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Mezzi di trasporto

Nel documento L’Italia nell’economiainternazionale (pagine 190-193)

mercati di destinazione

6.14 Mezzi di trasporto

Le esportazioni dei mezzi di trasporto sono diminuite nel 2008 dell’1,4 per cento, mentre la riduzione delle importazioni è stata molto maggiore, -8,8 e ciò ha permesso al deficit, che è in calo già dal 2006, di ridursi ulteriormente di oltre 3600 milioni di euro.

Questo risultato è principalmente dovuto alla riduzione delle importazioni di autoveicoli, (-14,6 per cento), che è stata nettamente superiore a quella delle esportazioni (-6,1 per cento). È anche leggermente aumentato il surplus delle parti ed accessori per autoveicoli e motori.

Nel sottosettore altri mezzi di trasporto, storicamente sempre in attivo, il maggiore aumento delle importazioni, + 15,1 per cento, rispetto alle esportazioni, + 4,3 per cento, ha

comportato una riduzione dell’avanzo. Al rilevante miglioramento del saldo di aeromobili e veicoli spaziali, la principale voce di export di questo sottosettore, si è contrapposta una forte riduzione dell’attivo delle costruzioni navali, ma un’elevata variabilità dei flussi di interscambio è intrinseca a questi beni e si riflette anche nella variabilità di anno in anno della composizione dei mercati di sbocco e dei paesi fornitori. Una crescita quasi costante e molto sostenuta nell’ultimo decennio ha invece caratterizzato l’export delle imbarcazioni da diporto, un comparto che è riuscito ad accrescere il proprio attivo malgrado la

contemporanea rapida crescita delle importazioni.

I mezzi di trasporto sono il settore manifatturiero che presenta insieme la più elevata propensione all’export e il maggior grado di penetrazione delle importazioni ed entrambe queste grandezze sono in aumento anche nel 2008, a conferma dell’elevato e crescente

livello di frammentazione internazionale dei processi produttivi della filiera10

La quota italiana sulle esportazioni mondiali di autoveicoli non ha subito rilevanti variazioni in tutto l’ultimo decennio ed è stata pari al 2,5 per cento nel 2008. L’Italia ha conservato l’undicesimo posto. Anche le quote di Germania, Giappone e Stati Uniti sono rimaste quasi invariate nel 2008 rispetto all’anno precedente; è invece proseguita la discesa della quota del Canada, che è crollata dal 12,5 al 4,7 per cento nell’arco di dieci anni. Le principali

tendenze che appaiono delinearsi nel corso dell’ultimo decennio sono proprio il crollo della quota canadese, la riduzione della quota francese (concentrata nell’ultimo quadriennio) e messicana e la crescita dei numerosi paesi verso i quali le maggiori case automobilistiche hanno delocalizzato le proprie produzioni, Polonia, Turchia, Ungheria, in primis, ciascuno dei quali ha però ancora una quota molto modesta.

La posizione competitiva dell’Italia è migliore nella componentistica per auto, dove è quinta con il 5,6 per cento. Nell’ultimo decennio l’Italia ha difeso la sua quota a fronte di notevoli cambiamenti del quadro competitivo: guardando ai due principali esportatori si evidenziano

10 Per un approfondimento di queste tematiche si veda il contributo “Il settore della componentistica per autoveicoli” in questo

il forte aumento della quota tedesca, che tra il 2000 e il 2008 è passata dal 12 a oltre il 17 per cento, portando la Germania al primo posto, e il contemporaneo crollo della quota statunitense, che ha perso oltre 11 punti. Nelle posizioni subito a ridosso di quella italiana, è da notare la costante crescita della Cina, che ancora nel 2000 aveva una quota inferiore all’1 per cento e si è portata al sesto posto, e della Corea del Sud, che ha guadagnato quasi 4 punti, mentre la quota canadese si è invece dimezzata. Le imprese italiane, spinte a cercare nuovi mercati all’estero dai processi di internazionalizzazione della filiera degli autoveicoli, hanno quindi mostrato di sapersi adeguare alla nuova geografia produttiva mondiale. Nel sottosettore altri mezzi di trasporto l’Italia rimane il settimo esportatore mondiale con il 3,8 per cento nel 2008, senza variazioni di rilievo rispetto all’anno precedente; si

Fonte: elaborazioni ICE su dati Istat

80 90 100 110 120 130 140

Prezzi alla produzione Produzione industriale Valori medi unitari all'esportazione Volumi esportati Valori medi unitari all'importazione Volumi importati (1) Dati provvisori. 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 (1) Grafico 6.29 Mezzi di trasporto. Indici, base 2005 = 100

Fonte: elaborazioni ICE su dati Istat

-20.000 -18.000 -16.000 -14.000 -12.000 -10.000 -8.000 -6.000 -4.000 -2.000 0 2.000 4.000 6.000 8.000

Carrozzerie, rimorchi e parti ed accessori per autoveicoli e loro motori Autoveicoli

Navi e imbarcazioni

Locomotive, anche da manovra, e materiale rotabile ferrotranviario Aeromobili e veicoli spaziali

Cicli e motocicli (1) Dati provvisori. 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 (1) Grafico 6.30 Saldo commerciale dei mezzi di trasporto. In milioni di euro

evidenziano invece la riduzione di 3,4 punti percentuali della quota USA (che è il primo esportatore, essenzialmente grazie al comparto aeromobili e veicoli spaziali) e di quasi un punto della quota francese; il forte guadagno della Corea del Sud (2,3 punti) e l’ulteriore crescita di 1,2 punti della Cina (che è dal 2007 il primo esportatore di cicli e motocicli, con una quota prossima al 25 per cento).

