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Le imprese estere a partecipazione italiana nell’industria manifatturiera

Nel documento L’Italia nell’economiainternazionale (pagine 196-199)

mercati di destinazione

6.17 Le imprese estere a partecipazione italiana nell’industria manifatturiera

Secondo i dati di fonte ICE-REPRINT, nel 2007 il numero delle imprese estere a

partecipazione italiana nel solo manifatturiero è cresciuto del 3 per cento rispetto al 2006; anche gli addetti sono leggermente aumentati (meno dell’1 per cento), mentre il fatturato ha accusato una lievissima riduzione. Se il numero delle imprese è andato sempre crescendo negli anni 2000, giungendo a circa 6300 al 1.1.2008, alla stessa data gli addetti, che ammontano a oltre 860.000 unità, appaiono essere in calo rispetto ai massimi di inizio millennio e il fatturato totale presenta negli anni variazioni di segno opposto.

Questi risultati complessivi scaturiscono da andamenti molto diversi nei singoli settori, di cui si evidenziano le variazioni di maggior rilievo

Considerando come variabile dimensionale il numero degli addetti, che appare un po’ meno influenzato da fattori congiunturali rispetto al fatturato, il settore più dinamico nel 2007 appare essere quelli dei materiali per l’edilizia, vetro e ceramica (+6,8 per cento), che negli anni 2000 è stato interessato da un’intensa attività di internazionalizzazione produttiva, a cui ha fatto riscontro una progressiva riduzione della quota italiana sulle esportazioni mondiali. Gli altri settori i cui addetti sono aumentati maggiormente nel 2007 sono gli autoveicoli e l’elettronica-elettrotecnica, che però, secondo i dati in esame, non mostrano una chiara tendenza alla crescita, se si considera tutto il periodo degli anni 2000.

Il settore mobili e altri manufatti e il settore prodotti in gomma e plastica, invece, pur crescendo di meno nel 2007, evidenziano nettamente una tendenza alla crescita nel corso degli anni 2000.

All’opposto troviamo i settori dei beni di consumo tradizionali del sistema moda. Il tessile-abbigliamento era nel 2006 il secondo settore del manifatturiero per numero di addetti nelle imprese estere a partecipazione italiana, ma sia le imprese sia gli addetti risulterebbero molto ridimensionati nel 2007. Anche nel settore calzature e prodotti in pelle e cuoio, c’è stato un ridimensionamento, seppure di minore entità. Da notare che, a fronte dell’alto

numero di addetti, il fatturato realizzato all’estero dal sistema moda è tra i più bassi di tutto il manifatturiero.

Gli addetti dell’alimentare hanno continuato a diminuire anche nel 2007, confermando una netta tendenza di lungo periodo.

Con riferimento alla distribuzione geografica delle partecipate nel 2007, è possibile rilevare dei tratti comuni a gruppi di settori.

Il sistema moda impiega tra il 53 e il 55 per cento degli addetti nella Unione europea, con una netta prevalenza nei paesi membri ultimi entrati a far parte dell’Unione. Aggiungendo gli altri paesi europei, la percentuale sale per il settore calzature e prodotti in pelle e cuoio quasi all’80 per cento; per il tessile-abbigliamento sale a circa i due terzi degli addetti, mentre la seconda area di maggiore presenza è l’Africa Settentrionale; la presenza in Asia orientale è ancora modesta per tutto il sistema moda. Anche gli addetti del settore mobili e altri manufatti e del settore legno mostrano una forte concentrazione negli ultimi paesi entrati a far parte dell’Unione, ma per i mobili è molto rilevante la presenza in Asia orientale e per il legno la presenza nell’Africa subsahariana.

Il settore carta e editoria presenta la massima concentrazione di addetti nell’Unione europea a 25, quasi i tre quarti; oltre il 14 per cento è inoltre localizzato nell’America settentrionale. I settori dei prodotti petroliferi raffinati, dei prodotti chimici e farmaceutici e in minor misura dei prodotti in gomma e plastica mostrano anch’essi una concentrazione nell’Unione europea a 25 e oltre i due terzi degli addetti nel complesso dei paesi europei, insieme ad una presenza importante nell’Africa settentrionale per i prodotti petroliferi e nell’America centro-meridionale per gli altri due settori. Il settore autoveicoli è comunque quello più

Tavola 6.23 - Distribuzione percentuale degli addetti delle partecipate estere per settore di attività all'estero ed area di

localizzazione

Dati al 1.1.2008

Unione Altri Africa Altri America Am. Medio Asia Asia Oceania Unione Altri europea 25 paesi settentr. paesi settentr. Centro Oriente centrale orientale europea paesi

europei africani -merid. 27 europei

Industria estrattiva 33,1 2,7 12,4 19,5 3,0 8,4 0,5 18,3 1,3 0,8 33,4 2,4 Alimentari, bevande, tabacco 50,2 10,3 1,5 4,8 10,0 14,7 0,2 0,5 7,5 0,2 52,9 7,7

Tessile 25,2 39,1 10,9 2,5 3,9 5,2 0,0 5,7 7,4 0,1 55,1 9,2

Abbigliamento 22,9 44,9 16,8 0,5 0,1 1,4 0,0 4,1 9,1 0,2 54,9 12,9

Cuoio, pelle, calzature 18,9 60,3 7,4 0,4 0,4 2,0 0,1 1,9 8,6 0,0 53,2 26,0 Legno (esclusi i mobili) 22,3 33,1 1,4 33,8 3,3 5,5 0,0 0,2 0,4 0,0 44,6 10,9

