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2. Analisi dei dati

2.3. La rete di collaborazioni delle associazioni

Per le associazioni di volontariato è essenziale lavorare in rete perché nel momen- to in cui una persona finisce di scontare una pena, spesso deve far fronte a una serie di problemi e bisogni che richiedono il coinvolgimento di istituzioni o altre associa- zioni.

Tutte le associazioni intervistate sono d’accordo con questo assunto e si impegna- no attivamente nel lavorare in rete sia con altre associazioni che con altre istituzioni.

Per quanto riguarda le istituzioni, la principale è sicuramente l’UEPE con cui, nel- la maggior parte dei casi, c’è un rapporto stabile di collaborazione.

“Io rientro praticamente in uno sportello di volontariato all’ interno dell’UEPE dove le associazioni entrano e seguono alcuni utenti, per quanto riguarda noi logi- camente chi ha problemi di dipendenza. Quindi con loro cerchiamo di trovare una forma di impegno per tante persone che sono in affidamento o in detenzione domici- liare, che trascorrono la loro giornata così…perché anche quello… e quindi magari cercando di inserirli in qualche attività qui nel centro”

75 “Noi secondo me per esempio con l’UEPE lavoriamo molto bene, ma veramente bene, però ripeto è perché ci sono persone dentro che ci credono e che quindi capi- scono anche che comunque quella del volontariato è una risorsa importante e ci af- fidano queste persone secondo me in una interazione reciproca che è veramente esemplare qui. […]

Quindi ecco io personalmente come volontaria da 10 anni a questa parte ho nota- to una interazione crescente con l’UEPE, sicuramente, che deve essere ovviamente incrementata.”

Associazione Controluce, Pisa

Quasi tutte sono concordi nell’affermare che gli assistenti sociali sono presenti e attenti ai bisogni sia delle persone sia delle associazioni, solo in un caso invece l’intervistata ha lamentato uno scarso controllo da parte degli assistenti sociali dell’UEPE che, una volta iniziato il periodo di affidamento presso la struttura dell’associazione, controllano poco l’andamento del percorso.

Altre istituzioni con cui le associazioni collaborano in maniera frequente sono la Caritas, i SERT e in alcuni casi i CIM.

Per quanto riguarda la collaborazione all’interno del mondo del volontariato, la maggior parte delle associazioni collabora con il Centro Servizi per il Volontariato della propria provincia, sia nell’organizzare corsi di formazione o conferenze, sia nella partecipazione ai bandi per finanziare i propri progetti.

Per quanto riguarda la collaborazione con altre associazioni di volontariato, ci so- no essenzialmente due modus operandi: innanzitutto ci sono quelle che collaborano fra loro nella realizzazione di attività o progetti comuni.

“Abbiamo fatto dal 2011 al 2013 forse o giù di là, il progetto “Fieri Potest” ed era un laboratorio fatto insieme da ragazzi down nel loro percorso di autonomia e i nostri ospiti detenuti in misura alternativa, in un laboratorio di pasticceria, per cui i detenuti hanno una manualità, voglio dire abbastanza fluida e quindi diventavano insegnanti per i ragazzi down nel percorso di autonomia per come poter mettere ma- no in cucina.

76 I ragazzi down che hanno una capacità dal punto di vista della gestione dell’emotività, del rapporto diretto e schietto che è il contrario della mentalità dell’infamità che invece caratterizza il carcere, erano molto diretti e quindi quando alla fine del laboratorio ci si ricordava il nome della persona o gli volevano dare un bacio per dirgli grazie che oggi mi hai fatto passare una giornata bellissima, i dete- nuti si scioglievano completamente e lì è stata un’esperienza stupenda.”

Associazione Noi e Voi, Taranto.

Esiste poi un’altra forma di collaborazione fra le associazioni: se un’associazione non può ospitare una persona per un percorso alternativo alla detenzione, o se non può offrire un servizio, lavora in rete con altre per garantire comunque l’assistenza ai propri utenti.

“Per esempio adesso aiutiamo il CSV e l’UEPE a trovare un’associazione in cui far fare i lavori socialmente utili alle persone in affidamento ai servizi sociali. Quin- di in questo senso collaboriamo con altre associazioni perché le contattiamo, chie- diamo se sono disponibili ad accogliere la persona affidata.”

Associazione La Fraternità, Verona.

“R: Voi collaborate anche con altre associazioni nelle vostre attività?

