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L’evento che più di ogni altro sancì l’inversione di tendenza che stava investendo l’industria petrolifera mediorientale, fu senz’altro la Guerra dello Yom Kippur del 1973161, in occasione della quale, il petrolio fu usato per la prima volta come arma dai paesi esportatori162. La guerra del Kippur, si protrasse dal 6 al 25 ottobre 1973 e rappresentò, da parte dell'Egitto e della Siria, che ne presero l'iniziativa, un tentativo di modificare il rapporto di forza politico-militare sancito dalla guerra del giugno 1967163.

La guerra del Kippur, nonché il quarto conflitto arabo-israeliano164, è stato il tentativo, riuscito, soprattutto di Sadat, successore di Nasser nel 1970, di riappropriarsi dei territori presi durante la guerra dei Sei giorni.

161

Per una narrazione dettagliata degli eventi vedi: , Juan Carlos Ferrari, La guerra e

il petrolio, il quarto conflitto arabo-israeliano, Comes Edizioni, 1974.

162

È bene precisare che si tratta della prima volta in quanto l’embargo del 1967, in seguito alla guerra dei Sei giorni, non fu efficace, visto che i paesi colpiti non ebbero difficoltà a rifornirsi altrove. Peraltro nel 1967 gli Stati Uniti non avvertirono il peso della sanzione economica in quanto il tasso di produzione interna soddisfaceva la domanda.

163 Ennio di Nolfo, Storia delle relazioni internazionali, 1918-1999, Laterza, Roma,

2006.pp. 1224-1239.

164

Juan Carlos Ferrari, La guerra e il petrolio, il quarto conflitto arabo-israeliano, Comes Edizioni, 1974, pp. 152- 163.

104 Secondo Sadat, una condizione imprescindibile per isolare Israele e

avere la meglio, era tenere gli Stati Uniti fuori dal conflitto e usare il petrolio come ricatto, affinchè Israele potesse capitolare più facilmente. Il conflitto, anche se è stato fortemente voluto dal mondo arabo, è stato interpretato da Kissinger come una cornice all’interno della quale si consumava la guerra fredda in corso contro l’Unione Sovietica, che sostenne di fatto la coalizione araba.165

La coalizione araba, composta da Egitto e Siria, con il sostegno delle armi sovietiche, decise di penetrare sulle coste israeliane nel giorno di festa nazionale per lo Stato ebraico, lo Yom Kippur, il giorno dell’espiazione, cogliendolo di sorpresa. A pochi giorni dalle ostilità, dopo lo sfondamento della linea Bar- Lev da parte della coalizione araba, a sua volta, il Primo ministro israeliano, Golda Meir, chiese aiuti a Washington, che non indugiò ad elargire. Gli Stati Uniti, intervennero tempestivamente, e il 14 ottobre costruirono un ponte aereo a favore di Israele, a dispetto del tentativo fallito, di Sadat, di tenere gli americani fuori dal conflitto.

165 È importante ricordare che la politica estera egiziana durante il regime

nasseriano era dichiaratamente filosovietica, in realtà lo fu anche durante Sadat, ma fino al 1973, poiché dopo la vittoria su Israele, grazie alla diplomazia di Kissinger, il

leader egiziano si avvicinò a Washington, in vista dei trattati di pace con lo Stato

Israeliano a cui si pervenne solo nel 1978, una condizione considerata imprescindibile per Sadat per lo sviluppo e il futuro dell’Egitto. Di nolfo.

105 Il Consiglio di sicurezza dell’ Onu, il 22 ottobre, dopo consultazioni

sovietico-americane, ordinò la cessazione delle ostilità166.

La guerra, nonostante vide nelle prime fasi le difficoltà israeliane, si concluse a favore di Israele che, inizialmente trattenne i territori contesi, per poi cederli alla coalizione araba solo nel 1978 in occasione degli accordi di Camp David.

La pace “separata” a cui si pervenne, è da attribuire alla diplomazia di Henry Kissinger, che già nel gennaio del 1974 intraprese una serie di viaggi, in Egitto e Siria per attuare il disimpegno nelle ostilità167. Quella del 1973 rappresentò di fatto la prima vittoria del mondo arabo contro l’Occidente.

