1.3 La rivoluzione comportamentista (1959‐68)
1.3.2 Le associazioni professionali
L’International Peace Research Association (Ipra) è la prima delle associazioni professionali di ricercatori sulla pace a essere creata in questi anni. In seguito, è fondata la Peace Research Society (International), Prs(i), divenuta più tardi Pss(i),
142 Sulla storia del Prio è dedicata una parte rilevante di questa ricerca al cap. 2.2. 143 I concetti galtuniani di “pace positiva” e “pace negativi” sono affrontati cap. 3.2. 144 Pontara, Giulio, “La ricerca interdisciplinare e multidisciplinare sulla pace”, in Fornari, Franco, ibidem, 1969, p. 168; http://www.sipri.org. Attualmente il Sipri è conosciuto soprattutto per le sue ricerche quantitative su armamenti e disarmo nel mondo e, in particolare, per la pubblicazione del “Sipri Yearbook” (cominciata nel 1968).
preferendo l’espressione Peace Science. Entrambe sono stabilite nel 1963‐64 prima delle organizzazioni nazionali e regionali, ed entrambe hanno le conferenze inaugurali un anno più tardi145. In particolare, l’Ipra è fondata come risultato del Quaker International Conference e del Seminar in Clarens, tenutesi in Svizzera
nell’agosto del 1963. Bert Röling è eletto segretario generale di questa organizzazione dal 1964 al 1971, anno in cui passa il testimone al norvegese Asbjorn Eide (1971‐1975)146. La Peace Science Society (International), è invece istituita
da Walter Izard in un meeting in Svezia147.
Da allora, entrambe tengono conferenze regolari, hanno reti associative, pubblicano periodici, ma hanno poco a che fare una con l’altra in quanto a professori e ricercatori. La diversa tradizione nasce anche da disaccordi personali tra i padri fondatori dell’Ipra e Walter Isard del Prs(i). Alcuni ricercatori del Prio, per esempio, hanno scelto di non partecipare più all’Ipra perché ritengono che i ricercatori non hanno più un ruolo autonomo rispetto al movimento per la pace. Nills Petter Gledisch, per esempio, ha messo in risalto come all’interno dell’ Ipra le realtà di movimento non sono soltanto di stimolo per il mondo della ricerca, ma vogliono anche decidere l’ordine del giorno della ricerca stessa, il che, nella prospettiva del direttore del Journal of Peace Research, è decisamente eccessivo148,
anche se proviene dai movimenti e ha cercato di rigettare una visione del mondo accademico come rinchiuso in una “torre di avorio” e distaccato dalla ricerca empirica sociale. Il Jpr è stato anche il Journal ufficiale della rete per un periodo, poi ha smesso, mantenendo comunque degli accordi per tariffe scontate con gli aderenti Ipra. La testata ha avuto la dicitura “published under the auspices of Ipra” dal secondo numero del 1967 al primo numero del 1998. Dal 1996 la rete ha cominciato a pubblicare semestralmente “The Journal of the International Peace
145 Holmboe Ruge, Mari, Some Characteristics of Peace Research Institutes, Prio Publication, n. 23‐4,
Oslo, 1966.
146 http://soc.kuleuven.be/pol/ipra/about/history.html (22 agosto 2008).
147Stephenson, Carolyn, Peace Studies: The Evolution of Peace Research and Peace Education, pubblicato
dall’University of Hawaii, 1990.
Research Association”149. Il giornale, benché sostenuto da grandi studiosi come Ho
Wong Yeong della Mason University, appare lontano dagli standard accademici raggiunti negli ultimi dieci anni dal Journal of Peace Research. Bjoern Moeller, Segretario Generale dal 1997 al 2000, aveva provato a dare un imprinting più rigoroso e accademico, ma il suo approccio è stato messo in discussione e il suo lavoro in questa direzione non ha ottenuto i risultati sperati150.
Le due organizzazioni si differenziano anche su altri punti. Fin dall’inizio, l’Ipra è l’organizzazione maggiormente diffusa ed è anche rappresentata all’International
Social Science Council e all’Unesco. La Pss(i) è presente fin dall’inizio specialmente
in America settentrionale, mentre l’Ipra, fondata in Svizzera e con sede nei Paesi Bassi, si è diffusa soprattutto in Europa. Inoltre, l’Ipra ha più carattere allargato, definendo se stessa come organizzazione di ricercatori e educatori, mentre la Pss(i) si rivolge soltanto agli studiosi. Infine, la newsletter dell’Ipra contiene molto materiale sui movimenti per la pace e su questioni politiche. La newsletter del Pss(i), invece, non contiene niente di tutto questo, per una decisa scelta di non partecipare a ciò che riguarda i processi politici decisionali. Questa posizione più “scientifica” è anche riflessa nel cambio di nome che avvenne nel 1971 da “peace research” a “peace science”.
