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La Sardegna, a metà del Novecento, è contraddistinta da condizioni gravi di arretratezza che richiedono la predisposizione di un Piano straordinario di rinascita economica e sociale, con cui si affianchi l’intervento dello Stato all’opera della Regione, come previsto dallo stesso Statuto Speciale12. Il Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno, infatti, in

rappresentanza dello Stato, costituisce verso la fine del 1951 una «Commissione economica di studio per la Rinascita della Sardegna», attribuendole il compito di effettuare una ponderazione delle risorse locali e indicare la strada migliore per promuovere lo sviluppo dell’economia, delle condizioni sociali e culturali. I lavori della Commissione iniziano nel 1954 e si concludono nell’ottobre del 1958, con la presentazione di un Rapporto conclusivo (il vero e proprio Piano di rinascita). A questo punto la Commissione viene sostituita da un «Gruppo di lavoro» costituito da tecnici che devono elaborare un programma di intervento, che sia in armonia con le direttive generali del Piano. Il Rapporto conclusivo del Gruppo di lavoro è presentato il 18 novembre del 1959, ma si deve attendere ancora il mese di gennaio del 1961 per la presentazione al Senato della Repubblica del disegno di legge relativo al Piano (Pinna, 1965).

12 Articolo 13: «Lo Stato, col concorso della Regione, dispone un piano organico per favorire la

La Regione Sardegna, riconosciuta autonoma dal proprio Statuto Speciale13, esercita potestà legislativa primaria o esclusiva in materia di

turismo e industria alberghiera14 come indicato nello Statuto all’art. 3, lett. p).

L’Amministrazione Regionale ha sempre esercitato le proprie piene competenze in materia turistica attraverso l’Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio. Questo, come riepilogato nel testo di riordino in materia di turismo pubblicato nel mese di settembre 2005, svolge attività di promozione e propaganda per lo sviluppo turistico, industria alberghiera, programmazione delle infrastrutture di interesse turistico ed erogazione d’incentivazioni creditizie nel settore.

Nell’isola hanno operato per oltre 50 anni, rappresentando importanti istituzioni di riferimento nel settore, l’Ente Provinciale per il Turismo (E.P.T., nelle vecchie province di Sassari, Nuoro, Cagliari e Oristano) e l’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo (A.A.S.T., nelle località a forte vocazione turistica15), inizialmente sorti come Enti periferici dello Stato, in seguito

trasferiti nell’ambito delle competenze dell’Amministrazione regionale e poi definitivamente soppressi nel 2006, nonché le Associazioni turistiche Pro loco.

L’E.P.T. svolgeva attività di promozione, accoglienza e valorizzazione delle risorse turistiche del territorio provinciale; coordinava la propaganda e le manifestazioni di interesse turistico, nonché l’attività degli Enti e delle Organizzazioni con le stesse finalità territoriali; svolgeva attività di studio dei problemi turistici, raccolta, elaborazione dei dati sulla ricettività e sui flussi, prospettando i provvedimenti intesi a favorire lo sviluppo dell’economia locale; manteneva rapporti con le altre Istituzioni (Comuni, C.C.I.A.A., Associazioni, ecc.) al fine di armonizzare le iniziative, le esigenze e le proposte di sviluppo turistico della Provincia. Esercitava, inoltre, attribuzioni

13 Approvato con legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3.

14 Competenza confermata dalla riforma introdotta con legge costituzionale n. 3 del 2001.

15 Alghero, Sassari, Santa Teresa Gallura, La Maddalena - Palau, Olbia, Arzachena, Cagliari e

di carattere amministrativo, delegate dal Ministero del Turismo e dello Spettacolo (non esercitate né dall’ENIT, né dall’ESIT), quali: classificazione degli esercizi ricettivi e controllo sulle tariffe; nulla osta all’apertura dei complessi ricettivi complementari e a carattere sociale; parere sull’incentivazione dell’attrezzatura alberghiera; istruttoria per il rilascio delle autorizzazioni all’apertura ed esercizio delle agenzie di viaggi; vigilanza sull’attività svolta da agenzie di viaggio e da esercenti le professioni turistiche, e sulla regolare applicazione dell’imposta di soggiorno, ove istituita. Si può concludere osservando che le funzioni dell’E.P.T. assumono rilievo sia sotto il profilo della promozione e dell’accrescimento del movimento turistico come pure sotto il profilo amministrativo della vigilanza e del controllo sulle attività turistiche svolte dagli operatori privati nell’ambito della Provincia.

L’A.A.S.T. aveva il compito di incrementare il movimento dei forestieri e di provvedere al miglioramento ed allo sviluppo turistico della località, in particolare di promuovere e attuare manifestazioni e iniziative di interesse turistico, di provvedere alla propaganda per la conoscenza del suo territorio, di istituire servizi di assistenza turistica, di costruire o migliorare impianti o comunicazioni di carattere turistico, di valorizzare il patrimonio artistico naturale e storico della località e di assolvere a compiti specifici demandati dall’Assessorato Regionale al Turismo (Giordano, 1990).