I membri OAPEC(Organisation of arab Petroleum Exporting

Countries), a motivo del sostegno degli Stati Uniti ad Israele,

comminarono un embargo sul petrolio agli Stati Uniti, alla Gran Bretagna168 e all’Olanda169.

166

Alla risoluzione n. 338 del 22 ottobre del 1973, del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ne seguì un’altra il 23 ottobre, “per confermare l’esortazione alla tregua, e disporre l’invio di osservatori delle Nazioni Unite, lungo il confine tra Egitto e Israele”. Annuario di Politica Internazionale 1973. Istituto per gli studi di politica internazionale( ISPI), Dedalo libri.

167 Henry Kissinger, Anni di crisi, Sugarco Edizioni, 1982, p. 706. 168

La Gran Bretagna fu il paese che soffrì maggiormente dell’embargo sul petrolio, infatti fu la più fervente sostenitrice dell’esplorazione nel Mare del Nord, che rappresentò una valida alternativa al petrolio dei paesi OPEC. Michele Paolini, Breve

Storia dell’impero del petrolio, op.cit. p. 9-10.

169

106 Il 16 Ottobre, un giorno prima della decisione dell’embargo, nel

Kuwait, riuniti all’Hotel Hilton di Kuwait City170

, i produttori del Golfo decisero un aumento del prezzo del barile del 70%, facendolo passare da 3 dollari 5.119 dollari al barile171.

All’embargo del 17 ottobre, parteciparono tutti i paesi OPEC172, eccetto il Venezuela e l’Ecuador, mentre altri tre paesi non OPEC173

, scelsero di prendervi parte: la Siria, la Tunisia e l’Egitto174

.

L’embargo comminato prevedeva una diminuzione della produzione del 5%, ogni mese a partire da ottobre fino al ritiro di Israele dai territori occupati nel 1967175. In particolare, il mondo arabo premeva su Israele affinchè ridesse ai palestinesi il loro territorio, sottratto in seguito alla guerra dei Sei giorni176.

170

Stefano Beltrame, Storia del Kuwait, Gli Arabi, il petrolio, l’Occidente, Cedam, 1999, p.292.

171 G. Garavini, Dopo gli imperi, op.cit. p. 204. 172

All’embargo partecipò anche l’Arabia Saudita, cedendo alla pressione degli altri leader arabi e assecondando il clero wahabita. R. Baer, Dormire con il diavolo, op.cit. p. 134.

173

La statuto dell’OPEC, riconosce sia gli Stati membri, sia I paesi associati. I secondi, come i primi possono esprimere il loro voto in merito a qualunque questione , ma a differenza dei primi, non hanno diritto di veto. È bene precisare che in seno all’Organizzazione, qualsiasi decisione deve essere presa all’unanimità.

174

Stephen J. Randall, The 1970s Arab-OPEC oil embargo and Latin America, Research center, University of Calgary, p.1.

175

.John Duke Anthony, The Middle east, op. cit. p.55; Ali D. Johani, The myth of

OPEC cartel, op.cit. p. 13.

176 Il piano di divisione della Palestina, annunciato dalle Nazioni Unite, nel 1947,

anno della scadenza del protettorato britannico, attribuiva agli israeliani, parte del territorio palestinese, esattamente il 57%. in seguito al conflitto arabo-israeliano del 1948, questi ottennero l’80%. Dopo la guerra dei Sei giorni, Israele completa la

107 L’ embargo fu deciso nel Kuwait soltanto il 17 ottobre, quando ormai

l’aiuto di Washington a Israele si era più che palesato.

Più che una mossa economica l’embargo ha assunto un significato politico177, usato dai paesi esportatori per difendere i diritti del popolo palestinese.

Come sostiene Garavini, l’arma del petrolio dai paesi arabi è stata utilizzata “in sostituzione o in aggiunta” dello spirito dell’ UNCTAD178 (United Nations Conference for Trade and Develpment) di recente costituzione.

La Conferenza, tenutasi a Ginevra nel 1964, inaugurava una inversione

di tendenza del rapporto fra il Nord e i Sud del mondo.

L’esigenza della costituzione di un tale organismo, nacque in concomitanza con un processo di decolonizzazione che attraversava le sue fasi finali, e rappresentava un monito per i paesi del Sud, da anni sotto il dominio delle più grandi potenze occidentali, di “ agire in modo

unitario per tentare di modificare le regole dell’economia internazionale a proprio vantaggio, scegliendo proprio come bersaglio

l’Unione Europea”179

.

conquista della Palestina, occupando anche la striscia di Gaza, il Sinai e le alture del Golan.

