V. La cura delle storie d'amore: tre relazioni sul palcoscenico
V.1. La storia di Asia e Paolo: strategie per favorire l'intersoggettività
V.1.1. La prima sessione: richieste di connessione e “dialoghi demone”
ACCOGLIENZA
Arrivano puntuali. Li osservo dalla finestra: Asia davanti, Paolo qualche passo più indietro con un po' aria tesa.
Salutano sorridenti, due convenevoli sul tempo e spiego loro che lavoreremo in teatro,
anche se oggi non sarà esattamente una sessione di psicodramma come quella che hanno già sperimentato; ci togliamo le scarpe e ho l'impressione che, il setting “insolito”
rispetto all'immaginario e il fatto che entrambi sono già stati in teatro in occasione di una giornata di psicodramma, favorisca una maggiore rilassatezza.
Spiego il contratto terapeutico, come procederemo oggi e successivamente nei primi incontri: inizieremo con il mettere a fuoco gli obiettivi di questo percorso.
ATTIVAZIONE PSICOMOTORIA
Per stimolare un'attivazione psicomotoria, li invito a camminare, prendere contatto con il luogo, prima, e con loro stessi, poi, e scegliere il telo colorato che rappresenta lo stato d'animo del momento.
Asia sceglie il bianco: “Bianco come la mia leggerezza mista a curiosità positiva per ciò che accadrà.”
Paolo il blu: “Blu come un mare calmo.”
ATTVITA' IN INVERSIONE DI RUOLO
Direttore: “Bene, vi invito a riporre il telo, sedervi sui cuscini e poi scambiavi di posto sapendo che quando sarete seduti sul cuscino dell'altro, sarete diventati l'altro.”
I ragazzi avendo già avuto una esperienza di psicodramma comprendono immediatamente la consegna e si scambiano i posti.
Direttore: “Ora in inversione di ruolo rispondete a turno alla domanda: 'perché sono qui' e poi, magari, a qualche mia domanda di approfondimento”
Asia (Paolo): “Sono qui perché secondo me le cose tra noi non vanno, e sono molto stanca di questa situazione. Sono infelice e insoddisfatta. E mi chiudo, mi tengo tutto per me, tanto a lui non interessa e non mi ascolta”
Direttore: “Quindi sei qui per farti ascoltare da Paolo?”
Asia (Paolo): “Sono qui per vedere se torniamo a comunicare. Non comunichiamo più. E poi vorrei più attenzioni.”
Direttore: “Un tempo comunicavate facilmente?”
Asia (Paolo): “Io sono sempre stata un po' chiusa ma era diverso.”
Il Direttore si rivolge ad Asia nei panni di Paolo.
Paolo (Asia): “Sono qui perché mi ha portato Asia.”
Direttore: “Per te le cose tra voi sono soddisfacenti?”
Paolo (Asia): “No affatto.”
Direttore: “Allora è rispetto alla terapia che tu non sei d'accordo?”
Paolo (Asia): “Non che non sono d'accordo è che io non avrei mai preso questa iniziativa, sono stato trascinato qui.”
Al ritorno nei loro panni ci sono rettifiche e commenti.
Paolo: “Sono piuttosto infastidito dal fatto che Asia non abbia capito che non sono semplicemente stato trascinato qui, ma che anche a me interessa mettermi in gioco in questo percorso... non sono solo quello... se no non sarei qui”
Asia: “Io invece sono colpita e stupita di come cose tante volte ripetute sono comunque state capite diversamente o non sono arrivate. Abbiamo molto da lavorare.”
Nell'attività successiva, ognuno scrive una lista degli obiettivi e dei problemi della coppia che rileva e che desidera risolvere, poi, in inversione di ruolo, li commenta ed illustra nei panni dell'altro. Al ritorno nei propri panni, ognuno avrà la possibilità di rettificare e commentare tra sé e sé.
