le condizionalità sono state riat-tivate in un quadro tuttavia segnato da una crisi strutturale della domanda di lavoro per effetto della recessione innescata dalla crisi sanitaria. È difficile immaginare un ritorno alla normalità in tempi brevi. Soprattutto, è difficile ipotizzare che le condizionalità, da sole, possano agevolare

il reinserimento lavorativo, considerando le mol-teplici difficoltà che già in partenza scontano i percettori di sussidi nella ricerca di un lavoro: bassa qualificazione, prolungata disoccupazione, varie forme di fragilità sociale e familiare. Per quanto riguarda le altre privazioni sofferte nelle dimensioni non monetarie della povertà (al-loggio, istruzione, cure sanitarie, relazioni sociali, ecc.), nell’ultimo anno emergono interventi che affrontano alcune questioni molto rilevanti, quali quelle relative alla povertà educativa, alla po-vertà minorile, all’accesso ai servizi della salute e all’abitazione. Tuttavia, il giudizio positivo per l’inserimento di queste misure è frenato dalla li-mitatezza delle risorse messe a disposizione e so-prattutto dalla mancanza di una strategia complessiva di lungo periodo che leghi in modo coerente i diversi interventi.

La crisi da COVID-19 si è abbattuta su un Paese in cui, nel 2018, oltre 16 milioni di persone erano classificate come a rischio di povertà ed esclu-sione sociale: secondo l’Eurostat, l’Italia era il sesto Paese maggiormente a rischio di povertà d’Europa, con un’incidenza sulla popolazione pari 27,3%, valore nettamente superiore a quello medio europeo. Dall’ultima rilevazione annuale dell’Istat emerge, per il 2019, un Paese in cui si stimano quasi 1,7 milioni di famiglie in povertà as-soluta, con maggiore incidenza per le famiglie nu-merose e monogenitoriali, e oltre 1,1 milioni di minorenni in povertà assoluta. Data questa situa-zione, non stupisce che, nonostante gli interventi messi in campo dal Governo, le prime stime sulle ricadute della pandemia e le previsioni sugli svi-luppi futuri della povertà tracciano un quadro molto negativo, che vede l’aumento del numero persone in condizioni di deprivazione materiale e un generale calo dei redditi associato all’interru-zione di molte attività.

Il Governo ha tempestivamente introdotto ingenti aiuti economici a numerose categorie, offrendo trattamenti di integrazione salariali per le aziende che avevano fatto ricorso alla Cassa integrazione, oltre che indennità per diverse categorie di lavo-ratori tra cui i dipendenti del settore privato, i la-voratori iscritti alla Gestione separata, i lala-voratori autonomi e i professionisti. Inoltre, sono state so-spese o rimandate numerose scadenze tributarie e amministrative che non sarebbero potute essere rispettate dalla maggioranza della popolazione. I decreti governativi degli ultimi mesi hanno avuto un impatto notevole sul Goal 1. Tra le misure

intro-dotte nel Decreto “Cura Italia” si segnalano l’intro-duzione di congedi e indennità per i lavoratori, sia autonomi sia dipendenti, colpiti dall’emergenza sa-nitaria; il bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting per i dipendenti del settore sanitario pubblico e privato; l’istituzione del Fondo per il reddito di ultima istanza a favore dei lavoratori danneggiati dal virus; e l’attuazione del Fondo so-lidarietà mutui “prima casa”, il cosiddetto “Fondo Gasparrini”. Quest’ultima misura è stata ulterior-mente estesa nel Decreto “Liquidità”.

