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Quale il ruolo del procedimento ABF ai fini dell’attività di vigilanza 

Nel documento ARBITRO BANCARIO FINANZIARIO (pagine 99-105)

CAPITOLO QUARTO

4.2   Quale il ruolo del procedimento ABF ai fini dell’attività di vigilanza 

L’art.  29  della  legge  262/2005  introduce  nell’ordinamento  giuridico  l’art  128‐bis  TUB,  si  ha  il   passaggio  da  un  sistema  di  gestione  delle  controversie  in  ambito  bancario  finanziario  autoregolamentato,  a  un  sistema eteroregolamentato. 

La norma contenuta nell’art 128‐bis TUB, è come detto  scarna, prescrive l’adesione degli intermediare ai sistemi di  risoluzione  delle  controversie,  rinviando  alla  normativa  “secondaria” la disciplina dell’organo e della procedura. 

Nulla in essa è possibile rinvenire con riferimento alla  natura,  all’attività  che  avrebbe  svolto  l’allora  istituendo  organo  deputato  a  gestire  le  controversie  tra  clienti  e  banche. 

      

(76)  Il  nomen  “decisione”  deriva  dalla  Racc.  98/257/CE  così  dispone  nel 

considerando  1o  “le  decisioni  degli  organi  extragiudiziali  possono  essere  ad  effetto  vincolante  per  le  parti,  limitarsi  a  semplici  raccomandazioni  o  a  proposte di transazione che devono essere accettate dalle parti, che ai fini della 

Se  abbiamo  riguardo  alla  normativa  regolamentare  è  possibile  rinvenire  in  essa  la  pluralità  di  funzioni  che  al  nuovo organismo si sono volute attribuire. 

In dottrina, nel tentativo di dare sistemazione a questo  organo tra quelli pubblici o quelli privati, c’è chi ritiene che  nel  fare  ciò  si  debba  muovere  dalla  natura  effettiva  delle  funzioni  svolte , individuandone tre : 

 “diretta  consistente  nell’individuazione  della  soluzione  delle  controversie  tra  banca  e  cliente  secondo diritto; 

 sistemica di “decantazione”e ricomposizione della  della relazione tra intermediari e clienti; 

 indiretta,  strumentale  alla  funzione  di  vigilanza”(77). 

In  tutte  e  tre  le  funzioni  svolte  è  possibile  rinvenire  interessi  di  natura  pubblicistica,  deflazionare  il  carico  giudiziario;  indirizzare  attraverso  le  sue  “decisioni”  gli  intermediari verso forme comportamentali corrette, infatti,  il  riscontro  da  parte  dei  Collegi  di  comportamenti  non  corretti, può essere sintomatico di disfunzioni nel sistema,  sulle  quale  si  focalizza  l’attenzione  della  Banca  d’Italia;  tutelare  il  contraente  debole  eliminando  l’asimmetria  informativa  e  garantendo  un  rapporto  più  equo  con  gli  intermediari,  contribuisce  a  realizzare  un  mercato  efficiente, competitivo e stabile. 

      

(77)  Amorosino,  Profili  pubblicistici  e  funzioni  di  interesse  pubblico 

Se  abbiamo  riguardo  allo  scopo  per  cui  l’ABF  è  stato  istituito,  si  è  anche  sostenuto  che  l’Autorità  creditizia  abbia  inteso  a  esso  delegare  la  funzione  di  vigilanza  nei  confronti    degli  intermediari  nel  settore  della  trasparenza  delle condizioni contrattuali e correttezza dei rapporti con  la clientela(78)

Il  fondamento  della  “destinazione  funzionale”  dell’attività dell’ABF a quella di vigilanza, non è rinvenibile  nella  normativa  primaria,  dobbiamo  avere  riguardo  allo  sviluppo della normativa regolamentare. 

Si  può  iniziare  l’analisi  dalla  Del  CICR  275/2008  e  le  Disp. Applicative Banca d’Italia del 2009 (come modificate  nel 2011 ). 

La  Del.  CICR  è  stata  adottata  oltre  che  in  attuazione  dell’art 128‐bis TUB sulla base delle art 53 TUB e degli art  107 comma 2, 114 quater (allora vigenti) , la delibera precisa  nel  preambolo  che  “l’adesione  degli  intermediari  ai  sistemi  

di  risoluzione  stragiudiziale  delle  controversie  è  un  utile  strumento  per  migliorare  i  rapporti  con  la  clientela  e  la  fiducia  del  pubblico  nei  prestatori  dei  servizi  bancari  e  finanziari,  con  effetti  positivi  anche  sul  piano  del  contenimento  dei  rischi  legali  e  reputazionali”,  quindi  non 

solo  uno  strumento  nuovo  per  risolvere  diversamente  le  controversie. 