Gli andamenti dell’ultimo anno sembrano confermare tendenze di più lungo periodo: il forte calo della quota francese che è passata da circa il 19 all’11 per cento nell’ultimo decennio (dovuto principalmente alla perdita nel comparto aeromobili e veicoli spaziali, di cui la Francia è il secondo esportatore dopo gli Stati Uniti), la crescita di quasi 6 punti della Corea del Sud e di circa 5 punti della Cina, la sostanziale tenuta dell’Italia, seppure a fronte di una quota che alterna negli anni variazioni positive e negative. La forte variabilità da un anno all’altro della quota statunitense non permette invece di delineare una chiara tendenza. Nel 2008, Germania, Francia, Regno Unito e Spagna si sono confermati i principali mercati per gli autoveicoli italiani, ma le nostre esportazioni sono diminuite verso tutti questi paesi, con l’eccezione della Francia, mentre hanno registrato nuovamente una forte crescita verso la Polonia, che è già il nostro quinto mercato di sbocco e la Romania, che è al decimo posto. Germania, Francia, Spagna e Regno Unito sono anche i principali mercati per parti ed accessori per autoveicoli e verso tutti questi paesi le esportazioni si presentano in calo. Crescono invece verso la Polonia, che è il nostro quinto mercato, e soprattutto verso il Brasile (+43,3 per cento), al settimo posto, e la Russia (+123 per cento), un mercato che fino al 2006 rivestiva un ruolo marginale.

Si sono ridotte le importazioni di autoveicoli da tutti i tradizionali partner europei e dal Giappone; sono diminuite meno della media di comparto le importazioni dalla Germania, il nostro principale fornitore, con una quota di circa il 39 per cento; al contrario le

importazioni dalla Spagna, che è nel 2008 il nostro terzo fornitore, hanno subito un crollo di oltre il 27 per cento. Considerando i nuovi membri UE, verso i quali da alcuni anni le principali case automobilistiche dell’Europa occidentale stanno attuando imponenti processi

di offshoring11, sono aumentate solo le importazioni dalla Polonia e in minor misura

dall’Ungheria, mentre le importazioni dalla Repubblica Ceca e dalla Slovacchia hanno subito una pesante diminuzione. Per quanto riguarda i principali fornitori di componenti per auto, le importazioni da Germania, Polonia, Spagna e Turchia hanno tutte accusato una riduzione; sono invece aumentate le importazioni dalla Francia, ma soprattutto è proseguita la crescita delle importazioni dalla Cina (61 per cento nel 2007 e 32,4 per cento nel 2008), che è salita al sesto posto.

Tavola 6.21 - Quote di mercato dell'Italia sulle esportazioni mondiali(1)di mezzi di trasporto

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Unione europea 5,5 5,7 5,3 5,1 5,1 5,2 5,1 5,2 5,4 5,7

Paesi europei non Ue 4,6 5,3 6,4 6,2 6,4 5,7 5,0 4,2 4,0 3,8

Medio Oriente 1,3 1,6 1,6 1,6 1,8 2,1 2,0 1,6 2,2 2,1 Africa settentrionale 4,1 4,4 4,6 4,8 5,9 3,6 3,0 5,1 6,4 5,9 Africa sub-sahariana 2,4 3,9 2,0 2,3 1,7 1,5 1,9 2,1 2,1 2,2 America settentrionale 1,2 1,0 1,0 1,3 1,0 1,1 1,3 1,2 1,3 1,6 America centro-meridionale 3,4 3,9 3,1 3,8 3,5 3,2 2,3 2,5 3,2 3,0 Asia centrale 9,8 2,2 2,0 1,9 1,5 1,4 1,8 1,8 1,6 2,5 Asia orientale 1,1 1,2 1,2 1,7 1,2 1,4 1,1 1,2 1,5 1,4 Oceania 0,9 1,0 1,3 1,3 1,4 1,7 1,4 1,5 2,3 2,2

(1) Vedi nota a della tavola 6.7

Fonte: elaborazioni ICE su dati Eurostat e Istituti nazionali di Statistica

Negli altri mezzi di trasporto, anche nel 2008 gli Stati Uniti si sono confermati il nostro primo partner commerciale sia come paese fornitore sia come mercato di sbocco, principalmente grazie agli scambi del comparto aeromobili e veicoli spaziali.

Nel primo trimestre 2009 sono crollate le esportazioni di mezzi di trasporto (-35,6 per cento) e particolarmente le esportazioni di autoveicoli (-39,4 per cento); la riduzione delle importazioni non è stata altrettanto forte (-26,7 per cento e –31,7 per cento rispettivamente), per cui il deficit complessivo ammonta già a oltre 2000 milioni di euro.

Nel documento L’Italia nell’economiainternazionale (pagine 190-193)