• Non ci sono risultati.

La situazione patrimoniale della beneficiaria

LA SCISSIONE DEL GRUPPO FIAT

4.2. La situazione patrimoniale della beneficiaria

La situazione patrimoniale di Fiat Industrial Spa risulta essere molto più semplificata rispetto alla precedente, infatti essa riflette l'unica operazione avvenuta nell'esercizio; ovvero la sua costituzione.

La società infatti è stata costituite in data 15 luglio 2010 tramite la sottoscrizione e il versamento da parte di Fiat spa dell'intero capitale sociale ammontante a 120.000 euro. Esso è costituito da 80.000 azioni dal valore nominale unitario di 1,5 euro.

Nel prospetto si ribadisce come Fiat Industrial Spa sia stata costituita per dare atto alla seguente scissione parziale proporzionale di Fiat Spa e sarà l'unica beneficiaria degli elementi patrimoniali trasferiti.

Alla data della redazione della situazione patrimoniale98 (5 giorni dopo la sua costituzione), la società non ha quindi effettuato nessuna operazione contabile, detenendo quindi come unica voce dell'attivo dello stato patrimoniale il conto corrente bancario, e tra il passivo il relativo capitale sociale interamente versato.

Anche in questo caso i principi di riferimento per la redazione dello stato patrimoniale risultano essere gli Ias, essendo la società una spa quotata nei mercati regolamentari. La situazione patrimoniale quindi sarà la seguente99:

98 Effettuata in data 20 luglio 2010

5.La relazione degli esperti

La relazione degli esperti è un documento accessorio al relativo progetto di scissione che ha come finalità la verifica della congruità del rapporto di concambio e delle eventuali difficoltà valutative.

L'art. 2506Ter, al terzo comma prevede però la possibilità di rinunciare a questa relazione in una pluralità di casi, tra cui qualora si tratti di una scissione proporzionale a favore di una società all'uopo costituita.

Ovvero, il presente articolo, prevede delle procedure semplificate.

La relazione degli esperti risulta altresì superflua quando la scissione non posa in alcun modo comportare una variazione del valore delle partecipazioni detenute dai soci, rendendo quindi irrilevante la determinazione del rapporto di cambio.

Questo risulta essere verificato in presenza di una scissione parziale avvenga a favore di beneficiarie esistenti interamente possedute dalla scissa.

Poiché l'operazione in esame riguarda una scissione parziale a favore di una beneficiaria già costituita e il cui patrimonio è interamente posseduto dalla scissa, e visto ancora che il criterio utilizzato è quello proporzionale, la determinazione del rapporto di concambio diviene irrilevante.

Pertanto per semplificare l'intero iter procedurale è stato ritenuto opportuno rinunciare a tale relazione.

6.Il documento informativo

Quando all'operazione di scissione partecipano società quotate, oltre ai documenti già analizzati, occorre fare riferimento agli ulteriori adempimenti sull'informativa societaria richiesti dal D.lgs. n.58/1998 (TUF) e modificato dal D.lgs. 17 settembre 2007, n. 164 (attuativo direttiva Mifid), dal D.lgs. 6 novembre 2007, n. 195 (Transparency), dal D.lgs. 19 novembre 2007, n. 229 (disciplina OPA) e dal D.lgs. n. 173 del 3 novembre

2008.

Tale disciplina è la tutela dei piccoli azionisti, e tutti i documenti emessi dovranno poi essere messi a disposizione del pubblico e trasmessi alla Consob.

Oltre a quanto già esposto nei paragrafi precedenti, risulta opportuno concentrarsi adesso nella trattazione dei rischi connessi all'operazione, nonché sulle prospettive e stime presunte dall'operazione100.

Partendo dalla trattazione dei rischi, il documento informativo evidenzia inizialmente le incertezze relative all'attività del Gruppo Fiat.

Tra i fattori di influenza, un ruolo sicuramente rilevante è svolto dalle condizione generali dell'economia mondiale al momento della scissione.

Infatti, la situazione patrimoniale, economica e finanziaria del Gruppo risente dell'incremento e del decremento del prodotto nazionale lordo, del livello di fiducia dei consumatori e del mondo delle imprese, dall'andamento dei tassi di interesse e dal costo delle materie prime.

