SOMMARIO: 3.1 – Il petrolio; 3.2 – Il gas naturale; 3.3 – Le principali infrastrutture energetiche.
3.1 – Il petrolio
Relativamente alle riserve petrolifere presenti nell‟area caspica, le stime delle risorse energetiche della regione variano molto in rapporto alla fonti informative prese in considerazione;251 in ogni caso, l‟incremento rimarchevole della produzione locale, registratosi negli ultimi anni, è dovuto principalmente agli Stati caspici del Kazakistan e dell‟Azerbaigian. Lo sfruttamento delle risorse energetiche presenti in tali Paesi è stato promosso principalmente attraverso l‟elaborazione di tre progetti di base: quelli di Tengiz e Karachaganak (Kazakistan) e quello del campo ACG (Azeri, Chirag e Gunashli in Azerbaigian). La produzione media giornaliera dei predetti giacimenti si è attestata, tra gennaio e settembre del 2006, a 693.000 barili di petrolio, circa il 30% del totale regionale, e la previsione dello sviluppo dei progetti in chiave decennale ha dato origine ad un flusso di nuovi investimenti ed infrastrutture, interpretato alla stregua di una «Seconda Corsa Caspica», rispetto alla prima avvenuta a fine Ottocento. Contestualmente, il mancato accordo sui confini marittimi del Caspio rimane un motivo di incertezza, determinando l‟impossibilità di uno sfruttamento sistematico dei campi Araz, Alov e Sharg e Serdar/Kyapaz.
Entro il predetto quadro di riferimento a valenza regionale, appare possibile rilevare che: - relativamente al settore petrolifero dell‟Azerbaigian:
il Paese, dotato di riserve stimate tra i 7 e i 13 miliardi di barili di greggio,252 ha, nel 2007, incrementato la propria produzione sino a 860.000 barili al giorno, in gran parte prodotti dal gruppo di giacimenti Azeri-Chirag-Guneschli (ACG)253 e destinati all‟esportazione; il settore petrolifero nazionale, in declino durante l‟era sovietica, è stato stimolato, negli
ultimi anni, da investimenti di capitale estero che hanno favorito l‟elaborazione di progetti su larga scala e di rinnovo delle infrastrutture esistenti; attualmente, circa una trentina di compagnie estere operano nel Paese;
le maggiori istallazioni per la ricerca ed estrazione di idrocarburi si trovano offshore, al largo del Mar Caspio, nei predetti giacimenti ACG gestiti dalle società facenti parte della Compagnia Operativa Internazionale dell‟Azerbaigian (AIOC)254, la quale concorre per il 70% sui volumi di prodotto nazionale esportato all‟Estero;
nel 1992, a seguito della fusione delle compagnie statali Azerineft e Azneftkimya, è stata costituita la SOCAR, compagnia titolare della produzione di petrolio e di gas naturale per
251 Per tale motivo, la statunitense Energy Information Administration (EIA) stima le riserve di petrolio delle regione tra i 17 e i 49 miliardi di barili e prevede che la produzione degli Stati caspici possa incrementare sino a raggiungere un valore compreso tra i 2,9 e i 3,8 milioni di barili al giorno, superando, in tal modo, la produzione annuale del Venezuela, maggior produttore dell‟America Latina.
US. DEPARTMENT OF ENERGY, ENERGY INFORMATION ADMINISTRATION, Country Analysis Briefs,
Caspian Sea, gennaio 2007, http://www.eia.doe.gov/emeu/cabs/Caspian/Background.html
INTERNATIONAL ENERGY AGENCY, Perspectives on Caspian Oil and gas development, dicembre 2008, tratto in data 28.10.2009 dal sito internet http://www.iea.org/papers/2008/Caspian_perspectives.pdf
252 La SOCAR, compagnia petrolifera della Repubblica azera, stima le riserve di greggio nazionali a circa 17,5 miliardi di barili.
253 L‟ACG si stima abbia una capacità produttiva pari al 65% del petrolio azero che risulta in continuo aumento. Il gruppo è composto dai campi Azeri centrale, occidentale ed orientale, Chirag e Gunashli.