Tra le misure più importanti contenute nel De-creto “Rilancio” di maggio 2020, si segnalano la soppressione delle clausole di salvaguardia legate a Iva e accise, che hanno gravato come una spada di Damocle sul potere di acquisto dei cittadini; l’incremento di 140 milioni di euro del fondo a sostegno delle locazioni; l’estensione del Fondo per il reddito di ultima istanza, introdotto nel De-creto “Cura Italia”; l’introduzione di un’indennità di 500 euro per i mesi di aprile e maggio destinata ai lavoratori domestici; il potenziamento del Fondo per le non autosufficienze; l’introduzione del Reddito di Emergenza (REM), destinato a sog-getti che non usufruiscono di altri ammortizzatori sociali per un impegno di spesa per il 2020 di oltre un miliardo di euro. Il REM è stato disegnato a partire dalla proposta avanzata dall’ASviS e dal Forum Disuguaglianze e Diversità e consiste in un sussidio di 400 euro, che può arrivare fino a 840 euro per nucleo familiare, ed è stato erogato con due quote per le domande presentate entro il 31 luglio e una successiva introdotta con il c.d. De-creto “Agosto” con scadenza 15 ottobre. Il REM utilizza i dispositivi del Reddito di Cittadinanza secondo il parametro della scala di equivalenza e lo sostituisce per i nuovi richiedenti per il periodo di vigenza.

Secondo i dati pubblicati dall’INPS a metà luglio22, al 30 giugno 2020 erano stati 455mila i nuclei ri-chiedenti il Reddito di Emergenza: al 46% di questi (209mila) è stato erogato il beneficio, al 49% (223 mila) è stato respinto e il restante 5% (23mila) è in attesa di definizione della domanda. In totale è stato stimato che la platea di famiglie in pos-sesso dei requisiti sia di circa 867mila, pari a circa 2 milioni di individui.

Inoltre, il Decreto “Cura Italia” ha indirizzato le risorse della quota servizi del “Fondo povertà”, al momento non utilizzate per la sospensione delle attività connesse alle condizionalità legate al Red-dito di Cittadinanza, al rafforzamento degli

inter-venti di carattere sociale e socio-assistenziale funzionali alla situazione emergenziale COVID-19 in atto. L’Autorità di Gestione del PON Inclusione, con la Nota n. 3013 del 14 aprile 2020, ha ritenuto di ampliare, nel solco tracciato dalle proposte della Commissione europea contenute nella “Co-ronavirus Response Investment Initiative”, le ti-pologie di spesa ammissibili e ha definito ulteriori tipologie di azioni/servizi attivabili.

All’incremento dei Fondi sociali per il rafforza-mento di interventi a sostegno delle fasce in po-vertà e a maggior rischio di esclusione sociale si sono accompagnati importanti interventi a soste-gno del Terzo settore che ha affiancato in modo importante, sin dall’inizio della fase di emergenza COVID-19, le Pubbliche Amministrazioni nelle azioni di contrasto della povertà economica ed educativa. Tra le azioni previste a sostegno della solidarietà alimentare, confermate anche que-st’anno in Legge di Bilancio, si segnala l’ulteriore misura del “buono spesa” prevista con ordinanza del Dipartimento Protezione civile n. 658 del 29 marzo 2020, con la quale sono stati assegnati 400 milioni di euro ai Comuni, utilizzabili con proce-dure semplificate per misure urgenti di solidarietà alimentare.

GOAL 2 - SCONFIGGERE LA FAME

Porre fine alla fame, raggiungere

la sicurezza alimentare, migliorare

la nutrizione e promuovere

un’agricoltura sostenibile

La Legge di Bilancio 2020 contiene diversi provve-dimenti che riguardano il Goal 2. Data la maggiore attenzione nell’agenda politica al tema della po-vertà, si segnala l’incremento del Fondo Nazionale per la distribuzione di derrate alimentari agli in-digenti, mentre per quanto riguarda il rapporto tra salute e alimentazione è stata introdotta la cosiddetta Sugar Tax, cioè un’imposta sul consumo delle bevande analcoliche edulcorate, coerente-mente con le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per cercare di contra-stare l’obesità e il diabete23. Ferma restando la necessità di un’azione preventiva rispetto a que-ste patologie, sarebbe importante puntare anche ad azioni di educazione alimentare volte alla mo-difica degli stili di vita. Inoltre, andrebbero ap-profonditi gli effetti che provvedimenti di questo tipo possono determinare sui comparti agroali-mentari coinvolti e sull’economia di alcuni

terri-tori, al fine di valutare e definire possibili strate-gie alternative. Con il Decreto “Rilancio” il Go-verno ha differito al 1° gennaio 2021 l’entrata in vigore delle disposizioni relative all’imposta sul consumo delle bevande edulcorate.

