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V. La cura delle storie d'amore: tre relazioni sul palcoscenico

V.3. La storia di Anna e Giulio: la resistenza difensiva all'intersoggettività

V.3.5. Lavorare per il futuro: il punto della situazione

Verso la fine del percorso, viene messo in scena con modalità socio-drammatiche lo stato dell'arte.

Il Direttore propone una serie di poli opposti tratti dalle tematiche emerse durante il percorso di coppia. I due partner si posizionano ogni volta in un punto sul continuum tra i due poli, facendo riferimento alle loro dinamiche relazionali, motivano la loro posizione e citano un episodio concreto della loro vita di coppia, ove lo hanno visto in essere.

Rispetto al grado di comunicazione, piuttosto che di chiusura, entrambi si pongono verso ma maggiore capacità di apertura e comunicazione nella coppia.

Rispetto alla capacità di integrare elementi positivi ed elementi critici, contro la tendenza che era soprattutto di Anna di avere una visione manichea delle situazioni, Anna si pone più di Giulio in una posizione di integrazione.

Anna: “Vedo Giulio con occhi diversi”

Giulio “A volte sento ancora una certa rigidità che non voglio abbandonare come l'altra sera durante la cena di famiglia contestata”

Rispetto alla capacità di empatia, piuttosto che di centratura su se stessi, entrambi sono onesti rispetto alle difficoltà.

Giulio: “Cerco di essere più comprensivo, anche se non sempre ci riesco”

Anna: “Dipende molto dai contesti, sono davvero poco empatica se devo mettermi nei suoi panni dei suoi genitori”

Rispetto il senso di colpa, piuttosto che la legittimazione dei proprio bisogni, per Anna è ancora una questione critica, meno per Giulio.

Anna: “Sono tutta sbilanciata verso il senso di colpa, non mi sento mai nel posto giusto, fatico a stare nel qui ed ora con tranquillità senza pensare a casa quando sono al lavoro e al lavoro quando sono a casa”

Giulio: “Non sempre, ma già prima per me era più semplice sentire come legittime certe mie richieste, soprattutto rispetto al lavoro: se devo andare, devo andare”

Rispetto al senso di auto-efficacia contro il senso di fallimento, entrambi sono soddisfatti, soprattutto Giulio il cui tema del fallimento è sempre in agguato.

Giulio: “Sono soddisfatto dell'aver aumentato il piacere di stare insieme”

Anna: “Sono molto contenta dei passi avanti fatti in questi mesi ma penso che ci sia ancora da fare”

Rispetto alle modalità di avvicinamento a ciò che si desidera, piuttosto che evitare le cose che si temono, Giulio si ritiene meno evitante e dichiara che ciò che lo ha reso più sereno è condividere maggiormente le scelte di vita di Anna. Anna è meno ottimista sente ancora il peso del timore nelle scelte.

Rispetto a slancio, iniziativa, desiderio, contro inerzia, passività e timore la situazione ha tratti di notevole rigidità per entrambi:

Anna: “Mi sento frenata dal suo giudizio”

Giulio: “La mia parte razionale mi frena, non voglio fare cose avventate, voglio tenere i piedi per terra”

Rispetto al tema dell'assunzione di responsabilità, contro la tendenza ad attribuire la responsabilità agli altri, Giulio si pone verso la quasi piena acquisizione rispetto al non considerare le difficoltà come frutto di altro o altri, piuttosto che valutare ed agire sul proprio margine di responsabilità ma ammette di tenere tiene alta la guardia.

Giulio: “Cerco di approfondire, di fermarmi e di valutare dove può dipendere da me o cosa posso fare io, ma in generale a me pare un elemento ancora da acquisire per entrambi”

Anna: “Io penso di essere più consapevole della tendenza che ho a puntare il dito all'esterno; per entrambi è un tema da tenere a mente per evitare di ricadere nelle accuse reciproche”

Rispetto a complicità, piuttosto che lontananza, entrambi si collocano nel punto della massima complicità che sentono di aver ritrovato.

