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L’inserimento dei CAM nei bandi di gara: la disciplina

Green Public Procurement

2. Il ruolo del Green Public Procurement a supporto

2.2. Il Green Public Procurement in Italia

2.2.3. L’inserimento dei CAM nei bandi di gara: la disciplina

sugli Appalti Pubblici

Il Nuovo Codice degli Appalti, d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50 impone all’art. 30,

comma 1, che l'affidamento e l'esecuzione di appalti di opere, lavori, servizi, forni- ture e concessioni, garantiscano la qualità delle prestazioni svolgendosi nel rispetto

dei principi di economicità, efficacia, tempe- stività e correttezza. Lo stesso comma pre-

cisa tuttavia che: “Il principio di economicità può essere subordinato, nei limiti in cui è espressamente consentito dalle norme vigenti e dal presente codice, ai criteri, previsti nel bando, ispirati a esi- genze sociali, nonché alla tutela della sa- lute, dell'ambiente, del patrimonio culturale e alla promozione dello sviluppo sostenibile, anche dal punto di vista ener- getico”. Viene quindi ad essere eviden- ziato, già fin dalla definizione dei Principi posti a fondamento dell’intero Codice, il ruolo svolto dall’interesse alla tutela am- bientale e all’attenzione che rispetto al tema deve essere posta in sede di affida- mento ed esecuzione di appalti relativi ad opere, servizi, forniture e concessioni. A tale riguardo, un ruolo fondamentale è svolto dall’art. 34 dello stesso Codice, così

come modificato dall’art. 23 del d.lgs. 56/2017.

La norma in esame prevede che le stazioni appaltanti contribuiscano al conseguimento degli obiettivi ambientali previsti dal Piano d'Azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica ammini- strazione “attraverso l'inserimento, nella do- cumentazione progettuale e di gara, almeno delle specifiche tecniche e delle clausole contrattuali contenute nei criteri ambientali minimi adottati con decreto del Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare”.

La norma specifica poi che “I criteri am-

bientali minimi (...), in particolare i criteri premianti, sono tenuti in considerazione anche ai fini della stesura dei documenti di gara per l'applicazione del criterio dell'of- ferta economicamente più vantaggiosa”.

Il comma 3, dello stesso art. 34, puntua- lizza che l’obbligo previsto si applica per

gli affidamenti di qualunque importo, re- lativamente alle categorie di forniture e di affidamenti di servizi e lavori oggetto dei criteri ambientali minimi adottati nel- l'ambito del citato Piano d'azione.

L’art. 71 del d.lgs. 50/2016 relativo ai

Bandi di Gara, ribadisce tali previsioni, sta-

bilendo che gli stessi contengono i criteri

ambientali minimi di cui all’art. 34.

Il Capo II, Parte II (artt. 59-65) disciplina le

Procedure di scelta del contraente per i settori ordinari. In particolare, per l’aggiudica-

zione di appalti pubblici, le stazioni ap- paltanti possono utilizzare le seguenti procedure:

! Procedura aperta (art. 60): qualsiasi

operatore economico interessato può presentare un'offerta in risposta a un avviso di indizione di gara.

! Procedura ristretta (art. 61): nelle pro-

cedure ristrette gli operatori economici che possono presentare domanda di partecipazione in risposta a un avviso di indizione di gara devono fornire le informazioni richieste dall'ammini- strazione aggiudicatrice ai fini della se- lezione qualitativa.

! Procedura competitiva con negozia- zione (art. 62): gli operatori economici

che possono presentare domanda di partecipazione in risposta a un avviso di indizione di gara devono fornire le informazioni richieste dall'ammini- strazione aggiudicatrice ai fini della se- lezione qualitativa.

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In seguito alla valutazione delle infor- mazioni fornite, gli operatori econo- mici invitati dall'amministrazione aggiudicatrice, possono presentare un'offerta iniziale che costituisce la base per la successiva negoziazione.

! Procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara

(art. 63): la disciplina di tale proce- dura prevede che in determinati casi (tassativamente indicati nei commi di cui all’art. 63 le amministrazioni ag- giudicatrici possono aggiudicare ap- palti pubblici mediante una procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara, dando conto con adeguata motivazione, nel primo atto della procedura, della sussistenza dei relativi presupposti.

! Dialogo competitivo (art. 64): tramite

questo meccanismo di “gara le stazioni appaltanti indicano nel bando di gara o nell'avviso di indizione di gara le loro esigenze e i requisiti richiesti e li definiscono nel bando stesso, nell'av- viso di indizione o in un documento descrittivo. Qualsiasi operatore econo- mico può chiedere di partecipare in ri- sposta a un bando di gara, o ad un avviso di indizione di gara, fornendo le informazioni richieste dalla stazione appaltante, per la selezione qualitativa. Successivamente, le stazioni appaltanti avviano con i partecipanti selezionati un dialogo finalizzato all'individua- zione e alla definizione dei mezzi più idonei a soddisfare le proprie necessità. Nella fase del dialogo possono discu- tere con i partecipanti selezionati tutti gli aspetti dell'appalto”.

! Partenariato per l’innovazione (art.

65): “Le amministrazioni aggiudicatrici e gli enti aggiudicatori possono ricor- rere ai partenariati per l'innovazione nelle ipotesi in cui l'esigenza di svilup-

pare prodotti, servizi o lavori innova- tivi e di acquistare successivamente le forniture, i servizi o i lavori che ne ri- sultano non può, in base a una moti- vata determinazione, essere soddisfatta ricorrendo a soluzioni già disponibili sul mercato, a condizione che le forni- ture, servizi o lavori che ne risultano, corrispondano ai livelli di prestazioni e ai costi massimi concordati tra le sta- zioni appaltanti e i partecipanti.”