Le  Disp.  Applicative  Banca  d’Italia  in  premessa  così  dipongono:  “i  sistemi  di  risoluzione  stragiudiziale 

assumono rilievo per le finalità di vigilanza e più in generale 

      

per l’efficienza del sistema finanziario” inoltre  “meccanismi  efficaci  di  risoluzione  delle  controversie  incentivano  il  rispetto  dei  principi  di  trasparenza  e  correttezza  nelle  relazioni con la clientela tutto ciò a beneficio delle relazioni  banca e cliente nonché della stabilità degli intermediari e del  sistema finanziario nel suo complesso”. 

È dunque possibile rintracciare un nesso tra sistemi di  risoluzione  delle  controversie  e  strumentalità  o  funzionalità degli stessi ai  fini di vigilanza nella normativa  regolamentare,  ma  bisogna  dare  conto  anche  dell’ampliamento  delle  finalità  della  vigilanza  bancaria,  quale  risulta    dall’art5  TUB,  e  127  TUB  alle  autorità  creditizie. 

L’ambito  di  esplicazione  è  stato  ampliato  a  seguito  della modifica apportata all’art 127 TUB, dal d.lgs. 141/2010,  il  quale  ha  introdotto  il  comma  01,  cosi  prescrive:  “le  autorità  creditizie  quando  esercitano  i  poteri  di  cui  al  Titolo  VI  “trasparenze  delle  condizioni  contrattuali  e  dei 

rapporti con i clienti”, nel quale rientra anche l’art 128‐bis, 

hanno riguardo oltre alle finalità di cui all’art 5 TUB, anche  alla  trasparenza  delle  condizioni  contrattuali  e  alla  correttezza dei rapporti con i clienti. 

Con  questa  modifica  si  è  resa  esplicita  la  riconducibilità  nell’area  della  vigilanza,  dell’osservanza  della  normativa  sulla  trasparenza  delle  condizioni  contrattuali  e  correttezza  dei  rapporti  con  i  clienti,  ponendo  quest’organismo  con  i  suoi  interventi  come  controllore del rispetto di tale normativa. 

La  normativa  è  stata  dettata  per  tutelare  la  parte  debole  del  rapporto  contrattuale,  il  cliente,  cercando  di  colmare l’asimmetria informativa, che è fonte di squilibrio,  in un rapporto che vede le parti non in posizione paritaria. 

Si potrebbe essere portati a pensare a una normativa che  inerisce  al  solo  rapporto  banca  cliente  (rapporto  privatistico),  ma  così  non  è,  essa  costituisce  infatti,  un  valido  strumento  per  assicurare  la  concorrenzialità  nel  mercato, quindi la sua  efficienza e stabilità. 

L’attività  svolta  dall’ABF,  attraverso  la  corretta  soluzione in diritto della controversia, non rileva solo per il  caso  singolo,  ma  è  in  grado  attraverso  una  pluralità  di  decisioni  di  evidenziare  prassi  comportamentali  non  corrette  da  parte  degli  intermediari,  sintomatiche  di  disfunzioni,  per  le  quali  è  necessario  l’intervento  delle  autorità di vigilanza. 

Laddove  il  sistema  di  risoluzione  funzioni  bene,  attraverso i suoi pronunciamenti, l’ABF dovrebbe essere in  grado  di  orientare  la  condotta  degli  intermediari  verso  prassi  comportamentali  corrette,  evitando  che  si  vada  in  giudizio contribuendo così a tenere lontano lo spettro del  rischio  legale  e  reputazionale,  nuova  frontiera  della  vigilanza,  i  quali  potrebbero  diventare  concreti  laddove  si  instaurassero  contenziosi  massivi,  con  conseguenze  importanti  per  la  stabilità  competitività  e  efficienza  del  sistema bancario e finanziario. 

Senza  volere  funzionalizzare(79)

  l’attività  dell’ABF  a  quella  di  vigilanza  si  può  sicuramente  parlare  di  “complementarietà  ab  externo”( 80 ),    attraverso  la  sua  attività coadiuva la Banca d’Italia indirizzandola, attraverso  l’elevato  numero  di  ricorsi  decisi,  a  prestare  la  sua  attenzione  verso  situazioni  non  conformi  a  diritto,  o  meglio patologiche, che potrebbero avere ripercussioni sul  sistema,  può  essere  l’attività  svolta  dall’ABF  un  rafforzamento  al  rispetto  della  normativa  primaria  e  regolamentare.                                       (79) Capriglione, La giustizia nei rapporti bancari e finanziari. La prospettiva  dell’ADR, in Banca Borsa Parte I, 2010, 261; 

(80)  Amorosino,  Profili  pubblicistici  e  funzioni  di  interesse  pubblico 

Nel documento ARBITRO BANCARIO FINANZIARIO (pagine 99-105)