I: non tantissimo, nel senso che noi collaboriamo con delle associazioni per quan- to riguarda il volontariato, nel senso che abbiamo dei nostri ospiti che devono fare del volontariato, quindi collaboriamo in questo senso. […] Per il resto no…le asso- ciazioni di categoria, se così vogliamo chiamarle, no… perché comunque non è che ce ne sono tantissime a Vicenza, solo l’altra casa di accoglienza della Caritas e ba- sta.”

Associazione Novaterra, Vicenza.

Fare rete implica anche necessariamente una relazione con le istituzioni politiche, in particolare con le amministrazioni comunali.

Questo in due casi rappresenta il vero tasto dolente per alcune associazioni, che percepiscono l’amministrazione comunale come disinteressata alle proprie attività e

77 in un caso lamentando addirittura il fatto che questa interagisca con loro solo nei pe- riodi di campagna elettorale.

In alcuni casi vengono proposti dei suggerimenti:

“Ci sono comuni possiamo così dire… chiamiamoli virtuosi nei confronti di que- sta cosa, che per esempio prevedono che nell’affidare ad una cooperativa la manu- tenzione del verde pubblico, faccio l’esempio più banale, prevedono che, non so, la cooperativa debba dare il 20% della forza lavoro alle categorie svantaggiate. La ca- tegoria svantaggiata, soprattutto se la si guarda al maschile, spesso è questo…cioè nel senso, è categoria svantaggiata anche l’handicap, però è chiaro che tu la perso- na con handicap non lo puoi mettere a zappare o a pulire o a potare no? Invece la categoria del detenuto che deve essere affidato a misure alternative, caspita se può fare molto in questo! […] Il comune di Vecchiano ha previsto questo, per esempio il comune di Pisa questa cosa non la fa.

Associazione Controluce, Pisa.

Tuttavia, anche se muove delle critiche all’amministrazione comunale, l’associazione ha comunque trovato un interlocutore interessato per quanto riguarda i progetti di giustizia riparativa che comportano la manutenzione del verde cittadino, a riprova del fatto che l’amministrazione si stia interessando gradualmente alle sue at- tività.

In altri casi invece le associazioni hanno un buon rapporto con le amministrazioni comunali:

“Ecco io devo dire la verità, io non mi lamento del comune di Firenze perché noi abbiamo dei rapporti ottimi…praticamente sto centro diurno…il responsabile del centro diurno per il comune mi ha seguito sempre in tutte queste evoluzioni del cen- tro, fin dall’inizio… quando l’abbiamo preso era un garage poi l’hanno ristrutturato i ragazzi di Solliccianino […] e poi insomma mi ha sempre seguito… il comune devo dire la verità noi non ci possiamo lamentare.”

78 “Ultimamente si sono allacciati molto i rapporti, collaboriamo molto, nel senso che noi prestiamo la nostra collaborazione in aiuto al comune. Se tipo devono fare dei traslochi, delle attività per le persone che hanno bisogno, noi ci mettiamo a di- sposizione. […] Abbiamo fatto un progetto di agricoltura biologica nei campi adia- centi alla nostra struttura con il sostegno del comune, quindi ci stanno un po’ cono- scendo, perché non si erano interessati molto a livello del comune di questa struttu- ra.”

Associazione Novaterra, Vicenza.

“Partecipiamo come associazione al tavolo della grande marginalità che è tenuto dal comune di Verona, quindi in questo senso si, ci conoscono. Quel tavolo lì è tenu- to dall’assessore e noi partecipiamo al tavolo insieme alla Caritas, la Ronda della Carità… un’altra cosa che siamo riusciti a fare è creare un tavolo insieme al carce- re, all’UEPE, alle ACLI, alle amministrazioni per la parte proprio pratica, per co- noscerci a vicenda, abbiamo creato questo volantino in cui sono inseriti i recapiti di vari enti del territorio.”

Associazione La fraternità, Verona.

Il tema del carcere e in generale delle persone che hanno subito una condanna è molto delicato da trattare a livello politico. Secondo quanto espresso da molte asso- ciazioni, questo è un tema che non paga da un punto di vista elettorale, quindi le amministrazioni, sia locali sia nazionali, agiscono con molta cautela.

A parere di chi scrive sarebbe scorretto e azzardato fare una distinzione territoriale fra le associazioni per quanto riguarda il rapporto con le istituzioni politiche, poiché questo dipende sì dalla sensibilità delle istituzioni, ma anche dal modo in cui le asso- ciazioni si interfacciano ad esse e dal modo in cui sono stilati e presentati i progetti, quindi da quanto le associazioni sono in grado di prospettare l’utilità sociale delle at- tività che stanno proponendo all’amministrazione.