Qualche ombra resta soprattutto là dove è evidente una rigidità palpabile, la coppia potrebbe lavorare per acquisire ulteriori gradi di libertà nell'espressione di se stessi entro la relazione. Tuttavia soprattutto per richiesta di Giulio, al momento ci fermiamo. Più avanti valuteremo un follow up.

La sessione si chiude dove prima il non verbale, poi il verbale, danno voce ad emozioni importanti.

Viene riprodotta, attraverso i loro corpi, la scultura della loro relazione: lei si accoccola sul petto di lui e lui la cinge sovrastandola. In inversione di ruolo danno voce alla scultura.

Anna (Anna): “Voglio il tuo supporto, Giulio, la tua approvazione ed il tuo sostegno”

Giulio (Anna): “Sono protettivo ma faccio fatica a mettermi in contatto con le mie emozioni e ancora di più ad offrirtele”

Tornati nei propri panni, e nella posizione iniziale, i partner procedono con una rettifica o integrazione di quanto è stato detto in inversione di ruolo.

Rettifica di Anna: “Ho bisogno Giulio, anche se sono in grado di camminare con le mie gambe”

Rettifica di Giulio: “Fatico ad avere a che fare con le miei emozioni ed Anna, deve accettare questa mia fatica”

Si tratta di un incontro commovente per le emozioni palpabili che circolano, incontro tra i due partner che contempla anche una dimensione corporea e che fornisce utili indicazioni per proseguire al meglio verso il futuro. Un futuro probabilmente non privo di momenti di conflitto ma con una nuova capacità di affrontarli, evitando di ripetere le dinamiche che, nell'occultarli, aveva rischiato di far saltare per aria una coppia fondamentalmente ricca di legami e sentimenti.

L'ammissione di dipendenza di Anna è l'espressione e la richiesta di accoglienza di una “dipendenza sana”; il suo messaggio sottolinea che ha bisogno di Giulio perché è il suo compagno, perché l'ha scelto come tale e avere bisogno di lui è una scelta libera ed autentica perché sa camminare anche da sola, ma con lui è meglio, perché si amano; al contempo Giulio ammorbidisce la sua scorza protettiva ammettendo delle difficoltà e chiedendo di essere accolto in questo.

Lo scambio che avviene per voce della scultura della loro coppia suona come una rassicurazione per entrambi da cui ripartire.

Durante l'ultima sessione giochiamo proprio con il futuro, un futuro remoto. Dopo un riscaldamento che implica una certa complicità corporea tra avvicinamenti, allontanamenti, guidare, essere guidati è visibile che, nella modalità di vivere l'aspetto corporeo e non verbale del lavoro, qualcosa è cambiato.

Anna che dichiaratamente non contemplava scambi fisici, se non nell'ambito della sessualità, è più a suo agio e si lascia andare con più spontaneità ai giochi di contatto.

Abbraccia e si fa abbracciare, Giulio ne è felice.

Dopo il riscaldamento non verbale, in cui il corpo e il contatto sono stati protagonisti, è il momento di un viaggio nel tempo: abbracciati sul divano accanto al camino, alla riapertura degli occhi, i due partner si trovano tra vent'anni con la possibilità di osservare e commentare i due giovani che litigano per decidere se andare a Parigi da soli oppure con il figlio più piccolo.

Commenti, osservazioni, emozioni, tenerezza e battute, ovviamente, perché l'ironia può essere anche una risorsa, e non solo una via di fuga dalle emozioni, e, rispetto a questa coppia, è una cifra caratteristica non da cancellare, ma semplicemente da conoscere e valorizzare nei momenti e nei modi giusti.

In chiusura, grazie alla loro esperienza e saggezza, i due anziani coniugi possono fornire ai due giovani i migliori suggerimenti, per proseguire insieme con serenità ed appagamento.

Ritorno alla realtà e soliloqui di entrambi si svolgono in un'atmosfera serena e positiva; e sembra di intravedere gli occhi di Anna diventare lucidi. Giulio sorride e tutti sappiamo che finalmente è possibile lasciar venire a galla le emozioni.