254 Società partners dell‟AIOC sono: British Petroleum, Chevron, SOCAR, Inpex, Statoil, Exxon Mobil, TPAO, Devon Energy, Itochu, Delta/Hess.
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-l‟Azerbaigian, la quale amministra le due raffinerie presenti nel territorio e controlla il sistema di trasporto del prodotto, ad eccezione dell‟oleodotto Baku-Tbilisi-Ceylan; la società partecipa a tutti i progetti nazionali volti allo sviluppo dello sfruttamento del petrolio in Azerbaigian, sebbene il Governo affidi appalti a compagnie estere per l‟esplorazione e lo sfruttamento degli idrocarburi; SOCAR opera in circa quaranta campi estrattivi, ma estrae quasi il 50% della propria produzione nel giacimento offshore «shallow-water Guneshli», sito a circa sessanta miglia dalla penisola azera di Absheron, e che soffre ultimamente di una contrazione produttiva;
diversamente da quelli svolti presso i campi petroliferi ACG, gli altri progetti esteri per lo sfruttamento dei giacimenti azeri spesso non hanno fatto registrare i risultati auspicati dalle compagnie investitrici;
nel 2007, le esportazioni di petrolio azero sono ammontate a circa 700.000 barili al giorno, per la maggior parte destinati alla Russia, Italia, Turchia, Germania e, in considerazione delle favorevoli condizioni di mercato, gli U.S.A. hanno importato dal Paese, circa 50.000 barili al giorno di greggio; quasi la totalità del prodotto viene trasportata attraverso l‟oleodotto Baku-Tbilisi-Ceylan (BTC), linea che percorre 1040 miglia e, partendo dalla capitale azera Baku, consente di evitare il traffico del Bosforo e dello Stretto dei Dardanelli, passando attraverso il territorio georgiano, sino al porto mediterraneo di Ceyhan; modesti quantitativi (pari ad una media inferiore a 100.000 barili al giorno) sono trasportati su rotaia, verso la costa georgiana, e, tramite un oleodotto, verso Novorossijsk; tra le altre vie di esportazione vanno rammentate l‟oleodotto Baku-Novorossijsk (cd. settentrionale), che attraversando la Russia si dirige verso il Mar Nero, l‟oleodotto Baku-Supsa (cd. occidentale), nonché un oleodotto secondario attivato, nel giugno 2006, al fine di acconsentire all‟Exxon di far affluire il proprio prodotto direttamente dal terminale Sangachal della British Petroleum al terminale Azpetrol attrezzato per il trasporto ferroviario;
il greggio estratto dal campo Azeri viene raffinato in loco presso le raffinerie Azerineftyag di Baku e Heydar Aliev, rispettivamente con capacità di raffinazione di 242.000 e 200.000 barili al giorno; gli impianti, pur facendo registrare un incremento annuo del 2,3%, risultano, tuttavia, sottoimpiegati circa al 40% del potenziale produttivo e sono destinati essenzialmente alla produzione di diesel e di kerosene; presso lo stabilimento di Heydar Aliev, inoltre, viene prodotto gas di petrolio liquefatto (gpl);255 entrambe le raffinerie necessitano di interventi di modernizzazione con nuove attrezzature per il controllo dell‟inquinamento e per l‟ottimizzazione della resa;
l‟assenza di un accordo preciso sulla definizione dei confini marittimi del Caspio, ha determinato l‟impossibilità di avviare uno sfruttamento sistematico dei campi Araz, Alov e Sharg e Serdar/Kyapaz;256
- per quanto attiene alla parte nord-orientale del Mar Caspio:
la titolarità della maggior parte dei più importanti giacimenti petroliferi marittimi è rivendicata dal Kazakistan, le cui riserve energetiche terrestri e marittime accertate sono state valutate in 9-40 miliardi di barili; la produzione di petrolio, nel 2007, si è attestata in 1,45 milioni di barili al giorno, di cui 250.000 riservati al consumo interno ed il restante all‟esportazione;257
255 Nel 2006, l‟impianto ha prodotto 1,5 milioni di barili, facendo registrare un decremento pari al 17% rispetto alla produzione dell‟anno precedente.
