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Capitolo I. Dall’Internazionale Operaia e Socialista alla Conferenza Socialista Internazionale (1940-1946)

90 LHASC/LPA/LSI/25/2/7.

Polonia, Norvegia, Danimarca, Cecoslovacchia, Italia e Paesi Bassi91. Ogni paese ricevette tre discorsi: uno da un dirigente laburista, uno da Huysmans e uno da un socialista locale. La Germania ricevette questi tre messaggi, ma anche un messaggio da ognuno dei paesi occupati dall’esercito tedesco. Lo stesso tipo di messaggi venne ripetuto il Primo Maggio dell’anno successivo. La Polonia ricevette un messaggio di solidarietà nel 194292 e nel 194493, nell’agosto 1943 un messaggio venne spedito a Nenni come apprezzamento per il ruolo del socialismo italiano nella lotta contro il fascismo e per chiedere la capitolazione onorevole. Il Primo Maggio 1943 Huysmans lanciò un lungo manifesto approvato dal suo Comitato94, offrendo solidarietà ai popoli resi schiavi e sterminati dal nazismo, lodi per quanti combattevano la Germania negli eserciti regolari e nella resistenza e la promessa di un futuro migliore95. La sola correzione chiesta da Gillies era di rimuovere un accenno alla creazione di uno Stato ebraico, poiché non voleva che il Labour Party fosse in alcun modo vincolato da questo messaggio96.

Quanto questi appelli fossero efficaci nell’Europa occupata è difficile da valutare97, ma certo essi erano utili a tenere unito il Labour Party. Alla conferenza del 1941 George Dallas rigettò l’accusa che la dirigenza non aveva fatto abbastanza per coordinare i socialisti europei presentando il messaggio del Primo Maggio come ‘uno dei più grandi successi nell’intero periodo della

91 LPACR 1941, p.31.

92 LHASC/LPA/LSI/26/6/63. William Gillies, circular letter to the members of the Huysmans

committee, 31 July 1942; LHASC/LPA/LSI/26/6/64. ‘Message to Poland’.

93 LHASC/LPA/LSI/26/6/67. Message from Camille Huysmans to the workers of Warsaw, 14

August 1944.

94 LHASC/LPA/LSI/26/7/18. William Gillies to N.F.Newsome, BBC European Service, 28 April

1943.

95 LHASC/LPA/LSI/26/7/19. ‘May Day Message for 1943, of Camille Huysmans, Chairman of

the Executive of the Labour and Socialist International’.

96 LHASC/LPA/LSI/26/7/13 William Gillies to Camille Huysmans, 21 April 1943. 97 LHASC/LPA/LSI/26/2/2 William Gillies to Camille Huysmans, 5 December 1941.

guerra’ 98. Non era però solo un trucco cinico, Dalton confessava al suo diario quanto si era commosso ad un incontro organizzato dai socialisti polacchi99.

L’internazionalismo veniva espresso anche tramite incontri pubblici nei quali dirigenti socialisti europei e britannici si facevano vedere insieme e lanciavano appelli100. Nella fase cruciale della guerra tutte le manifestazioni pubbliche soffrivano una scarsa partecipazione. Nel luglio 1942 il NEC suggerì che le sezioni locali tenessero eventi con la partecipazione di oratori socialisti dei paesi alleati101. In alcuni casi, come con un oratore polacco, la partecipazione fu terribile, gli oratori francesi avevano miglior successo. Questi incontri servivano a mostrare alla base del partito che non era solo l’Armata Rossa a combattere il nazismo, ma quello che i militanti volevano erano oratori sovietici. Tra il giugno 1943 e il dicembre 1944 300 eventi pubblici con la partecipazione di un dirigente socialista di un altro paese ebbero luogo102.

