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2.1 La gestione integrata dei rifiuti urbani

2.1.2 Tipologie e modalità di raccolta

Lo sviluppo della raccolta differenziata negli anni ’90 ha determinato cambiamenti importanti in termini di modalità e sistemi di raccolta indifferenziata, integrandosi progressivamente a quest’ultima.

Le principali e maggiormente diffuse categorie merceologiche interessate dalla raccolta differenziata sono:

- carta e cartone: le modalità maggiormente riscontrate per questo materiale spaziano dalla raccolta porta a porta (adottata anche per il cartone prodotto dalle utenze non domestiche) alla campana monomateriale e al conferimento diretto in SEA;

- vetro: il sistema di raccolta più diffuso è quello costituito dalla campana stradale solitamente congiunto all’alluminio (o altri metalli, quali acciaio e banda stagnata). Per esercizi pubblici e commerciali è stata introdotta la raccolta porta a porta;

- plastica: per la raccolta di questa frazione si impiegano sia i cassonetti stradali monomateriali che i multimateriali, in cui la plastica viene in genere conferita insieme a carta e vetro;

- umido: purtroppo la raccolta separata del materiale biodegradabile da scarti di cucina presenta ancora ampi margini di sviluppo rispetto alle altre tipologie di raccolta. La raccolta porta a porta dell’umido ha comunque subito una diffusione estesa sia presso le utenze domestiche sia presso quelle industriali/commerciali (mense, ristoranti, bar, ecc). In alcune realtà la raccolta dell’umido avviene congiuntamente a quella del verde mediante l’utilizzo di cassonetti stradali opportunamente posizionati: tuttavia in questi casi l’intercettazione dell’umido risulta di scarsa efficienza, richiedendo un grande impegno da parte dell’utenza. Il verde viene principalmente conferito alle stazioni ecologiche. Inoltre, è presente la pratica del compostaggio domestico, soprattutto nelle zone periferiche e di campagna, laddove le abitazioni possono disporre dello spazio esterno necessario per posizionare la compostiera;

- ingombranti, beni durevoli e metalli in genere: per queste particolari categorie sono attivi centri appositi di raccolta;

- farmaci e batterie scadute: sono diffusi contenitori specifici presso gli esercizi commerciali e le farmacie.

Le tipologie di raccolta differenziata vengono raggruppate nelle seguenti due macrocategorie: - la raccolta monomateriale volta ad intercettare una singola e specifica frazione

merceologica da inviare pura a recupero. Può consentire il raggiungimento di livelli di intercettazione e di purezza elevati. Il vantaggio principale consiste nella separazione del materiale effettuata da parte del cittadino, evitando i costi legati agli impianti di separazione.

- la raccolta multimateriale (detta anche congiunta), la quale prevede il conferimento da parte dell’utente di più frazioni merceologiche recuperabili in un unico contenitore, con successiva selezione dei materiali prima di essere avviati verso gli impianti di recupero. Attualmente si assiste principalmente allo diffusione delle raccolte multimateriale leggera (carta, plastica, lattine in alluminio o banda stagnata), pesante (vetro, plastica, lattine in alluminio ed eventualmente banda stagnata) e delle congiunte vetro/lattine e plastica/lattine.

In generale, questa tipologia consente di abbassare i costi di raccolta per determinate categorie, per le quali, quindi, una raccolta di tipo monomateriale non sarebbe giustificata. In particolare, la raccolta combinata di vetro e lattine ha riscontrato un’ampia diffusione, grazie agli elevati quantitativi di imballaggi metallici che è in grado di intercettare, senza, però, incorrere nei maggiori costi connessi ad una raccolta monomateriale. Inoltre, la separazione di questi del vetro e delle lattine è condotta semplicemente attraverso l’impiego di separatori magnetici i cui costi di esercizio vengono ricompensati dai ricavi della vendita del metallo recuperato.

Tuttavia, si rilevano diseconomie ed evidenti limiti di carattere organizzativo, in quanto la raccolta multimateriale comporta una intercettazione dei materiali significativamente inferiore rispetto alla monomateriale (soprattutto per la carta) e un minore grado di purezza delle frazioni raccolte, tanto che si raggiunge un 15-20% di materiali di scarto erroneamente inseriti all’interno dei contenitori.

Per quanto riguarda le differenti metodologie di raccolta differenziata, esse sono riconducibili ad un numero limitato di modelli, descritti di seguito:

- raccolta stradale effettuata mediante contenitori, in cui l’utente può conferire il rifiuto in qualunque momento secondo le proprie abitudini ed esigenze presso contenitori esterni, quali ad esempio, le campane per il vetro. Il prelievo avviene con mezzi specifici secondo una frequenza di svuotamento stabilita dall’organizzazione gestionale. La raccolta stradale può essere anche di prossimità, laddove la distribuzione dei cassonetti e le operazioni di prelievo sul territorio sono capillari. I contenitori per la raccolta differenziata dei materiali riciclabili vengono posizionati presso tutti i punti fissi di raccolta dell’indifferenziato residuo.