256 US. DEPARTMENT OF ENERGY, ENERGY INFORMATION ADMINISTRATION, Country Analysis Briefs:
Azerbaijan, aggiornato all‟ottobre 2009, tratto dal sito internet
http://www.eia.doe.gov/emeu/cabs/Azerbaijan/pdf.pdf
257 I maggiori produttori, consorzi e giacimenti operanti e/o presenti nel Paese sono: Karachaganak (250.000 bbl/d), Tengiz (280.000 bbl/d), CNPC-Aktobemunaigas (120.000 bbl/d), Uzenmunaigas (135.000 bbl/d), Mangistaumunaigas (115.000 bbl/d), Kumkol (70.000 bbl/d). L‟Energy Information Administration statunitense ha
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- negli ultimi anni, il Kazakistan ha fatto registrare un sensibile incremento produttivo, fenomeno quest‟ultimo da interpretarsi quale risultato della spinta nel settore determinata dall‟investimento estero che ha operato attraverso le forme dell‟accordo di produzione partecipativa (PSA), della concessione per l‟esplorazione del sottosuolo e della joint venture con la Kazmunaigaz (già Kazakhoil), ovverosia con la società petrolifera nazionale;258
tra i giacimenti di maggiore importanza presenti nel Paese, particolari aspettative di crescita vengono riposte nei campi petroliferi di Tengiz, Kashagan, Karachaganak e Kurmangazy e, più nel dettaglio:
il giacimento di Tengiz che:
si trova lungo la costa del Mar Caspio in una zona paludosa valutata come la più ricca fonte del Paese, con una capacità di 6-9 miliardi di barili;259
è stato attivato, nel 1993, dalla joint venture Tengizchevroil, ma ha subito problemi meccanici che ne hanno danneggiato la produttività nella prima metà del 2006 nonché decrementi di resa determinati da restrizioni introdotte dal Governo kazako volte a limitare le perdite di gas e tutelare l‟ambiente;260
a partire dalla fine del 2007, il giacimento ha fatto registrare nuovamente un incremento di produzione, grazie all‟apertura di nuovi pozzi e all‟avvio di un progetto volto alla reimmissione di gas acido nel sottosuolo, misure, queste, ritenute capaci di determinare un aumento pari a 460.000 bbl/d di petrolio estratto;
produce un flusso di greggio che viene trasportato tramite il l‟oleodotto Caspian Pipeline Consortium (CPC) fino al porto di Novorossijsk, sul Mar Nero;
il giacimento di Kashagan che:
è situato al largo della costa settentrionale del Caspio, vicino alla città di Atyrau ed è ritenuto il quinto campo petrolifero più importante al mondo per riserve stimate (il consorzio che lo gestisce - Agip KCO - ha indicato in 38 miliardi di barili la stima delle riserve energetiche del giacimento);261
presenta particolari difficoltà per la messa a valore a causa delle elevate pressioni di ingenti quantitativi di gas naturale e del petrolio (che, fra l‟altro, contiene percentuali significative di zolfo) ed a causa dell‟esigenza di dotare il giacimento di piattaforme marine e strutture capaci di resistere alla furia degli elementi caratterizzanti la specifica area del Caspio settentrionale; dette difficoltà risultano essere all‟origine di numerosi rinvii della data di inzio attività (annunziata dall‟ENI dapprincipio nel 2005 ed, da ultimo, posticipata per la fine del 2011) nonché di stimato la produzione petrolifera del Paese, per l‟anno 2008, in 1,54 milioni di barili e, per l‟anno 2009, in 1,71 milioni di barili.
US DEPARTMENT OF ENERGY, ENERGY INFORMATION ADMINISTRATION, Country analysis brief
Kazzakhstan, aggiornato al febberaio 2008, tratto dal sito internet
http://www.eia.doe.gov/emeu/cabs/Kazakhstan/pdf.pdf
258 Si segnala che, negli anni 2005 e 2007, la crescita della produzione ha fatto registrare un rallentamento determinato da plurime concause tra le quali: gli interventi restrittivi introdotti dal Governo, specie in materia di tutela e protezione dell‟ambiente; i lavori di manutenzione posti in essere nei campi petroliferi di Tengiz e Karachaganak; le fughe di gas e gli altri incidenti dovuti alle rigide temperature delle ultime stagioni invernali; i ritardi e gli scarsi progressi nella costruzione dell‟oleodotto del Consorzio del Caspio.
