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L’indice di redditività del patrimonio netto: il ROE

REDDITO NETTO (RN)

5.3 L’analisi della redditività

5.3.1 L’indice di redditività del patrimonio netto: il ROE

Uno dei principali indici reddituali è quello che fornisce informazioni sulla redditività complessiva dell’azienda, che è dato dal rapporto tra il reddito netto e il patrimonio netto desunti dal bilancio riclassificato. Tale ratio esprime la redditività del patrimonio netto e viene identificato con l’acronimo ROE, dall’inglese return on equity:

dove RN = reddito netto, PN = patrimonio netto.

Poiché il ROE esprime il rendimento del capitale di rischio apportato dai soci all’interno del patrimonio netto, esso identifica la convenienza di tale investimento. In altre parole, esprime la capacità della gestione aziendale di attrarre capitale di rischio. Come è già stato in precedenza affermato, anziché contrapporre al reddito netto, che è un valore flusso, il valore del patrimonio netto alla fine del periodo, che è un valore fondo, sarebbe più corretto calcolare un valore medio, dato dalla media tra il patrimonio netto iniziale e finale. Nonostante sia più semplice effettuare il calcolo con il dato di fine periodo, l’inserimento del valore medio conduce a risultati più significativi; tuttavia, anche il calcolo effettuato seguendo la prima opzione è ritenuto accettabile. Generalmente il valore del ROE determinato con la formula sopra riportata viene moltiplicato per 100 in modo tale da ottenere un valore percentuale. Osservando l’andamento della redditività del patrimonio netto si assiste a un miglioramento della situazione economica se l’indice registra un aumento, mentre la situazione risulta peggiorata nel momento in cui l’indice si sia ridotto. Quanto affermato è valido solamente sotto l’ipotesi che sia il numeratore che il denominatore siano dei valori positivi. Tale considerazione si rende necessaria perché si assiste ad un incremento del ROE anche nel caso in cui numeratore e denominatore siano negativi e il valore assoluto del primo aumenti o quello del secondo diminuisca. In tal caso, però, non è possibile esprimere un giudizio positivo sull’andamento della redditività globale, in quanto l’azienda è caratterizzata da una

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perdita d’esercizio e da un deficit di capitale. È necessario ricordare che tale precisazione resta valida anche per gli indici che verranno analizzati nel proseguo della trattazione. Osservare l’andamento del ROE significa confrontare il valore dell’indice dell’esercizio appena concluso con gli indici degli anni precedenti (confronto nel tempo). Tuttavia, è possibile effettuare anche un confronto nello spazio al fine di giudicare se la redditività del patrimonio raggiunta da una data azienda sia soddisfacente o meno. Sull’argomento Mella sostiene che:

«la decisione di investire capitali, o di mantenerli investiti in una data impresa, non dipende solo dal rendimento che essi possono ricevere, ma anche dal rendimento degli investimenti alternativi attuabili con quei capitali. Si definisce costo opportunità del capitale destinabile ad un dato investimento il rendimento offerto dal migliore investimento alternativo»12.

Poiché investire del capitale in un’azienda costituisce un’operazione rischiosa, il ROE dovrebbe essere superiore al rendimento offerto dagli investimenti privi di rischio. Chi conferisce capitale all’azienda, non sopporta solo il rischio di non ricevere nessuna remunerazione per il proprio investimento, ma rischia anche, qualora l’azienda sia in perdita, di non veder rimborsato il capitale inizialmente versato. Pertanto, al fine di valutare la bontà del ROE, è necessario confrontarlo dapprima con i rendimenti di investimenti non rischiosi, quali i titoli di Stato, e in secondo luogo valutare se il premio per il rischio offerto è adeguato a remunerare il rischio sopportato. Ne deriva che il ROE dovrebbe essere pari a:

dove = rendimento di investimenti non rischiosi, = premio per il rischio. La redditività del patrimonio netto, dunque, non dovrebbe mai essere inferiore al rendimento dei titoli di Stato perché, se così non fosse, non ci sarebbe nessuna convenienza ad investire in un’azienda, e quindi a sopportare un rischio, per ottenere lo stesso rendimento di un investimento non rischioso. Come tutti gli indici di redditività anche il ROE può essere calcolato preventivamente al fine di confrontare, a consuntivo, tale valore con il valore effettivamente raggiunto. Il ROE è un indice sintetico che,

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MELLA PIERO (1996), Indici di bilancio: guida alla procedura per l'analisi e il controllo della gestione aziendale, Il Sole 24 Ore Libri, Milano, pag. 309.

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proprio per tale motivo, riesce a fornire con un solo valore informazioni sull’economicità della gestione complessiva. Tuttavia, tale misura della redditività, in quanto sintetica, non consente di comprendere a quale area gestionale attribuire il miglioramento o il peggioramento del ROE. Tale indice, infatti, è influenzato dal risultato della gestione caratteristica, patrimoniale, finanziaria, non caratteristica per definizione e tributaria. È indispensabile capire in che modo ciascuna di queste attività influisce sull’andamento del ROE; in particolare, è necessario stabilire l’impatto della gestione caratteristica sull’indice di redditività del patrimonio netto, in quanto essa costituisce l’attività tipica dell’impresa. Dalla sola analisi del ROE, infatti, si esprime un giudizio positivo sulla situazione economica qualora esso registri un aumento, tuttavia se tale miglioramento è causato solamente dal buon andamento della gestione non caratteristica, la situazione economica non potrà essere ritenuta soddisfacente. Per tale motivo si scompone il ROE in tre differenti fattori, i quali esprimono:

 l’impatto della gestione operativa: la quale viene misurata attraverso l’indice di redditività del capitale investito (ROA = return on assets), che è dato dal rapporto tra il reddito operativo e il capitale investito;

 l’impatto dell’indebitamento: il quale viene posto in evidenza dal tasso d’indebitamento, dato dal rapporto tra il capitale investito e il patrimonio netto;

 l’impatto della gestione non operativa: misurata dall’indice della misura proporzionale dell’andamento della gestione non operativa rispetto a quella operativa, altrimenti detto tasso d’incidenza della gestione non operativa, il quale è dato dal rapporto tra il reddito netto e il reddito operativo.

Dopo aver individuato i vari fattori che influenzano il ROE è possibile riscrivere tale indice come il prodotto tra l’indice di redditività del capitale investito, il tasso d’indebitamento e il tasso d’incidenza della gestione non operativa:

dove RO = reddito operativo, CI = capitale investito, PN = patrimonio netto, RN = reddito netto. Nei paragrafi seguenti tali indici verranno analizzati dettagliatamente.

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