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Le energie rinnovabili come alternativa all’esportazione di petrolio

Capitolo 4. La visione dell’Arabia Saudita di Muḥammad Bin Salmān per il

5.5 L’entrata in vigore delle prime riforme economiche: il sistema fiscale

5.5.2 Le energie rinnovabili come alternativa all’esportazione di petrolio

È stato più volte ribadito che le riforme di Muḥammad Bin Salmān sono mirate a rendere indipendente il Paese dagli introiti del petrolio. Uno degli obiettivi che Vision 2030 presenta nel quadro di questo processo, è l’investimento nelle energie rinnovabili di cui il Paese dispone e che potranno salvare il bilancio nazionale quando le riserve di petrolio, carbone e gas termineranno.343

In questo contesto, da un lato il principe vuole investire su altre risorse in vista dell’esaurimento dei giacimenti (che avverrà, ma tra decine di anni), ma dall’altro è anche vero che teme che il calo del prezzo del petrolio degli ultimi due anni, possa trasformarsi in una costante, causando un prosciugamento delle casse dell’Arabia Saudita in un momento già politicamente complesso.

Inoltre, l’Arabia Saudita è uno dei primi Paesi a livello globale per inquinamento e secondo alcune statistiche, la combinazione di aumento demografico e allarmante uso domestico di energia, costringerebbe il Paese a diventare un importatore di petrolio nell’arco dei prossimi 15 anni. Si tratta dunque di un cambiamento di rotta obbligatorio anche perché nel 2015, durante la Cop 21, una conferenza

341 Denise Serangelo, La componente militare negli Stati del Golfo, Difesa Online, 30 marzo 2015, url: http://www.difesaonline.it/geopolitica/analisi/la-componente-militare-degli-stati-del-golfo 342 Cinzia Bianco, La Davos saudita del deserto, Limes, 24 ottobre 2017, url: http://www.limesonline.com/la-davos-saudita-del-deserto/102496

343 Franco Severo, Il petrolio sta finendo? Sì, no, forse., Focus, 22 febbraio 2012, url: https://www.focus.it/scienza/energia/il-petrolio-sta-finendo-si-no-forse-2202011-1221

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internazionale sul clima, l’Arabia Saudita aveva promesso di ridurre l’emissione di CO2 di 130 milioni di tonnellate entro il 2030.344

Le riforme sulle energie rinnovabili hanno avuto inizio nel 2010, quando fu istituito la King ‘Abd Allah City for Atomic and Renewable Energy (K.A. CARE) allo scopo di progettare un futuro ecosostenibile per l’Arabia Saudita. Questa politica ha introdotto grandi sgravi fiscali per i privati e quindi maggiori investimenti nel settore (il costo dei pannelli solari è sceso dell’80% dal 2000 al 2014 e del 65% dal 2008 al 2017).345

Nel 2012 il governo aveva investito in modo copioso sul fotovoltaico e aveva stanziato 50 miliardi di dollari per i piani di sviluppo del settore entro il 2023 e altrettanti per il 2032.346 Con Vision 2030, il progetto mira ad obiettivi ancora più ambiziosi, ma non ancora quantificati.

L’anno scorso l’Arabia Saudita ha inaugurato Shams 1, il più grande impianto solare al mondo costato 600 milioni di dollari e capace di fornire energia a 20 000 abitazioni e ha stanziato 100 milioni di dollari per una nuova centrale di energia solare, di cui però non si hanno informazioni precise. Entro il 2018, il principe intende sviluppare altri sette impianti per un valore complessivo di 7 miliardi di dollari, costruire un impianto da 300 milioni di dollari nel sud del Paese che possa soddisfare la richiesta di energia di 200 000 abitazioni, offrire centinaia di posti di lavoro e infine investire 500 miliardi di dollari in NEOM, una metropoli interamente ecosostenibile sulle coste del Mar Rosso. I piani prevedono che NEOM (che dovrebbe essere realizzata entro il 2030) sia alimentata interamente attraverso le fonti rinnovabili, che sia dotata di sistemi di trasporto a conduzione automatica e che offra gratuitamente una connessione wifi ad alta velocità. L’innovazione della metropoli è anche a livello istituzionale. La città riconoscerà la sovranità del re, ma non dipenderà dal governo da un punto di vista giudiziario e della legislazione sul lavoro. Il principe ha anche annunciato una possibile futura quotazione in borsa

