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Le nuove organizzazioni contadine in Italia

2. LE POLITICHE AGRICOLE

2.3. Le nuove organizzazioni contadine in Italia

Nel mondo dell'associazionismo agricolo italiano la novità più interessante è la comparsa di un movimento per l’alternativa al modello agricolo neoliberista, che mette al centro dell'attenzione le finalità e il senso del lavoro contadino e la

74 Via Campesina, Dichiarazione di Via Campesina sulla WTO, Ginevra 17 ottobre 2005. 75 Via Campesina, ivi. Una stima non ufficiale parla di circa 60 milioni di aderenti a questo

riflessione a tutto campo sul mestiere di agricoltore. Queste tematiche si sono imposte nei paesi a capitalismo avanzato, in primis in Francia, insieme al dibattito sul rapporto tra agricoltura e globalizzazione neoliberista. Il movimento per un’altra agricoltura raggruppa contadini, allevatori, braccianti, tecnici del settore e consumatori e lotta per la qualità e la sicurezza delle produzioni agricole. Alcune organizzazioni hanno un carattere più spiccatamente politico e si battono per una riforma generale delle politiche agricole, altre svolgono principalmente il ruolo di collante, uno spazio di confronto e coordinamento tra soggetti che si occupano delle medesime problematiche o singoli aspetti. Il lavorio sotterraneo svolto in questi ultimi decenni ha portato ad una nuova, relativa, visibilità di questo mondo dell'associazionismo rurale, composto non solo da associazioni, ma anche da consorzi, reti più o meno informali e ONG. Tra queste vanno ricordate:

Civiltà contadina-Associazione Nazionale per la Valorizzazione del Mondo Rurale; l’Associazione Nazionale Usi Civici e Demani Collettivi; l’Asci, Associazione di Solidarietà per la Campagna Italiana; la Rete Bioregionale; ARI, Associazione Rurale Italiana, l'ONG Centro Internazionale Crocevia; l'Associazione Contadini Critici; l'associazione di produttori e consumatori Campi Aperti, l'associazione terra/Terra. In Italia queste organizzazioni mettono in comunicazione le diverse anime del movimento delle autoproduzioni, del biologico, per la salvaguardia della biodiversità e ognuna si caratterizza per uno di questi aspetti particolari, riportandolo poi all’interno di un discorso complessivo che riguarda le problematiche attuali dell’agricoltura. Costituiscono inoltre strumenti di divulgazione e soprattutto hanno contribuito a sviluppare una consapevolezza maggiore del ruolo dell'agricoltura contadina all'interno dei processi di globalizzazione. La resistenza nelle campagne e la lotta per l’accesso alla terra non sono più un’esclusiva dei paesi in via di sviluppo. Queste organizzazioni denunciano e riescono a dare più visibilità al tema e alla drammatica situazione in cui versano non solo milioni di persone nel Sud del mondo, ma al giorno d’oggi sempre più anche nel ricco Nord, si adoperano per sensibilizzare l’opinione pubblica su temi legati all'agricoltura ponendoli all'interno del complesso sistema di accordi economici e politici che regolano il commercio dei prodotti agroalimentari a livello globale.

Le linee lungo cui si muovono le organizzazioni italiane sono principalmente due: azioni locali e dare voce agli agricoltori nel dibattito politico. La prima linea d'azione è costituita principalmente dall'organizzazione di mercatini autogestiti dagli agricoltori nelle piazze, e talvolta nelle aie, luoghi di incontro, scambio, dibattito fra produttori e consumatori e interfaccia con le istituzioni; la seconda ha portato a due campagne nazionali, una petizione popolare per una legge che riconosca l'agricoltura contadina quale base per la rinascita delle campagne e una serie di iniziative in diverse città per rivendicare la legalità delle piccole aziende contadine. Entrambi questi aspetti saranno approfonditi successivamente.

Sicuramente queste organizzazioni nazionali o locali hanno fatto sentire le contadine e i contadini meno soli e hanno dato loro una speranza, da qui ad un’effettiva capacità di azione e opposizione il passo non è né automatico né facile. Agricoltura e alimentazione sono diventate parole chiave del movimento no-global, ma, mentre nei paesi capitalisti il movimento esprime più che altro un dissenso culturale e fatica molto a trovare forme forti e originali di autorganizzazione, nei paesi del Sud, è anche grazie alla presenza delle organizzazioni contadine se le comunità locali riescono a resistere a quei piani di sviluppo imposti dalle agenzie internazionali che li privano, prima di tutto, dell'accesso alla terra76.

All’interno della galassia che compone il movimento per un’altra agricoltura non incluse le organizzazioni sindacali ufficiali degli agricoltori, CIA, Coldiretti, Confagricoltura, perché le rivendicazioni di cui si fanno portavoce mantengono un approccio settoriale che non esce dagli schemi predefiniti, bensì cerca di ottenere migliorie contrattando le condizioni di lavoro e restando indifferente agli sforzi di promuovere un concetto di ruralità come bene comune77.

“Il passaggio (ad un nuovo approccio) non riguarda per il momento i sindacati agricoli, Coldiretti, Cia, Confagricoltura (in Italia tra piccoli e medi contadini il primo è stato senz’altro in posizione dominante e tradizionalmente legato alla Democrazia Cristiana), organizzazioni che storicamente non hanno adottato

76 Cfr. le occupazioni del movimento dei Sem Terra in Brasile, dei Mapuche in Patagonia,

le lotte delle donne indiane del Chipko (Shiva, 1993), le lotte nella valle di Narmada (Spivak, 2004).

77 Paolo Bedoni, presidente Coldiretti dichiara in un intervista :”Noi vediamo che da una

parte ci sarà in futuro questa pulizia di imprese che non possono essere considerate imprese perché non hanno la partita iva”. Report, puntata del 30.10.2005.

strategie di coinvolgimento dei soci nelle discussioni di politica agricola. Il passaggio riguarda invece contadini, allevatori e cittadini non solo consumatori che nella comune volontà di dire basta ad un’agricoltura e a un allevamento fonti di un cibo sempre più portatore di malattia e rischio di morte si sono autorganizzati costruendo nuove associazioni anche sindacali, nuove reti, nuovi momenti di denuncia, di battaglia, di messa a punto di alternative. E hanno indicato altre strade possibili.”78