259 La stima della capacità del giacimento è elaborata dalla compagnia Chevron, membro della joint venture Tengizchevroil. Nel 2007, la produzione di Tengiz si è assestata a circa 280.000 bbl/d di prodotto estratto. La Chevron ritiene che Tengiz sia potenzialmente in grado di produrre sino a 700.000 bbl/d di petrolio.
260 Il consorzio operante nel giacimento di Tengiz è stato sanzionato con multa pari a 609 milioni di dollari dalle autorità kazake per aver provocato danni ambientali derivati dal non corretto stoccaggio di oltre nove milioni di tonnellate di zolfo, residuo della lavorazione del petrolio del giacimento.
261 Nell‟area di Kashagan sono presenti altri giacimenti (Kashagan SW, Aktote, Kairan, e Kalamkas) non paragonabili, sebbene di notevoli dimensioni rispetto agli standards internazionali, al campo petrolifero di Kashagan. Relativamente agli stessi, sono in corso di attivazione programmi di sfruttamento.
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-iniziative del Governo kazako in tema di salvaguardia ambientale e di risarcimento per i ritardi accumulati;262
il giacimento petrolifero e di gas condensato di Karachaganak che:
è situato nell‟entroterra del Kazakistan settentrionale, al confine con il campo petrolifero russo di Orenburg, ed è gestito dal consorzio petrolifero di Karachaganak (KPO);
nel 2007, ha assicurato una produzione di oltre 250.000 bbl/d di gas naturale condensato e, potrebbe triplicare la resa con l‟investimento di un capitale pari a dieci milioni di dollari;
presenta riserve residue del giacimento stimate dall‟ente gestore in circa 8-9 miliardi di barili di petrolio e 47 trilioni di piedi cubici di gas naturale;
produce un flusso di greggio che, in passato, è stato raffinato negli impianti russi di Orenburg e che, attualmente, viene convogliato verso un oleodotto a sud di Atyrau che lo collega alla linea principale di esportazione del Consorzio del Caspio (CPC);
per quanto attiene ai giacimenti di Kurmangazy, Zhemchuzina («Pearls Block») e KalamKas, lo sfruttamento risulta essere ancora in una fase iniziale e, più nello specifico: Kurmangazy, è stato oggetto di un accordo russo-kazako, secondo cui le compagnie
Rosneft e Kazmunaigaz dovrebbero investirvi circa 23 milioni di dollari al fine di rendere sfruttabili i 7,33 miliardi di barili stimati; lo sfruttamento del giacimento, tuttavia, risulta aver incontrato delle difficoltà ed è ancora oggetto di attività esplorativa;
la gestione di «Pearls Block» (Zhemchuzina, in kazako), è stata disciplinata tramite la sottoscrizione di un PSA che attribuisce il 55% delle quote di compartecipazione a Shell, il 25% a KazmunaitEniz (ramo della società di Stato per la ricerca di gas e petrolio Kazmunaigas) e il restante 20% all‟Oman Pearls (filiale della Oman Oil); il giacimento di Kalamkas è stato scoperto da Agip KCO nel 2001, si trova nella
stessa area contrattuale del campo petrolifero di Kashagan e si stima possa contenere tra i 500 e 600 milioni di barili di greggio e 3,5 trilioni di piedi cubici (Tcf) di gas naturale; rispetto a Kashagan, il giacimento, trovandosi a 6000 piedi di profondità ed essendo sottoposto a pressioni meno elevate, potrebbe essere sfruttato più agevolmente;
per quanto attiene, infine, agli altri Paesi dell‟area caspica, appare possibile rilevare che: il Turkmenistan e l‟Uzbekistan, anche successivamente alla conquista
dell‟indipendenza, non sono riusciti ad incrementare significativamente la scoperta e la messa a valore di ulteriori riserve di idrocarburi (in entrambi i Paesi, infatti, le riserve accertate risultano inferiori a quelle degli Stati confinanti, facendo, perciò, registrare minore interesse da parte degli investitori esteri);263
262 Con un nuovo accordo concluso nel 2008, sono stati precisati i termini di una nuova distribuzione delle quote di partecipazione delle società operanti a Kashagan che riconduce la Kazmunaigaz a possedere il 16% delle azioni. Sebbene il contenuto dell‟accordo non sia stato ufficialmente reso pubblico, pare che sia stato convenuto che, dopo un primo periodo nel quale l‟Eni dovrà occuparsi dell‟esplorazione e dello sviluppo del campo petrolifero, successivamente alla «messa in linea» del giacimento, subentrerà una nuova compagnia operativa costituita da Total, Shell e dalla stessa Kazmunaigaz.
