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La segreteria tecnica 

Nel documento ARBITRO BANCARIO FINANZIARIO (pagine 40-47)

CAPITOLO SECONDO

2.3   La segreteria tecnica 

La Del. CICR all’art. 2, comma 3, stabilisce che l’attività  di  segreteria  tecnica  per  l’organo  decidente  è  svolta  dalla  Banca  d’Italia,  in  proprie  strutture  e  tramite  propri  dipendenti. 

Le  tre  Segreterie  tecniche,  sono  coordinate  da  un’apposita  struttura  istituita  presso  l’amministrazione  centrale  della  Banca  d’Italia,  la  quale  cura  il  buon  funzionamento del sistema in particolare provvede(28): 

 alle  attività  connesse  con  la  nomina,  la  revoca,  la  decadenza dei membri del collegio; 

 offre  supporto  specialistico  alle  segreterie  tecniche,  anche  con  riferimento  a  questioni  inerenti  all’applicazione  delle  disposizioni  dettate  dalla Banca d’Italia; 

      

(28)  Vedi  Disp.  Banca  d’Italia  Sez.  IV  Segreteria  tecnica  par.  I 

 individua  la  segreteria  competente,  in  caso  di  pluralità  di  ricorsi  rimessi  al  Collegio  di  coordinamento; 

 appresta assistenza tecnico ‐ operativa ai collegi;   monitoraggio dei processi di lavoro e individua le 

linee  guida  al  fine  di  garantire  l’efficienza  complessiva del sistema; 

 informa il pubblico sull’attività svolta dall’ABF, sia  predisponendo  una  relazione  annuale  sull’attività  svolta,  sia  aggiornando  il  sito  internet  dove  sono  riportate  le  decisioni  rese  e  le inadempienze  degli  intermediari; 

 provvede  all’evoluzione  della  procedura  informatica di supporto; 

 compie  gli  adempimenti  necessari  per  la  partecipazione dell’ABF, alla rete FIN‐NET; 

 Per quanto concerne le singole Segreterie tecniche,  la  Banca  d’Italia  in  forza  della  delega  contenuta  nella del. CICR art 7, comma 1 ha provveduto, nella  Sez.  IV  par.  1,  ad  elencare  le  attività  delle  medesime. 

Possono  essere  raggruppate  in  attività  di  cancelleria  e  istruttorie(29). 

Tra le prime sono da ricomprendere: 

      

(29) Guccione ‐ Russo, L’arbitro bancario finanziario, in Le nuove leggi civili 

commentate  2010,  475;  distingue  nell’ambito  delle  attività  svolte  dalla  segreteria tecnica quelle di cancelleria da quelle istruttorie. 

 ricezione  dei  ricorsi  presentati  dalla  clientela  e  loro  classificazione  con  relativa  apertura  dei  fascicoli, provvede anche a trasmetterne copia agli  intermediari qualora non vi abbia già provveduto il  cliente; 

 riceve  la  documentazione  dagli  intermediari,  controdeduzioni  e  documenti  relativi  alla  procedura di reclamo; 

 sottopone  al  presidente  per  l’approvazione  il  calendario  delle  riunioni  del  collegio,  tenendo  conto  di  quanto  stabilito  dal  par.  4  Sez.  III,  convoca  i  membri  del  collegio  e  li  informa  sui  ricorsi da trattare; 

 assiste  alle  riunioni  del  collegio  e  ne  redige  il  verbale; 

 cura  le  comunicazioni  alle  parti  durante  il  procedimento. 

Tra le attività istruttorie: 

o accerta  la  regolarità  completezza  e  tempestività  della  documentazione  che  le  parti  hanno  presentato,  qualora  lo  ritenga  necessario  ne  domanda l’integrazione entro un termine; 

o cura  la  formazione  del  fascicolo  contenente  il  ricorso,  le  controdeduzioni,  la  documentazione  presentata dalle parti, compresa quella riguardante  la  fase  del  reclamo,  e  ogni  documento  che  ritiene  utile ai fini della decisione, il fascicolo così redatto 

viene  reso  disponibile  a  ogni  componente  del  collegio prima della riunione; 

o predispone una relazione da rendere disponibile a  ogni  membro  del  collegio,  prima  della  riunione  nella  quale  verrà  discusso  il  ricorso;  nei  casi  di  manifesta  irricevibilità  o  inammissibilità( 30 )  lo  sottopone  immediatamente  al  presidente  del  collegio  il  quale  provvederà  secondo  quanto  disposto dalla Sez. VI, par 2. 

Altre  attività  svolte  dalle  Segreterie  riguardano  l’aggiornamento dell’archivio elettronico delle decisioni, gli  adempimenti  necessari  alla  pubblicazione  della  notizia  d’inadempimento  da  parte  dell’intermediario  o  omessa  collaborazione. 

