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Una sfida contro il tempo: i Target dell’Agenda 2030 da raggiungere entro il 2020

3. L’Italia e l’Agenda 2030 nell’anno della pandemia

3.2 Una sfida contro il tempo: i Target dell’Agenda 2030 da raggiungere entro il 2020

raggiungere entro il 2020

A pochi mesi dalla scadenza di 21 dei 169 Target pre-visti dall’Agenda 2030, l’Italia è ancora molto lon-tana dai valori definiti a livello internazionale o da quelli tipici dei principali Paesi europei. Tutto ciò non è affatto sorprendente visto che, nonostante le pressioni esercitate dall’ASviS, nessuno dei governi che si sono succeduti da settembre del 2015 (Renzi, Gentiloni, Conte I, Conte II) ha mai assunto impegni definiti per assicurare il raggiungimento dei Target, benché alcuni di essi siano particolarmente impor-tanti per il nostro Paese. Tra questi: la riduzione del numero di giovani che non studiano e non lavorano, la definizione di piani organici per aumentare l’oc-cupazione giovanile, il dimezzamento dei morti e dei feriti per incidenti stradali, la predisposizione da parte delle città di piani per fronteggiare emergenze ambientali e non solo, la protezione, ripristino e uso sostenibile degli ecosistemi marini e terrestri anche a garanzia della disponibilità di acqua, la disponibi-lità di reti a banda larga per famiglie e imprese. Pe-raltro, nonostante l’impegno dell’Istat per la misura degli SDGs, per alcuni dei Target non si dispone dei dati necessari per monitorare l’evoluzione nel tempo dello stato del nostro Paese. In altri termini,

su tanti temi l’Italia ha perso cinque anni sui quin-dici a disposizione per attuare l’Agenda 2030, so-prattutto a causa della disattenzione a queste tematiche da parte della classe dirigente, non solo di quella politica, e dell’opinione pubblica.

I Target con scadenza al 2020 sono i seguenti: 2.5 - Entro il 2020, assicurare la diversità

ge-netica di semi, piante coltivate e animali da allevamento e domestici e le loro specie sel-vatiche affini, anche attraverso banche del seme e delle piante gestite e diversificate a li-vello nazionale, regionale e internazionale, e promuovere l’accesso e la giusta ed equa con-divisione dei benefici derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche e delle conoscenze tra-dizionali collegate, come concordato a livello internazionale.

3.6 - Entro il 2020, dimezzare il numero di de-cessi a livello mondiale e le lesioni da incidenti stradali.

4.b - Entro il 2020, espandere sostanzialmente a livello globale il numero di borse di studio a disposizione dei Paesi in via di sviluppo, in

par-ticolare dei Paesi meno sviluppati, dei piccoli Stati insulari in via di sviluppo e dei Paesi afri-cani, per l’iscrizione all’istruzione superiore, comprendendo programmi per la formazione professionale e della tecnologia dell’informa-zione e della comunicadell’informa-zione, tecnici, ingegne-ristici e scientifici, nei Paesi sviluppati e in altri Paesi in via di sviluppo.

6.6 - Entro il 2020, proteggere e ripristinare gli ecosistemi legati all’acqua, tra cui montagne, fo-reste, zone umide, fiumi, falde acquifere e laghi. 8.6 - Entro il 2020, ridurre sostanzialmente la percentuale di giovani disoccupati che non se-guano un corso di studi o che non sese-guano corsi di formazione.

8.b - Entro il 2020, sviluppare e rendere ope-rativa una strategia globale per l’occupazione giovanile e l’attuazione del Patto globale dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro. 9.c - Aumentare significativamente l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della co-municazione e sforzarsi di fornire un accesso universale e a basso costo a Internet nei Paesi meno sviluppati entro il 2020.

11.b - Entro il 2020, aumentare notevolmente il numero di città e di insediamenti umani che adottino e attuino politiche e piani integrati verso l’inclusione, l’efficienza delle risorse, la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, la resilienza ai disastri, lo sviluppo e l’implementazione, in linea con il Quadro di Sendai per la Riduzione del Rischio di Disastri 2015-2030, la gestione complessiva del rischio di catastrofe a tutti i livelli.