L’evento pubblico più importante era la conferenza annuale del Labour Party, dove i leader socialisti e Camille Huysmans si rivolgevano alla conferenza, con uno scambio di favori benefico per ambo le parti: i socialisti esiliati venivano riconosciuti come legittimi e in cambio lodavano i dirigenti laburisti cui chiedevano di guidare il movimento socialista mondiale. Il discorso di Huysmans usava la strategia retorica di infantilizzare il movimento socialista europeo per chiedere un maggior coinvolgimento della Gran Bretagna e del Labour Party sul continente:

Ma se mi è permesso di fare un timido commento: non ci lasciate soli quando la pace sarà conclusa.

98 LPACR 1941, p. 153.

99 Hugh Dalton, The political diary of Hugh Dalton: 1918-40, 1945-60, 9 November 1943, p.666. 100 Incontro del 1 marzo 1941 (LPACR 1941, p.31). Incontro del 10 gennaio 1942 (LPACR 1942,

pp.21-22). Incontro del 2 settembre 1942 contro le atrocità tedesche (LPRA 1943, pp.38-42).

101 Andrew Thorpe, Parties at war: political organization in Second World War Britain, (Oxford:

Oxford University Press 2009), pp.203-204.

Se capisco bene, uno dei vostri statisti ha detto di recente che, dal momento in cui saremo liberi, i paesi continentali potranno fare quello che vogliono, specialmente negli affari economici. Vorrei dire questo come risposta: non fatelo. Vogliamo essere al vostro fianco, così da creare con voi un’Europa ben bilanciata di pace e libertà. I contrasti economici sono spesso più pericolosi delle differenze politiche e talvolta è difficile dire dove inizino le prime e dove finiscano le seconde [sic]. A mio parere i piccoli paesi talvolta somigliano a bambini piccoli. Non puoi lasciarli soli in una stanza quando c’è un fuoco acceso scoperto103.

Anche se l’impegno retorico del Labour Party era piccolo, vi era lo stesso il pericolo di essere imbarazzati. La notizia che i leader del Bund Viktor Alter e Henryk Ehrlich erano stati giustiziati dall’Unione Sovietica fece grande impressione tra i socialisti in esilio e in un incontro pubblico il leader socialista Szmul Zygielbojm pronunciò una condanna dell’Unione Sovietica a cui si unirono alcuni membri del Labour Party. La Sottocommissione Internazionale fu costretta a dichiarare pubblicamente che queste dichiarazioni non erano state autorizzate104.

Tuttavia il linguaggio poteva essere usato non solo per ricostruire l’unità, ma anche per esprimere le differenze di opinioni e atteggiamenti dentro la comunità socialdemocratica e i singoli partiti nazionali. È stato già accennato come due linguaggi venissero usati per spiegare il fenomeno fascista: uno dava rilievo alle differenze culturali e nazionali, l’altro ai fattori economici e sociali. Il diplomatico Robert Vansittart aveva sviluppato un discorso sulla storia tedesca che rifiutava la spiegazione marxista del nazismo e abbracciava una spiegazione culturale, presentando la storia della Germania

103 LPACRR 1941, p.147.

104 LHASC/LPA/International Sub-Committee/Minutes and Documents/1943/Minutes of the

come una marcia ininterrotta di crimini e aggressioni105. Le tesi di Vansittart trovarono facile accoglienza nei ranghi del Labour Party grazie alla loro consonanza con la spiegazione culturalista della nascita del fascismo di Hugh Dalton (noto per il suo odio antitedesco).

Nel 1940 vi era ancora spazio per distinguere tra governo e popolo tedesco106, ma già nel 1941 si parlava di colpa collettiva107 e nel 1943 la conferenza adottò ufficialmente la tesi dell’espansione militare come connaturata al popolo tedesco, presentando come unica soluzione il disarmo completo e l’occupazione militare prolungata108. Questa spiegazione veniva sfruttata in maniera opportunista per rimuovere la colpevole incomprensione della minaccia fascista da parte della dirigenza dei principali partiti socialdemocratici. Al contrario la posizione della sinistra era incolpare la reazione e il grande capitale per il nazismo.

