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NEMO 21 st Annual Conference Documentation, 2013: 30 «Mentre le attività base dei musei non cambieranno sostanzialmente, cambierà invece profondamente con chi, per

5. SPAGNA Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía

2.1.6 La Actor-Network Theory e la sua applicazione all’ambito museale

Sebbene tutti gli approcci metodologici e i modelli di partecipazione esposti in precedenza siano estremamente validi, si è ritenuto di dover presentare un ulteriore modello, differente rispetto ad essi. I modelli sopra esposti, infatti, non tengono conto di come le negoziazioni, le relazioni con attori esterni e le interazioni fra attori interni si incanalano nel processo di realizzazione di un progetto partecipativo.107

Al contrario dei modelli basati sul grado e sul tipo di partecipazione, quindi, questo modello si sofferma sul modo in cui la partecipazione viene messa in atto in ambito museale: a tal proposito la Actor-Network theory, se applicata a questo contesto, offre un approccio diverso, meno focalizzato sul cosa e più sul come, seguendo il principio secondo cui “no one acts alone”.

Sviluppato in ambito sociologico per descrivere lo sviluppo di innovazioni tecnologiche e scoperte scientifiche, il modello teorico costruttivista fornito dalla ANT considera ogni idea scientifica, tecnologica o, più in generale, ogni fatto sociale come il prodotto di una rete intricata di interazioni e relazioni fra attori sociali umani, non-umani, esperienze e conoscenze. Le interazioni e relazioni fra attori costituiscono una rete che genera continuamente effetti.108 Tuttavia, la ANT può essere applicata ad ambiti di ricerca differenti, come quello museale, dal momento che fornisce un kit di strumenti utile per descrivere relazioni ed effetti prodotti (che, nel caso dell’ambito museale, possono consistere in progetti realizzati e cambiamenti organizzativi raggiunti).

Sebbene sarà il caso pratico a far emergere come “funziona” il modello proposto da Latour, Callon e Law,109 diversi studi recenti hanno già applicato la ANT alla partecipazione in ambito museale,110 facendo emergere alcuni punti chiave, fondamentali per poter applicare la ANT ad altri campi di indagine, così riassumibili:

107 L. Vestergaard Knudsen, Participation at work in the museum, in Museum Management and Curatorship, 2016, Vol. 31, No. 2, pp. 193- 211.

108 P. G. Patrick, Visitors and alignment: actor-network theory and the ontology of informal science institutions, in Museum Management and Curatorship, 2017, Vol. 32, No. 2, pp. 176- 195.

109 J. Law, Notes on the theory of the actor-network: Ordering, strategy, and heterogeneity, in Systemic practice

and action research, Vol. 5, Issue 4, August 1992, pp 379–393.

110 Si vedano PATRICK 2017 e, soprattutto, VESTERGAARD KNUDSEN 2016, in cui l’autrice, Professoressa associata alla Aalborg University affronta un caso studio ambientato al Danish Museum of Rock Music attraverso il vocabolario concettuale fornito dalla ANT. Si veda anche: S. Macdonald, Behind the scenes at the Science Museum

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• Le strategie sono costituite da una rete di attori, mossi da interessi sociali e materiali specifici e inseriti in un contesto, definiti nel modello originario come “questioni di interesse”,111 opposte alle “questioni di fatto”.

Fig. 9: la figura, tratta da https://bit.ly/2mFVuZs, dimostra graficamente come una strategia costituita sulla base di “questioni di interesse”, inserisca gli attori in un processo relazionale, incerto e in costante evoluzione, al contrario di un processo costituito su “questioni di fatto”, che invece si pone come non relazionale, completo e stabile.

Se applicato quindi alla partecipazione in ambito museale, questo assunto porta a due considerazioni: da un lato, l’elaborazione di progetti partecipativi stimola non solo la partecipazione fra visitatori stessi e fra pubblico e staff, ma anche fra membri dello staff stesso e fra questi ultimi e attori esterni; dall’altro, il ruolo degli attori esterni nel processo di elaborazione di simili progetti, spesso, si rivela decisivo o, comunque, dirompente, nel ridisegnare i rapporti fra attori interni;

• Più che focalizzarsi sulle motivazioni e sulle intenzioni sottese ad una strategia, bisogna invece concentrarsi sul processo costitutivo e sull’input iniziale di tale strategia o programma, analizzando poi il modo in cui essa evolve e viene tradotta in un progetto partecipativo;

111 Bruno Latour, Why Has Critique Run out of Steam? From Matters of Fact to Matters of Concern, in Critical

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• Se è vero che la strategia si realizza in rete, è necessario capire come il network si è formato, di chi e/o cosa si compone e quali sono i punti di vista e gli apporti dei singoli attori, tenendo a mente che, nella maggior parte dei casi, le interazioni e le connessioni fra gli attori intorno a “questioni di interesse” comuni, portano il network a diventare, da eterogeneo, omogeneo.

Nel caso specifico delle istituzioni museali italiane, di cui si esaminerà un caso, tuttavia, questo assunto assume vesti particolari, dal momento che, spesso, la natura delle interazioni e connessioni fra attori interni ed esterni è di natura ambigua e/o conflittuale: questo, però, nel caso specifico considerato, non deve essere visto come un limite o un freno, bensì come una modalità non sistematica di cui attori estremamente diversi fra loro per competenze, background e gerarchie, si servono per riuscire a realizzare progetti innovativi all’interno di un contesto tradizionale e conservatore.

Nel contesto analizzato, quindi, la fase che Patrick definisce come “enrolment”,112 ovvero il momento in cui gli attori del network accettano l’identità dell’attore focale (in questo caso, l’istituzione) e ne condividono la mission e gli interessi, segue un andamento non lineare, incerto ed ambiguo, portando però al raggiungimento degli obiettivi.

112 PATRICK 2017, p. 179.

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2.2 Organizzazioni e cambiamento

Per comprendere a pieno il futuro caso studio, è necessario trattare anche la questione del cambiamento organizzativo. Essa infatti va spesso di pari passo con la questione dell’implementazione di una strategia di audience development.

In questo paragrafo, quindi, si esporranno alcuni framework teorici che aiuteranno ad inquadrare meglio il caso studio. Il paragrafo non ha la pretesa di esporre tutti i contributi sul tema, dal momento che l’argomento è estremamente vasto e meriterebbe una trattazione a sé: verranno invece toccati solo le principali teorie, tra cui saranno approfondite quelle che si ritiene in linea con l’argomento trattato, ovvero il cambiamento organizzativo in ambito museale.