La fase di recessione e di stagnazione economica che ha colpito la nostra economia si è quindi tradotta in una debolezza della domanda, che ha subito contrazioni in tutte le attività del Gruppo.

Inoltre il venir meno dei finanziamenti statali in tutti i paesi europei, ha ulteriormente aggravato le condizione del business degli automobili.

Operando in settori storicamente soggetti ad elevata ciclicità, ovvero che tendono a riflettere l'andamento generale dell'economia, il Gruppo Fiat sta attraversando difficoltà anche nel momento attuale.

Infine, legato a questo aspetto, il documento evidenzia che altre circostanze economiche come l'aumento dei prezzi dell'energia, la fluttuazione dei prezzi delle commodity, e delle materie prime sicuramente andranno ad influenzare, insieme agli altri fattori indicati poc'anzi, tutti i business del Gruppo sia sui risultati economici, sia sulla situazione finanziaria.

Il secondo fattore di rischio è relativo al fabbisogno dei rischi finanziari.

Dal documento si evince : “Il futuro andamento del Gruppo Fiat dipenderà, tra l’altro, dalla sua capacità di far fronte ai fabbisogni derivanti dai debiti in scadenza e dagli investimenti previsti attraverso i flussi derivanti dalla gestione operativa, la liquidità

disponibile, il rinnovo o il rifinanziamento dei prestiti bancari e l’eventuale ricorso al mercato dei capitali o ad altre fonti di finanziamento”.

Ovvero nonostante il Gruppo abbia cercato di mantenere un livello adeguato della propria liquidità e di capitale circolante, le contrazioni delle vendite potrebbero portare all'impossibilità di generare cassa dalle attività operative, dovendo quindi fare utilizzo di nuovi finanziamenti e rifinanziamenti del debito esistente.

Altri rischi risultano essere associati, al rating di Fiat Spa.

Infatti con le riduzioni del merito di credito operate nel 2009 dalle maggiori agenzie di rating (Moody’s Investors Service, Standard & Poor’s Rating Services, Fitch Ratings Ltd), il rating di Fiat Spa prima della scissione risultava essere BB+ e quindi inferiore rispetto all'Investiment Grade.

Altro rischio considerato nel documento informativo è quello legato alla fluttuazione dei rischi di cambio, d'interesse e i rischi di credito.

Il Gruppo Fiat, operando su scala internazionale, e di conseguenza in una pluralità di Paesi, risulta essere particolarmente esposta ai rischi di mercato riguardanti le fluttuazioni dei rischi di cambio e del tasso di interesse.

La distribuzione geografica del suo apparato produttivo e commerciale comporta quindi un flusso continuo di esportazioni e l'utilizzo di valute estere che influenzano notevolmente tale tipologia di rischio.

Il rischio di cambio risulta essere correlato al 15% del fatturato.

Passando ai rischi di credito, occorre premettere che il Gruppo Fiat utilizza una pluralità di forme di finanziamento per la copertura dei propri fabbisogni e per effettuare finanziamenti alla clientela.

Il documento informativo riporta: “L’indebitamento delle Attività Industriali del Gruppo Fiat (al netto dei crediti finanziari intersegment), che al 30 settembre 2010 ammonta a 15,5 miliardi di euro, risulta per circa il 65% composto da strumenti finanziari a tasso variabile o con scadenza a breve. Peraltro, anche la liquidità delle Attività Industriali (al 30 settembre 2010 pari a 11,4 miliardi di euro) è essenzialmente impiegata in strumenti finanziari a breve o a tasso variabile”.

Quindi nonostante la compensazione degli impatti derivanti da cambiamenti dei tassi di interesse sia attivi che passivi, tali fluttuazioni possono provocare notevoli riduzioni dei ricavi e peggioramento dei margini di profitto.

Inoltre le attività di finanziamento a favore della clientela provocano rischi legati all'insolvenza di quest'ultimi.

Ulteriori rischi sono legati alle operazioni straordinarie; come fusioni, acquisizioni, ristrutturazioni, i cui risultati sono difficilmente prevedibili.

Non vi sono infatti certezze sul fatto che il Gruppo sia in grado di realizzare sinergie, riduzioni di costi, ampliamento dell’offerta di prodotti o altri benefici attesi dall’alleanza strategica.