L’area d’intervento più importante era la concessione del riconoscimento, una pratica che prefigura come la comunità socialdemocratica internazionale avrebbe preso parte attiva nei conflitti interni ai partiti nel dopoguerra. Quando Stafford Cripps, leader della sinistra laburista negli anni ’30 e futuro cancelliere dello scacchiere, fu espulso dal Labour Party nel 1939, Adler gli permise di pubblicare una dichiarazione nel bollettino della IOS, provocando una denuncia da parte di Gillies di questa ‘internazionalizzazione delle liti domestiche’ 109. Questo episodio di scarsa

105 Sul dibattito sul Vansittartismus vedi Jörg Später, Vansittart: britische Debatten über Deutsche

und Nazis 1902-1945 (Göttingen: Wallstein Verlag 2003); Isabelle Tombs, ‘The Victory of Socialist ‘Vansittartism’: Labour and the German Question, 1941–5’, Twentieth Century British

History 1996 7: pp.287-309. Come esempio dell’atteggiamento antitedesco cfr. ‘D’altro canto,

quando io [Gillies] ho detto a Levy che i nostri amici in Polonia riferiscono che tra i sei e i sette milioni di persone sono state uccise in Polonia dai tedeschi, e che i tedeschi si meritano come fato lo sterminio, si disse d’accordo’ (LHASC, LPA, LSI, 25/1/123 William Gillies to George Dallas, 11 March 1944)

106 LPACR 1940, p. 7. 107 LPACR 1941, pp.109-112. 108 LPACR 1943, pp.38-42. 109 Collette, p. 89.

importanza rivela come le divisioni dentro i partiti acquisissero una dimensione internazionale e coinvolgessero la comunità socialdemocratica. Le possibilità che questo avvenisse crescevano quando le condizioni erano favorevoli, il partito nazionale diviso e il centro internazionale potente. L’esilio aveva creato una grande asimmetria di potere dentro la comunità socialdemocratica, offrendo un’occasione per collaudare il potere del centro sulla periferia.

Ciò emerse chiaramente nel caso del Partito dei Lavoratori Socialdemocratici Tedeschi in Cecoslovacchia, che era stato uno dei più grandi della repubblica e un membro di molte coalizioni. Il suo leader Wenzel Jaksch aveva dissolto l’organizzazione dopo l’accordo di Monaco e l’aveva riformata come la Treuegemeinschaft Sudetendeutscher Sozialdemokraten, con un programma per la riforma federale della repubblica e il rifiuto dei trasferimenti di popolazione, condizioni che rendevano un accordo con gli altri partiti cecoslovacchi impossibile110. Nell’autunno 1940 i dissidenti Zinner e Lenk formarono il proprio gruppo scissionista (noto come Zinnergruppe) che accettava la cooperazione con Beneš. Il comitato Dallas venne coinvolto quando Jaksch chiese di far circolare dei documenti di condanna del

Zinnergruppe e Zinner chiese l’ammissione111. Dietro consiglio del partito socialdemocratico ceco, Gillies decise di invitare entrambi i gruppi112. Jaksch minacciò di ritirare la Treugemeinschaft dal Comitato Dallas, poiché nella IOS non vi era un precedente per invitare un gruppo scissionista e il Labour Party stava andando abusando di diritti non suoi:

110 Francis D. Raška,. ‘The Treuegemeinschaft Sudetendeutscher Sozialdemokraten and its

Struggle against Czechoslovak Plans for German Transfer’, Kakanien Revisited, 31 March 2004, <http://www.kakanien.ac.at/beitr/fallstudie/FRaska1.pdf>.

111 LHASC/LPA/LSI/25/1/136 Minutes of a meeting of the International sub-committee, 4 July

1941.

