E’ già stato precisato come, generalmente, l’introduzione e l’avvio di un nuovo sistema di raccolta sia caratterizzato da una prima fase di criticità connessa alla reazione degli utenti chiamati a rivedere abitudini consolidate (come la raccolta stradale a cassonetti) e ad adeguarsi alle innovazioni apportate dal servizio. Perciò, in questo momento più che in altri, si avverte l’esigenza di elaborare un piano di comunicazione efficace che sia in grado di informare adeguatamente i cittadini circa le nuove modalità di conferimento e raccolta dei rifiuti urbani.
Facendo riferimento all’esperienza di Monteveglio, primo comune in cui è stato attivato il sistema di raccolta domiciliare (2005) e considerato, per questa ragione, l’“apripista” del nuovo modello porta a porta, nei primi mesi di avvio del servizio, si è effettivamente registrato un periodo in cui i cittadini hanno mostrato perplessità e una certa difficoltà iniziale ad assimilare il nuovo sistema, contattando in maniera assidua i recapiti telefonici di Hera S.p.A, al fine di ottenere informazioni utili ad esprimere i propri dubbi. Ad esempio, è stata segnalata dagli utenti la problematica relativa alla raccolta dei cartoni, in merito alla quale la reazione dei cittadini ha posto in evidenza un piano di informazione, con ogni probabilità, impreciso e non chiaro. La raccolta di tale materiale viene effettuata il giovedì per le sole utenze non domestiche, mentre per le utenze domestiche il giorno stabilito è il mercoledì, il medesimo della carta. Altre criticità suscitate sono state:
- il transito dei mezzi addetti alla raccolta nelle strade private, in principio escluse dal servizio e in seguito annesse (sulla base di una liberatoria rilasciata dai proprietari); - l’inadeguatezza, per qualità del materiale e per dimensioni, dei sacchi forniti agli
utenti per la raccolta della frazione organica, sostituiti poi da Hera S.p.A con altri di dimensione e spessore maggiori;
- la richiesta, in numero superiore a quello previsto, di bidoni carrellati per le utenze domestiche che hanno mostrato difficoltà a conservare il rifiuto organico all’interno del domicilio per più giorni.
Il gestore si è impegnato ad accontentare tutte le richieste pervenute, adoperandosi al fine di aumentare di 8 ore settimanali l’orario di apertura della stazione ecologica, la quale ha conferito grande impulso all’aumento del livello di raccolta differenziata.
Nell’ambito del progetto sperimentale PAP (il quale coinvolge i comuni di Monte San Pietro, Sasso Marconi e Crespellano), ruolo particolarmente rilevante è stato giocato dalla campagna di comunicazione, informazione e sensibilizzazione avviata in forma integrata e capillare sul territorio da parte delle Amministrazioni comunali interessate, in concordanza con il gestore, circa due mesi prima l’avvio del progetto.
Il piano di comunicazione elaborato è descritto in maniera dettagliata nel par. 5.3.1 e, di seguito, se ne riportano le tappe salienti:
- la trasmissione di 17.000 lettere da parte dei sindaci dei tre comuni rivolte ai cittadini e alle aziende interessate dalla modifica del servizio;
- l’implementazione di un’attività di tutoraggio finalizzata alla delucidazione delle nuove modalità di servizio e alla presa di coscienza di eventuali esigenze non contemplate precedentemente. Per mezzo di tale attività sono state contattate quasi 15.000 famiglie e circa 1.700 utenze non domestiche. Si noti che i tutors, preposti all’informazione e all’assistenza degli utenti, sono stati nominati mediante l’emanazione di bandi pubblici;
- l’organizzazione di assemblee e incontri pubblici (anche con le Associazioni di categoria maggiormente rappresentative) rivolti, in particolare, al tessuto commerciale presente nell’area urbana e alle utenze domestiche residenti in essa, suddivise in macrogruppi composti da non più di 200 persone circa;
- la fornitura di opuscoli informativi e del calendario annuale in formato cartaceo, - l’attività di educazione presso 13 scuole presenti sul territorio;
- la distribuzione del kit necessario alla realizzazione della raccolta differenziata spinta (pattumelle, sacchi per la frazione organica, la plastica e la carta, eventuali bidoni), successivamente all’attività di tutoraggio;
- la diffusione di comunicati stampa.