12.4 - Entro il 2020, ottenere la gestione eco-compatibile di sostanze chimiche e di tutti i ri-fiuti in tutto il loro ciclo di vita, e ridurre significativamente il loro rilascio in aria, acqua e suolo, al fine di minimizzare i loro effetti ne-gativi sulla salute umana e l’ambiente. 13.a - Dare attuazione all’impegno assunto

nella Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici per raggiungere l’obiettivo di mobilitare 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020 congiuntamente da tutte le fonti, per affrontare le esigenze dei Paesi in via di sviluppo nel contesto delle azioni di mi-tigazione significative e della trasparenza circa l’attuazione e la piena operatività del Green Climate Fund attraverso la sua capitalizzazione nel più breve tempo possibile.

14.2 - Entro il 2020 gestire e proteggere in modo sostenibile gli ecosistemi marini e co-stieri per evitare impatti negativi significativi, anche rafforzando la loro capacità di recupero e agendo per il loro ripristino, al fine di otte-nere oceani sani e produttivi.

14.4 - Entro il 2020, regolare efficacemente la raccolta e porre fine alla pesca eccessiva, la pesca illegale, quella non dichiarata e non re-golamentata e alle pratiche di pesca distrut-tive, e mettere in atto i piani di gestione su base scientifica, al fine di ricostituire gli stock ittici nel più breve tempo possibile, almeno a livelli in grado di produrre il rendimento mas-simo sostenibile come determinato dalle loro caratteristiche biologiche.

14.5 - Entro il 2020, proteggere almeno il 10% delle zone costiere e marine, coerenti con il diritto nazionale e internazionale e sulla base delle migliori informazioni scientifiche dispo-nibili.

14.6 - Entro il 2020, vietare quelle forme di sov-venzioni alla pesca che contribuiscono all’ec-cesso di capacità e alla pesca eccessiva, eliminare i sussidi che contribuiscono alla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata e astenersi dall’introdurre nuove sovvenzioni di questo tipo, riconoscendo che un trattamento speciale e differenziato adeguato ed efficace per i Paesi in via di sviluppo e i Paesi meno svi-luppati dovrebbe essere parte integrante del negoziato sui sussidi alla pesca dell’Organizza-zione Mondiale del Commercio (OMC).

15.1 - Entro il 2020, garantire la conserva-zione, il ripristino e l’uso sostenibile degli eco-sistemi di acqua dolce terrestri e nell’entroterra e dei loro servizi, in particolare le foreste, le zone umide, le montagne e le zone aride, in linea con gli obblighi derivanti dagli accordi internazionali.

15.2 - Entro il 2020, promuovere l’attuazione di una gestione sostenibile di tutti i tipi di fo-reste, fermare la deforestazione, promuovere il ripristino delle foreste degradate e aumen-tare notevolmente la riforestazione e il rimbo-scamento a livello globale.

15.5 - Adottare misure urgenti e significative per ridurre il degrado degli habitat naturali, arrestare la perdita di biodiversità e, entro il 2020, proteggere e prevenire l’estinzione delle specie minacciate.

15.8 - Entro il 2020, adottare misure per pre-venire l’introduzione e ridurre significativa-mente l’impatto delle specie alloctone (aliene) invasive sulla terra e sugli ecosistemi d’acqua e controllare o eradicare le specie prioritarie. 15.9 - Entro il 2020, integrare i valori di ecosi-stema e di biodiversità nella pianificazione na-zionale e locale, nei processi di sviluppo, nelle strategie di riduzione della povertà e account nella contabilità.

17.11 - Aumentare in modo significativo le esportazioni dei Paesi in via di sviluppo, in par-ticolare al fine di raddoppiare la quota delle esportazioni mondiali dei Paesi meno sviluppati entro il 2020.

17.18 - Entro il 2020, rafforzare il meccanismo di supporto delle capacità per i Paesi in via di sviluppo, anche per i Paesi meno sviluppati e i piccoli Stati insulari in via di sviluppo, per au-mentare in modo significativo la disponibilità di dati di alta qualità, tempestivi e affidabili disaggregati in base al reddito, sesso, età, razza, etnia, status migratorio, disabilità, po-sizione geografica e altre caratteristiche rile-vanti in contesti nazionali.