112 LHASC/LPA/LSI/25/1/137 William Gillies to J.Lenk 8 July 1941; LHASC/LPA/LSI/25/1/138

Se la Commissione Esteri del Labour Party, nel decidere la composizione del Comitato di St. Ermin [Comitato Dallas], avoca a se l’autorità di modificare o distribuire i mandati [di rappresentare i lavoratori del loro paesi] dei movimenti operai oppressi, e se lo fa senza le garanzie di una procedura imparziale, sta abbandonando le tradizioni democratiche del movimento operaio internazionale113.

Jaksch denunciò i due pesi e le due misure, poiché il gruppo scissionista dei cechi non era stato invitato.

Ci siamo astenuti da qualsiasi interferenza in questa materia considerato che una delle leggi non scritte nei rapporti socialisti internazionali costringe tutti i partiti ad agire con la massima imparzialità e cautela in tutti i conflitti che possano sorgere in un partito fratello, a meno che la mediazione non venga richiesta da tutte le persone coinvolte. […]

Grazie al riconoscimento di gruppi scissionisti senza la precedente verifica dei loro mandati da parte di una commissione creata secondo le regole e con le procedure corrette, ogni partito in esilio può essere spaccato. È ovvio che qualunque estraneo ambizioso può sfruttare quest’opportunità per formare un proprio gruppo. E il fatto che un riconoscimento ufficiale, per quanto ottenuto con facilità, gli permetterà di sfruttare il prestigio del Labour Party per le proprie attività di disgregazione114.

Jaksch descrisse esattamente come le cose si sarebbero sviluppate durante la guerra e dopo la guerra, anche quando misurare il ‘mandato’ di un gruppo dirigente sarebbe stato apparentemente facile. Il Labour Party e Huysmans rifiutarono comunque di discutere la situazione, rimarcando

113 LHASC/LPA/LSI/25/1/140. Wenzel Jaksch to George Dallas, 22 July 1941. 114 LHASC/LPA/LSI/25/1/140. Wenzel Jaksch to George Dallas, 22 July 1941.

l’asimmetria di potere: ‘Noi invitiamo i rappresentati socialisti e operai, e la nostra scelta non dipende dall’assenso degli invitati’ 115. In questo caso Gillies voleva aiutare la politica di Beneš, l’argomento adottato, che bisognasse rappresentare tutte le fazioni, era pretestuoso. Ad esempio quando Eugen Prager, membro dell’organizzazione di socialisti ungheresi in esilio, la

Vitlagossag, chiese di potere rappresentare gli ungheresi in Cecoslovacchia,

Huysmans chiese il consenso dei cechi116, che lo rifiutarono117. In altre occasioni Gillies non aveva informazioni sufficienti e la scelta di decidere chi fosse rappresentativo dipendeva dalle sue simpatie politiche e inclinazioni, come quando rifiutò di offrire qualsiasi riconoscimento al Comité d’action socialiste, la principale organizzazione della resistenza, da cui sarebbe riemersa la SFIO118.

Il Labour Party intervenne più attivamente nel caso dei socialdemocratici tedeschi. Gillies aveva aiutato l’esecutivo in esilio della SPD ad arrivare in Gran Bretagna, poiché Dalton e Crossman (all’epoca al Ministero della Guerra Economica) speravano di usarli per propaganda e le attività clandestine del SOE119. Il Dipartimento Internazionale aveva avuto un ruolo un ruolo fondamentale nel riunire la SPD maggioritaria con i gruppi dissidenti (SAP, Neue Beginnen, ISK) e formare l’Unione delle Organizzazioni Socialiste Tedesche in Gran Bretagna120, con a capo Hans Vogel, il leader della SPD in esilio, e Eric Ollenhaeur, futuro vice di Schumacher nella SPD del dopoguerra e egli stesso leader della SPD. La mancanza di segni di ribellione in Germania portò alla marginalizzazione dei

115 LHASC/LPA/LSI/25/1/149 Camille Huysmans to William Gillies, 5 January 1942 116 LHASC/LPA/LSI/25/2/24. Huysmans to Gillies, 25 January 1943.

