• Non ci sono risultati.

CAPITOLO 1: LA MONETA IMMAGINARIA

1.4 LE MUTAZIONI DELLA MONETA

Per quanto concerne la moneta immaginaria, Einaudi non si limita ad illustrare la funzione positiva effettiva e quella, ancor più rilevante, che avrebbe potuto adempiere per il buon funzionamento del sistema plurimetallico (con la clausola gallianea e con la manovra cosciente ma contenuta del signoraggio). Bensì, egli mette per di più in luce gli abusi a cui in concreto la moneta immaginaria si prestò e che sono fra le ragioni che spiegano perché, ad un certo punto, caduta in discredito, fu interamente abbandonata, coprendo operazioni come la tosatura della moneta da parte dei principi, o la modificazione del rapporto fra monete reali metalliche e lira immaginaria; manipolazioni che ingannavano nel breve termine, ma che, in concreto, rappresentavano un grave danno nel lungo periodo.

Ai fini di tale analisi, risulta fondamentale precisare che diversi erano i processi di alterazione ai quali venivano sottoposte le monete, i quali però, potevano essere ricondotti sostanzialmente a tre metodi: la falsificazione operata dai privati; la riduzione del metallo in esse contenuto a parità di prezzo operata dalla zecca; l'augumentazione72 (o alzamento) del prezzo a parità di

metallo per mezzo di una legge del principe.

71 Seppur, risulta utile precisare che anziché al livello dei prezzi, qui si fa riferimento alle

alterazioni della moneta.

72 Termine riconducibile a Pompeo Neri, utilizzato in Osservazioni sopra il prezzo delle monete, e le difficoltà di prefinirlo, e di sostenerlo, Milano, 1752.

39

Il principe, che controllava l'attività della zecca, era, senza ombra di dubbio, il responsabile maggiore del disordine monetario esistente.

Nello specifico, la riduzione legale avveniva in due modi: coniando moneta diminuita di peso, oppure utilizzando metallo di qualità inferiore, ferma restando, in entrambe i casi, la non diminuzione di prezzo. Questo metodo, che comportava la rifusione di tutte le monete, cadde però presto in disuso e ad esso venne preferita l'augumentazione legale del prezzo. L'alzamento del prezzo delle monete veniva realizzato utilizzando lo «stratagemma» della moneta immaginaria, che permetteva di evitare la messa fuori circolo e la riconiazione delle monete reali. Nel dettaglio, veniva ad innescarsi un meccanismo che comportava la modifica del rapporto tra monete reali metalliche e moneta immaginaria73.

Tuttavia, in due casi ben determinati poteva accadere che, attraverso l'alzamento del prezzo delle monete, non si diminuisse la lira corrente:

• quando "la proporzione tra il tutto e le sue parti non fosse osservata nel corso delle monete", sarebbe stato cioè come correggere un errore di calcolo restituendo alle monete la proporzione necessaria;

• quando la proporzione tra i metalli non era bene osservata, quando cioè il rapporto commerciale fra i metalli, soggetto a variazioni abbastanza frequenti, non coincideva con il rapporto legale riscontrabile nelle monete74.

In questo modo si poteva realizzare un aggiustamento senza ricorrere alla rifusione delle monete, era sufficiente, infatti, che il sovrano, attraverso le

73 Si supponga, ad esempio, di attuare un alzamento del 25%, portando il fiorino da 24 a 30 lire;

ebbene, questo aumento, altro non era che il deprezzamento della lira immaginaria, cioè della moneta di conto, in contenuto metallico.

40

legge, stabilisse il nuovo valore delle monete in lire immaginarie, riallineando così il rapporto ufficiale dei metalli a quello commerciale.

Molto probabilmente è proprio per questo motivo che Luigi Einaudi affermò che: «la moneta immaginaria non è una moneta qualsiasi. Essa è un mero strumento od espediente tecnico usato per raggiungere dati scopi»75.

Sebbene finora sia stata fornita una ricca introduzione in materia di alterazione, occorre, ai fini di completezza (nonché di comprensione), focalizzare il discorso sugli effetti ad essa correlati, soprattutto in rapporto alla moneta immaginaria. Dunque, col termine "mutazione" (o alterazione) si designa, nel sistema della moneta antica, una variazione nei rapporti fra moneta immaginaria, moneta reale e contenuto metallico.

