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CAPITOLO 2: LE MONETE COMPLEMENTAR

2.4 LE SPERIMENTAZIONI MONETARIE DEGLI ANNI '30

Negli anni trenta i seguaci della teoria economica formulata da Gesell ebbero l'opportunità di avviare alcuni esperimenti di moneta libera da interesse, per risolvere il problema della disoccupazione e dimostrare la validità delle loro idee: tentativi furono fatti in Austria, Francia, Germania, Spagna, Svizzera e Stati Uniti107. Proprio nel corso del decennio sopracitato, per far fronte localmente ai problemi generati dalla crisi finanziaria globale del 1929, dalle comunità locali nacquero sistemi di scambio basati su monete complementari, differenti dalla moneta nazionale corrente.

Il primo esperimento fu il Wära; i suoi ideatori, Hans Timm e Helmut Rödiger, ispirati dal pensiero di Gesell, tentarono di mettere in pratica i concetti base del pensiero geselliano. Nell’ottobre del 1929, dunque, contestualmente al crollo della borsa che sconvolse l’economia mondiale, Timm e Rödiger fondarono l’associazione di scambio Wära. Intrinseca nel nome, che giocava sulla somiglianza tra i termini “währung” (valuta) e “währen” (durare), destava la speranza di riuscire a dar vita ad una moneta che perdurasse nel tempo. Nella Wära, il concetto geselliano dell’incentivo alla circolazione fu concretizzato nel seguente modo: per conservare l’intero valore nominale di una banconota, il possessore doveva applicarvi ogni mese un bollo di rinnovo, del costo pari ad una percentuale del valore del biglietto.

A due anni dalla propria creazione, l’associazione di scambio comprendeva oltre mille aziende ubicate negli angoli più disparati del territorio tedesco. Nella località di Schwanenkirchen, nella Bassa Baviera, un caso suscitò particolare clamore: la miniera del posto, chiusa per fallimento, fu riaperta verso la fine del 1930 grazie all’impegno dell’ingegner Hebecker, che

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per finanziare il progetto chiese e ottenne un credito attraverso la rete Wära. Una rete nella quale rientrarono anche i lavoratori della miniera, i quali ricevevano la maggior parte del salario in moneta complementare e con tale valuta si rivolgevano ai commercianti della zona, che, dopo qualche esitazione iniziale, decisero infine di accettarla come mezzo di pagamento.

Figura 2: biglietto prescrittibile del valore di 1 Wära

Ciò che rendeva particolare questo tipo di moneta era il fatto che fu dotata di uno specifico tasso d'interesse negativo (demurrage) che ne scoraggiava l'accumulo. Difatti, su ogni buono figuravano sul retro dodici caselle che andavano riempite all'inizio di ogni mese; ciascuna casella annerita corrispondeva alla perdita dell'1% del valore nominale del buono. In tal modo aumentava l'incentivo a spendere i Wära entro la fine del mese, allo scopo di preservarne il loro valore nominale. Si poteva evitare (o ridurre) la perdita dell'1% depositando i buoni in una filiale cosicché potessero essere rimessi in circolazione. Il desiderio di mantenere intatto il valore dei propri Wära faceva sì

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che essi venissero spesi o riportati in filiale; in ogni caso i buoni venivano mantenuti in circolazione, alimentando la liquidità dei mezzi di pagamento. In brevissimo tempo, quello che partì come un esperimento locale e circoscritto, ebbe così successo che si diffuse in tutta la Germania, fino a quando, nel novembre del 1931 la Banca Centrale tedesca, sentitasi quasi minacciata, intervenne per proibirlo. Poco dopo, inevitabilmente, la miniera di Schwanenkirchen tornò a chiudere; l’esperienza, ad ogni modo, aveva destato un certo interesse, tanto che meccanismi simili furono introdotti altrove negli anni a seguire.

Tra coloro che avevano rivolto particolare interesse all’esperimento di Schwanenkirchen vi fu anche il sindaco della cittadina austriaca di Wörgl, che nel 1931 aveva deciso di sfruttare la festa della Pentecoste per visitare in prima persona la località bavarese108. Tale visita risultò a dir poco illuminante, tant'è che, a distanza di un solo anno, a Wörgl si diede vita a quella che sarà destinata a diventare la più famosa applicazione del denaro geselliano. Nel 1932, difatti si era nel pieno della Grande depressione, la popolazione conduceva un’esistenza stentata e molte persone oziavano non sapendo cosa fare; il sindaco, pertanto, che aveva letto alcuni scritti di Gesell, convinse amministratori e imprenditori che non avrebbero avuto nulla da perdere nel tentare un'iniziativa analoga al Wära.