Solo per tre dei 21 Target, l’Agenda 2030 definisce chiaramente i valori da raggiungere (indicati nei grafici successivi con un punto di colore rosso):

Rispetto ai valori di riferimento, l’Italia appare fuori linea per due Target su tre.

Per il resto dei Target, l’Agenda 2030 non fornisce obiettivi numerici specifici da raggiungere. In re-altà, spetterebbe a ciascun Paese definire tali obiettivi numerici, ma la Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile (SNSvS) approvata nel dicem-bre 2017 dal Governo non ha indicato alcun valore quantitativo, né per i 21 Target al 2020 né per gli altri. Di conseguenza, allo scopo di definire valori

Target 3.6 14.5 17.11 Indicatore Tasso di mortalità per incidente stradale Superficie aree marine protette (%) Importazioni dai Paesi in via di sviluppo (%) Target 2020 2,8 per 100.000 abitanti 10% 10,2% Valore Italia (ultimo anno disponibile) 5 (2019) 19% (2013) 5,2% (2018)

di riferimento utili per l’Italia, per gli otto Target per i quali è stato possibile identificare un indica-tore disponibile a livello europeo si è proceduto ad assegnare come obiettivo quantitativo al 2020, il migliore tra i valori più recenti rilevati per i quattro Paesi europei più simili all’Italia, cioè Francia (FR), Spagna (ES), Germania (DE) e Regno Unito (UK), i cui valori sono indicati nei grafici con un punto di colore verde.

Rispetto ai valori di riferimento così individuati, l’Italia appare fuori linea per cinque Target su otto.

Per cinque Target non è stato possibile individuare un indicatore a livello europeo ma solo a livello nazionale. Per questi non si è potuto fissare un va-lore obiettivo, ma è stato possibile analizzare l’andamento dell’indicatore nel tempo.

In tre casi su cinque, l’Italia appare lontana dal Target e in due casi si sta muovendo nella dire-zione opposta a quella auspicata. Per i rimanenti

due Target il nostro Paese è in linea con il valore obiettivo o sta andando comunque in modo deciso nella direzione auspicata.

Per i rimanenti cinque Target (2.5, 11.b, 14.2, 14.6, 15.9) non è stato possibile individuare né un indicatore a livello europeo né a livello nazionale.

Target 4.b 6.6 12.4 15.5 15.8 Variazione -26% (2013-2017) +5% (2013-2018) +5% (2014-2016) +7% (2010-2017) +250% (1950-59, 2010-2017) Indicatore

Aiuto Pubblico allo Sviluppo per borse di studio concesse a studenti dei Paesi in via di sviluppo (milioni di euro) Zone umide di importanza internazionale (ettari) Rifiuti speciali pericolosi avviati a operazioni di recupero (milioni di Ton) Frammentazione del territorio naturale e agricolo in percentuale della superficie del territorio nazionale (%) Diffusione di specie alloctone animali e vegetali (numero di specie aliene introdotte per decennio) Valore Italia (ultimo anno disponibile) 15 (2018) 80.836 (2018) 4,4 (2018) 35,4% (2019) 92 (2010-2017) Target 8.6 8.b 9.c 13.a 14.4 15.1 15.2 17.8 Indicatore Giovani tra i 15-29 che non lavorano e non studiano (NEET - %) Sussidi per disoccupazione (% del PIL) Famiglie con connessione a banda larga (%) Milioni di dollari versati per il raggiungimento dell’obiettivo di 100 miliardi di dollari per il Green Climate Fund Stock ittici in sovrasfruttamento (%) Superficie aree terrestri protette (% - NATURA 2000) Indice di boscosità (%)

Aiuto pubblico allo sviluppo della capacità statistica (milioni di dollari) Valore Target 2020 7,6% (DE) 3% (FR) 96% (UK) 6.730 (DE) 38% (Atlantico nord-orientale) 27% (ES) 41% (ES) 35,5% (UK) Valore Italia (ultimo anno disponibile) 22,2% (2019) 1,7% (2015) 84% (2019) 633 (2017) 91% (2017) 19% (2018) 37% (2018) 1,7% (2018)