Le alterazioni, come precedentemente accennato, possono essere di diverso genere, sebbene riducibili a due tipologie: un primo tipo di mutazione avviene nella zecca. Essendo le monete metalliche suscettibili di una variazione nella finezza o nel peso, tale da diminuire (o aumentare) il contenuto metallico, risulta opportuno parlare di "indebolimento" (o di rafforzamento) della moneta metallica; un secondo tipo di alterazione viene attuato con una semplice variazione della tariffa. In questa maniera, è possibile aumentare (o diminuire) il valore delle monete circolanti in termini di unità di conto. Si parla, allora, di "alzamento" (o di «diminuzione») della moneta metallica76.

Lo stesso Einaudi fornisce un'interpretazione ampia e interessante degli obiettivi di politica monetaria perseguiti mediante il secondo tipo di mutazione, ovvero la tariffa.

Per comprendere al meglio il punto di vista einaudiano, occorre perciò partire dal presupposto che, così come il metallo, il quale coincide con la

75 L. Einaudi, Op. cit., p. 238.

76 L. Fantacci, Teoria della moneta immaginaria nel tempo da Carlomagno a Richard Nixon, cit.,

41

moneta internazionale, allo stesso modo la moneta immaginaria sia identificabile con la moneta nazionale. In tal senso, mentre all’interno dello stato, le monete reali circolano sulla base del loro valore in moneta immaginaria, stabilito dalla tariffa; all’estero, quelle stesse monete circolano sulla base del peso del metallo fino contenuto in esse.

Difatti, attraverso la tariffa, lo stato esercita l’autorità monetaria all’interno dei propri confini, manovrando il valore della moneta, senza alterare il commercio estero, che continua ad usufruire di un mezzo di scambio stabile costituito dalle grosse monete d’argento e d’oro, di valore intrinseco costante.

Così, scrive Einaudi:

«Laddove il sistema odierno della moneta effettiva riesce ad esaltare i sentimenti i quali fanno colpa allo straniero della svalutazione della moneta nazionale, il sistema antico della doppia moneta effettiva ed immaginaria metteva in evidenza il fatto che la svalutazione è soprattutto un affare interno, importante nei rapporti fra classe e classe, individuo ed individuo della stessa nazione, dove si negozia in lire immaginarie variabili e, alla lunga, irrilevante nei rapporti con l’estero, dove non solo si paga ma si è costretti a negoziare altresì in fiorini effettivi»77.

In altre parole, la tariffa consente di separare il valore interno dal valore esterno della moneta, in modo che possano rispondere a principi e regole differenti. Come il valore esterno risulta determinato dal mercato (attraverso il bilanciamento di domanda e offerta), così quello interno, viene invece stabilito dall'autorità statale (con la bilancia della giustizia distributiva). Quindi la tariffa istituisce e regola una differenza tra valore interno ed esterno della moneta.

Einaudi dubita del fatto che gli uomini, i quali utilizzavano la moneta immaginaria, avessero una chiara consapevolezza delle sue possibilità d’impiego; In tal senso, verrà fatta luce sul modo in cui, proprio alcuni trattati

42

monetari del XVIII sec,, nello specifico di François Melon e di Carlo Antonio Broggia, contribuiscano a chiarire il principio distributivo al quale rispondevano le mutazioni nel sistema della moneta immaginaria78.

Pietra miliare in materia monetaria risulta essere il Saggio politico sopra

il commerzio, il cui autore fu, per l'appunto, François Melon79 (contemporaneo

di Dutot80). La novità più significativa che introdusse Melon nel suo Saggio fu, come accennato in precedenza, l'opportunità della svalutazione della moneta, ovvero l'opportunità di ciò che era definito l'alzamento. Attraverso questo, infatti, si dava maggior valore all'oro (o all'argento) e si disponeva della facoltà di coniare più monete con la medesima quantità di metallo prezioso; in tal modo la moneta perdeva potere d'acquisto. Si trattava comunque di un espediente al quale ricorsero molti sovrani per risollevare le sorti delle finanze del loro stato.

L'altro autore "chiarificatore" per quanto concerne le mutazioni, grazie agli scritti presenti nel suo Trattato delle monete, altri non è che Carlo Antonio Broggia, il quale, non solo distingue concettualmente alzamento e indebolimento (chiamando quest’ultimo "diminuzione"), ma evidenzia anche la diversità degli effetti. Le conseguenze dell’alzamento e dell’indebolimento sarebbero, difatti, così diversi che i primi risulterebbero utili, mentre i secondi dannosi.