Con riguardo a ciascuna procedura di gara suddetta è possibile per l’amministrazione aggiudicatrice utilizzare i criteri ambien- tali minimi. In particolare, gli ambiti ti- pici entro i quali tale utilizzo trova spazio sono i seguenti (MATTM, 2018):

! Selezione/ammissione dei candidati:

in tal senso l’amministrazione può “ri- chiamare requisiti di qualificazione soggettiva atti a provare la capacità tec- nica del candidato ad eseguire l’ap- palto in modo da recare i minori danni possibili all’ambiente.”

! Specifiche tecniche: così come defi-

nite dall’art. 68 del D.lgs. 50/2016, “le specifiche tecniche definiscono le ca- ratteristiche previste per lavori, servizi o forniture; le stesse possono inoltre ri- ferirsi allo specifico processo o metodo di produzione o prestazione dei lavori, delle forniture o dei servizi richiesti, o a uno specifico processo per un'altra fase del loro ciclo di vita anche se que- sti fattori non sono parte del loro con- tenuto sostanziale, purché siano collegati all'oggetto dell'appalto e pro- porzionati al suo valore e ai suoi obiet- tivi.”

! Criteri premianti: ovvero “requisiti

volti a selezionare prodotti/servizi con prestazioni ambientali migliori di quelle garantite dalle specifiche tecni- che, ai quali attribuire un punteggio

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tecnico ai fini dell’aggiudicazione se- condo l’offerta al miglior rapporto qua- lità-prezzo”.

! Clausole contrattuali: tali clausole for-

niscono “indicazioni per dare esecu- zione all’affidamento o alla fornitura nel modo migliore dal punto di vista ambientale.”

Ai sensi dell’art. 95, d.lgs. 50/2016 le sta- zioni appaltanti, nel rispetto dei principi di trasparenza, di non discriminazione e di parità di trattamento, procedono all'aggiu- dicazione degli appalti e all'affidamento dei concorsi di progettazione e dei concorsi di idee, sulla base del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa indivi- duata sulla base del miglior rapporto qua- lità/prezzo o sulla base dell'elemento prezzo o del costo, seguendo un criterio di comparazione costo/efficacia quale il costo del ciclo di vita.

In particolare, a tale riguardo, il successivo art. 96 definisce i costi del ciclo di vita

(LCC, Life Cycle Costing), come tutti i se- guenti costi, o parti di essi, legati al ciclo di vita di un prodotto, di un servizio o di un lavoro:

a. costi sostenuti dall'amministrazione ag- giudicatrice o da altri utenti, quali:

1. costi relativi all'acquisizione; 2. costi connessi all'utilizzo, quali

consumo di energia e altre risorse; 3. costi di manutenzione;

4. costi relativi al fine vita, come i costi di raccolta, di smaltimento e di riciclaggio.

b. costi imputati a esternalità ambientali legate ai prodotti, servizi o lavori nel corso del ciclo di vita, purché il loro valore mo- netario possa essere determinato e verifi- cato. Tali costi possono includere i costi delle emissioni di gas a effetto serra e di

altre sostanze inquinanti, nonché altri costi legati all’attenuazione dei cambia- menti climatici.

Rispetto alla disciplina in esame assumono un ruolo fondamentale anche le etichet- tature.

Le stesse, così come definite dall’art. 69, d.lgs. 50/2016, possono infatti essere im- poste nelle specifiche tecniche, nei criteri di aggiudicazione o nelle condizioni rela- tive all’esecuzione dell’appalto come

mezzo di prova che i lavori, le forniture o

i servizi corrispondono alle caratteristiche richieste, purché siano soddisfatte tutte le seguenti condizioni:

a. i requisiti per l'etichettatura sono idonei a definire le caratteristiche dei lavori, delle forniture e dei servizi oggetto dell'appalto e riguardano soltanto i criteri ad esso con- nessi;

b. i requisiti per l'etichettatura sono basati su criteri oggettivi, verificabili e non di- scriminatori;

c. le etichettature sono stabilite nell'ambito di un apposito procedimento aperto e tra- sparente al quale possano partecipare tutte le parti interessate, compresi gli enti pub- blici, i consumatori, le parti sociali, i pro- duttori, i distributori e le organizzazioni non governative;

d. le etichettature sono accessibili a tutte le parti interessate;

e. i requisiti per l'etichettatura sono stabi- liti da terzi sui quali l'operatore economico che richiede l'etichettatura non può eser- citare un'influenza determinante.

Merita infine in questa sede citare l’art. 82 del Nuovo Codice Appalti, recante specifica disciplina in materia di Rapporti di prova,

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La norma prevede che le amministrazioni aggiudicatrici possano esigere che gli opera- tori economici presentino, come mezzi di prova di conformità ai requisiti o ai criteri stabiliti nelle specifiche tecniche, ai criteri di aggiudicazione o alle condizioni relative all'esecuzione dell'appalto, una relazione di prova o un certificato rilasciati da un or- ganismo di valutazione della conformità.

In tal senso le amministrazioni aggiudica- trici che richiedono la presentazione di cer- tificati rilasciati da uno specifico organismo di valutazione della conformità accettano sono tenute ad accettare anche i certificati rilasciati da organismi di valutazione della conformità equivalenti. L’art. 82 precisa in- fine che per «organismo di valutazione della conformità» debba intendersi un or-

ganismo che effettua attività di valutazione della conformità, comprese taratura, prove, ispezione e certificazione, accreditato a norma del Regolamento (CE) n. 765/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio.

2.2.4. Livello di attuazione del GPP in