Tale metodologia consente di raggiungere elevati livelli di industrializzazione del servizio con conseguente riduzione dei costi di raccolta. Tuttavia, laddove viene adottato il sistema di raccolta stradale con cassonetti di grandi dimensioni, va comunque contemplato il rischio di un elevato conferimento di rifiuti speciali non assimilati (il cui conferimento abusivo è difficilmente controllabile e sanzionabile), e la raccolta differenziata, sebbene in alcune realtà il livello raggiunto si possa ritenere buono, non risulta sufficiente a defalcare in modo significativo la quota di rifiuti da inviare a smaltimento.

- raccolta domiciliare (cd.“porta a porta”, PAP), in cui l’utente deve separare i rifiuti all’origine ponendoli in sacchi a perdere (di colore diverso a seconda della categorie merceologica) o bidoni appositi (es. pattumelle per i rifiuti organici), i quali, affidati in

comodato d’uso gratuito, vanno collocati all’interno del proprio domicilio fino al giorno di prelievo fissato dal gestore sulla base di un calendario che viene poi fornito ai cittadini. Il grado di spinta di tale tipologia di raccolta è variabile e funzione del tipo di abitazione, ma generalmente consente di conseguire elevate percentuali di raccolta differenziata, disincentivando il conferimento di rifiuti indifferenziati. Questo modello richiede un forte impegno e una maggiore responsabilizzazione da parte dell’utenza, la quale è chiamata a rispettare con precisione il calendario e gli orari del servizio. Spesso, questo aspetto è causa del sorgere di criticità del servizio, quale, ad esempio, la migrazione di rifiuti verso aree territoriali in cui non è praticato il PAP.

Tale metodologia comporta costi di raccolta incrementati rispetto alla raccolta stradale, in buona parte compensati dal risparmio che si verifica nei costi di smaltimento;

- raccolta presso la Stazione Ecologica Attrezzata (SEA), la quale consiste in uno spazio recintato e custodito, aperto al pubblico in determinate fasce orarie, destinato ad accogliere, per conferimento diretto da parte dell’utente, quei rifiuti che per quantità o qualità non rientrano nel normale circuito di raccolta (pile, batterie, elettrodomestici, imballaggi industriali…). La SEA detiene un ruolo complementare al normale circuito di raccolta territoriale, completandolo.

La raccolta stradale è sicuramente la più diffusa in Italia, in quanto consente di mantenere limitati i costi di raccolta, adattandosi a contesti differenti e fornendo ai cittadini un servizio comodo e sempre disponibile. Di contro, presenta costi di smaltimento elevati e, in caso di utilizzo di cassonetti di grandi dimensioni, tendenzialmente si generano problemi relativi al conferimento di rifiuti non assimilati.

La raccolta domiciliare richiede un impegno e un coinvolgimento degli utenti indubbiamente superiori alle altre tipologie di raccolta, imponendo loro l’adeguamento ai tempi e alle modalità dell’organizzazione, ma, al contempo, disincentivando il conferimento dell’indifferenziato e permettendo così di raggiungere elevati livelli di raccolta differenziata (anche oltre il 60%). La raccolta porta a porta si rivela particolarmente idonea per contesti con densità abitativa medio-bassa.

Relativamente alla raccolta dell’indifferenziato, ossia l’insieme di quei rifiuti residuali esclusi dalla raccolta differenziata, si è diffuso l’utilizzo di cassonetti stradali di grandi dimensioni (2.400-3.600 l) a caricamento laterale con sistema di raccolta mono-operatore, soprattutto nelle aree metropolitane e urbane. Recentemente hanno iniziato a diffondersi le raccolte integrali domiciliari, in particolare rivolte ai condomini e laddove si verificavano alti costi di

smaltimento del rifiuto residuo (Lombardia) o dove la normativa regionale era volta alla riduzione della frazione umida nei rifiuti residui (Veneto). Vengono assegnati alle utenze in comodato d’uso bidoni o sacchi di volumetria variabile in relazione al numero di nuclei famigliari, al fine di minimizzare l’impatto visivo generato dai grandi cassonetti stradali ed ottenere un miglior decoro urbano, assicurando comodità agli utenti che hanno sempre a disposizione i contenitori per il conferimento dell’indifferenziato, ma all’interno della propria proprietà abitativa.

Attualmente si assiste ad un’importante diffusione del sistema integrato, incentrato sulla focalizzazione delle risorse, il quale prevede una raccolta stradale mediante contenitori, rivolto prevalentemente alle utenze domestiche e alle piccole utenze non domestiche presenti nel contesto urbano, caratterizzato dalla dislocazione dei contenitori secondo il principio delle isole ecologiche di base e affiancato da una raccolta domiciliare specifica rivolta a specifiche utenze non domestiche produttrici di categorie target di rifiuti.

Questo metodo consente generalmente di raggiungere elevati livelli di raccolta differenziata (50%), ma tendenzialmente non induce una diminuzione del rifiuto urbano complessivo.