Così, raggiunto un accordo, il Comune stampò 32.000 certificati del lavoro (detti anche scellini liberi da interesse) accettati da buona parte dei negozianti, coperti da un’eguale cifra di scellini austriaci depositati in banca; tramite questi certificati il Comune riparò strade, costruì ponti, migliorò i servizi, pagò stipendi e materie prime109.

108 F.H. Schroeder Rolf, Op. cit., su http://storiaefuturo.eu/monete-complementari-in-germania-

austria-svizzera-prima-meta-ventesimo-secolo/.

109 L’impulso alla circolazione era forte (tassa sul denaro del 12% l’anno) e lo stimolo funzionò

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I cittadini, per non pagare il bollo, arrivarono a versare le tasse in anticipo e il Comune si trovò con degli attivi di cassa che destinò a opere sociali. Il sindaco, per non penalizzare il risparmio, aveva disposto che sui certificati depositati in banca, il bollo venisse pagato dall’istituto di credito. Gli affari andarono talmente bene che i comuni circostanti si interessarono all'esperimento e cominciarono a progettare provvedimenti analoghi; se ne parlò persino ad Innsbruck (quinta città più grande d'Austria) e una massa di 300.000 cittadini fu in procinto di adottare il Freigeld. Repentinamente però, anche in questo caso, scattarono le reazioni della Banca Centrale la quale, visto minato il proprio monopolio, intervenne con un'ingente mole di azioni legali; l'inevitabile conseguenza fu, perciò, la soppressione dell'esperimento stesso110. Sebbene la moneta tirolese avesse riacceso i motori dell'economia cittadina, facendo di Wörgl uno dei pochi comuni dal bilancio attivo in piena crisi economica, venne messa al bando, così come accaduto alla Wära111.

Esito positivo ebbe invece quella che viene a configurarsi come la più longeva moneta complementare in circolazione: la Wir. La tutt'oggi operante Wirbank è una banca cooperativa svizzera basata su una moneta complementare e alternativa. Fondata nel 1934 a Zurigo, l’organizzazione Wir112 può essere descritta come la combinazione di un sistema di scambi “ad

anello” e un meccanismo di concessione di crediti113.

servizi di 14.866.000 scellini) mentre il corrispondente quantitativo di denaro tradizionale circolò solo 21 volte e, nello stesso anno, fu riassorbito il 25% della disoccupazione.

110 Esso ebbe un tale successo che la Banca Centrale si allarmò e fece cessare d'autorità

l'esperimento il 10 settembre 1933.

111 A. Medici, Op. cit. su https://www.ingannati.it/2013/04/09/gesell-un-genio-insuperato/.

112 In tedesco “wir” è sia l’abbreviazione della parola Wirtschaftsring, ovvero “circolo

economico”, sia il pronome personale “noi”.

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Gli aderenti alla rete ricevono prestiti (sotto forma di crediti, in genere a lungo termine e destinati ad esempio al finanziamento di progetti di costruzione) in moneta complementare, per poi essere chiamati ad ammortare il debito attraverso versamenti nella medesima valuta. Alla luce di queste caratteristiche, già nel 1936 il funzionamento dell’organizzazione fu classificato dalle autorità di vigilanza svizzere quale attività bancaria.

Alla stregua dei due esperimenti precedentemente analizzati, concepito nel contesto della drammatica crisi degli anni Trenta, il progetto fu ideato con l’intento di fornire un rimedio alla situazione disastrosa di stagnazione economica. A differenza però dei suoi predecessori, il circolo economico Wir nacque come cooperativa, forma giuridica che mantiene tuttora114. I fondatori del sistema, Werner Zimmermann e Paul Enz, si ispirarono alle teorie dell’economia libera per creare un modello che, seppur relativamente indifferente al concetto di moneta deperibile di Gesell, fu per lungo tempo incentrato su crediti e depositi senza interessi.

Facendo luce sull'origine della moneta Wir, risulta infatti evidente l'influenza geselliana; colpiti dalla prima grande crisi economica mondiale del credito, un gruppo di 16 imprenditori svizzeri, con in mente le teorie dello studioso Silvio Gesell, si unì per creare un nuovo circuito economico che alleggerisse il peso della crisi. Essi, per ovviare alla mancanza di liquidità, pensarono di sviluppare un sistema di compensazione di crediti e debiti non basato sulla moneta ufficiale (franco svizzero), bensì su una moneta complementare, il Wir appunto.

Ancora oggi pienamente attiva sull’intero territorio svizzero, a più di 80 anni dalla sua fondazione, la cooperativa ha un giro d'affari di circa 3,5 miliardi

114 Esistono due modi di creare Wir: attraverso la vendita o l'acquisto di beni da parte delle

imprese partecipanti, oppure attraverso l'estensione di credito a basso tasso d'interesse da parte della WirBank.

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l’anno (equivalenti ma non convertibili in franchi svizzeri) e finanzia un quarto delle PMI115 svizzere.