117 LHASC/LPA/LSI/26/2/25. Josef Belina to Gillies, 7 February 1943. 118 LHASC/LPA/LSI/26/6/26. Gillies to Huysmans, 4 August 1942.

119 Jennifer Taylor, ‘Hans Vogel, the Flight of the Exiled German Social Democrats from

France, 1940-41, and the British Labour Party’ in German-speaking Exiles in Great Britain, ed. by Anthony Grenville, Volume 2 (Amsterdam: Rodopi 2000), pp.123-142.

120 LHASC/LPA/International Sub-Committee/Minutes and Documents/1941/Minutes of the

tedeschi, che Gillies giustificò presentando la storia della SPD come fatta di nazionalismo e accomodamento al nazismo121. Questa mossa irritò Noel- Baker122 e Laski123, che sollevarono una questione costituzionale: Gillies era solo un funzionario del partito, non aveva il potere di prendere decisioni politiche. Gillies invocò un voto di fiducia sul suo operato alla Sottocommissione Internazionale, che vinse 4 a 2124.

Nel corso degli anni Gillies aveva grandemente accresciuto il potere del Segretario Internazionale nella macchina del partito: controllava le informazioni, aveva accesso privilegiato ai leader e aveva larga licenza su come interpretare le direttive. Tuttavia la sua legittimità era su basi costituzionali incerte e le sue decisioni potevano essere contestate, poiché non erano state approvate dal NEC, dalla Sottocommissione Politica o dalla Conferenza. Quest’ambiguità era il prodotto delle condizioni peculiari in cui la Sottocommissione Internazionale era emersa dopo la Prima Guerra Mondiale e non vi furono tentativi di razionalizzare la carica dopo la Seconda Guerra Mondiale. Gillies aveva vinto l’argomento con una mossa da burocrate, ricordando che l’organizzazione aveva bisogno di lui e

121LHASC/LPA/International Sub-Committee/Minutes and Documents/1941/Minutes of the

International Sub-Committee, 14 November 1941and 21 November 1941; [William Gillies], ‘German Social Democracy – Notes on its Foreign Policy in World War’, October 1941; [William Gillies], ‘On the Eve of the Third Reich – The Trade Unions’, [October 1941]; [William Gillies], ‘On the Eve of the Third Reich – The German Social Democratic Party’, [October 1941].

122 LHASC/LPA/International Sub-Committee/Minutes and Documents/1941/P.J.Noel-Baker.

‘Memorandum concerning the “private and confidential” notes on the policy of German social democracy during the last world war and on the eve of the Third Reich’, [November 1941]

123 LHASC/LPA/International Sub-Committee/Minutes and Documents/1941/Harold Laski to

Philip Noel-Baker, 19 November 1941.

124 LHASC/LPA/International Sub-Committee/Minutes and Documents/1942/Minutes of the

meeting of the International Sub-Committee, 24 March 1942. Laski and Gillies fought again about the collective guilt in the 1943 conference (LHASC/LPA/International Sub- Committee/Minutes and Documents/1943/[William Gillies], ‘Draft Circular’; Harold J. Laski, ‘Comments on Mr. Gillies’ Draft Circular’, 22 August 1943;William Gillies, ‘Notes in Reply to Harold J.Laski’).

minacciando di non offrire i suoi servizi125. Alla fine della guerra però Gillies scoprì di aver tirato troppo la corda, poiché le sue azioni avevano irritato i socialisti europei e la sinistra laburista, così che quando Laski chiese la sua testa nel 1945, Dalton, che aveva deciso che non era poi più così indispensabile, la offrì sull’altare dell’unità del partito126.