Le Associazioni turistiche Pro loco sono sorte spontaneamente a livello nazionale sin dalla fine del 1800 come Associazioni volontarie di privati cittadini desiderosi di migliorare e valorizzare le attrattive del paese, l’attrezzatura in generale e, in particolare, l’attrezzatura turistica del territorio comunale e di promuovervi il turismo contribuendo a crearne i presupposti essenziali. Esse svolgono un’apprezzabile azione di fiancheggiamento del movimento dei forestieri, assistendo e indirizzando i turisti e promuovendo varie manifestazioni e iniziative turistico-culturali. Sono le organizzazioni turistiche italiane, svolgenti un servizio pubblico, più longeve.

Nel 1950 l’Amministrazione Regionale interviene nel settore (L.R. n. 62 del 22/11/1950) con l’istituzione dell’Ente Sardo Industrie Turistiche (ESIT), soppresso anch’esso nel 2006. L’Ente strumentale della R.A.S., che seguiva a livello regionale il modello rappresentato dall’ENIT a livello nazionale, svolgeva compiti di sviluppo dell’industria turistica, promozione e propaganda del territorio: infatti, secondo l’articolo 2 della legge istitutiva, esso aveva il compito di «promuovere ed attuare iniziative dirette allo

sviluppo delle attività turistiche in Sardegna; diffondere la conoscenza delle bellezze naturali ed artistiche dell’Isola; incoraggiare le iniziative private … promuovere la istituzione di corsi o scuole e la costituzione e lo sviluppo di organizzazioni professionali nell’interesse del turismo … studiare e proporre al Governo Regionale provvedimenti diretti ad incrementare le attività turistiche nell’Isola con particolare riguardo al movimento dei forestieri … in via eccezionale assumere la gestione di stabilimenti ricettivi o termali in Sardegna, mediante sub concessioni...». L’attività dell’Ente si è esplicata, nel

tempo, con la costruzione di una rete di alberghi e con una vasta azione di propaganda. Esaurite le iniziative alberghiere, la sua attività si è rivolta principalmente al settore della promozione e della propaganda turistica “di immagine” all’incentivazione delle iniziative e del movimento turistico e alla valorizzazione del turismo naturalistico e culturale (Giordano, 1990).

L’azione dell’Amministrazione pubblica regionale si concretizza, in seguito, nella costituzione di un fondo di 100 milioni di lire a carico del bilancio regionale destinato alla concessione di anticipazioni dirette a promuovere l’industria alberghiera in località suscettibili di valorizzazione turistica nella Sardegna, nonché nell’erogazione di contributi e sussidi per manifestazioni, propaganda e opere turistiche, soprattutto per incentivare il turismo scolastico e sociale, le grandi manifestazioni di particolare rilievo per l’afflusso di visitatori, e per le opere infrastrutturali occorrenti per lo sfruttamento delle risorse turistiche.

Con la legge regionale 17 maggio 1955, n. 11, infine, si approva l’istituzione del Comitato Tecnico Regionale per il Turismo, Sport e Spettacolo, formato da numerosi rappresentanti delle categorie interessate all’attività, con funzioni consultive su studi, opere, erogazione contributi e disegni di legge riguardanti turismo, sport e spettacolo16.

La Regione Sarda orienta la propria azione di governo, dunque, verso l’incremento della ricettività e la comunicazione volta alla conoscenza delle attrattive dell’Isola. Questa politica, tuttavia, mostra alcune disfunzioni riconducibili alla mancanza di un programma organico per la localizzazione territoriale degli insediamenti turistici. Di fatto, l’ESIT si adopera per la costruzione di diversi alberghi, di cui 5 in zone montane (Villa Fiorita a Sorgono, Il Noccioleto a Tonara, San Leonardo a Santu Lussurgiu, Monte

Ortobene a Nuoro e San Carlo a Tempio Pausania17), dimostrando la chiara

volontà di uno sviluppo integrato di tutta la Regione. Tuttavia, l’attività insediativa, erroneamente, non viene accompagnata da un’adeguata campagna di sensibilizzazione per favorire il turismo nelle zone interne.

Contemporaneamente, si diffonde la moda del turismo marino-balneare che vedrà nell’attraente litorale sardo la destinazione più amata, soprattutto dal mercato italiano settentrionale. Per questi motivi l’iniziale visione politica della Regione sullo sviluppo del settore, per quanto preferibile, viene velocemente disattesa.

16 Legge abrogata nel 1981, con L.R. 9 novembre 1981, n. 35.

17 Le strutture sono state poste in vendita dalla R.A.S., con gara d’appalto, il 31 maggio 2007 al

fine di rimetterle in funzione e incrementare, come in passato, il turismo nelle zone interne (http://www.regionesardegna.it/j/v/25?s=48689&v=2&c=348&t=1).