177 Giuliano Garavini, Dopo gli imperi, op. cit. p.197- 198. 178 Ivi, p. 3.

179

108 Dal punto di vista meramente pratico, l’embargo causò una

diminuzione del PIL europeo dal 5% al 3.5%, dal 1970 al 1978, un calo della produzione industriale del 9%, oltre ad un’allarmante e drastico calo dell’occupazione180

.

Se si vuole dare un’idea dell’effetto dell’embargo negli Stati Uniti, esso causò una diminuzione del 38% sulle importazioni, pari a 2.4 milioni di barili al giorno181.

L’embargo del 17 ottobre 1973, non solo vanificò gli accordi raggiunti a Teheran e Tripoli due anni prima, ma diede inizio a una escalation dei prezzi che raggiunse massimi storici.

Nel dicembre dello stesso anno infatti in seno al Vertice tenutosi a Teheran, i prezzi erano quadruplicati182. Un barile di Arabian light aveva raggiunto 11, 65 dollari al barile183.

Oltre alla quadruplicazione dei prezzi, un altro fattore che contribuì ad alimentare la crisi fu il taglio della produzione dei paesi esportatori, per cui la produzione scese da 19,4 a 15,4 milioni di barili al giorno184

180

Ivi, p.200.

181

Jeffrey, Bialos Oil Imports and national security, op. cit. p.247.

182Anche durante gli accordi di Teheran 1974, non mancò la disputa tra la

moderazione dell’Arabia saudita che propose un prezzo di 8 centesimi al barile, e le proposte dello Scià che toccavano i 28 dollari al barile. Daniel Yergin, Il Premio, op.cit. p.512.

183 Leonardo Maugeri, L’era del petrolio, op. cit. p. 136. 184

109 Gli aumenti del prezzo del petrolio, che sono stati al centro di cronache

e dibattiti negli anni settanta, visto il susseguirsi di continui accordi sull’aggiustamento, hanno generato non solo il surplus finanziario presso i paesi esportatori, ma anche i superprofitti da parte delle Compagnie185, anche se negli anni settanta il loro ruolo fu decisivamente ridimensionato. Esse non detenevano più un potere decisionale ma assumeranno uno status di appaltatrici dei lavori, seguendo i dettami dei governi esportatori.

In particolare, le rendite dell’ARAMCO, consorzio delle società petrolifere americane in Arabia Saudita passarono da 1,1 miliardi di dollari nel 1971 a 1,7 miliardi di dollari nel 1972 e a 3,2 nel 1973. Nel primo trimestre del 1974, la Texaco aumentò i suoi profitti del 123%, la Shell del 178% e la BP del 227%.186 Dopo la dichiarazione dell’embargo, dall’ottobre al dicembre dello stesso anno, si assistette ad un’impennata del prezzo del greggio ai massimi storici.

Come conseguenza alla crescita vertiginosa dei prezzi, su proposta del Segretario di Stato americano Henry Kissinger, nacque l’IEA (International energy agency)187.

La scarsità energetica ha spinto le grandi compagnie alla ricerca di fonti petrolifere aldi fuori dell’area OPEC, come in Alaska e nel Mare

185 William Egdahl.A century of war, Op. cit. pp. 140-141. 186 Corn,Petrolio e rivoluzione, cit. op.cit. p.88.

187

L’international Energy Agency, avrebbe avuto il ruolo di fronteggiare le richieste OPEC. Leonardo Maugeri, L’era del petrolio, p.138.

110 del Nord, oltre alla ricerca di fonti alternative come il nucleare.

L’embargo ha avuto anche come conseguenza quella di alimentare delle speculazioni teoriche su quello che sarebbe stato l’andamento del mercato negli anni a venire, con la convinzione che la produzione sarebbe diminuita drasticamente. Ciò avrebbe avuto delle implicazioni devastanti sul mondo industriale sempre più bisognoso di energia. Per questo motivo iniziò una vera e propria campagna di risparmio energetico, inaugurata dal primo rapporto del Club di Roma nel 1972, intitolato “ I limiti della crescita”188

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