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Uno strumento per rinforzare le relazioni di mutuo

3. I CASI DI STUDIO

3.9. Uno strumento per rinforzare le relazioni di mutuo

L’idea del mercatino di scambio prende forma nel 2001, reduci dalle mobilitazioni contro il G8 di Genova, alcune persone, già inserite nella rete di relazioni solidali, cominciano a ragionare su cosa fare per cambiare qui ed ora il rapporto di subalternità imposto dalle istituzioni che guidano il cosiddetto libero mercato. La prima cosa che ognuno individualmente può fare è liberarsi dalla dipendenza dalle merci del mercato capitalista non acquistandole e, proprio come sosteneva Illich (1974), provvedere all'interno di un gruppo di persone solidali alle necessità individuali e collettive scambiando valori d'uso e non merce con denaro.

133 Per motivi legati alla condizione di “clandestinità”, e per espressa richiesta di alcuni

protagonisti, non verranno qui fornite informazioni dettagliate riguardanti luoghi, persone e tutto ciò che possa compromettere la sicurezza delle persone coinvolte e il proseguimento del progetto.

Per avviare il mercatino, vengono spedite cinquanta lettere ad altrettanti piccoli produttori conosciuti per invitarli a partecipare. Si presentano in otto, qualcuno dice “andiamo avanti lo stesso!”, a giugno del 2010 hanno festeggiato il 100° mercatino con una grande festa “questa è la nostra grande vittoria, se vuoi aggregare, non ci sono simpatie e antipatie, devi avere pazienza con l'altro come l'altro ce l'ha con te”.

Il mercatino è ormai conosciuto come il Mercatino Clandestino. Perché la maggior parte dei produttori non hanno le autorizzazioni per trasformare i prodotti e si svolge a rotazione, nelle case delle persone che vi partecipano. Se qualcuno tra i produttori dovesse incorrere in problemi legali per via della propria attività di trasformazione, tutto il gruppo è pronto a fare quadrato intorno al malcapitato, anche raccogliendo i soldi per pagare un'eventuale multa.

Il mercatino clandestino è riuscito a costruire, attraverso i suoi incontri regolari e il suo mettere al centro dell'interesse i prodotti della terra, un sistema di scambio basato, ogni qualvolta è possibile, sul baratto. Questo ha permesso di poter reperire in un circuito autogestito prodotti che altrimenti sarebbero stati reperiti sul mercato. Ogni mese una persona si occupa di inviare a tutti gli indirizzi presenti in una lista di persone che fanno parte della “rete di scambio”, una busta contenente la mappa per raggiungere il mercatino che sta per svolgersi, una brevissima sintesi di come è andato il mercatino precedente e una lista di annunci che gli interessati le hanno inviato per far sapere di cosa hanno bisogno oppure cosa offrono, vendono, scambiano, seguiti da nome e telefono, ad esempio:

Offro letame, capretti maschi e anatre mute...;

Siamo una coppia con due bambini: cerchiamo una casa con terra da comprare da soli o con altri...;

Vendo il mio Passat GL station wagon 500 euro o scambio lavoro...;

La rete per la scuola familiare: ci sarà un incontro per chi non vuole mandare i figli alla scuola dell' “obbligo”...;

Nei mesi estivi porto il latte fresco solo su ordinazione quindi telefonare...; Offerta speciale: chi vuole fare il suo proprio formaggio, svendiamo latte a prezzo bassissimo, min. 15 litri fino a 50...;

Nella zona di Napoli pare che l'accesso alla terra non sia così difficile come qua. Al mercatino di Bacoli ho conosciuto Pasquale il quale mi ha detto che chi cerca terra può mettersi in contatto con lui....;

Cerco cucina economica e una roulotte…

Ma il mercatino, insieme alla lista degli annunci non è servito solo ad intensificare gli scambi diretti tra produttori, ha aiutato anche a mettere da parte quelle differenze che nei primi anni avevano ostacolato i progetti di mutuo appoggio avviati. Uno di questi progetti era stato, all'inizio degli anni Ottanta, lo scambio di giornate di lavoro: una volta al mese, quante più persone potevano, si recavano nel podere di chi aveva un grande lavoro da svolgere, sbrigando in una giornata un lavoro che altrimenti avrebbe richiesto più giornate di duro lavoro in solitudine, per esempio, in un paio di giorni, si puliva un intero uliveto abbandonato da anni, completamente ricoperto di rovi, e veniva rimesso in produzione, racconta Emma:“Si andava in venti, si lavorava tutto il giorno e poi si mangiava insieme: un'esperienza bellissima, però questo era all'inizio e c'erano troppe idee diverse, dopo un anno è finito”.

