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2.1 La gestione integrata dei rifiuti urbani

2.1.1 La raccolta differenziata

In virtù dell’art.183, comma 1, lett. f del D. Lgs. 152/2006, modificato dal D. Lgs. 4/2008, la raccolta differenziata è definita come “la raccolta idonea a raggruppare i rifiuti urbani in

frazioni merceologiche omogenee compresa la frazione organica umida, destinate al riutilizzo, al riciclo ed al recupero di materia. La frazione organica umida è raccolta separatamente o con contenitori a svuotamento riutilizzabili o con sacchetti biodegradabili certificati”. Da essa emergono alcuni importanti considerazioni, quali:

- la frazione organica umida entra espressamente a far parte della raccolta differenziata e dei relativi obiettivi;

- viene definito un preciso metodo di raccolta della frazione umida;

- la raccolta differenziata viene ora concepita (ciò non accadeva nel decreto Ronchi) come attività finalizzata all’effettivo recupero.

La raccolta differenziata svolge un ruolo prioritario nel sistema di gestione integrata dei rifiuti in quanto, oltre a permettere la riduzione del flusso di rifiuti avviati allo smaltimento, consente:

- la valorizzazione delle componenti merceologiche del rifiuto sin dalla fase di raccolta;

- la riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti indifferenziati da avviare allo smaltimento, con l’obiettivo di individuare ed adottare le tecnologie più adatte ad una corretta gestione integrata, minimizzando gli impatti ambientali dei processi di trattamento e smaltimento;

- il recupero di materiali ed energia nella fase di trattamento finale;

- la promozione di comportamenti più corretti da parte dei cittadini con conseguente cambiamento delle consuete abitudini a beneficio delle politiche di prevenzione e riduzione.

Per il conseguimento di tali obiettivi è tuttavia indispensabile che la raccolta differenziata venga realizzata secondo logiche di integrazione rispetto all’intero ciclo dei rifiuti e che ad essa corrispondano la dotazione di efficienti impianti di recupero ed una sempre maggiore diffusione dell’utilizzo dei materiali recuperati, grazie all’implementazione ed espansione di idonei mercati del riciclo.

La creazione di un sistema integrato deve prevedere la realizzazione di una struttura maggiormente flessibile ed articolata che non necessariamente è più costosa.

Una corretta gestione integrata dei rifiuti urbani analizza l’intero ciclo di vita dei rifiuti, ossia dall’origine, corrispondente al momento in cui il prodotto diviene rifiuto, alla fase ultima di smaltimento o di riciclaggio, in cui il rifiuto cessa di essere tale e ritorna risorsa. Perciò risulta evidente, anche sulla base di quanto sancito dalla politica europea in materia di rifiuti, come sia necessario prevenire la produzione di questi ultimi, ma anche incoraggiare forme e tecnologie di recupero, incentivando in particolare la raccolta selettiva. Infatti, come già precisato, la raccolta differenziata consente, in primo luogo, di defalcare il flusso dei rifiuti destinati allo smaltimento (legato fra l’altro a costi sempre crescenti) e, secondariamente, di promuovere il riciclaggio, operazione necessaria al fine di limitare sensibilmente l’inquinamento, i consumi energetici e lo spreco di materie prime, secondo criteri di economicità, efficacia e trasparenza.

La raccolta differenziata integrata si discosta da quella di tipo aggiuntivo (diffusa sul territorio nazionale fino a qualche anno fa e realizzata mediante la sistemazione nell’area di competenza di un numero, generalmente scarso, di campane, caratterizzata da rendimenti decisamente modesti), in quanto non va semplicemente ad aggiungersi al preesistente circuito di raccolta dei rifiuti misti, bensì deve venire organizzata in modo tale da proporre agli utenti servizi sempre più personalizzati e prevedere lo sviluppo di sistemi di raccolta innovativi che comprendano nel proprio campo di applicazione anche categorie merceologiche precedentemente non considerate (come la frazione organica putrescibile) e di modelli

combinati di raccolte domiciliari (a partecipazione tendenzialmente imposta) e stradali (basate su conferimento volontario).

La fase della raccolta dei rifiuti è da sempre oggetto di studi, in quanto connessa a problematiche quali l’igiene e l’emissione di odori sgradevoli. Oltre a ciò, negli ultimi anni, è andato delineandosi un duplice interesse rivolto, da un lato, all’impatto negativo sull’ambiente che una raccolta ottimale può minimizzare e, dall’altro, ai costi del servizio che inducono ad individuare sistemi di raccolta che consentino di agevolare gli utenti in termini di spesa economica da sostenere.