Target al 2020 con valore obiettivo definito dall’Agenda 2030

Target 3.6 - Entro il 2020 dimezzare il numero di decessi a livello mondiale e le lesioni da incidenti stradali

In base all’ultimo Rapporto Istat sugli Incidenti stradali nel 2019, il numero dei morti è in dimi-nuzione rispetto al 2018 (-4,8%), valore minimo raggiunto nell’ultima decade. Nei primi sei mesi del 2020, grazie anche agli effetti del lockdown, il numero di morti è diminuito del 36% rispetto allo stesso periodo del 2019. Tuttavia, anche se

questa tendenza dovesse confermarsi per il resto del 2020, l’Italia non riuscirebbe a rag-giungere il Target, in quanto nell’anno in corso il

numero di vittime in Italia dovrebbe ridursi di circa il 46% rispetto al 2019.

Target 14.5 - Entro il 2020, proteggere almeno il 10% delle zone costiere e marine, coerenti con il diritto nazionale e internazionale e sulla base delle migliori informazioni scientifiche disponibili

Il sesto rapporto ufficiale dell’Italia sulla Conven-zione per la diversità biologica (CBD)4indica che la quota delle aree marine e costiere protette in Italia nel 2013 è pari al 19,1%. Dunque, il nostro

Paese è largamente oltre il target del 10% ri-chiesto e dall’Aichi Target 11 da cui lo stesso ha

origine. Il dato complessivo è comprensivo sia delle aree marine protette sia delle aree “Natura 2000”, ma non considera la qualità del livello di protezione. Per colmare tale lacuna, in sede di CBD andrebbero considerate solo le aree effica-cemente protette, dunque con il divieto di pre-lievo (no take areas).

Target 17.11 - Aumentare in modo significativo le esportazioni dei Paesi in via di sviluppo, in parti-colare al fine di raddoppiare la quota delle espor-tazioni mondiali dei Paesi meno sviluppati entro il 2020

Per l’Italia la quota di importazioni dai Paesi in via di sviluppo è sostanzialmente costante tra il 2011 e il 2018, segno della mancanza di impegno nella direzione indicata. Di conseguenza, il nostro

Paese non è in linea con il Target5.

Target al 2020 con valore obiettivo individuato dal confronto con i Paesi europei

Target 8.6 - Entro il 2020, ridurre sostanzialmente la percentuale di giovani disoccupati che non se-guano un corso di studi o che non sese-guano corsi di formazione

L’indicatore di riferimento è la quota di persone tra i 15 e i 29 anni che non lavorano, non si for-mano e non studiano, ovvero i giovani NEET.

Target 3.6

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2018

Tasso di mortalità per incidente stradale (per 100.000 abitanti)

2017 2019Target 2020 0 2 4 6 8 10 12 2,8

Target 14.5

2013

Aree marine protette (%)

Target 2020 0 5 10 15 20 25 19% 10%

Target 17.11

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2018 Importazioni dai Paesi in via di sviluppo

(% sul totale delle importazioni)

2017 2019 Target 2020 0 2 4 6 8 10 12 10,2

Nonostante il leggero miglioramento degli ultimi anni, la situazione italiana rimane molto

preoc-cupante ed è irrealistico sperare di conseguire una “sostanziale” riduzione del fenomeno,

so-prattutto in presenza della crisi da COVID-19. Infatti, tra il 2013 e il 2019 la percentuale di NEET è scesa dal 26% al 22,2%, ma l’Italia con-tinua ad essere il fanalino di coda dell’Unione europea, con un dato nettamente peggiore anche della Grecia (17,7%), della Romania (16,8%) e della Bulgaria (16,7%). Nel 2019, i gio-vani NEET erano due milioni (di cui più della metà concentrati nel Mezzogiorno), mentre se si considerano anche gli young adults, cioè co-loro che sono nella fascia di età 30- 34 anni, il numero sale a circa 2,9 milioni.