La partecipazione al mercatino ha toccato in alcuni periodi anche un' ottantina di produttori e una decina di banchi è sempre presente. I rapporti in questi nove anni si sono infittiti con positive ricadute sociali per gli adulti ma anche per i tanti figli nati nel frattempo, che godono dell'infittirsi delle relazioni dei genitori, in un clima sereno e giocoso.

Gli incontri mensili del mercatino sono diventati un luogo di scambio di idee, progetti, sogni per persone anche provenienti da altre regioni, o dall'estero. Il mercatino che si sposta di mese in mese in una nuova sede può essere rintracciato solo se si ha un contatto con qualcuno interno alla rete, questo sistema permette di tenere alla larga persone inopportune, approfittatrici e i controlli di A.S.L. e guardia di finanza. Permette d'altra parte di farvi arrivare solo persone veramente disinteressate da un punto di vista commerciale e affini

allo spirito dell'iniziativa, consapevoli che più che un mercato è un luogo di scambio solidale. Lo scopo principale dell'evento però rimane quello di essere un incontro per i locali, e chi lo organizza ritiene sia meglio moltiplicare esperienze come questa piuttosto che fare decine di chilometri per venire ogni mese a (…) . Perciò gli organizzatori auspicano che ciascuno nella propria zona dia vita ad un suo mercatino, ciò implica la costruzione di una rete locale autorganizzata fra piccoli agricoltori, cosa non facile né veloce, perchè la costruzione di un clima di fiducia reciproca richiede del tempo necessario alla condivisione di esperienze comuni attraverso le quali ci si conosce e si cresce insieme. Eppure, lentamente, i mercatini (più o meno) clandestini cominciano a proliferare. Al momento nella provincia di Perugia se ne contano altri tre, uno ripropone le medesime modalità del primo e così si presenta “Benvenuti a tutti, ai presenti e agli assenti che conosceranno in futuro questo mercatino itinerante. L'idea di questo mercatino è nata sulla scia di quelli che si fanno nella zona di … già da diversi anni e che sono ormai consolidati in una rete di persone che non solo partecipa, ma che offre la propria casa e i propri spazi per ospitarli. Va detto che ci sono in molte altre zone d'Italia e che altri si stanno organizzando in altre regioni per farli”134.

Gli altri due grazie alla mediazione di associazioni culturali si svolgono su piazze pubbliche, la garanzia offerta dall'associazione, che ha preventivamente mediato con l'istituzione permette anche a chi non e in regola di poter vendere senza correre il rischio di vedersi sequestrata la merce. Lo Scambivendolo, mercatino mensile che gode del patrocinio del comune di Lisciano Niccone si svolge, non a caso, su un territorio di precoce insediamento di “nuovi contadini”, italiani e stranieri: l'area del lago Trasimeno, dove ancora resistono famiglie di tedeschi che da trenta anni portano avanti un'agricoltura di sussistenza e la più antica cooperativa agricola fondata nel 1977 da giovani cittadini trasferitisi in campagna, “La Buona Terra”.

Alla periferia di Perugia, il circolo ARCI “Island”di Madonna Alta, cerca di garantire l'accesso alla piazza anche ai produttori più piccoli, organizzando un mercatino che viene presentato come evento culturale e non commerciale, mentre dallo storico mercatino del centro di Perugia, Umbria Terra Viva, nato dalle mobilitazioni del movimento del biologico e ora sempre più soggetto a controlli sanitari e fiscali, i produttori più piccoli sono di nuovo a rischio espulsione.