Nella Legge di Bilancio sono presenti sia interventi finalizzati a sostenere il reddito degli operatori del settore primario, sia incentivi volti a miglio-rare la competitività delle imprese. In particolare, si prevedono misure che agiscono:

sui livelli di reddito (sostegno al reddito lavora-tori settore pesca, determinazione del reddito d’impresa degli imprenditori agricoli florovivai-stici, esenzione Irpef per i redditi dominicali e agrari dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali, interventi compensativi per i danni derivanti dalla cimice asiatica); sul miglioramento della competitività (fondi

per gli investimenti e l’innovazione, fondo per la competitività delle filiere agricole, mutui in favore di aziende agricole condotte da imprenditrici);

sul miglioramento del capitale umano (cre-dito d’imposta per le spese di formazione del personale);

sulla tutela del territorio;

sull’internazionalizzazione (Piano straordinario per la promozione del Made in Italy e credito d’imposta per la partecipazione a manifesta-zioni internazionali).

Questi interventi possono contribuire a migliorare i risultati economici del sistema food, ma l’indi-rizzo strategico alla sostenibilità è solo accen-nato. Sarebbe quindi auspicabile che nei decreti attuativi venga accentuato tale indirizzo, tenendo conto delle implicazioni ambientali e sociali delle singole misure.

Nella Legge di Bilancio 2020 non mancano, però, provvedimenti per migliorare la sostenibilità am-bientale del settore primario. Alcuni sono orientati a limitare le esternalità negative sull’ambiente, agendo direttamente sul processo produttivo, altri a favorire l’economia circolare del territorio, at-traverso il supporto alla produzione di energia elettrica da impianti alimentati a biogas realizzati da imprenditori agricoli. Merita di essere apprez-zato l’impegno istituzionale per ridurre l’uso della plastica, ma preoccupa la scelta di intervenire con meccanismi di tassazione anziché con incentivi per chi investe nello sviluppo e nella ricerca e adotta soluzioni virtuose.

La principale novità è rappresentata dall’impegno per realizzare un Green New Deal italiano attra-verso specifici programmi di investimento e ope-razioni, anche in partenariato pubblico-privato, per realizzare progetti per la decarbonizzazione, l’economia circolare, la rigenerazione urbana, il turismo sostenibile e la mitigazione dei rischi de-rivanti dal cambiamento climatico. Si tratta di in-novazioni importanti, per le quali l’agricoltura può giocare un ruolo da protagonista.

Per quanto riguarda la difesa della Biodiversità, es-senza del Target 2.5, la Legge di Bilancio non con-tiene interventi specifici, anche se va segnalato il provvedimento che estende all’oleoturismo le age-volazioni fiscali dell’enoturismo. Ciò dovrebbe sti-molare le attività connesse all’olivicoltura, determinando la difesa di queste coltivazioni ed implicitamente la tutela del paesaggio agrario che esse caratterizzano. Inoltre, se nella sua attuazione si riuscissero a premiare gli impianti olivicoli di va-rietà autoctone, questo potrebbe dare un concreto contributo anche alla difesa della biodiversità. Con l’avvento dell’emergenza sanitaria generata dal COVID-19, la portata di alcuni temi connessi al raggiungimento dell’Obiettivo 2 sono divenuti ancora più evidenti. Il fermo delle attività pro-duttive e la recessione hanno determinato la di-minuzione delle disponibilità economiche per ampie fasce della popolazione e una oggettiva difficoltà per molte famiglie a far fronte alle ne-cessità quotidiane.