Wir ovvia alla mancanza di liquidità che caratterizza i mercati (soprattutto nei periodi di crisi) trovando come espediente un sistema che sarà ripreso nel dettaglio all'interno del capitolo successivo, ovvero quello della camera di compensazione. Un sistema siffatto, contrasta sia le riserve di moneta, sia tutte le problematiche che derivano dall'accumulo di denaro non speso; esso prevede che all'interno dei libri contabili della banca, vengano registrati solo crediti e debiti nella moneta complementare, ripagabili attraverso l’incasso dei futuri investimenti.

All’interno di questo sistema, non conta il quantitativo di moneta detenuto dal singolo soggetto, ma ciò che assume rilevanza è la posizione (positiva o negativa) nei confronti degli altri membri del circuito116. Inoltre, dato che una delle caratteristiche del Wir è quella di fare della moneta solo un’unità di conto e un mezzo di scambio, non è previsto alcun rischio di “cartolarizzazione”117 del

titolo di credito o debito. Per i correntisti di Wirbank risparmiare Wir sarebbe quindi infruttuoso, poiché non esistono al di fuori del circuito e non sono convertibili in franchi. Wirbank agisce come una vera e propria banca centrale (all’interno del circuito della camera di compensazione), la quale opera tramite una valuta complementare a quella reale ed eroga prestiti direttamente agli imprenditori che partecipano; i clienti devono pagare un interesse di circa l'1% ogniqualvolta chiedono un credito. La peculiarità, rispetto alle normali banche

115 Ad oggi la valuta complementare Wir funziona grazie ad una larga comunità di oltre 45.000

PMI svizzere.

116 Tutto tende naturalmente al pareggio dal momento che è la compensazione fra crediti e

debiti ad assicurare l’incontro fra creditore e debitore.

117 Con questo termine si indica la cessione di attività e/o passività, beni e/o debiti di privati o di

crediti di una società (solitamente una banca) definita tecnicamente originator, attraverso cui si costruiscono emissioni con la trasformazione del bene o del debito/credito in titoli obbligazionari, che sono poi collocati presso il pubblico.

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centrali, risiede nel fatto che il credito viene erogato direttamente ai cittadini, eludendo quindi il circuito interbancario.

Da qui emerge un'altra sostanziale differenza rispetto alle altre banche commerciali: l’obiettivo di Wirbank consiste nell'instaurare un rapporto sicuro tra debitore e creditori sino alla scadenza; il fine ultimo delle banche commerciali invece è rintracciabile nella massimizzazione del profitto tramite la vendita di titoli cartolarizzati, ovvero un credito reso scambiabile, nei momenti più convenienti. Diversamente, WirBank fornisce un servizio di sussistenza ai propri associati, poiché mette in relazione aziende, fornitori e consumatori che accettano come pagamento questa moneta complementare. Dal lato della clientela la procedura risulta altrettanto semplice: accettando i Wir nelle transizioni, i crediti derivanti dalle vendite verranno utilizzati per controbilanciare i debiti derivanti dagli acquisti, attraverso la camera di compensazione.

Inoltre, grazie alla natura stessa della banca, la quale opera come una piattaforma di contatti commerciali tra soci in un territorio di dimensioni contenute, si creano tutti i presupposti affinché avvenga un complessivo aumento del giro d’affari di tutti i partecipanti; tutto ciò grazie al coinvolgimento di piccole imprese familiari, radicate nel territorio, che forniscono prodotti di qualità sopratutto nel campo manifatturiero per un mercato piccolo, ristretto, interno e non globale118.

Difatti, la Wirbank più che una "classica" moneta locale, si delinea come un ibrido tra local money e mutual credit: una forma di credito mutualistico tra aziende che permette di risparmiare sui costi delle commissioni e degli interessi bancari. Come sostenne all'interno dei suoi scritti Bernard Lietaer, trai maggiori teorici contemporanei delle monete locali complementari, l’esperienza della moneta Wir, risulta rilevante per tre motivi: per la longevità (essendo nata nel 1934 ha oggi più di 80 anni); per il luogo dove è nata e si è diffusa, che è la

118 A. Montesi, Una banca che finanzia le pmi e non specula? Esiste, 14 Gennaio 2012, su

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Svizzera, uno dei paesi più ricchi al mondo e sede di grandi banche; infine per la dimensione che ha assunto e che la pone ben oltre le esperienze simili o comparabili119.

In ultima analisi, passando in rassegna le monete geselliane "anticrisi" sinora analizzate, risulta evidente una comunanza di obiettivi: compensare la scarsità di moneta sostenendo gli scambi e, con essi, l'attività economica a livello locale; scoraggiare l'accumulazione e la sottrazione di moneta dalla circolazione, applicando uno specifico tasso d'interesse negativo (Wära e Wörgl), oppure adottando un sistema complesso di compensazione (Wir).