263 Alcune compagnie hanno tuttavia sviluppato il settore preparatorio iniziale per la progettazione di infrastrutture in Turkmenistan, mediante accordi di produzione compartecipata (PSAs), soprattutto nei campi di Diyarbakir e Nebit Dag e nel giacimento di Cheleken. Nei campi di Diyarbakir, Cheleken e Nebit Dag operano, rispettivamente, le società Petronas (10.000 barili al giorno estratti dal 2005); Dragon Oil (18.000 barili al giorno, dal 2006) e Burren Energy (17.000 barili al giorno estratti).
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Caspian Sea, aggiornato al gennaio 2007, tratto dal sito internet
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- i settori di maggior concentrazione di campi di sfruttamento petrolifero del Turkmenistan sono situati nella parte meridionale del Mar Caspio e nell‟area di Garashyzlyk ad Occidente del Paese (quest‟ultima ha fatto registrare un notevole incremento produttivo successivamente all‟indipendenza dall‟URSS, riportando, tuttavia, ora una certa flessione per la preferenza data alla produzione di gas naturali e per i ritardi degli investimenti esteri dovuti alla serrata concorrenza delle regioni dell‟Asia centrale nell‟accaparramento degli stessi); 264
nonostante il Governo turkmeno insista sullo sviluppo per una maggiore produzione petrolifera, il settore non ha raggiunto i suoi obiettivi di crescita;265
gli investimenti stranieri accedono al mercato petrolifero turkmeno attraverso società in partecipazione, ovvero mediante la conclusione di accordi partecipativi, finalizzati a progetti di sfruttamento dei campi offshore sul Caspio e degli altri giacimenti onshore266, con la compagnia di proprietà statale Turkmenneft (per quanto riguarda i bacini
onshore, il Governo turkmeno ha mantenuto un atteggiamento protettivo in quanto le
imprese estere di partecipazione sono sostanzialmente ammesse solo nelle iniziative al largo del Caspio);
lo sviluppo del settore e l‟investimento estero risultano, tuttavia, frenati dal fatto che numerosi importanti giacimenti si trovano in aree contestate, stante l‟assenza di accordi tra Iran, Azerbaigian e Turkmenistan, per la definizione dei confini marittimi della piattaforma caspica, con il pericolo di pregiudicare l‟esplorazione dei campi petroliferi ivi presenti;267
l‟Uzbekistan, malgrado le sue riserve siano paragonabili a quelle del Turkmenistan,268
registra uno tra i più modesti livelli di produzione di idrocarburi tra le Repubbliche US. DEPARTMENT OF ENERGY, ENERGY INFORMATION ADMINISTRATION, Country Analysis Briefs:
Central Asia, aggiornato al febbraio 2008, tratto dal sito internet http://www.eia.doe.gov
264 La produzione nazionale è indirizzata alle esportazioni per il 40%, mentre il consumo locale si attesta a 110.000 bbl/d e risulta sussidiato dal Governo, infatti, nel febbraio 2008, il presidente Berdymukhammedov ha istituito, a beneficio degli addetti al trasporto, un nuovo sistema distributivo al dettaglio che fornisce gratuitamente gasolio fino a 120 litri al mese per proprietari di macchine; oltre tale limite, sono previsti prezzi agevolati.
La produzione petrolifera del Turkmenistan è salita, dai 110.000 barili al giorno estratti nel 1992, ai 214.000 barili al giorno del 2004; durante il 2007, la produzione è poi scesa a 180.000 barili al giorno.
