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La riorganizzazione normativa e istituzionale regionale

La Regione ha attuato un processo di revisione dell’organizzazione turistica regionale, che ha inciso profondamente sul tradizionale assetto istituzionale. L’intervento, però, è stato scaglionato nel tempo e oggetto di più interventi normativi. In primo luogo, si è operato un radicale riordino degli enti strumentali, attraverso una norma “intrusa” contenuta nella legge finanziaria regionale 2005103. In specie, sono state trasferite ai Comuni e alle Province le

funzioni già attribuite alle Aziende autonome di soggiorno e agli Enti provinciali del turismo e si è proceduto alla soppressione dell’Ente sardo industrie turistiche. Contestualmente, si è provveduto al trasferimento agli enti locali del personale delle aziende e degli enti, oltre che al riconoscimento di un contributo regionale per l’esercizio delle funzioni trasferite. Con successiva legge regionale si è attuato il riordino delle competenze in materia turistica104.

In secondo luogo la Giunta regionale ha rivisto, con deliberazione n. 34/11 del 19 luglio 2005, la disciplina dei Sistemi Turistici Locali, così come previsti e finanziati dalla legge n. 135/2001, i cui punti salienti sono: l’assoluta libertà lasciata alla forma giuridica dei STL; il rafforzamento degli strumenti di parternariato tra soggetti pubblici e privati che operano in un determinato ambito territoriale; l’attenzione riservata alla qualità dei programmi di attività orientati al potenziamento delle risorse e all’incremento dell’offerta turistica.

Dopo qualche anno, si rileva il limite originario di un processo di riforma che si è svolto senza aver definito, al principio, una cornice istituzionale di riferimento, entro la quale collocare i provvedimenti adottati. L’emanazione di un 103 L.R. 21 aprile 2005, n. 7, Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale

della Regione.

testo unico delle leggi regionali sarebbe stata l’occasione per un integrale ripensamento della disciplina di settore, soprattutto per un aggiornamento delle regole alle mutate esigenze del comparto. Si è proceduto, al contrario, frettolosamente per attuare una riforma in cantiere da anni avendo come riferimento altre realtà regionali. Si sarebbe potuto, al contrario, trarre profitto dalla posizione di autonomia che l’ordinamento riconosce ad una Regione a Statuto Speciale e sforzarsi di ragionare su un’organizzazione più adatta alle caratteristiche specifiche della Sardegna.

Il trasferimento di risorse finanziarie, umane e patrimoniali dagli enti strumentali agli enti locali, se opportuna in una logica di ottimizzazione e uniformazione ai principi della legge quadro nazionale, ha implicato un disimpegno dell’ente pubblico, rilevato che negli enti locali il turismo è un settore di importanza relativa rispetto ai tradizionali settori di intervento.

Gli otto Sistemi Turistici Locali sono stati creati ricalcando i confini amministrativi provinciali, tenendo conto solo parzialmente, quindi, della necessità che essi rappresentassero contesti turistici omogenei. Sono stati utilizzati prevalentemente come strumenti promozionali delle Province (delegate dagli altri soggetti aderenti attraverso Accordi di Programma). Quelli che hanno scelto la forma giuridica della società mista pubblico-privata hanno dimostrato maggiori difficoltà di avvio. Dopo alcuni anni di funzionamento, si è condotti ad esprimere qualche perplessità in merito all’efficacia del loro operato. La scarsa incisività dell’attività promozionale realizzata fino ad ora è testimoniata dai ridotti risultati in termini di incremento del movimento turistico, come si è esposto nella sezione relativa alla domanda.

Oltretutto, la partecipazione pressoché totalitaria dei comuni rientranti nei rispettivi territori provinciali induce a dover investire sulla valorizzazione a fini turistici di ogni singolo ambito comunale a scapito di una efficiente politica del turismo. Ciascun STL, infatti, è costituito da tutti i Comuni o quasi della Provincia i quali, finanziando in quota parte l’attività del sistema, reclamano per ciascuno la

valorizzazione del proprio ambito territoriale. Questo è il principale limite dei STL progettati in Sardegna.

Spetta alla Regione promuovere l'immagine unitaria della Sardegna, valorizzare l'insieme dell’offerta turistica regionale, sostenere le iniziative dirette alla commercializzazione del prodotto turistico, organizzare e realizzare iniziative speciali, in ambito nazionale, comunitario e internazionale; attività per le quali è stata appositamente costituita l’Agenzia denominata “Sardegna promozione”. Al tempo stesso, a livello locale, se e in quanto attivi, la promozione è svolta dai sistemi turistici locali, oltre che dalle Province, dai Comuni e dalle Pro loco, ciascuno per il proprio ambito di competenza.

Si tratta di un numero elevato di soggetti incaricati di svolgere funzioni promozionali, spesso esercitate senza un coordinamento con gli indirizzi della programmazione regionale e con le azioni sviluppate dall’Agenzia regionale “Sardegna promozione”.

La promozione realizzata dagli otto Sistemi Turistici Locali si rivolge, come emerge dall’osservazione del materiale contenuto nei rispettivi portali web, sia all’ambito costiero sia all’entroterra. I temi sono quelli classici: mare, natura, enogastronomia, feste e tradizioni popolari. La promozione avviene essenzialmente attraverso immagini, informazioni su eventi, strutture ricettive, ristorazione, itinerari percorribili, descrizione della storia, arte e tradizioni religiose e popolari. Alcuni STL propongono specifici itinerari che rappresentano un’offerta maggiormente differenziata (la Provincia di Olbia-Tempio descrive itinerari enogastronomici, il STL di Nuoro presenta percorsi a cavallo, il STL Ogliastra suggerisce percorsi sportivi, la Provincia del Medio Campidano propone visite alle miniere). Due soli STL propongono, attivamente, pacchetti turistici: sono il Sistema Turistico Locale “Eleonora D’Arborea, della Provincia di Oristano e il Sistema Turistico Locale della Provincia Carbonia Iglesias. I STL di Sassari e Cagliari, in questa fase appaiono quelli meno organizzati.

Nell’intento di sostenere l’offerta turistica interna, la legislazione regionale avrebbe potuto, da un lato incentivare maggiormente le iniziative promosse da

operatori associati per la commercializzazione dei prodotti turistici, dall’altro autorizzare le aggregazioni dell’offerta, di tipo misto pubblico-privato (i Sistemi Turistici Locali), all'organizzazione, vendita e intermediazione di pacchetti turistici formati da prodotti turistici locali, sull’esempio di altre regioni più organizzate.

L’analisi fin qui condotta sul sistema turistico, comprendente la domanda di viaggi e l’offerta di servizi ricettivi, consente di poter affermare che bisogna valutare la necessità di un nuovo disegno dei sistemi turistici locali, i quali devono costituire effettivamente contesti turistici omogenei. Ciò significa che per la maggiore parte di essi dovrebbe essere opportuno distinguere tra STL comprendenti comuni costieri e STL comprendenti comuni interni. Si tratta di un’inversione di rotta difficile da attuare ma decisiva per le prospettive di sviluppo del turismo nell’entroterra e il riequilibrio sociale ed economico con le aree costiere.