Si vuole precisare che i volantini informativi sono stati realizzati con grande precisione e contengono un ampio numero di notizie che spiegano concretamente le modalità con cui viene svolto il servizio e i compiti dei cittadini, fornendo anche indicazioni esaurienti relativamente alle tipologie di materiali che rientrano nella raccolta della carta, della plastica, dell’organico o del vetro al fine di svolgere una raccolta differenziata corretta e favorire l’incremento della pratica del riciclaggio. Vengono, inoltre, forniti gli indirizzi delle ubicazioni delle campane per la raccolta del vetro e delle lattine, dei contenitori per le pile esauste e i farmaci scaduti. La Fig 5.3 riporta un esempio di indicazione presente su un modello di opuscolo informativo.
Fig 5.3 Dettaglio del volantino informativo divulgato nel comune di Monte San Pietro
Come specificato in precedenza, nei tre comuni interessati dall’introduzione del servizio domiciliare, non si sono riscontrate rilevanti problematicità. Infatti, si è potuto constatare il verificarsi di fenomeni di migrazione dei rifiuti esclusivamente nei primi mesi di avvio del
servizio e, comunque, limitati a determinate zone di collegamento tra Sasso Marconi e il Comune di Casalecchio di Reno e tra Monte San Pietro e Zola Predosa. Tale problema è stato prontamente risolto incrementando la frequenza di svuotamento e attivando servizi straordinari di raccolta in tali zone. Sempre nella prima fase di attività del progetto, si segnalano anche alcuni casi di mancato rispetto del conferimento dei rifiuti nel giorno stabilito da calendario. Tuttavia, un’informazione maggiormente precisa e dettagliata ha risolto questo evento.
In linea generale gli utenti si sono dimostrati attenti e volenterosi nel cooperare al fine di rendere la sperimentazione un efficiente sistema.
Addirittura, nel caso del comune di Monte San Pietro, si è potuto verificare complessivamente un’esperienza di partecipazione da parte degli utenti senza precedenti, caratterizzata da un confronto intenso e propositivo e dall’espressa disponibilità dell’Amministrazione Comunale ad introdurre modifiche nello standard di servizio qualora la pratica le rendesse necessarie e cercare insieme ai cittadini la soluzione più adeguata. Inoltre, già dopo pochi mesi dall’avvio del progetto, si sono rilevati cambiamenti importanti relativamente al linguaggio utilizzato dai cittadini. Tale episodio è indicativo dell’evoluzione del concetto di rifiuti urbani nell’opinione comune, non più considerati un ammasso indistinto e ingombrante, bensì un insieme costituito da materiali differenti e separabili. Ad esempio, l’applicazione del nuovo modello ha suscitato diffuse obiezioni non sollevate al momento della presentazione del progetto, in merito alla frequenza di raccolta iniziale della plastica (1/14) che, una volta separata dal resto dei rifiuti, si manifesta piuttosto abbondante. Le conseguenze di tale reazione sono state, da un lato, l’incremento della raccolta della plastica che ora avviene separatamente e, dall’altro, l’aumentata tendenza dei cittadini ad acquistare prodotti a bassa produzione di rifiuti da imballaggi.
Si può sostenere che, in generale, gli utenti hanno acquisito una consapevolezza più attenta in merito alla quantità e qualità dei rifiuti generati, la quale li ha condizionati positivamente anche nella scelta dei prodotti acquistati. Infine, durante le assemblee di verifica, i cittadini hanno esternato manifestazioni spontanee di soddisfazione riguardanti il nuovo sistema di raccolta domiciliare.
L’impatto del progetto sui cittadini è stato valutato in funzione delle segnalazioni e reclami pervenuti presso il gruppo Hera S.p.A, il quale ha diffuso il proprio numero verde a cui rivolgersi in caso di necessità, e presso il Servizio Ambiente e l’URP dei comuni interessati. E’ stato rilevato che le segnalazioni maggiormente frequenti hanno vertito sul tema della raccolta differenziata PAP, la richiesta di sacchi e contenitori aggiuntivi.