Un sistema di raccolta differenziata ottimale va effettuato sulla base di criteri di integrazione, in virtù dei quali, al fine di valorizzare le composizioni merceologiche dei rifiuti sin dalla fase primaria di conferimento e recuperare materiali ed energia dal trattamento finale, si dimostra fondamentale la simultanea presenza di:

- un’ efficiente separazione di tutte le frazioni merceologiche alla fonte e un’opportuna praticità di conferimento, che costituisce un fattore determinante per il buon esito del sistema di raccolta proposto agli utenti. In questa ottica acquista rilevanza l’informazione rivolta ai cittadini che va organizzata secondo capillari campagne pubblicitarie;

- un’organizzazione del sistema dei trasporti che obbedisca ad una logica di limitazione delle distanze percorse (fattore che si traduce in una diminuzione dell’ emissione di sostanze dannose per la salute dell’uomo e per l’ambiente), dei costi (imputabili soprattutto al consumo di combustibile) e delle problematiche generate dal traffico dei mezzi pesanti;

- una realtà impiantistica innovativa ed adeguata a ricevere i quantitativi avviati a recupero e a smaltimento, anche in previsione di un aumento della produzione di rifiuti urbani e del flusso di materiali raccolti selettivamente, conseguente ad una risposta positiva degli utenti alle campagne informative di incentivo alla raccolta differenziata.

Vanno tenuti in corretta considerazione i principali aspetti strategici connessi alla raccolta differenziata, come, ad esempio, il grado di spinta a cui tende il sistema stesso di raccolta. Infatti, va conferito peso opportuno alla soglia di sopportazione propria dell’utenza anche in base al contesto di riferimento socio-economico e quello abitativo. Talvolta può rivelarsi opportuno puntare ad un sistema di raccolta non eccessivamente spinto, nell’ambito del quale alcune frazioni vengono raccolte congiuntamente per poi essere selezionate in appositi impianti.

Un ulteriore aspetto strategico che contribuisce alla realizzazione di un sistema di raccolta differenziata efficiente capace di determinare alte percentuali di recupero dei materiali, è rappresentato dalla messa in opera di tecnologie innovative sviluppate nel settore della gestione dei rifiuti.

In un sistema di raccolta differenziata, ad integrazione del servizio di raccolta presente sul territorio, è indispensabile prevedere la realizzazione e la gestione delle Stazioni Ecologiche Attrezzate (SEA) o ecopiazzole, ossia aree custodite ed attrezzate per la raccolta differenziata in cui l’utenza (sia i privati cittadini che le attività commerciali ed artigianali) può direttamente conferire i propri rifiuti già separati. Generalmente, i rifiuti conferiti alle SEA appartengono a particolari tipologie (rifiuti ingombranti, batterie usate, oli esausti, beni durevoli, metalli) oppure vengono prodotti oltre la capacità ricettiva del servizio di raccolta. Occorre anche prevedere un sistema di tariffazione che tenga conto dei rifiuti conferiti alla SEA dall’utente tramite sconti o agevolazioni.

Separazione dei rifiuti all’origine

Minimizzazione della fase di trasporto Campagne informative ed educative capillari Raccolta differenziata ottimale Frazione merceologica 1 Frazione merceologica 2 Frazione merceologica 3 ….. Impianto di recupero Impianto di recupero Impianto di recupero

Fig. 2.3 Fattori caratterizzanti un sistema di raccolta differenziata ottimale

Relativamente al calcolo della percentuale di raccolta differenziata esistono differenti orientamenti e criteri anche da parte dei vari Osservatori regionali, Arpa, ecc. Ad esempio, in alcuni contesti vengono contemplati i rifiuti ingombranti, in altri i rifiuti provenienti dallo spazzamento dei luoghi pubblici e così via. E’ evidente che il sistema di calcolo adottato condiziona la percentuale raggiunta e, di conseguenza, anche il grado di efficienza del metodo stesso. Occorre quindi stabilire in modo univoco le linee guida valide per tutti i soggetti, così da rendere comparabili fra loro i livelli di raccolta differenziata (il D. Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii. prevede l’intervento di un apposito decreto interministeriale che stabilisca criteri univoci sulla base degli obiettivi fissati dal decreto stesso. In attesa dell’emanazione del

decreto volto a disciplinare la metodologia di calcolo, APAT e ONR hanno adottato il seguente metodo: %RD= RD/(RD+RI)*100 dove RD è la quantità delle frazioni da raccolta differenziata avviate a recupero, eventualmente al netto degli scarti di cernita e selezione che rientrano tra i rifiuti indifferenziati RI).