Il primo, osserva Broggia, è generalmente attuato per far fronte a una mancanza di metallo, e si rende necessario proprio per evitare le spinte deflative che tipicamente ne conseguono. Pertanto l'augumentazione (o

78 L. Fantacci, Teoria della moneta immaginaria nel tempo da Carlomagno a Richard Nixon, cit.,

pp. 308-309.

79 "Gli Storici, e quegli ancora che scrissero spezialmente delle Monete, confondono quasi

sempre (almeno nei loro discorsi) l’accrescimento numerario colla sproporzione tra le Spezie, o il diritto eccessivo di Signoraggio", in F. Melon, Essai politique sur le commerce, Parigi, Changuion, 1742, p. 62.

80 Il quale lega la moneta immaginaria al concetto di media (ripreso e criticato da Einaudi

43

alzamento), serve per sostenere l’attività economica e la circolazione dei beni, compensando la carenza del metallo con un incremento del suo valore. La diminuzione, viceversa, mettendo in circolazione una nuova moneta più leggera, non solo verrà immediatamente riconosciuta e compensata con un incremento dei prezzi81; ma le persone, le quali si accorgono immediatamente delle alterazioni della moneta, son portate ad incrementare il prezzo di tutto il resto, venendo a creare una situazione addirittura peggiore di quella in origine, in quanto, i prezzi in questione si alterano in misura maggiore rispetto alla diminuzione della moneta (inoltre i cambi diventano sfavorevoli e l'argento più caro). Alzamento e indebolimento hanno effetti distinti, per certi versi opposti, proprio a causa del fatto che operano in spazi monetari differenziati, in cui monete diverse son utilizzate per fini differenti.

Pertanto Broggia distingue esplicitamente le "robe da contrattarsi in rame", ovvero i beni di sussistenza scambiati sul mercato locale e il lavoro salariato, valutati in moneta immaginaria, e le "robe da contrattarsi in argento", vale a dire le merci scambiate all’ingrosso e sulla lunga distanza, le quali vengono, invece, stimate in moneta grossa82. Da ciò ne deriva la grande finalità

attribuita al sistema della moneta immaginaria, ossia quella di mantenere distinti questi due spazi economici e di assicurare che ciascuno faccia capo alla propria regolamentazione.

Ed è precisamente la tariffa, proprio per mezzo dell’alzamento (e dell’abbassamento), che disciplina e regola il rapporto fra moneta immaginaria e moneta effettiva, fra moneta piccola e moneta grossa, permettendo in tal modo di conseguire contemporaneamente due fini: regolare liberamente la quantità di moneta interna, in modo che sia sempre adeguata alle esigenze

81 Si tratta di un incremento ancor più elevato, a causa del discredito della moneta in vista di

ulteriori indebolimenti.

82 All'interno del suo Trattato della Moneta, Broggia distingue la moneta piccola (di rame,

44

della circolazione e abbia un valore nominale costante; e mantenere stabile il contenuto metallico della moneta esterna, e quindi il cambio, in maniera da assicurare un mezzo di pagamento certo per gli scambi internazionali.

Laddove si abbia un’unica moneta e un unico spazio monetario, tali obiettivi però sono incompatibili, costituiscono difatti un dilemma nell’ambito del

Gold Standard tale da provocarne la dissoluzione83.

Il sistema della moneta immaginaria assicura, al contempo, la parità metallica delle monete effettive e la stabilità del valore dell’unità di conto; infatti, se è vero che l’alzamento serve per evitare l’indebolimento, è altresì vero che la moneta immaginaria assolve il compito di mantenere la stabilità della moneta metallica. In questo senso, la moneta immaginaria non contraddice la moneta metallica. Al contrario, è esattamente ciò che garantisce la propria esistenza. La deprecata diminuzione secolare della parità metallica dell'unità di conto è ciò che rende possibile la stabilità della moneta d'oro e d'argento.

Come accennato poc'anzi, moneta immaginaria e moneta metallica, dunque, convivono all'interno del medesimo sistema, secondo una precisa suddivisione di compiti. Costituiscono insieme un sistema integrato di monete complementari, dove la moneta immaginaria funge da misura del valore e la moneta metallica da mezzo di scambio84.

83 Come avverte già Einaudi nel mezzo del «diluvio universale monetario» degli anni ’30. 84 L. Fantacci, La moneta: Storia di un'istituzione mancata, cit., p. 108.

45