Da  un  lato  la  scelta  di  affidare  alla  Banca  d’Italia  il  potere  di  disciplinare  gli  aspetti  organizzativi  del  sistema  di  risoluzione  delle  controversie,  appare  coerente  con  quanto  disposto  nelle  disposizioni  contenute  negli  art  53,    107 e 114‐ter del TUB, che conferiscono alla Banca d’Italia il  potere di regolamentare l’organizzazione amministrativa e  i  controlli  interni  delle  banche  e  degli  intermediari,  “la  Banca  d’Italia  appariva  l’ente  dotato  della  necessaria  competenza  tecnica  per  garantire  una  corretta  ed  efficace  attuazione dell’istituto in considerazione di quelli che sono 

      

(30) Guccione‐Russo,  L’arbitro  bancario  finanziario,  in  Le  nuove  leggi  civili 

commentate  2010,475  ravvede  in  quest’attività  profili  decisori  anche  se  limitatamente ai soli profili tecnici, di regolarità formale del ricorso. 

gli  obiettivi  indiretti  che  si  vogliono  perseguire  con  l’istituzione del nuovo organismo”(31). 

La  stessa  Del.  CICR  vedeva  nell’istituendo  organismo  uno  “strumento  utile  per  migliorare  i  rapporti  con  la  clientela  la  fiducia  del  pubblico  nei  prestatori  di  servizi  bancari  e  finanziari,  con  effetti  positivi  sul  piano  del  contenimento dei rischi legali e reputazionali”. 

Dall’altro,  questo  stretto  legame,  tra  Banca  d’Italia  e  Segreterie  tecniche  (sono  suoi  dipendenti),  sommato  alla  nomina  di  tre  su  cinque  membri  dei  collegi,  ha  portato  taluni  in  dottrina  a  sollevare  dubbi  sull’indipendenza,  l’imparzialità, la terzietà dell’organo decidente. 

 Il  timore  nasce  dalla  concentrazione  in  capo  ad  un'unica  autorità  delle  funzioni  di  regolatore,  controllore  ed erogatore di sanzioni amministrative e con l’istituzione 

      

(31) De Carolis in Quaderni di Ricerca Giuridica n 70/2011 della Consulenza 

legale  Banca  d’Italia,  il  quale  ritiene  che  l’affidamento  alla  Banca  d’Italia  dei  compiti  organizzativi  del  procedimento  ABF,  sia  la  scelta  più  idonea  per  assicurare  al  sistema  la  necessaria  indipendenza  per  il  suo  funzionamento,  il  supporto tecnico che la Banca d’Italia fornisce non influisce in alcun modo con  l’autonomia decisionale dei collegi inoltre la Banca d’Italia è visto come l’ente  dotato  della  competenza  tecnica  necessaria  per  realizzare  gli  obiettivi  che  il  legislatore  si  è    posto  con  il  nuovo  organismo,  migliorare  i  rapporti  con  la  clientela ricostruendo un rapporto di fiducia. 

L’autore  ritiene  che  la  partecipazione  dell’autorità  di  vigilanza  al  sistema  sia  pure  con  soli  compiti  organizzativi,  favorisca  l’osservanza  delle  decisioni  adottate  e il  rispetto  da  parte  degli  intermediari  delle  regole  di  trasparenza  e  correttezza  cui  devono  essere  improntati  i  rapporti  con  la  clientela,  considerando che la Banca d’Italia potrà valutare gli esiti dei ricorsi nell’ambito  della sua attività di vigilanza. 

dell’ABF  anche  quella  “di  giudice”  nei  confronti  di  quei  soggetti che già sono destinatari delle sue prescrizioni (32 ) e 

(33)

      

(32) Capriglione, La giustizia nei rapporti bancari e finanziari. La prospettiva 

dell’ADR  in  Banca,  borsa,  titoli  di  credito,  2010,  parte  I  pag.272  (criticato  da  Guizzi)  nell’articolo  in  oggetto  mette  in  luce  con  tono  critico  il  rischio  della  “funzionalizzazione dell’attività svolta da questo organismo per scopi ulteriori  e  diversi”  da  quelli  che  gli  sono  propri,cioè  somministrare  giustizia.  Il  riferimento  è  all’attività  di  vigilanza  che  la  Banca  d’Italia  potrebbe  svolgere,  muovendo  dall’esito  dei  ricorsi,  le  stesse  Disp.  Banca  d’Italia  I  Sez.I  par.I  espressamente dispongono che l’attività dell’ABF come sistema di risoluzione  stragiudiziale  delle  controversie  assume  rilevanza  ai  fini  della  vigilanza  e  in  generale per l’efficienza del sistema finanziario. 

La  critica  del  Capriglione  è  rivolta  al  fatto  che  in  capo  alla  stessa  autorità  abbiano finito per concentrarsi più funzioni  a seguito dell’istituzione dell’ABF,  anche  quella  di  giudice  nei  confronti  degli  stessi  soggetti  destinatari  delle  prescrizioni  normative,  ritiene  che  le  criticità  nascono  dal  fatto  che  i  poteri  (potere di normazione,potere di vigilanza,potere sanzionatorio e infine potere  “giudiziario”con  l’istituzione  dell’ABF)  pur  essendo  da  un  punto  di  vista  giuridico  formale  separati,  sono  tali  poteri  gestiti  da  strutture  diverse,  fanno  capo  ad  un'unica  entità  soggettiva  (la  quale  provvede  a  nominare  tre  dei  cinque  membri  del  collegio  giudicante  i  quali  potrebbero  già  in  altra  veste  avere  avuto  modo  di  occuparsi  della  medesima  questione).  Se  da  un  lato  la  figura  del  “giudice–autorità”  ha  un  maggior  appeal  essendo  gli  intermediari  portati ad osservare con maggiore scrupolo i suoi dettami, dall’altro si  pone il  problema del rispetto di un principio base del nostro ordinamento giuridico, la  terzietà di colui che decide. 

