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La pianificazione delle aree protette in Spagna

CAPITOLO 2 ANALISI DI ALCUNI CASI DI STUDIO SPAGNOL

2.1 La pianificazione delle aree protette in Spagna

La Spagna fu uno dei primi Paesi del continente a istituire Parchi Nazionali (il 22 luglio 1918 viene istituito il Parco Nazionale della Montaña de Covadonga), secondo uno strumento di protezione creato negli Stati Uniti nel

187853. Per quanto però si tenda a dare a queste accezione un valore

avanguardista la Spagna, assieme a Francia e Germania, importò modelli di

protezioni di pioniera e americana fattura54, recuperando e incrementando

cospicuamente i perimetri protetti fino ai primati attuali. Attualmente, la “Red de Parques Nacionales”, costituita da 14 aree, rappresenta un sistema integrato di protezione e di gestione degli spazi più importanti del patrimonio naturale spagnolo. L’istituzione e la gestione delle aree protette iberiche è di

competenza delle singole Comunità Autonome,tranne i Parchi Nazionali55,

che sono istituiti dal governo centrale su proposta della comunità autonoma pertinente, che sarà poi responsabile della gestione del parco. La maggior parte di questi è stata istituita con la legge Statale 4/89 per la Conservazione delle Aree Naturali e dalle norme delle singole Comunità. Sia l’estensione che il numero delle aree protette istituite sono aumentati in modo considerevole

53 Le prime aree protette sorsero con un intento conservatore. È il caso del parco nazionale di

Sarek, in Svezia, una delle aree tutelate dal 1909, dove le visite sono limitate e non esiste la possibilità di alloggio. Tuttavia, dagli anni settanta la prospettiva è cambiata, rendendo possibile una compatibilità tra protezionismo e sviluppo socio-economico.

54 Si ricordino ad esempio, (Lüneburger Heide, 1909; Mont Pelvoux, 1913; Ordesa e

Covadonga, 1918 rispettivamente in Francia, Germania e Spagna, come forme primordiali di protezione, discendenza diretta delle avanguardie protezionistiche americane.

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Parchi Nazionali, il cui quadro giuridico è definito nella Legge 5/2007, sono definiti come spazi naturali di alto significato ecologico e culturale, scarsamente influenzati dall'attività umana e che, in ragione della bellezza dei paesaggi, della rappresentatività degli ecosistemi o della singolarità della flora, fauna, geologia o geomorfologia, possiedono un particolare valore ecologico, estetico, culturale, educativo e scientifico la cui conservazione merita speciale attenzione ed è considerata interesse generale dello Stato. Ad ogni Parco Nazionale corrisponde una "zona periferica di protezione", che confina con il territorio del parco ed ha la funzione di proiettare i valori del parco anche nelle zone circostanti e di ammortizzare l'impatto ecologico proveniente dall'esterno sul territorio del parco. Fonte parks.it

negli ultimi anni, per un totale di circa quattro milioni di ettari distribuiti in più di 700 spazi naturali. Attualmente la principale legge Spagnola sulla

protezione del patrimonio naturale è la L. 42/200756, che annovera le possibili

tipologie di area protetta:

• Parchi (tra cui i Parchi Nazionali, regolamentati da legislazione

specifica);

• Riserve naturali;

• Aree marine protette;

• Monumenti naturali;

• Paesaggi protetti.

La legge integra, inoltre, le disposizioni relative alle aree protette istituite su base internazionale, ad esempio le Riserve UNESCO della Biosfera, nonché le aree protette della Rete Natura 2000.

Nell’elaborazione di quest’ultima in particolare, da parte della Comunità Europea, si evince che la Spagna è uno dei Paesi comunitari che presenta maggior interesse naturalistico per l’enorme diversità che ospita, oltre ad essere il paese dell’Unione Europea con la più alta percentuale di superficie protetta: 142.000 chilometri quadrati, pari al 26% del proprio territorio. Nel

2010, i suoi parchi hanno accolto più di ventuno milioni di visitatori57 e negli

stessi anni, l’ente autonomo che gestisce i parchi nazionali spagnoli ha condotto degli studi, dal quale è emerso un grande apprezzamento per questi

spazi naturali58. Sintomo del salto qualitativo nella percezione delle aree verdi

nonché del gran lavoro di dinamizzazione e coinvolgimento nella fruizione svolto dagli enti gestori.

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LEY 42/2007, de 13 de dicembre, sul Patrimonio Naturale e della Biodiversità. Pubblicata

nel BOE al nº 299, de 14 di dicembre del 2007.

57 I dati riportano 2 milioni nel solo parco di Collserola e 1 milione nel solo Anello verde di

Vittoria a quella data.

58 Più dell’86% degli intervistati ha dichiarato di essere felice di vivere all’interno di un parco

naturale e più del 75% considera positivamente il fatto di contribuire allo sviluppo socio- economico della zona

Figura 1. Area a tutela della biodiversità in Spagna, Fonte CEA Vittoria Gasteiz.

La Catalunya, comunità autonoma nella quale sono stanziate la maggior parte delle aree protette analizzate, è un territorio che presenta una grandissima varietà di sistemi naturali di diversa conformazione e singolarità.

Stretta tra i Pirenei, il mare e il sistema montuoso ispanico interno, la situazione di privilegio del territorio catalano è dovuta alla delimitazione dei suoi confini amministrativi che inglobano queste tre distinte grandi unità morfostrutturali. La posizione della Regione autonoma nel quadrante nord- orientale del Paese fa sì che il suo territorio subisca influenze climatiche molto varie e contrastanti: clima temperato mediterraneo sulle coste si sommano al carattere lievemente continentale di una parte del suo territorio, senza escludere il clima alpino delle alture al confine con la Francia. Questa e altre caratteristiche fanno sì che il paesaggio naturale Catalano e le comunità faunistiche che lo popolano siano caratterizzate soprattutto da una straordinaria ricchezza sia qualitativa che quantitativa.