Carta e editoria 73,9 6,0 0,4 0,1 14,1 4,5 0,0 0,0 0,9 0,1 76,4 3,5

Petroliferi raffinati e minerali energetici 62,3 5,0 1,0 17,7 1,2 9,8 0,2 0,0 2,9 0,0 62,3 5,0 Chimica, farmaceutica, fibre artificiali 58,3 8,3 1,3 0,4 7,4 13,6 2,4 2,3 5,7 0,2 59,3 7,3 Prodotti in gomma e materie plastiche 52,8 15,1 3,4 0,3 4,0 16,4 0,1 0,7 7,0 0,2 59,6 8,2 Materiali per l'edilizia, vetro e ceramica 45,4 16,2 11,5 0,4 12,6 4,3 0,2 3,0 6,3 0,1 48,7 12,9 Metallo e prodotti in metallo 51,7 26,2 1,5 0,5 4,3 8,0 0,2 2,6 3,9 1,2 62,9 14,9 Macchine e apparecchi meccanici 48,7 16,2 0,5 0,3 11,0 7,1 0,0 3,3 12,4 0,5 52,7 12,2 Macchine e apparecchiature elettriche

e ottiche 40,8 11,2 5,3 0,1 11,9 5,5 0,1 0,4 24,5 0,2 45,5 6,4

Autoveicoli 39,0 14,1 1,2 1,0 1,6 31,7 0,0 2,1 9,2 0,0 39,2 13,9

Mezzi di trasporto 82,3 4,6 1,0 0,0 8,3 0,5 0,0 1,8 1,5 0,0 83,3 3,6

Altre industrie manifatturiere 28,5 31,2 1,4 0,5 7,7 10,0 0,5 1,3 18,5 0,2 53,4 6,4 Energia, gas e acqua 47,7 18,9 0,1 0,0 0,5 32,7 0,0 0,0 0,0 0,0 57,7 8,9

Costruzioni 35,1 16,2 4,5 8,4 6,1 16,4 2,9 1,7 7,5 1,1 42,6 8,8

Commercio all'ingrosso 60,5 11,2 0,5 0,3 11,8 3,4 0,6 2,1 8,1 1,5 65,2 6,5

Logistica e trasporti 69,0 9,6 1,2 1,0 2,7 8,4 0,5 0,8 5,8 0,9 71,0 7,6

Servizi di telecomunicazione e di

informatica 29,5 4,0 0,4 0,1 1,4 59,6 4,2 0,5 0,3 0,0 30,3 3,3

Altri servizi professionali 15,8 71,5 0,2 1,4 2,5 3,5 1,8 1,6 1,6 0,1 17,1 70,2

TOTALE 44,3 20,6 3,3 1,8 6,8 12,0 0,6 2,0 8,1 0,5 51,9 13,1

presente (32 per cento circa degli addetti) in America latina, che rappresenta una tradizionale area di insediamento delle industrie di questo comparto, mentre in tutta l’Unione europea occupa meno del 40 per cento degli addetti. Gli addetti del settore altri mezzi di trasporto si localizzano invece per la massima parte nell’Unione a 25 paesi (oltre l’82 per cento).

L’alimentare ha il 60 per cento degli addetti in Europa e una presenza importante in tutto il continente americano.

L’elettronica-elettrotecnica è invece il settore con la maggiore presenza in Asia orientale, quasi il 25 per cento, anche se l’Unione europea resta la principale area di insediamento. Gli addetti del settore materiali per l’edilizia, vetro e ceramica si presentano meno concentrati geograficamente rispetto agli altri settori, presumibilmente anche a causa dell’elevata incidenza dei costi di trasporto delle materie prime e del prodotto finito, con percentuali relativamente alte in America settentrionale e Africa settentrionale. Gli addetti del settore macchine e apparecchi meccanici presentano anch’essi una concentrazione geografica minore che in altri settori: poco più della metà sono localizzati nell’Unione europea; l’area altri paesi europei, l’Asia orientale e l’America settentrionale pesano tutte tra l’11 e il 12 per cento, mentre la presenza in Africa è quasi nulla.

Infine gli addetti del settore metalli e prodotti in metallo risultano fortemente concentrati in Europa sia nell’Unione europea (a 25 e a 27 paesi) sia negli altri paesi europei, per un totale di circa il 78 per cento.

Introduzione

La recente ed ampia letteratura sulle sfide della globalizzazione ha messo in evidenza come imprese diverse nei paesi industriali abbiano risposto in modo diverso al mutato contesto internazionale: con un upgrading qualitativo dei propri prodotti, utilizzando lavoratori immigrati e delocalizzando fasi di lavoro o con diverse combinazioni di queste strategie. Concentrandosi sulla

delocalizzazione all’estero e sfruttando l’idea che il sistema economico può essere

rappresentato come una rete (network), cioè un insieme di oggetti (nodi) collegati fra loro da connessioni (links), ci proponiamo di analizzare il network composto dalle imprese italiane che effettuano investimenti diretti esteri e studiare a livello settoriale, le diverse strategie - modalità - di investimento adottate dalle imprese italiane, per evidenziare

eventuali eterogeneità. Negli ultimi 20 anni, anche grazie alla forte spinta data

dall’apertura dei mercati internazionali, le reti produttive si sono sviluppate fino ad avere una dimensione intercontinentale. Le imprese hanno modificato le loro strategie di

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