Nonostante il blocco diffuso delle attività produt-tive, la filiera agroalimentare ha garantito in modo capillare e con continuità l’approvvigiona-mento e la distribuzione dei suoi prodotti. Sono comunque emerse difficoltà operative e perdite economiche considerevoli per il settore. In parti-colare, la limitazione della circolazione delle per-sone con i Paesi confinanti ha influito sulla disponibilità di manodopera esperta necessaria per i processi produttivi stagionali di alcune colti-vazioni. Si è poi registrato un rallentamento negli scambi internazionali a causa della diffusione del-l’epidemia e del blocco del settore alberghiero e della ristorazione, che ha determinato l’assenza di una quota di mercato fondamentale per i pro-dotti di posizionamento medio-alto. Inoltre, si è verificato un calo della richiesta di prodotti fre-schi da parte dei consumatori, più propensi a fare scorte e ad acquistare prodotti secchi. A tutto questo si è aggiunta la totale chiusura di interi comparti, come quello dell’agriturismo.

L’attività legislativa si è necessariamente concen-trata nell’individuazione di misure che potessero sostenere il reddito delle persone e la sopravvi-venza delle imprese. Nei Decreti Legge “Cura Ita-lia” (DL n. 18/2020), “Liquidità” (DL n. 23/2020) e “Rilancio” (DL n. 34/2020) sono state introdotte alcune misure che riguardano direttamente il Goal 2:

l’incremento di 250 milioni di euro per la di-stribuzione di derrate alimentari agli indigenti per l’emergenza derivante dalla diffusione del virus SARS-CoV-2;

l’istituzione del Fondo per la promozione inte-grata, dotato di 150 milioni di euro per il 2020, per la realizzazione di una campagna straordi-naria di comunicazione per sostenere le espor-tazioni italiane e l’internazionalizzazione del sistema economico nazionale nel settore agroalimentare;

la riforma del sistema della garanzia dello Stato sugli impegni assicurativi assunti da SACE, alla quale è chiesto di favorire l’inter-nazionalizzazione del settore produttivo ita-liano, privilegiando gli impegni nei settori strategici per l’economia italiana, compresa la filiera agricola nazionale, in termini di livelli occupazionali e ricadute per il sistema econo-mico del Paese;

la concessione di un contributo a fondo per-duto, nel limite massimo di 100 mila euro e dell’80% delle spese ammissibili, per lo svi-luppo di processi produttivi innovativi, mante-nendo il limite di spesa di un milione di euro per il 2020;

l’emersione del rapporto di lavoro agricolo ir-regolare. In particolare, sono state introdotte due forme di regolarizzazione dei lavoratori, italiani e stranieri, impiegati in agricoltura, nella cura della persona e nel lavoro domestico. Riuscire a superare la generale situazione di crisi e, contestualmente, affrontare gli effetti generati dall’emergenza richiede una strategia che com-bini misure congiunturali con interventi di carat-tere strutturale capaci di orientare verso una duratura ripresa. Vanno in tale direzione alcune iniziative assunte dalla Commissione europea che sicuramente influiranno sullo sviluppo futuro del settore agroalimentare:

la Strategia “Dal produttore al consumatore. Il nostro cibo, la nostra salute, il nostro pianeta, il nostro futuro” (F2F, Farm to Fork Strategy;

COM(2020) 381 final del 20.05.2020) finalizzata a migliorare la sostenibilità del sistema agroa-limentare e l’accesso al cibo sano e sosteni-bile, a aumentare il reddito dei produttori primari e a rafforzare la competitività dell’UE anche mediante la riduzione dell’uso di pesti-cidi chimici e fertilizzanti e l’introduzione di pratiche rispettose dell’ambiente, ad ampliare considerevolmente la superficie biologica eu-ropea entro il 2030, la lotta contro gli sprechi e il rafforzamento della ricerca e l’innovazione lungo tutta la filiera;

la strategia dell’Unione europea sulla biodiver-sità per il 2030 (COM(2020) 380 final del 20.05.2020), finalizzata a rafforzare la resi-lienza delle società e a prevenire la comparsa e la diffusione di malattie future attraverso la protezione e il ripristino della natura e della biodiversità e il funzionamento degli ecosi-stemi per conseguire, tra l’altro, la sicurezza alimentare, il contrasto ai cambiamenti clima-tici, il contenimento delle catastrofi naturali; il Piano d’azione per l’economia circolare in-centrato sull’uso sostenibile delle risorse (ec.europa.eu/commission/presscorner/de-tail/en/fs_20_437), che prevede misure per aumentare la produzione e il consumo di pac-kaging sostenibile per gli alimenti, con un im-patto positivo anche sulla riduzione degli sprechi.