344 I dati sono estrapolati dal report finale del Forum sulle Innovazioni sostenibili tenutosi a Parigi nel 2015. Per maggiori informazioni si rimanda all’url: http://www.cop21paris.org/

345 Alessia De Luca Tupputi, Dal petrolio alle energie rinnovabili, Arabia Saudita ed Emirati puntano sul sole, Lifegate, url: https://www.lifegate.it/persone/stile-di-vita/dal-petrolio-alle-rinnovabili- arabia-saudita-ed-emirati-ora-puntano-sul-sole

346 Marco Pacelli, La svolta rinnovabile dell’Arabia Saudita, Starting Finance, 10 luglio 2017, url: http://www.startingfinance.com/2017/07/10/

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della smart city per eccellenza, qualora il progetto di costruzione fosse portato a termine.347

Sulla tematica della difesa dell’ambiente, Muḥammad Bin Salmān collabora con il Ministro delle Energie Rinnovabili dal 2016, il quale ha creato un ente per lo sviluppo di una strategia a favore della commercializzazione delle energie ecosostenibili. Oggi questo ente è rappresentato da Turki Al- Šahri che ha lavorato per anni per la Saudi ARAMCO.

Anche l’azienda petrolifera più potente al mondo ha appoggiato il piano di riforme del principe ereditario allo scopo di trarre benefici dallo sviluppo di questo nuovo settore e salvaguardare il proprio bilancio, in vista del crollo del mercato dell’oro nero.

Ad aprile 2018, l’agenzia stampa americana Bloomberg ha pubblicato dei documenti riservati (e mai confermati dai diretti interessati) sul bilancio finanziario della Saudi ARAMCO per la prima volta dopo la sua nazionalizzazione nel 1980. I dati confermano che la società oggi fattura 52.1 miliardi di dollari al semestre, superando anche gli introiti di Apple che fino ad ora deteneva il primato. Il suo potere finanziario è confermato sin da quando nel 1988, il governo saudita era stato costretto a creare la SAMA, la Banca Centrale Saudita per gestire il bilancio interno dell’azienda e quindi gli introiti del petrolio. In realtà, il bilancio fiscale al netto è decisamente inferiore considerando che la società paga delle imposte altissime allo Stato (e alla famiglia regnante). Inoltre, l’azienda attualmente deve fronteggiare l’incombenza di tre grandi fattori di rischio. La prima problematica è relativa al costo di produzione: l’azienda negli ultimi due anni produce praticamente allo stesso costo di vendita e il governo ha già dovuto abbassare l’importo delle imposte che la società deve allo Stato per garantirle ricavi netti maggiori. Il secondo fattore di rischio è costituito dall’instabilità del mercato del petrolio e dai conflitti interni al Consiglio dell’OPEC che negli ultimi anni sembrano non trovare facilmente degli accordi. Infine, esiste il rischio di cattivo investimento dei fondi. La Saudi ARAMCO è ancora una società statale e lo Stato al momento, ha grandi progetti militari e politici. L’azienda potrebbe finire per impiegare i suoi profitti nella realizzazione di Vision 2030.348

347 Rinnovabili.it, L’Arabia Saudita presenta Neom, la città rinnovabile del futuro, Energia Rinnovabili.it, Riyadh, 26 ottobre 2017, url: http://www.rinnovabili.it/energia/neom-citta- rinnovabile-arabia-saudita/

348 Giuliano Garavini, Petrolio in Arabia Saudita, i rischi della privatizzazione più grande del mondo, Il Fatto Quotidiano, 18 maggio 2017, url: https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/05/18/petrolio- in-arabia-saudita-i-rischi-della-privatizzazione-piu-grande-del-mondo/3591282/

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Nel 2018, Muḥammad Bin Salmān ha deciso di privatizzare parzialmente la Saudi ARAMCO, quotandone il 5% in borsa (europea o americana, ancora non è stato chiarito) per ricavare circa 100 miliardi di dollari che il principe investirebbe nel settore della difesa, delle energie rinnovabili e del turismo, confermando la possibilità che si realizzi il terzo fattore di rischio per l’azienda, a cui si è appena accennato. Tuttavia, questa mossa per il momento è stata solo preannunciata e gli esperti dicono che, semmai dovesse succedere, la quotazione è prevista per non prima del 2019.349