Target 8.b - Entro il 2020, sviluppare e rendere operativa una strategia globale per l’occupazione giovanile e l’attuazione del “Patto globale del-l’Organizzazione Internazionale del Lavoro”

Per questo Target l’indicatore di riferimento indi-viduato è la percentuale del PIL destinata alle po-litiche del lavoro. L’Italia non ha ancora raggiunto

i target fissati in sede europea al 2020, regi-strando per il 2015 (ultimo anno disponibile) un valore dell’1,7%, superiore di oltre mezzo punto percentuale a quello rilevato nel 2004. L’Italia è

molto distante dal valore della Francia (2,9%) e dalla media dei quattro Paesi considerati (2,2%).

Inoltre, va sottolineata la mancanza di un Piano per l’occupazione giovanile, la cui definizione era stata proposta nel Rapporto ASviS 2018.

Target 9.c - Aumentare significativamente l’ac-cesso alle tecnologie dell’informazione e della co-municazione e sforzarsi di fornire un accesso universale e a basso costo a Internet nei Paesi meno sviluppati entro il 2020

L’indicatore, di fonte Eurostat, relativo alla quota di famiglie con connessione a banda larga registra una forte crescita, dal 49% del 2010 all’84% nel 2019. Se la tendenza rilevata negli ultimi nove anni si dovesse confermare anche nel 2020, l’Italia

po-trebbe raggiungere un valore non distante da quello relativo alla media dei quattro Paesi presi in considerazione (91%), restando però ancora

lon-tano dal 94% registrato nel 2019 dal Regno Unito.

Target 13.a - Dare attuazione all’impegno assunto nella Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici per raggiungere l’obiettivo di mobilitare 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020 congiuntamente da tutte le fonti, per af-frontare le esigenze dei Paesi in via di sviluppo nel contesto delle azioni di mitigazione significative e della trasparenza circa l’attuazione e la piena ope-ratività del “Green Climate Fund” attraverso la sua capitalizzazione nel più breve tempo possibile

Per monitorare lo stato di avanzamento di questo Target si usa l’indicatore, di fonte Eurostat, dato

Target 9.c

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2018

Quota di famiglie con connessione a banda larga (%)

2017 Ta rg et Re gn o Un ito M ed ia P ae si eu ro pe i 2019 0 20 40 60 80 100 120 96 91

Target 8.6

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2019

Quota di persone tra i 15-29 anni che non studiano e non lavorano (%) 2017 Ta rg et G er m an ia M ed ia P ae si eu ro pe i 2018 0 5 10 15 20 25 30 7,6 11,7

Target 8.b

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

Quota del PIL destinata alle politiche del lavoro (%)

Ta rg et Fr an ci a M ed ia P ae si eu ro pe i 0 1 2 3 2,9 2,2

dalla spesa (in dollari) per il raggiungimento del-l’obiettivo di 100 miliardi di dollari per il Green

Climate Fund6. L’Italia ha versato 143 milioni di dollari nel 2014, 327 nel 2015, 243 nel 2016 e 633 nel 2017, per un totale di 1,3 miliardi. Nonostante l’incremento osservato in questi anni, l’Italia non

riuscirà a tenere fede agli impegni presi nella Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, anche considerando che

la Germania ha versato, solo nel 2017, 6,7 miliardi di dollari e che la media degli altri Paesi europei presi in considerazione si attesta intorno ai 3 mi-liardi di dollari.

Target 14.4 - Entro il 2020, regolare efficacemente la raccolta e porre fine alla pesca eccessiva, la pesca illegale, quella non dichiarata e non regola-mentata e alle pratiche di pesca distruttive, e mettere in atto i piani di gestione su base scienti-fica, al fine di ricostituire gli stock ittici nel più breve tempo possibile, almeno a livelli in grado di produrre il rendimento massimo sostenibile come determinato dalle loro caratteristiche biologiche

Secondo i dati presentati nell’annuario dell’ISPRA pubblicato nel febbraio 2020, si osserva uno stato di non sostenibilità della pesca per la grande mag-gioranza degli stock valutati. Relativamente al-l’Italia, tra il 2007 e il 2013 la percentuale di stock ittici in sovrasfruttamento sale dal 77,8% al 93,6%, per poi scendere all’83,7% nel 2015 e aumentare nuovamente al 90,7% nel 20177. Se si confronta il dato nazionale con il valore obiettivo relativo all’Atlantico nord-orientale (38%), risulta

evi-dente la situazione di grave ritardo dell’Italia, che si attesta oltre il 90%. A preoccupare non è

solo la differenza registrata per l’ultimo anno, ma anche le diverse tendenze evidenziate: infatti, il dato per l’Atlantico scende dal 78% del 2007 al

38% nel 2017 (circa 40 punti percentuali in 10 anni), mentre il dato italiano segna un aumento significativo, pari a 13 punti percentuali.

