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Gli strumenti programmatici e la Deliberazione della Giunta regionale 1620/2001

1.4 Il quadro normativo regionale

1.4.2 Gli strumenti programmatici e la Deliberazione della Giunta regionale 1620/2001

Gli strumenti di programmazione si riferiscono alla pianificazione territoriale e della gestione dei rifiuti. Essi sono:

- il Piano Territoriale Regionale (PTR);

- i Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale (PTCP); - i Piani Provinciali per la Gestione dei Rifiuti (PPGR).

Inoltre, come già detto, è considerato strumento di pianificazione anche il Piano d’ambito per l’organizzazione del servizio di gestione dei rifiuti urbani, previsto dalla legge regionale n. 25/99.

Il PTR è uno strumento sovraordinato al PTCP, contenente obiettivi ed azioni a cui la pianificazione provinciale è tenuta a far riferimento.

Il PTCP costituisce il collegamento fra la programmazione regionale e quella provinciale. Ha il compito di effettuare un’analisi dell’andamento della produzione di rifiuti e di segnalare le strategie di razionalizzazione degli stessi.

Ancor più nello specifico, il piano d’ambito definisce gli obiettivi e gli standards di servizio di gestione dei rifiuti a livello di aree territoriali.

Il PPGR contiene le scelte di pianificazione del sistema di gestione dei rifiuti effettuate dalla Provincia, in virtù della normativa nazionale vigente e del PTCP.

La Deliberazione 1620/2001 riporta la struttura e i contenuti del Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti (PPGR), i criteri per la valutazione della raccolta differenziata dei rifiuti urbani, quelli per l’individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti urbani e il piano delle bonifiche dei siti inquinati (che non si ha intenzione di approfondire in questo contesto).

La pianificazione contenuta nel sistema PTCP-PPGR definisce, per i rifiuti urbani, gli obiettivi generali e il sistema impiantistico in grado di garantire l’autonomia dell’ambito. Il

Piano d’ambito pianifica e programma le attività necessarie per l’organizzazione dei servizi di gestione dei rifiuti urbani.

In particolare, il PPGR:

• indica il numero, la tipologia, i tempi di realizzazione e i bacini di utenza di ciascun singolo impianto di smaltimento e recupero di rifiuti urbani;

• assicura una gestione unitaria dei rifiuti urbani all’interno di ciascun Ambito Territoriale Ottimale (ATO) che, in base a quanto previsto dalla legge regionale 25/99, sono individuati in corrispondenza con il territorio di ciascuna Provincia.

Il Piano d’ambito definisce:

• il modello gestionale organizzativo prescelto per i servizi di gestione dei rifiuti;

• il piano finanziario degli investimenti;

• il programma degli interventi necessari ed i relativi tempi di attuazione;

• gli obiettivi e gli standard di qualità dei servizi eventualmente articolati per zone territoriali;

• la tariffa di riferimento articolata con riguardo alle caratteristiche alle diverse zone del territorio dell’ambito e alla qualità dei servizi da fornire.

Al capitolo 2 della Deliberazione sono descritte le indicazioni strategiche regionali che occorrono al fine di garantire una corretta gestione dei rifiuti urbani, anche dal punto di vista del risparmio di risorse e di pericolosità per la salute umana e l’ambiente. Esse riguardano:

• la riduzione della produzione dei rifiuti: le indicazioni comunitarie in materia di tutela e risanamento ambientale attribuiscono alla riduzione della produzione dei rifiuti una rilevanza primaria. Per quanto riguarda in particolare i rifiuti urbani l’evoluzione della produzione dei rifiuti è correlata ad una serie di fattori quali la crescita demografica, il PIL nazionale, la propensione ai consumi, ecc. Il PPGR può predisporre azioni che incidano sulle scelte del consumatore, migliorando, ad esempio, la consapevolezza dei vantaggi ambientali conseguibili dall’adesione, da parte del sistema produttivo, alle procedure ambientali volontarie dell’Unione Europea;

• il sistema di recupero e smaltimento: considerati gli obiettivi principali della gestione dei rifiuti (1. il reimpiego, riciclaggio e altre forme di recupero di materia, 2. il recupero del contenuto energetico dei rifiuti, 3. l’avvio a smaltimento delle frazioni residue in condizioni di sicurezza per l’ambiente e la salute), viene rimarcata l’importanza dell’autosufficienza di smaltimento all’interno di ciascun ambito

territoriale, e della minimizzazione delle distanze geografiche da percorrere per trasportare i rifiuti urbani non pericolosi agli impianti di smaltimento.