Entrambi concordano, rispetto all'elemento più rilevante ed urgente da affrontare: la
comunicazione tra di loro. Non parlano più dei loro problemi, dei loro bisogni, dei loro disagi perché bloccati dalla paura che il dialogo sfoci in una dolorosa discussione, come ultimamente è accaduto, producendo l'unico risultato di ferirsi sempre di più.
Entrambi attualmente hanno un atteggiamento evitante, tendono a chiudersi ognuno nel proprio silenzio, preferendo farsi distrarre da altro (cellulare, televisione) anche quando potrebbe esserci l'opportunità di un incontro e di uno scambio.
Atteggiamento evitante che Paolo riconosce come sua difesa tipica, soprattutto dopo il doloroso incidente del padre, ma che, alla resa dei conti, attualmente adotta anche Asia.
In questa comune affermazione si intravedono nel loro passato recente i “Dialoghi Demone” che con ogni probabilità hanno attraversato le varie fasi dalle accuse reciproche (“trova il cattivo”), alle accuse di Asia che producono il ritiro di Paolo, ma anche il contrario (“la polka di protesta”) fino all'attuale ritiro di entrambi dato dalla stanchezza e dalla frustrazione di tentativi di comunicazione senza esito (“immobilizza e scappa”).
Rispetto ai punti successivi ci sono delle differenze, a volte speculari.
Per Paolo manca l'intimità, non solo sessuale, mancanza secondo lui dovuta alla carenza di comunicazione soddisfacente; secondo lui, inoltre, latita la progettualità relativa anche a piccole cose, come per esempio cosa fare nel tempo libero, e non solo di progetti importanti come quello di costruire una casa insieme, proposito rispetto al quale Asia è titubante. Punto interessante l'ultimo dell'elenco: il peso delle responsabilità che Paolo sente pesare eccessivamente su di sé, questione che si renderà più chiara durante gli incontri successivi. Paolo si sente sobbarcato da troppe responsabilità avendo accanto una compagna estremamente dipendente a causa di problemi di ansia, ma con delicatezza evita in questa occasione di essere più esplicito.
Mentre, nei punti successivi, Asia esprime il desiderio di poter esternare il proprio sentire e le proprie emozioni senza sentirsi in colpa; emerge qui la sofferenza per non essersi sentita capita di fronte al periodo buio e paralizzante di attacchi di panico ed ansia. Ultimo punto, il desiderio che “lui impari ad essere una spalla d'appoggio” e la sostenga maggiormente, richiesta speculare rispetto al peso che Paolo sente nel doversi sobbarcare le conseguenze della dipendenza di Asia.
CONCLUSIONE
Direttore: “A conclusione di questa prima sessione di coppia vi chiedo di scegliere un colore che esprima come vi sentite rispetto a questo percorso.
Asia: “Verde prato, ho fiducia.”
Paolo: “Azzurro, ho un senso di sollievo.”
La conclusione è positiva e serena, tuttavia passerà molto tempo prima che questo propositivo clima di fiducia si ripresenti.
Facendo una concessione alla dinamica interpersonale, considerando che si tratta di una coppia che abitualmente non comunica e considerando il clima pervaso da positività, chiedo loro di dirsi cosa si portano a casa questa sera.
Dopo di che, chiedo che se lo dicano in modo non verbale, cosa che suscita un po' di difficoltà e che lascio fare loro in “segreto” voltandomi.
La richiesta del non verbale è stata dettata dall'osservare la reazione rispetto ad un possibile contatto fisico, dato che i due partner hanno mantenuto una evidente distanza fisica durante tutta la sessione, cosa che approfondirò in seguito.
Durante il lavoro insieme, non ci sono state accuse reciproche esplicite, anche se nelle note di Asia la sensazione è che ci sia un atteggiamento di accusa verso Paolo, il quale, da parte sua, è sembrato consapevole delle sue fragilità, come anche della sua chiusura fortemente auto-protettiva, che riconosce creare problemi nella coppia; Paolo nel suo esporsi da la sensazione che chieda di essere tutelato, di non essere esposto troppo, troppo presto, di non far saltare le sue strutture difensive troppo precocemente e troppo bruscamente.