GOAL 3 - SALUTE E BENESSERE

Assicurare la salute e il benessere per

tutti e per tutte le età

Con la Legge di Bilancio 2020 è continuata la ten-denza all’aumento del finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale, con l’incremento di 2 miliardi del Fondo sanitario e con il vincolo per i fondi dei farmaci innovativi. Valutando la variazione delle poste finanziarie relative alla sanità e al sociale, il finanziamento aggiuntivo nel triennio 2020-2022 è di circa 7,5 miliardi di euro, suddivisi in 3,5 mi-liardi per il Fondo sanitario (2 mimi-liardi per il 2020 e 1,5 per il 2021), in 2 miliardi per l’edilizia e 739 milioni per l’abolizione del superticket (185 mi-lioni per il 2020 e 554 per il 2021).

Un altro miliardo e 260 milioni, sempre nel trien-nio, è stanziato per una serie di misure che vanno dalla farmacia dei servizi alle specializzazioni me-diche, al sostegno alla disabilità e ad altre voci minori. Inoltre, sono stabiliti lo stanziamento per

l’edilizia sanitaria e le apparecchiature sanitarie per i Medici di Medicina Generale e i Pediatri di libera scelta. Sono poi prolungate le sperimenta-zioni per la farmacia dei servizi, e - in attuazione del Piano nazionale della cronicità - è prevista la possibilità di usufruire presso le farmacie di un servizio di accesso ai farmaci personalizzato. Nell’ambito delle risorse destinate a favore della ricerca pubblica nazionale e fondi per la ricerca sull’endometriosi, sono conferite risorse alla Fon-dazione Human Technopole, vengono aumentate quelle per la formazione in medicina e attribuite le fasce economiche al personale assunto in fase di prima applicazione della norma per gli IRCCS pubblici e gli IZS. I diplomi e gli attestati di edu-catore professionale socio-sanitario, ottenuti a se-guito di corsi regionali o di formazione specifica iniziati tra il 1997 e il 2000, sono equiparati al di-ploma universitario.

Nell’ambito della prevenzione, sono forniti con-tributi all’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie delle povertà (INMP) e alla Rete nazionale dei registri dei tumori e dei si-stemi di sorveglianza; è previsto l’aumento delle accise sul tabacco e vengono stabilite imposte sulle bevande edulcorate.

Per le politiche di sostegno alle persone diversa-mente abili vengono stanziate risorse necessarie all’attuazione della delega in materia. Allo stesso tempo, nuove risorse sono previste in tre distinti fondi per la tutela del diritto al lavoro, per l’assi-stenza e per le esigenze di mobilità.

Per fronteggiare la crisi da COVID-19, il Governo ha emanato numerosi provvedimenti legislativi e amministrativi per mettere in atto le azioni ne-cessarie alla gestione della pandemia. I Decreti-Legge e i DPCM approvati da fine gennaio in poi contengono non solo provvedimenti più stretta-mente legati al “periodo pandemico”, ma anche misure relative ai periodi “interpandemico” e di “preallerta”, perché secondo il piano di gestione di una pandemia “ove l’evento pandemico sia av-visato in momento successivo alle prime fasi, tutte le misure previste per le fasi precedenti e non realizzate devono essere contemporanea-mente compiute in aggiunta alle misure espressa-mente previste per la fase dichiarata”.

Il 31 gennaio 2020, con Delibera del Consiglio dei Ministri, viene dichiarato lo stato di emergenza e il 23 febbraio 2020, con Decreto-Legge, sono iden-tificate le prime restrizioni in alcuni comuni di

Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Marche. Ad integrazione di tale intervento sono poi emanati due DPCM (1 marzo e 4 marzo) per l’attuazione di misure urgenti di contenimento e gestione del-l’emergenza sanitaria, in particolare per attivare un modello di cooperazione inter-regionale, per