US. DEPARTMENT OF ENERGY, ENERGY INFORMATION ADMINISTRATION, Country Analysis Briefs,
Central Asia, febbraio 2008, tratto dal sito internet http://www.eia.doe.gov
265 Per quanto attiene alla attività posta in essere dalle autorità locali, si evidenzia che è stata adottata da parte della presidenza, una politica volta al miglioramento delle capacità istituzionali e della legislazione al fine di facilitare gli investimenti nel settore industriale degli idrocarburi; attualmente, tuttavia, risulta prematuro stabilire la portata dei progressi che il nuovo Governo potrà raggiungere per dare impulso al mercato ed all‟investimento estero. Nel marzo del 2007, è stato istituito un ente direttivo per la gestione degli idrocarburi distinto da quello centrale, con lo scopo di fornire maggiore trasparenza e migliori informazioni riguardo alle entrate e nuovo impulso agli investimenti stranieri. L‟obiettivo che le autorità turkmene si prefiggono entro il 2010 è di attrarre 46 miliardi di dollari in questo settore, mentre la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (EBRD) ha indicato, in 753 milioni di dollari, il livello degli investimenti esteri verso il Paese nel 2007.
266 Tra dette compagnie straniere vi è anche la Burren Energy, acquistata dall‟Eni nel gennaio 2008, che ha prodotto, nella prima metà del 2007, oltre 20.000 barili al giorno presso il campo di Nebit Dag. Altre società estere operanti in Turkmenistan sono: Dragon Oil, Mitro International, Maersck Oil (Danimarca), Wintershall (Germania), ONGC (India). Recentemente, sono stati conclusi contratti di partecipazione tra il Governo locale ed il consorzio Zarit ed altre società (BP, Chevron, Buried Hill Energy, LUKoil, ConocoPhillips) attendono di essere ammesse allo sfruttamento dei giacimenti caspici.
267 Si segnala che, nel 2007, la Chevron ha avviato trattative con il Governo turkmeno per lo sfruttamento di Kyapaz-Serdar, ricco giacimento conteso tra Turkmenistan e Azerbaigian; nel febbraio 2008, la Buried Hill Energy ha sottoscritto un PSA per operare al largo del Caspio.
Attualmente, sono in corso trattative diplomatiche tra i Governi turkmeno e azero volti alla definizione del confine dei due Stati sulla piattaforma caspica.
268 Stando all‟Oil and Gas Journal, l‟Uzbekistan possiederebbe 594 milioni di barili di riserve petrolifere distribuite in 171 giacimenti già esplorati di petrolio e gas naturale; gli stessi risultano in gran parte situati nella regione Bukhara-Khiva che rappresenta il 70% della produzione locale e anche nella regione della Valle di Fergana, a nord-est del
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-dell‟ex Unione Sovietica e soffre di investimenti industriali, nazionali ed esteri, al momento, del tutto insufficienti per rilanciare la produzione;269
la produzione petrolifera uzbeka è composta al 60% di greggio sulfureo e al 40% di condensa gassosa;
in primis a causa dei ritardi negli investimenti, i campi uzbeki esistenti si stanno esaurendo più velocemente delle nuove scoperte messe in produzione tanto che il Paese, che fino alla fine degli anni ‟90 era autosufficiente nella produzione petrolifera, successivamente, ha fatto registrare un calo notevolissimo divenendo un importatore netto di petrolio;
nel 2007, il Governo uzbeko, allo scopo di promuovere gli investimenti esteri, ha rivisto le precedenti decisioni circa l‟aumento della pressione fiscale sulla produzione di idrocarburi ed ha modificato le normative sulle iniziative PSA;
ciononostante, gli investitori esteri sembrano ancora attendere concreti sviluppi circa i tentativi in atto di privatizzazione della società statale Ubekneftgaz;
fin dal 1995, la Federazione Russa ha incentivato le proprie compagnie Lukoil e Gazprom all‟esplorazione di idrocarburi nel Caspio settentrionale;
la Lukoil, all‟inizio del 2006, ha annunciato la scoperta, presso il campo marittimo di Filanovskogo, di ampie possibilità di sfruttamento e si è impegnata a rendere fruibili sei campi nel settore russo del Caspio, con avvio produttivo del sito Y. Korchagina,