Fig 5.4 Esempi di messaggi pubblicitari divulgati per l’avvio del progetto PAP (fonte:
ALLEGATO I
BEST PRACTICES EUROPEE
I.1 Introduzione
Al fine di conservare le risorse essenziali per una crescita economica che si protragga nel tempo, la politica dell’Unione Europea mira a ridurre l’impatto ambientale complessivo derivante dall’utilizzo di risorse, dall’attività industriale, dalla produzione di rifiuti e dal loro smaltimento, non sempre effettuato in condizioni di sicurezza.
In particolare, l’Unione Europea, per mezzo della Direttiva IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control, Direttiva 96/61/CE), ha elaborato una serie di documenti inerenti le migliori tecniche disponibili (i cosiddetti Bref), in inglese “Best Available Techniques” (BAT), che sarebbe buona regola adottare durante ciascuna fase di gestione dei rifuti solidi urbani: dalla produzione al loro smaltimento.
Il comma 12 dell’art. 2 del decreto di recepimento della suddetta direttiva europea da parte dell’Italia definisce le BAT come “la più efficiente e avanzata fase di sviluppo di attività e
relativi metodi di esercizio indicanti l’idoneità pratica di determinate tecniche a costituire, in linea di massima, la base dei valori limite di emissione intesi ad evitare oppure, ove ciò si riveli impossibile, a ridurre in modo generale le emissioni e l’impatto sull’ambiente nel suo complesso. […] In particolare si intende per ‘tecniche’, sia le tecniche impiegate sia le modalità di progettazione, costruzione, manutenzione, esercizio e chiusura dell’impianto; ‘disponibili’, le tecniche sviluppate su una scala che ne consenta l’applicazione in condizioni economicamente e tecnicamente valide nell’ambito del pertinente comparto industriale, prendendo in considerazione i costi e i vantaggi, indipendentemente dal fatto che siano o meno applicate o prodotte in ambito nazionale, purchè il gestore possa avervi accesso a condizioni ragionevoli; ‘migliori’, le tecniche più efficaci per ottenere un elevato livello di protezione dell’ambiente nel suo complesso […]”.
All’interno del concetto di BAT si inserisce, fra gli altri, il principio del miglioramento ambientale. In altre parole, gli impianti sono tenuti ad adottare misure e soluzioni tecnologicamente avanzate che consentano di ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente, inevitabilmente causato dalla loro attività, e gli effetti dannosi per la salute umana, con particolare riferimento alle emissioni di inquinanti, ai residui da smaltire, alle emissioni di odori e all’impatto acustico e visivo.
L’applicazione delle BAT apporta alle varie tecnologie di impianto i seguenti benefici:
• incremento della produttività degli impianti;
• minori costi di esercizio;
• miglioramento della qualità dei prodotti, grazie alla funzionalità delle tecnologie;
• maggiore sicurezza sul lavoro, in quanto vengono eliminate molte operazioni manuali a contatto con i rifiuti;
• maggiore sostenibilità ambientale: le BAT determinano una maggiore efficienza di recupero, una migliore utilizzazione delle risorse (energia, acqua e materiali) e una maggiore difesa dell’ambiente;
• maggiore controllo di tutto il sistema;
Tuttavia, l’applicabilità di una BAT, soprattutto nel caso di impianti esistenti, non può essere di carattere generale, essendo legata a diversi fattori presenti a livello locale che possono influenzare significativamente le prestazioni raggiungibili. Essi sono:
• le dimensioni dell’impianto;
• l’età dell’impianto;
• il contesto locale;
• le caratteristiche dei rifiuti trattati;
• la presenza di vincoli di carattere tecnico;
• la legislazione e la pianificazione regionale.
Nella pagine successive viene presentato lo studio condotto, consistente nella presentazione di scenari considerati best practices nell’ambito specifico della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani.
Più precisamente, vengono prese in considerazione le seguenti attività relative al flusso dei rifiuti:
• metodi di raccolta;
• impianti di trattamento;
• strategie finalizzate alla riduzione della produzione di rifiuti;
• campagne di educazione e informazione.
La descrizione delle procedure ottimali adottabili nella gestione dei rifiuti viene eseguita sulle basi di due scenari: quello europeo e quello relativo alla Provincia di Bologna. L’obiettivo è fornire una “modellizzazione” di esperienze di successo ai fini di una loro replicabilità in altri contesti territoriali.