Fino alla fine degli anni settanta, cioè fino a quando il segretariato dell’Ipra rimane in Europa e la maggior parte delle conferenze biennali sono organizzate in questo continente, non si vede un grande bisogno di un’organizzazione europea. Soltanto in seguito a una certa “de‐europeizzazione” dell’Ipra, cominciano a nascere anche conferenze europee della peace research151.
Oltre a queste due organizzazioni, nel dicembre 1963 fu formata negli Stati Uniti la Conference (ora Council) on Peace Research in History (Cprh), all’inizio del coinvolgimento degli stessi Usa nella guerra in Indocina, constatando come gli storici stavano ponendo l’attenzione su guerre e governi, ma non sui movimenti
149 http://www.gmu.edu/academic/ijps (2008). 150 Nills Petter Gledisch, cit., 2008.
sociali e sulla gente comune. Dal 1972 l’organizzazione comincia la pubblicazione di Peace and Change: A Journal of Peace Research, il quale viene pubblicato più tardi insieme al Copred, il Consortium on Peace Research, Education and Development. Nel 1964, in Giappone, viene formato un piccolo gruppo accademico, il Japan Peace
Research Group, mentre la Canadian Peace Research and Education Association è
fondata nel 1966. 1.3.3 Idee e metodi: ulteriori sviluppi Molta della storia della peace research nell’area nord‐atlantica può essere vista in termini di diffusione da questi primi istituti e organizzazioni. Questo vale, per esempio, per il Regno Unito e per l’ex Germania Ovest. In altri casi, la crescita della peace research è più una “fusione” che una “diffusione”, come in Francia, dove vi è una lunga tradizione di polemologie e di studi strategici, ma vi sono stati pochi contatti con la comunità internazionale della peace research152. Anche per
quanto riguarda l’Europa Orientale non si può parlare di diffusione, considerando che la tradizione di ricerca locale era incentrata sui temi dello sviluppo e dell’imperialismo. Al di fuori dell’area Atlantica, l’India e l’America Latina possono essere considerati casi intermedi. L’India ha esportato il pensiero gandhiano legato alla nonviolenza e ha importato parte delle linee di ricerca nord atlantiche. Gli studi in America Latina sono in parte frutto delle analisi della peace research sulla dipendenza e in parte della tradizione di studio sulla politica e le istituzioni locali153.
Dalla fine degli anni cinquanta ai tardi anni sessanta, si nota un’ulteriore crescita nella quantità e complessità dei temi trattati. In questo periodo, lo sviluppo della ricerca è indirizzato in particolare all’elaborazione di nuovi modelli e metodi. In particolare, alle applicazioni collegate a modelli economici, della
152 Wiberg, Håkan, “The Peace Research Movement”, in Wallensteen, P. (cur.) cit., 1988, pp. 30‐56. 153 Ibidem.
teoria dei giochi, di applicazioni sperimentali, della sociologia, e così via. Si cerca inoltre di coinvolgere nuovi studiosi da altre discipline per arricchire la ricerca con nuove prospettive. Per esempio, la teoria matematica dei giochi sviluppata da Neumann, e poi utilizzata da psicologi come Rapoport, viene applicata alle teorie del conflitto − che aveva fatto strada nella sociologia ed era stata sviluppata da Coser − diventando uno dei pilastri della ricerca sul conflitto154. Muovendosi in
maniera interdisciplinare, come disciplina agli albori e in continua evoluzione, i ricercatori si trovano spesso a ri‐assestarne le priorità e a definirne sempre più il campo. In parte, però, la peace research cominciava a essere criticata perché aveva le caratteristiche culturali di una ristretta élite, dislocata principalmente nel Nord America e nell’Europa Occidentale155.
Questo capitolo è concluso dall’approfondimento di due autori molto rilevanti per la peace research: John Burton e Kenneth Boulding. Questi paragrafi, per ragioni diverse e, almeno in parte, complementari, sono volti a comprendere meglio gli anni di crescita ed espansione della peace research. Questo ci costerà anche qualche salto temporale in avanti, ma gli anni della rivoluzione comportamentista rimangono comunque quelli determinanti per entrambi gli autori.