Altra fonte di rischio riguarda i rapporti con dipendenti, fornitori e amministratori. Partendo dai primi il documento evidenzia che in molti Paesi in cui il Gruppo si trova ad operare, i dipendenti risultano essere protetti: da leggi, contratti di lavoro collettivi e rappresentanze locali.

Questo, secondo Fiat, andrebbe a incidere sulla flessibilità aziendale, nel momento in cui fosse necessario un ridimensionamento o una ristrutturazione aziendale, andando quindi a influire sui business aziendali.

Passando alla tematica dei fornitori, in questo caso il rischio si sposta al loro elevato numero e alla stretta collaborazione necessaria.

Infatti questi due presupposti se da un lato possono portare a una riduzione dei costi, dall'altra potrebbero legare il Gruppo alle eventuali difficoltà dei fornitori stessi, andando ancora una volta a influire sui relativi risultati economico-finanziari.

Il successo del Gruppo Fiat risulta essere dovuto dalle capacità di gestione espresse dal suo organo amministrativo, quindi in questo caso i rischi sono dovuti alla perdita degli stessi.

Il rischio si colloca quindi nella difficoltà a ritrovare sul mercato del personale qualificato e con le stesse conoscenze e capacità di quello posseduto.

Anche il rischio settore, risulta rappresentare una forte minaccia per l'intero Gruppo. Partiamo dal fatto che la quasi totalità dei ricavi derivano dal settore dell'automotive, che comprende produzione e vendita di automobili, macchine agricole, dei veicoli industriali e dei relativi componenti e che si tratta di un business altamente concorrenziale.

La competitività riguarda soprattutto il livello dei prezzi, che vista la contrazione della richiesta di beni in questi settori, la capacità produttiva, e quindi l'offerta, supera abbondantemente la domanda, ma anche la qualità dei prodotti, di innovazione, di

affidabilità e sicurezza, di assistenza e di migliori condizioni economiche.

Considerando che una parte rilevante sia della produzione, che delle vendite del Gruppo avviene in Paesi al di fuori dell'Italia, il Gruppo deve tenere in costante controllo, i seguenti aspetti:

1) esposizione a condizioni economiche e politiche locali;

2) all'attuazione di politiche restrittive delle importazioni ed esportazioni; 3) ai regimi fiscali presenti nei diversi Paesi;

4) all'introduzione di politiche di limitazione per gli investimenti stranieri, nonché alle politiche di cambio.

Anche la presenza in mercati emergenti, quali Brasile, Argentina, India, Turchia e Cina, potrebbero determinare in futuro con il verificarsi di sviluppi politici o economici sfavorevoli in tali aree, ivi incluse crisi economiche o instabilità politica, degli scenari negativi sulle prospettive di business del Gruppo, nonché sui suoi risultati economici e/o sulla sua situazione finanziaria.

Ultime due aree di rischio considerate sono quelle connesse alle politiche ambientali e alla capacità di offrire prodotti innovativi.

I prodotti e le attività del Gruppo sono assoggettate a un notevole numero di leggi e regolamenti in materia ambientale.

Tali normative riguardano sopratutto il livello di emissione di gas inquinanti, la riduzione dell'utilizzo di combustibili, lo smaltimento dei rifiuti, delle acque e la contaminazione dei terreni.

“Per adeguarsi a tali norme e regolamenti, il Gruppo Fiat impiega ingenti risorse e prevede di dover continuare a sostenere costi elevati in futuro”.

Finendo la trattazione con i rischi legati alla possibilità di fornire prodotti innovativi, si delinea come il successo del Gruppo è legato alla capacità di mantenere e incrementare la propria quota di mercato attraverso prodotti sempre più innovativi e di qualità.

In particolare si evidenzia che “qualora il Gruppo Fiat non fosse in grado di sviluppare e offrire prodotti innovativi e competitivi rispetto a quelli dei principali concorrenti in termini, tra l’altro, di prezzo, qualità, funzionalità, o qualora vi fossero dei ritardi nell’uscita sul mercato di modelli strategici per il business del Gruppo, le quote di mercato del Gruppo Fiat potrebbero ridursi con un impatto negativo”.