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3.2 Tipi di aziende e/o turismi

3.2.8 Turismo culturale

3.2.8.1 Il sistema museale

Considerare il patrimonio culturale quale risorsa chiave per l’offerta di un prodotto turistico ad ampio respiro territoriale e temporale è stata la filosofia ispiratrice delle politiche turistiche attuate in Sardegna negli ultimi anni, nella convinzione che il riequilibrio dei flussi tra costa ed entroterra possa rafforzare il turismo sardo nel lungo periodo (Iorio, 2007). Da questo punto di vista è possibile osservare la crescita notevole sia di musei e siti archeologici resi fruibili al pubblico, che di manifestazioni culturali (sagre, festival musicali e letterali) di intrattenimento. Si tratta di un’offerta per lo più concentrata nel periodo estivo e quindi collegata al turismo balneare, ma estesa anche alle zone interne.

Da una ricerca del 2005, per esempio, emerge come tra i siti culturali statali in Sardegna, una buona posizione sia coperta da tre complessi ubicati nell’entroterra: il “Museo della Vita e delle Tradizioni Popolari Sarde”, a Nuoro con 65.000 visitatori; l’area archeologica “Su Nuraxi”, a Barumini con 64.160 visitatori e il sito archeologico “Nuraghe Santu Antine” con l’annesso “Museo

Valle dei Nuraghi”, a Torralba con 62.000 presenze (Iorio, 2007).

In passato, il modello di museo affermatosi nell’isola è stato oggetto di valutazioni negative, in quanto corrispondente ad un «museo concepito come

deposito di oggetti rari o di pregio piuttosto che un centro attivo e propulsore di scambi culturali»; una siffatta struttura riflette «quel modello di “museo-ufficio” … che si configura come passiva appendice dell’ente di appartenenza, priva quasi sempre di autonomia gestionale»93. Oltre a ciò, si denunciava l’eccessiva

frammentazione e ripetitività dell’offerta (Iorio, 2007), derivante dal fatto che ogni paese rivendichi l’importanza della propria collezione di materiali etnografici o artistici, determinando l’allungarsi di una lista di strutture di piccole dimensioni che, inevitabilmente, rivelandosi improduttive per il ridotto bacino di utenti che le visita, si rivolgono all’ente pubblico per ottenerne il necessario sostegno finanziario, pesando economicamente sulla collettività.

La volontà da parte della Regione di creare un sistema museale regionale è esplicitata per la prima volta nel Documento di Programmazione Economica e Finanziaria per il triennio 2005-200794 e, in seguito, attraverso il Piano di

Razionalizzazione e Sviluppo del Sistema Regionale dei Musei95, con il quale la

Regione si propone di gettare le basi di un processo di innovazione e sviluppo del settore fondato sull’adozione di modelli organizzativi diretti a migliorare l’efficienza e l’efficacia nella realizzazione e nella gestione degli istituti museali e dell’offerta culturale.

Il Documento prevede sei macrointerventi di riorganizzazione, sviluppo, legislazione e sperimentazione, come di seguito indicato:

- Creazione di un sistema museale regionale articolato in reti costituite su base territoriale e tematica nelle varie aree della Sardegna; - Individuazione di requisiti minimi di qualità dei servizi e delle dotazioni dei musei, riferiti agli otto ambiti indicati nell’“Atto di

indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei musei” contenuto nel Decreto

Ministeriale 10 maggio 2000;

- Predisposizione di interventi di aggiornamento e formazione rivolti al personale già in servizio nei musei e a giovani diplomati o laureati, nonché di ulteriori iniziative volte alla creazione di altre figure professionali nel settore dei beni culturali, complementari al servizio museale;

- Definizione di una nuova mappa dei musei della Sardegna. Istituzione di sei nuovi musei nelle province di Cagliari, Oristano, Nuoro, Sassari, con il ruolo di attrattori turistici e di centri propulsori e organizzativi nei confronti delle rispettive reti museali. Creazione di due strutture di promozione della cultura (Fabbrica delle Arti e Centro di Documentazione del Cinema e dello Spettacolo), con sede in

94 Approvato nel 2004.

Cagliari, e potenziamento di alcune realtà museali nelle aree della Gallura, Nuorese, Sulcis Iglesiente e Medio Campidano.

- Predisposizione di una legge organica per il settore dei musei di ente locale e d’interesse locale, finalizzata a delineare le funzioni della Regione in materia, a riordinare e armonizzare la normativa esistente e le procedure finanziarie di sostegno;

- Sviluppo di una policy territoriale fondata sulla sperimentazione dei distretti culturali, definiti in base alla presenza di caratteristiche socio-culturali e di specializzazioni distinte in termini di offerta culturale, e nel contempo rivolti a far emergere le potenzialità inespresse delle aree interessate.

Il Documento riconosce ai musei il ruolo di istituzioni capaci di rafforzare la coesione sociale all’interno delle comunità locali, di favorire scambi con l’esterno e dinamiche innovative, un importante ruolo come strumento per il recupero del patrimonio storico, culturale e paesaggistico della Sardegna e per la valorizzazione della sua identità culturale e significativo nell’orientamento dei flussi turistici.

Gli interventi stabiliti nel Piano nascono dalla considerazione che il patrimonio culturale sardo, originalmente caratterizzato e di grande interesse, non sia abbastanza conosciuto e rimanga in larga misura ai margini degli itinerari del turismo culturale. Da questo punto di vista, obiettivo strategico dell’intervento della Regione è quello di intercettare i flussi del turismo costiero con iniziative di qualità capaci di orientarne le scelte, per convogliarli verso le realtà museali delle zone interne, e al tempo stesso estendere quanto più possibile la stagione turistica.

Con la Legge Regionale n. 14 del 2006 il concetto di “sistema museale”, a dimensione sia locale sia regionale, ha assunto la valenza di uno strumento attraverso il quale operare una razionalizzazione della rete museale nel contesto regionale. In particolare, il Piano regionale per i beni culturali, gli istituti e i luoghi della cultura 2008-2010, individuando le possibili tipologie di integrazione tra istituti e luoghi della cultura, mira a definire concretamente le peculiarità e le

modalità di attuazione del sistema museale regionale che la Regione si prefigge di istituire (Borgioli, 2007).

Al di là delle valutazioni su alcuni aspetti trascurati dal Piano di

Razionalizzazione e Sviluppo del Sistema Regionale dei Musei, quali l’assenza del

tema scientifico-naturalistico o la scarsa propensione degli operatori turistici a fare “sistema” (Iorio, 2007), si deve constatare che la concretizzazione del sistema museale su scala regionale non è ancora avvenuta, anche a causa della complessità del panorama sardo che appare in costante trasformazione.