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V. La cura delle storie d'amore: tre relazioni sul palcoscenico

V.3. La storia di Anna e Giulio: la resistenza difensiva all'intersoggettività

V.3.4. Punti di innesco, momenti critici e momenti nutrienti

Le dinamiche conflittuali si esprimono maggiormente, non restano più sotterranee e, come tali, possono essere più facilmente viste e rappresentate.

Finalmente Anna e Giulio discutono. E' ora possibile accompagnare i membri della coppia a riconoscere i propri punti vulnerabili da cui inavvertitamente possono partire ferite e sofferenze che determinano le reazioni di attacco piuttosto che di chiusura.

Può bastare una frase come quella di Giulio “sei anaffettiva come tuo padre” per far chiudere a riccio Anna per una settimana intera.

Può bastare un atteggiamento di freddezza o di distanza come quello di Anna per far scatenare nei pensieri di Giulio la fine del mondo, del suo mondo in cui non può permettersi “l'ennesimo fallimento”.

In gioco c'è anche una ridefinizione di ruoli che, per essere effettuata, deve sbarazzarsi della paura della perdita e recuperare la connessione emotiva.

Giulio: “Sono soprattutto un papà, mi sento bene se posso accudire, ora Anna non ha più bisogno di me come un tempo, va, viene, è tutta presa dalla sua attività, ma io ho i figli di cui occuparmi, la relazione se va bene va da sé, i figli sono più problematici, non posso mollare con loro, devo tenere la guardia alta.”

Anna: “Voglio essere una donna con il suo uomo accanto, adesso ho una mia attività, mi sento forte e indipendente, ho bisogno di un compagno al mio fianco non di uno che mi disapprovi e mi faccia sentire sbagliata”

La coppia di Anna e Giulio è dovuta passare dall'assenza di conflitto, all'imparare a litigare e allo stare nel conflitto, al recuperare la connessione emotiva, nonostante e grazie alla possibilità di mostrarsi autenticamente all'altro con ritrovata fiducia.

Il processo non sempre semplice e lineare si snoda grazie all'opportunità di rivedere i momenti difficili ma anche i momenti nutrienti in cui si è manifestato il cambiamento positivo e, non ultimo, i momenti di autentica connessione che si verificano man mano nella loro vita.

I temi cruciali e conflittuali trattati durante le sessioni riguardano:

la genitorialità e la gestione dei figli, soprattutto per Giulio

la poca attenzione e reattività di Giulio alle richieste di Anna

la paura di perdersi di entrambi

il bisogno di Anna di avere accanto un compagno complice e non un padre bacchettone

l'insofferenza di Giulio alle richieste di complicità e novità di Anna (come il passare una notte in un albergo a tema)

l'insofferenza di Anna per le ingerenze della suocera senza che Giulio riesca a porvi degli argini

la richiesta di più tempo insieme di entrambi ma per Anna si tratta di tempo per la coppia, mentre per Giulio di tempo per la famiglia

Un momento significativo che inaugura l'inizio del recupero della connessione emotiva è vissuto durante le festività natalizie, da sempre periodo critico per Anna che la costringe a fare i conti con la sua famiglia d'origine e con la sua frustrazione per non averla come vorrebbe.

Anna commentando con Giulio il Natale appena trascorso, del quale è stato messo in scena il pranzo di famiglia:

Giulio, per la prima volta ti ho visto schierarti apertamente dalla mia parte, ti ho sentito sostenermi quando ho espresso la mia frustrazione per l'assenza di mio padre a pranzo. Ti ho sentito accanto a me, ho sentito e sento un grande calore avvolgermi.”

Giulio nel lanciare uno sguardo complessivo all'anno passato ammette che:

“Non è stato tanto male, il natale appena trascorso, le vacanze con i bambini e il nostro week end ad Amsterdam da soli, sono stati i momenti più belli. Forse abbiamo solo bisogno di più tempo per noi”

Nella proiezione nell'anno futuro, Anna vede lei e Giulio a condividere tempo e interessi con altre coppie, Giulio vede tutta la famiglia insieme nel tempo libero.

In veste di Direttore con un doppio sotto forma di specchio ricapitolo la situazione, facendo notare oltre alla positività una possibile criticità, in altre occasioni sollevata da Anna stessa:

“... per il prossimo anno, insieme con gli amici..., tutti insieme con i bambini... e quando insieme soli?”

Il dilemma del week end a Parigi: con o senza figli?

In più di una sessione, emergono in modo significativo le discussioni relative ad una breve vacanza: portare o meno il figlio minore con loro durante il fine settimana, programmato per il compleanno di Anna, a Parigi?

Il dilemma è sentito in modo molto vivace da Anna. Giulio durante la sessione che tratta direttamente l'argomento è molto distratto da problemi di lavoro e, cosa più unica che rara, durante la seduta tiene acceso il telefono che consulta frequentemente, irritandola.

