ci ha spinto ad acquistarle Sono i compagni di cui circondiamo
6. CHE COSA SCATENA LE EMOZIONI? IL RUOLO DELLA PERCEZIONE
6.1 L’IMPORTANZA DELLA PERCEZIONE PER L’INTERAZIONE EMOZIONALE UTENTE/
PRODOTTO
Si può quindi dire che per attrarre:
“più sensi si attivano e più ci emozioniamo all’uso di un determinato oggetto”
(D. Norman).
Nell’interazione tra utente e prodotto tutto parte dai sen- si, tutto scaturisce dallo schema stimolorisposta: stimoli provenienti dall’ambiente circostante, quindi anche dagli oggetti, che variano in base alla quantità di energia che stimola la percezione.
Questo semplice rapporto afferma che gli oggetti materiali sono fonte di stimolazione per i recettori presenti negli or- gani di senso, che sono in grado di percepire informazioni riguardanti un prodotto attraverso la conformazione fisi- ca. Non tutti i sensi, però, vengono chiamati in causa allo stesso livello: alcuni, come la vista o il tatto, sono maggior- mente interessati e fondamentali per la comprensione, l’uso e l’interazione. Gli altri sensi nel design sono spesso d’importanza secondaria per quanto riguarda l’indagine e la percezione di un prodotto.
Altro aspetto interessante è che il soggetto non si limita a subire le stimolazioni ma le cerca attivamente: guidato dalle emozioni e dalle motivazioni, determina quello che “vuole” percepire.
Forma, materiale, grana, texture, colore, dimensione e tut- te le altre variabili percettive hanno una rilevanza notevole nell’attivazione dei neuroni ed incidono, dunque sulla ca- pacità di apprendimento che porta alla fase di avvicina- mento all’oggetto.
“Il fruitore di fronte ad un oggetto lo prova, lo sente con tutti i sensi e, anche se a prima vista l’oggetto può piacere, se non piace agli altri sensi sarà scartato a favore di un altro che ha le sue stesse prestazioni ma che oltre a essere giusto di forma è piacevole al tatto, è giusta la presa, il peso, il materiale ecc…” (In Domus 693-695).
Tutto parte dai sensi
Gli oggetti mate- riali sono fonte di stimolazione
Il soggetto alla ricerca di stimoli
Le variabili per- cettive
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Questo perché gli oggetti devono essere prima di tutto scelti, ad esempio attraverso un rapido tocco, sguardo, per stabilire immediatamente una relazione empatica. Questa prima relazione empatica si crea con ciò che cat- tura i sensi.
Essa è dovuta alla presenza dei neuroni a specchio che si attivano durante la vista o la presa di un oggetto. I neuro- ni a specchio non riguardano solo l’osservazione del mo- vimento ma anche l’osservazione negli altri di dolore ed emozioni. Le emozioni hanno una componente cognitiva, affettiva, viscerale: se si vede qualcuno piangere si attiva nella mente dell’osservatore lo stesso stato d’animo. Que- sta è una sensazione viscerale, cioè quella che si prova al primo approccio con l’artefatto, la cosiddetta empatia. Se si comprende, poi, l’invito dell’oggetto, l’affordance (è l’invito all’uso, ossia la qualità fisica di un oggetto che suggerisce a un essere umano le azioni appropriate per manipolarlo), si iniziano a provare e condividere emozioni, esperienze, bisogni e obiettivi.
È l’uomo, quindi, che grazie alla sua percezione ed inter- pretazione fornisce un significato ed una vita agli oggetti. Il significato dipenderà dalla qualità dell’esperienza sog- gettiva che l’oggetto produrrà nella persona: un artefatto, perciò, attira l’energia psichica della persona se esso gli consente una buona esperienza.
Ci si affeziona, infatti, al piacere provato in quell’istante di utilizzo. Più i sensi si attivano e più ci si lega all’utilizzo di un determinato oggetto.
Bastano i sensi per creare un’emozione?
L’emozione è anche qualcosa di più complesso della semplice interpretazione di informazioni provenienti dal- la periferica del corpo umano. La conseguenza diretta delle informazioni inviate dal corpo al cervello è infatti la sensazione, che è diversa dall’emozione che scaturisce: le emozioni sono date dai ricordi, dalle esperienze che si combinano con tali sensazioni provate. La sensazione dia- loga con il corpo: “il design viscerale” parla di oggetti che colpiscono profondamente e in maniera quasi fisica senza che la mente se ne accorga. Ci sono oggetti, infatti, che comunicano attraverso il linguaggio simbolico dato dalla forma.
A livello inconscio, si riconosce in questi artefatti, qualcosa di già visto o sentito e ciò consente di fare associazioni e
La prima rela- zione empatica utente oggetto avviene attraver- so i 5 sensi I neuroni a spec- chio L’affordance L’uomo da il significato alle cose in base all’esperienza dell’interazione con esse
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rimandi. Ognuna di queste associazioni diventa un’espe- rienza, una storia che lega affettivamente gli oggetti alla persona ed è così che si raggiungono le emozioni.
Lo stesso rapporto avviene tra il bambino e il suo peluche: gli ricorda, infatti, il rapporto con la madre, ad esempio per l’azione di stringere.
Emozione, significato e sensazione definiscono la giusta definizione di percezione, intesa a 360°, delle caratteristi- che dell’oggetto. Tramite essa, infatti, si riesce a cogliere l’invito dell’oggetto e a stabilire con esso un primo contat- to empatico attraverso l’attrazione.
Successivamente, una volta che l’oggetto ha suscitato at- trazione e attenzione nella persona, essa lo sceglierà: da questo momento in poi è importante che l’oggetto sappia regalare all’utente esperienze piacevoli che lo rimandino a pensieri positivi e che crei in lui un sentimento di benes- sere. È quindi importante anche la qualità dell’interazione (la sua progettazione).
Se l’oggetto sarà in grado di fare ciò, esso sarà scelto più volte dalla persona e si assisterà, col tempo, alla stratifi- cazione dei significati: ogni volta che lo userà sarà sem- pre una esperienza, una storia che si aggiungerà a quelle precedenti. Così si creerà tra di loro un rapporto speciale e di fiducia che porterà ad una durabilità affettiva del ma- nufatto.
Il problema è solo rallentare il ciclo di utilizzo del prodotto per permettergli di “entrare nella vita” della persona e ri- manerci. L’importanza della percezio- ne per la scelta dell’oggetto Prolungare l’e- mozione scaturi- ta dalla percezio- ne anche durante l’interazione
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