Tuttavia questo carattere necessariamente di spicco del paesaggio della regione Catalana non può prescindere da un fattore decisivo per la sua configurazione, disposizione e conservazione di gran parte dei suoi elementi naturali: la presenza dell’uomo. Questo ha segnato il territorio con i suoi vari e peculiari modi di utilizzazione delle risorse, imponendo al paesaggio dei tratti culturali fino a poco tempo fa armoniosi e che hanno reso possibile, in molti casi, la sopravvivenza di alcuni sistemi, in seguito particolarmente protetti. La politica della conservazione della natura però non ha riguardato

solo le zone a scarsa densità abitativa, ma si può affermare con certezza che tali politiche abbiano forse dato il meglio proprio in contiguità ad agglomerati stanziali molto forti, e per tutti il sistema metropolitano di Barcellona, che si è caratterizzato per aver saputo negli anni affrancare sia ai confini dell’abitato e fin dentro la città, efficaci ed innovative pratiche per la tutela della natura.

Figura 2. Mappa dei parchi nazionali in spagna

Le prime aree naturali protette in Spagna sono aragonesi; prendono il via cioè da quella zona vergine tra i Pirenei l’atlantico e il mediterraneo dove prima che altrove sono emerse le esigenze di una tutela specifica dell’ambiente naturale. In Spagna come citato iniziò tutto con il Parco nazionale della Montagna di Covadonga; due mesi dopo, il 16 agosto 1918, venne riconosciuta la seconda area protetta nell’istituzione del Parco nazionale di Ordesa o Valle de Arazas, situato nel cuore dei Pirenei. Fino al 1954 anche n conseguenza della storia sociale della penisola, dilaniata tra guerra civile e dittatura, non sono stati riconosciuti altri parchi nazionali. In quegli anni tuttavia comparve un’altra figura giuridica di protezione, l’ambiente naturale. Di nuovo fu l’Aragona la regione pioniera in tal senso, e nel 1920 venne riconosciuto il primo Ambiente naturale, quello di San Giovanni della Pena, anch’esso ubicato nei Pirenei. Nel 1927 fu istituito il secondo Ambiente naturale: il Monte del pascolo del Moncayo, nella serranìa iberica. Verso la metà del secolo fa la sua comparse una ulteriore figura di protezione, instituita nel 1945, quella di Paesaggio pittoresco per il quale il primo ad essere riconosciuto fu il Monastero di Piedra, nella provincia di Saragozza. Questi dati non fanno che rafforzare l’asserzione della rilevante importanza naturalistica che il nord della spagna deteneva nella protezione dei suoi

ambienti naturali, cui si andava a sommare, un sud costiero che si caratterizzava per l’estrema qualità dell’entroterra e dei litorali. La formazione dello Stato e delle autonomie, con l’istituzione di 17 Regioni autonome, ha marcato ancor di più l’innesco di una politica di riconoscimento e incremento qualitativo delle aree protette. Nel 1984 ricevette impulso il trasferimento di funzioni e servizi, anche in materia di conservazione dei beni naturali, dallo Stato centrale alle Regioni autonome, di recente costituzione.. La Catalunya partecipe dei processi in atto aveva già prima indirizzato la sua politica verso spinte avanguardiste nella protezione della natura, in ambiti che forse nessun’altra regione aveva prima indagato.

Da allora, con forte impulso dopo il 75, e ancor di più dopo l’arrivo della democrazia quattro anni dopo, la regione autonoma catalana ha sempre più intensificato il suo suolo di palese avanguardia per tutto ciò che concerne la protezione della natura, anche e nonostante il substrato normativo che sottende alla stessa, non sia nei fatti esente da inesattezze e vacuità legislative. L’applicazione di tali leggi, talvolta è andata oltre quello che il normatore prevedeva e spesso il complesso delle misure poste in essere dagli enti più in basso nella scala gerarchica delle competenze territoriali, ha fornito efficaci esempi di interventi in materia ambientale. Tutto ciò nonostante la Catalunya abbia della caratteristiche orografiche e geologiche, di bacini idrografici di presenza di sorgenti e approviggionamenti idrici non sempre adeguati all’uso intensivo del suolo che in alcune aree si è riscontrato. Buona parte degli interventi si sono realizzati su ambiti dalla non manifesta qualità naturalistica ma che, tramite azioni di salvaguardia ambientale, talvolta con il solo evolversi dei processi stanziali di progressione della colonizzazione vegetale, hanno visto rivalutarsi in poco tempo il valore naturalistico dei siti interessati. È il caso emblematico di Collserola che da spoglia collina a nord-ovest della capitale Catalana oggi ne rappresenta il polmone nonché il suo orgoglio verde. Conseguenza indiretta dell’ambito Bioregionale Catalano che non è omogeneamente distribuito, anche per via delle zone climatiche che fanno in modo che si presenti l’intersecarsi di tre bio-regioni distinte, che crea quindi un panorama di biodiversità variegato, anche e soprattutto elle aree protette a cavallo di queste ultime. La regione fornisce quindi un panorama di aree protette di recentissima istituzione specie se paragonate alla centenaria storia istitutiva dei parchi europei, ma che anche per i livello della pianificazione

vigente ha potuto sperimentare politiche innovative di gestione delle aree sotto tutela.

Figura 3. Mappa delle bio-regioni climatiche Spagnole Fonte CEA Vittoria Gasteiz.