 

(33) La posizione assunta Capriglione è stata ampiamente criticata da Guizzi 

in  Chi  ha  paura  dell’ABF?  Articolo  apparso  sulla  stessa  rivista,  con  il  quale  critica la tesi sostenuta in quanto muove  a suo avviso dalla inosservanza del  dato normativo. Guizzi ritiene che Capriglione per dare sostegno alla sua tesi  muove  dall’assimilazione  dell’ABF  con  la  Banca  d’Italia,  rappresentando  il  primo  come  articolazione  interna  della  Banca  d’Italia  senza  a  suo  avviso 

Oltre a quanto già detto, il dubbio è rafforzato da altri  aspetti,  in  specie  da  alcune  attività  svolte  dalle  Segreterie  con carattere decisionale, si fa in particolare riferimento ai  casi  in  cui  la  Segreteria  dichiara  l’irricevibilità  o  inammissibilità del ricorso per irregolarità di tipo formale,  ma bisogna guardare l’altro lato della medaglia, il supporto  di  tipo  tecnico  che  la  Banca  d’Italia  fornisce  attraverso  le  segreterie “i suoi dipendenti”, altamente specializzate e ciò  va  valutato  positivamente,  consente  infatti  una  rapida  classificazione  da  un  punto  di  vista  tecnico  dei  ricorsi  e  dunque una rapida trattazione e decisione. 

L’attività svolta dalle segreterie è di tipo “istruttorio” o  meglio preparatorio, il suo compito è fornire ai collegi una  ricostruzione  dei  fatti  così  come  esposti  dalle  parti,  corredata  dalla  documentazione  che  le  stesse  forniscono,  inoltre  nella  relazione  finale  predisposta  per  il  collegio,  indica  le  norme  che  disciplinano  la  materia  oggetto  del  ricorso,  indica  le  massime  giurisprudenziali,  ed  eventuali 

       con  cui  è  stata  data  attuazione  all’art128‐bis  TUB  ,ciò  potrebbe  portare  chi  legge a pensare erroneamente che con l’istituzione dell’ABF  la Banca  d’Italia  abbia finito per assommare in sé il ruolo di regolatore controllore  e giudice. 

Guizzi  fa  le  seguenti  considerazioni:  ‐  l’ABF  non  è  una  articolazione  della  Banca  d’Italia;  ‐i  soggetti  che  compongono  i  collegi    realisticamente  non  potranno  trovarsi  nella  situazione  di  dover  decidere  nel  merito,  “vicende  da  loro conosciute in altra veste”perché i componenti dei collegi non provengono  dalla Banca d’Italia ma sono scelti tra soggetti aventi determinati requisiti ma  estranei  alla  struttura  Banca  d’Italia;  ‐  l’irrevocabilità  dei  componenti  il  collegio se non per giusta causa è indice di indipendenza dell’ABF rispetto alla  Banca d’Italia; ‐    

pronunce sullo stesso oggetto da parte dello stesso collegio  o degli altri, ma non possono formulare conclusioni. 

Sia  sul  piano  normativo,  che  operativo,  c’è  una  netta  separazione  tra  attività  istruttoria  e  decisoria  così  da  evitare  un’ingerenza  di  campo  nei  rispettivi  ruoli  dei  due  organi.  

Ciò  è previsto espressamente anche dalle disposizioni  contenute  nel  “regolamento  per  il  funzionamento  dell’Organo decidente dell’ABF”. 

Il  regolamento  prevede  che  il  presidente  assegni  ogni  ricorso  a  un  relatore,  il  quale  dopo  avere  esaminato,  il  ricorso,  esporrà  al  collegio  gli  aspetti  in  fatto  e  in  diritto  del  caso  controverso  cui  seguirà  la  discussione  in  seno  al  collegio,  composto  in  maniera  tale  da  rappresentare  tutte  le parti coinvolte. 

La  fase  determinante  del  procedimento  decisorio  è  proprio  il    metodo  di  assunzione  della  decisione  “collegiale”  appunto,  ciò  dovrebbe  escludere  eventuali   interferenze esterne. 

Altro e diverso discorso è quello concernente gli spunti  che la Banca d’Italia può trarre dalle decisioni dell’ABF per  i rilievi di vigilanza, non può parlarsi di invasione di campo  ma  dell’esercizio  da  parte  della  Banca  d’Italia  di  funzioni  proprie normativamente attribuitele. 

 

Nel documento ARBITRO BANCARIO FINANZIARIO (pagine 40-47)