Altro aspetto fondamentale è legato all’intenzione di non limitare il calcolo al solo dato quantitativo, ma di renderlo maggiormente significativo introducendo anche l’analisi dell’effettivo recupero di materia che segue la raccolta differenziata. Ciò significa prendere in considerazione la composizione merceologica della materia al netto degli scarti prodotti dal processo di selezione e la sua purezza. Si ritiene opportuno non soffermarsi esclusivamente sul raggiungimento di determinate percentuali quantitative, in molti casi anche eccellenti (i cosiddetti Comuni ricicloni), bensì analizzare più approfonditamente i dati per capire quanto effettivamente è stato recuperato a valle dell’intero sistema. Il risultato a cui si giungerebbe potrebbe rivelarsi di grande utilità al fine di incentivare gli utenti nel praticare correttamente la raccolta differenziata (si ricordi che uno degli aspetti strategici alla base di un sistema di raccolta differenziata di successo è costituito dal coinvolgimento della comunità, realizzabile solo attraverso un’intensa e dettagliata campagna di comunicazione a supporto della raccolta stessa).

Un breve spazio viene qui dedicato alla frazione biodegradabile che costituisce una quota sostanziosa dei rifiuti urbani.

Da normativa, la frazione umida è “il rifiuto organico putrescibile ad alto tenore di umidità,

proveniente da raccolta differenziata o selezione o trattamento dei rifiuti urbani” (D. Lgs.

4/2008, art. 183, comma 1, lett. n). La politica europea è diretta verso la promozione di una separazione efficiente dei rifiuti biodegradabili, in quanto numerose esperienze hanno dimostrato che i sistemi di raccolta che contemplano la separazione di questa frazione fin dall’origine sono potenzialmente in grado di ottenere livelli elevati di raccolta differenziata. Ciò è riconducibile a due motivi principali:

da un lato, la natura stessa della materia biodegradabile, la quale “inquina” gli altri rifiuti indifferenziati se mescolata ad essi, producendo sostanze (soprattutto metano) che si disperdono nell’ambiente senza potere essere recuperate e, dall’altro, la sua presenza in quantità significative all’interno dei rifiuti urbani.

Parallelamente all’avvio di un sistema di raccolta differenziata è naturale riscontrare l’insorgere di problematicità critiche tra cui si sono analizzate le principali:

- i centri storici e le zone urbane caratterizzate da strade strette e un sistema viario di difficile accesso;

- le strade private in cui risulta maggiormente difficoltosa l’espletazione del servizio e sussiste la criticità relativa alla distanza dal punto di conferimento;

- le realtà condominiali, a causa della frequente carenza di aree di collocamento dei contenitori, difficoltà di spostamento di questi ultimi e dei mezzi;

- la conoscenza capillare del territorio, comprese la produzione di rifiuti e le percorrenze da effettuare, salvaguardando i principi di efficienza, efficacia ed economicità;

- la gestione dei rifiuti “fuori privativa” che spesso vengono conferiti irregolarmente entro il sistema base di raccolta dei rifiuti urbani e per i quali si rivela, quindi, fondamentale attivare raccolte separate;

- il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti solidamente connesso all’importanza delle attività di controllo e di monitoraggio dei servizi presenti sul territorio, non solo con connotazione repressiva, ma anche di assistenza nei confronti della cittadinanza; - la corretta gestione dei rifiuti da parte dei soggetti extracomunitari a causa di abitudini

e consumi differenti legati al loro patrimonio culturale, operando soprattutto a livello educativo;

- il compostaggio domestico che va opportunamente incentivato, laddove possibile, attraverso forme standardizzate e controllabili che prevedano eventualmente riduzioni di natura fiscale a vantaggio di chi adotta tale pratica.

In ogni caso va tenuto in considerazione che i sistemi e le strategie di raccolta differenziata dipendono da numerose variabili, perciò ciascuna realtà socio-economica deve individuare la soluzione più opportuna al proprio contesto in virtù degli scenari giuridici, economici, tecnici ed organizzativi, nonché delle scelte che essa intende adottare nell’ambito della gestione ambientale, reputando la raccolta differenziata, nella società moderna, un imperativo etico- morale nella tutela e preservazione dell’ambiente inteso come bene comune.