La potenzialità teorica degli impianti di smaltimento, necessaria per far fronte alla domanda nell’ambito stesso, deve essere contenuta obbligatoriamente nel PPGR. Nel Piano si valutano la produzione di rifiuti all’interno dell’ambito, il trend prevedibile e la composizione merceologica media, in modo da determinare (una volta fissati gli obiettivi di raccolta differenziata, riciclo, recupero energetico, ecc.) la tipologia e la potenzialità degli impianti necessari allo smaltimento;

• la raccolta differenziata dei rifiuti urbani: viene stabilito, anche in virtù del rispetto degli obiettivi temporali e quantitativi fissati dalla normativa ex-vigente, che il PPGR assuma l’obiettivo del 40% di raccolta differenziata sui rifiuti urbani totali prodotti, in ciascun ambito territoriale. Le modalità tecniche ed operative della gestione della raccolta differenziata sono oggetto del Piano d’ambito;

• ruolo e criteri per la localizzazione degli impianti di gestione e smaltimento dei rifiuti: il PPGR deve definire il bacino di utenza e la localizzazione dei seguenti impianti: - impianti per produzione di compost;

- impianti per produzione e utilizzazione di CDR; - impianti per la selezione automatica;

- stazioni di trasferimento; - piattaforme ecologiche; - inceneritori;

- discariche controllate,

ricordando sempre di avviare le frazioni provenienti dalla raccolta differenziata (carta, vetro, plastica e metalli) al recupero di materia, avviare la frazione organica derivante da raccolta differenziata alla produzione di compost, recuperare un’ulteriore percentuale dai rifiuti indifferenziati e garantire un’adeguata tutela ambientale.

Il PPGR, per effettuare la localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero dei soli rifiuti urbani (non pericolosi), fa uso della cartografia di zonizzazione territoriale, contenuta nel PTCP (ed effettuata secondo le modalità stabilite al capitolo 5 della D.G.R 1620/01), in quanto è necessaria l’individuazione cartografica della localizzazione di ciascun impianto, considerato il ruolo di carattere pubblico ricoperto dal tema dei rifiuti urbani.

La compatibilità dell’impianto viene poi verificata attraverso una Valutazione di Impatto Ambientale.

Secondo la deliberazione, all’interno del PPGR, oltre alle condizioni e ai criteri in base ai quali gli impianti per la gestione dei rifiuti vengono localizzati, sono anche contenuti la tipologia e il complesso degli impianti e della loro attività, la stima dei costi delle operazioni di recupero e smaltimento, le iniziative volte a ridurre la produzione dei rifiuti e a favorire il loro riutilizzo, il riciclaggio e il recupero e il Piano delle bonifiche dei siti inquinati.

Il PPGR tratta un periodo di 10 anni, ma viene revisionato ogni 5, per consentire di svolgere un’azione di monitoraggio e di conseguente ricognizione di eventuali divergenze rispetto al Piano stabilito o agli obiettivi fissati.

Nel PPGR sono riportati gli obiettivi temporali e quantitativi, stabiliti dalla Provincia, per la raccolta differenziata. L’Allegato 4 della Delibera contiene il modello, secondo il quale vanno comunicati alla Provincia i risultati conseguiti per mezzo delle raccolte differenziate e anche i metodi per valutare la percentuale di rifiuti urbani raccolti separatamente. Essa, raggiunta a livello di ambito territoriale va calcolata rispetto al totale dei rifiuti urbani prodotti. Tale percentuale si ottiene dal rapporto tra la somma dei pesi delle frazioni merceologiche raccolte in modo differenziato (sia quelle avviate a recupero che quelle avviate a smaltimento) e la quantità di rifiuti urbani complessivamente prodotti (i pesi sono espressi in tonnellate annue) secondo la formula:

RD % = Σ RD/produzione RU

Gli obiettivi di raccolta differenziata definiti dal Piano Infra-regionale vigente (tra l’altro in fase di revisione) coincidono con quelli fissati dal D. Lgs. 152/06.

CAPITOLO 2

LA SITUAZIONE PRESENTE E TRASCORSA