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La società wolof

Nel documento Filippo Concollato (pagine 100-103)

La società wolof è tradizionalmente raggruppata negli stati pre-coloniali del Kayor, del Baol e del Djolof. Prima della monarchia, fino al XII secolo, la società wolof è organizzata in lamanats: comunità agricole sedentarie basate sul lignaggio o sull’appartenenza allo stesso clan, al cui comando è posto un laman. Questi dispone di un’autorità patriarcale che esercita con l’aiuto del consiglio degli anziani e detiene le funzioni religiose, politico-giuridiche e fondiarie.

Le terre appartengono alla collettività, ma è il laman che ha il compito di ripartirle tra le diverse famiglie della comunità, dalle quali percepisce rendite, a carattere puramente simbolico, ed un utile annuo sui raccolti. Emerge così un sistema di produzione definito da A. Bara Diop come “lamaniale”, in cui è visibile la transizione da un tipo di produzione patriarcale, senza rendita, ad un tipo di produzione tributario, tipico della monarchia, in cui il potere del laman si tramuta in potere di dominazione e sfruttamento.

Si viene a creare una sorta di nobiltà terriera direttamente legata al lignaggio del laman, libera da quei tributi che gli stranieri, invece, devono pagare per l’uso delle terre. Si gettano così le basi per la costituzione della monarchia e dello Stato.

È difficile ricostruire il momento di passaggio da questo tipo di organizzazione alla monarchia: tuttavia, verso la metà del XIII secolo, fanno la loro comparsa i grandi laman che sono a capo di ogni religione wolof e sono al di sopra degli altri laman.

Il potere del monarca è un potere temporale, egli detiene tutte le

mantenere l’ordine interno, di governare il paese e di proteggerlo dalle aggressioni esterne. Per far fronte ai costi del mantenimento della sicurezza del paese, il sovrano impone tasse e rendite sui raccolti e sul bestiame, che si fanno più onerose in caso di guerra.

La società wolof, sin dall’epoca pre-monarchica, risulta basata su una semplice stratificazione: la prima è di ordine, orientata a distinguere gli uomini liberi dagli schiavi; la seconda è di casta, riguardante solo gli uomini liberi. Essa è fondata sulla divisione sociale del lavoro e delle funzioni e si caratterizza per la rigida segregazione e gerarchizzazione dei gruppi. Gli uomini liberi, i gor, si suddividono in due grandi gruppi: gèr e

gnegno. I primi di questi rappresentano la casta superiore, godono di un

diritto di nascita dato che sono puri wolof; i gnegno invece sono inferiori perché impuri, discendenti da stranieri o di ceppo misto.

I gér sono tenuti al rispetto di un rigido codice dell’onore e della generosità, aspetto che non impegna i gnegno, e non possono esercitare alcuna attività artigianale o professione intellettuale in quanto appartenenti alla casta superiore. I gnegno svolgono delle professioni specializzate che vengono trasmesse ereditariamente.

Con l’instaurazione della monarchia il sistema di ordini si sovrappone a quello precedente: i gér possono appartenere all’aristocrazia, e sono definiti garmi, essere notabili, jàmbur, oppure semplici allevatori o pescatori, baadoolo.

I garmi costituiscono la nobiltà e sono i fondatori del regno grazie alla forza delle armi. Questo ordine si trasmette per eredità, ma si può diventare

garmi anche accedendo al potere con la forza.

esplicando funzioni politiche amministrative su tutti i livelli. Come i garmi vivono delle rendite provenienti dallo sfruttamento dei baadoolo e dal lavoro degli schiavi.

I baadoolo sono i contadini, gli allevatori o i pescatori. Essi non hanno alcun potere e per questo sono posti alla base dei gér. Godono di una libertà puramente formale: pagano tasse e imposte su raccolti e bestiame, forniscono prestazioni di lavoro, sono vittime di saccheggi e razzie. Il loro status sociale è superiore solo a quello degli schiavi.

È evidente che l’accesso al potere va a strutturare i rapporti tra garmi,

jàmbur, baadoolo e djàm, gli schiavi, e la dominazione politica dei primi si

traduce in un sistematico sfruttamento economico a danno degli ordini inferiori3.

I gnegno costituiscono il corpo inferiore dei gor, cioè sono uomini liberi e divisi in caste e sottocaste, strettamente endogamiche, a seconda delle loro funzioni: gli artigiani, i jeff-lekk, poeti e musicisti, i sab-lekk, cortigiani e servitori, i gnoole.

I gnegno e i gèr sono posti entro un rapporto di dipendenza socio-economica determinata dal carattere gerarchico del sistema di casta.

Gli schiavi infine si dividono in djàm-bur e djàm-baadoolo. I primi sono gli schiavi della famiglia reale, tali per nascita o perché vinti in guerra, la loro condizione socio-economica è superiore a quella dei djàm-baadoolo su cui spesso esercitano comando e controllo. I djàm-baadoolo sono gli schiavi della gente del popolo e sono posti nel gradino più basso della scala sociale.

Secondo A. Bara Diop, è la gerarchia stessa che va a qualificare il

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sistema di caste, articolato all’interno di un sistema di ordini politico-sociale. Attraverso la distinzione della stratificazione sociale dei wolof, possiamo capire le dinamiche che portano, attraverso le guerre dei marabutti, all’affermarsi e al diffondersi della religione islamica.

L’islam si è inserito in una struttura socio-politica in crisi dove ha giocato un ruolo catalizzatore delle tensioni, tuttavia l’adesione ad esse è stata spontanea e le “guerre sante” che si sono succedute hanno trovato spiegazione nelle divisioni sociali già esistenti nella società.

Nel documento Filippo Concollato (pagine 100-103)