Target 15.1 - Entro il 2020, garantire la conserva-zione, il ripristino e l’uso sostenibile degli ecosi-stemi di acqua dolce terrestri e nell’entroterra e dei loro servizi, in particolare le foreste, le zone umide, le montagne e le zone aride, in linea con gli obblighi derivanti dagli accordi internazionali

L’Italia è ben lontana dal raggiungimento di que-sto Target, centrale rispetto alle finalità della

Convenzione sulla Diversità biologica e agli Aichi Target adottati cinque anni prima dell’Agenda 2030, che avrebbero dovuto supportarne l’attua-zione anche attraverso il cosiddetto

mainstrea-ming della biodiversità nelle politiche di governo

e nelle politiche economiche, al di là della per-centuale di aree protette. Prendendo a riferi-mento l’indicatore relativo a queste ultime8, il quale dovrebbe comunque essere letto insieme ai dati relativi al consumo di suolo, allo sprawl ur-bano e a quelli previsti per il monitoraggio delle Direttive UE “Habitat” e “Uccelli”, nel 2019

l’Ita-Target 13.a

2014 2015 2016

Milioni di dollari versati per il raggiungimento dell’obiettivo di 100 miliardi di dollari per il Green Climate Fund

2017 Target Germania Media Paesi europei 0 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000 6.000 7.000 8.000 6729,6 3163,465

Target 14.4

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016

Quota di stock ittici in sovrasfruttamento (%)

2017 Target Atlantico nord orientale 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 38,2

Target 15.1

2018

Quota di aree protette terrestri (Natura 2000) sulla superficie del territorio nazionale (%)

Media Paesi europei 0 5 10 15 20 25 30 Target Spagna 19% 27% 16%

lia ha destinato il 19% del proprio territorio ad aree terrestri protette, inferiore al 27% conse-guito dalla Spagna, ma ancora superiore alla media dei quattro Paesi presi in considerazione (16%).

Target 15.2 - Entro il 2020, promuovere l’attua-zione di una gestione sostenibile di tutti i tipi di foreste, fermare la deforestazione, promuovere il ripristino delle foreste degradate e aumentare notevolmente l’afforestazione e riforestazione a livello globale

Nel caso delle foreste, l’indicatore calcolato dalla FAO mostra un aumento delle aree forestali cal-colate sulla superficie del territorio nazionale dal 33,6% nel 2009 al 37,1% del 2018. Il dato è

posi-tivo e superiore alla media delle quattro nazioni europee prese in considerazione, anche se

infe-riore a quello della Spagna (41,1%). D’altra parte, il valore dell’Italia non è in grado di assicurare la sostenibilità della gestione e l’adeguatezza delle misure di prevenzione degli incendi boschivi. In-fatti, al 31 dicembre 2018, gli ettari certificati se-condo gli schemi del Programme for endorsement

of forest certification (PEFC) e del Forest stewar-dship council (FSC) erano pari, rispettivamente, a

819.021 e 65.427 ettari, con un aumento rispetti-vamente pari a quasi il 10% e al 3% rispetto al 20179.

Target 17.18 - Entro il 2020, rafforzare il meccani-smo di supporto delle capacità per i Paesi in via di sviluppo, anche per i Paesi meno sviluppati e i pic-coli Stati insulari in via di sviluppo, per aumentare in modo significativo la disponibilità di dati di alta qualità, tempestivi e affidabili disaggregati in base al reddito, sesso, età, razza, etnia, status

migra-torio, disabilità, posizione geografica e altre ca-ratteristiche rilevanti in contesti nazionali