Lavora Anna come protagonista. Giulio ne è distratto testimone. Viene messa in scena una breve discussione tra i due.

Anna: “Ma è l'occasione per stare finalmente un po' insieme noi due soli”

Giulio: “Ma e il nostro Luchino, povero? Lo lasceresti a casa da solo?”

La sensazione è che Anna vorrebbe che Giulio si sbilanciasse di più verso la coppia,

mentre lui sarebbe ben disposto a portare anche il figlio piccolo a Parigi per risolvere in un colpo solo i sensi di colpa verso entrambi.

La discussione viene sentita da alcune persone care poste come testimoni da Anna, che successivamente danno voce ai loro commenti.

Madre di Anna (Anna): “Sì, portatelo povero piccolo, perché è una gita di famiglia e noi non ne facevamo mai...”

Renato, un amico, (Anna): “Dai, andate sa soli! La coppia ha bisogno dei suoi spazi”

Paola, l'amica, (Anna): “Porta solo il più piccolo, così gli dedichi quel tempo che non riesci mai a ritagliarti”

Lucio, il migliore amico di Anna, (Anna) che sente le considerazioni della mamma di Anna e di Paola: “Ottima idea portare Luca ma in altre occasioni, prima di essere famiglia si deve essere copia”

Soliloquio di Anna: “Mi sento confusa e sola, vorrei che Giulio prendesse più posizione accanto a me nella coppia.”

Anna replica ai vari testimoni con la sua verità. Da cui emerge la sensazione di essersi persi, di essere soprattutto genitori ma non più marito e moglie, complici e con il piacere di stare insieme.

Considerazioni finali di Anna: “Mi sento frustrata sono passati quattro mesi e non siamo ancora usciti una volta da soli. Questo fine settimana è un'occasione importante, certo che mi fa piacere avere anche Luca con noi ma sarei disposta a superare la nostalgia per lui e pensare a noi due”

Giulio dalla poltrona del testimone: “Anna dà la colpa a me, ma se io fossi d'accordo con lei si farebbe divorare dai sensi di colpa a lasciare a casa Luca. Io sono la voce della sua coscienza, la riporto con i piedi per terra”

Partiranno con il figlio minore ma una settimana più tardi, sempre in occasione dei festeggiamenti per il compleanno di Anna, Giulio mette in piedi un complesso piano per farle una sorpresa. Un collega la convoca per un congresso che si rivelerà in realtà una cena a sorpresa sul lago, senza figli, solo tra cari amici.

Anna è stupita, dimostra di apprezzare, tace sul fatto che non erano soli, per quanto sia stata una serata molto gradevole e con una modalità ed una inizativa che raramente si verifica.

La riconnessione attraverso l'espressione creativa dei bisogni profondi

Un'attività di racconto creativo e le difese di Giulio che si abbassano per mostrare finalmente “l'uomo di cui mi sono innamorata”, smuovono Anna e aprono in lei nuove consapevolezze.

Sorprendentemente Giulio attraverso la scrittura di un racconto fantastico si mette a nudo e ammette le sue fragilità e le sue paure.

Giulio produce un racconto creativo, denso e ricco. Il racconto parla dei sogni di un Lui e di una Lei, sogni tendenzialmente paralleli ma non condivisi o confidati, sogni che spesso la realtà dissolvere, sogni che, comunque, hanno la funzione di essere di stimolo rispetto alla vita.

I personaggi vengono messi in scena ed hanno la possibilità di esprimersi e dipingere i propri desideri.

Lui (Giulio): “Volevo essere una guardia del Re, sognavo di indossare quella divisa ed avere un ruolo importante...”

Lei (Giulio): “Volevo controllare un destriero forte prestante e condurlo al galoppo...”

I protagonisti si permettono di sognare e desiderare e, a conclusione dell'azione scenica, la realtà riporta a terra i sognatori e il sogno svanisce lasciando però una vitalità preziosa nell'aria.

Giulio nel soliloquio: “Mi fa pensare a noi due, di come dobbiamo fare i conti con a realtà, anche se penso che i sogni restano importanti possono essere uno stimolo...”

Doppio del Direttore: “...e forse, oltre a uno stimolo, i sogni possono essere una via per entrare in contatto con la propria dimensione del desiderio, per tornare anche attraverso i sogni, a sentire meglio i propri bisogni.”

Anna nel soliloquio da testimone: “Giulio ha scritto una cosa bellissima... mi ha emozionata. Quante cose ha dentro... se solo le tirasse fuori. Io so che Giulio è un uomo speciale di una profondità e sensibilità sorprendente. Questo lavoro in me ha trasmesso il messaggio dell'importanza di condividere i sogni.”

Gli effetti del riconoscimento di Anna tributato a Giulio in termini di ammirazione, sono molto nutrienti e favoriscono un riavvicinamento, che porta una maggiore apertura ed attenzione alle esigenze reciproche.