Nel dicembre 1941 un gruppo guidato da Carl Herz e Curt Geyer si scisse dall’Unione delle Organizzazioni Socialiste Tedesche. Come notato da Jörg Später127, si trattava di un gruppo eterogeneo che aveva rotto con la corrente principale della SPD accusandola di nazionalismo e paradossalmente questi socialisti di sinistra si rivelarono i migliori alleati di Vansittart, con il loro argomento che la cultura tedesca fosse marcia e necessitasse di una riforma morale. Centrale nella propaganda antitedesca era la casa editrice Fight for Freedom, finanziata dall’esule Walter Loeb e con James Walker come presidente e Camille Huysmans come vicepresidente, con una forte influenza dei socialdemocratici cechi nemici dei socialdemocratici dei Sudeti128. Gillies scrisse delle prefazioni per alcuni dei loro libri e li difese129 dagli attacchi del Socialist Clarity Group minacciando azioni legali130. Quando la lotta tra Vogel e Geyer fu portata all’attenzione della Sottocommissione Internazionale, Ciolkosz (che aveva un interesse ad indebolire la socialdemocrazia tedesca) spinse Huysmans ad includere Geyer nel suo

125 Balthazar pure nota il rafforzamento degli uomini di apparato durante la Guerra

(Balthazar, p.194).

126 Hugh Dalton, The Second World war diary of Hugh Dalton 1940-45, ed. by Ben Pimlott

(London: Jonathan Cape 1986), 16 January 1945, pp.823-824.

127 Später, pp. 291-313.

128 LHASC/LPA/International Sub-Committee/Minutes and Documents/1942/’The “Fight for

Freedom” publishing society’, Labour Discussion Notes, March 1942. Tombs, ‘”The Fight for Freedom Publishing Company” e Tombs, ‘The Victory of Socialist “Vansittartism”’.

129 LHASC/LPA/International Sub-Committee/Minutes and Documents/1942/William Gillies

to Socialist Clarity Group, 23 March 1942 and 8 April 1942.

130LHASC/LPA/International Sub-Committee/Minutes and Documents/1942/Minutes of the

Comitato131; Ollenhauer perse anche il sostegno finanziario che riceveva dal fondo di solidarietà132. I socialisti austriaci denunciarono la pratica di Huysmans:

Per giustificare [questa decisione completamente arbitraria] hai invocato il principio che ogni tendenza dell’opinione socialista organizzata dovrebbe essere rappresentata nel tuo Comitato. Non approviamo questo principio senza riserve, poiché sembra incoraggiare i dissidenti nei movimenti socialisti in esilio (che già soffrono troppe divisioni), mentre pensiamo che dovrebbe essere un privilegio del tuo alto ufficio fare ogni cosa possibile per prevenire ulteriori scissioni133.

L’organizzazione dei socialisti in esilio attraverso i Comitati Dallas e Huysmans creò dei precedenti per cristallizzare l’asimmetria di potere. Il Labour Party e Huysmas avevano in pratica assunto il potere di definire i limiti della comunità socialdemocratica, di dire chi era dentro e chi era fuori. I principi dietro le singole decisioni erano completamente arbitrari, dato che essere ‘un partito vivente’ (la condizione che Gillies aveva presentato come necessaria per prendere parte all’Internazionale) non era più possibile. La rappresentanza di tutte le tendenze d’opinione venne ammessa, ma a volte fu condizionata all’assenso dei partiti della stessa nazione. Il riconoscimento non era la semplice constatazione di un fatto, era piuttosto un atto performativo, un’asserzione che produce un fatto sociale, che sia dare il nome ad una persona o, nel nostro caso, dichiarare che un partito è davvero socialista134.

Tuttavia secondo Derrida l’atto performativo è un costrutto storico, portatore d’instabilità, perché gli atti linguistici non possono essere posseduti

131 LHASC/LPA/LSI/26/6/30 CamilleHuysmans to Hans Vogel, 15 June 1942.

132LHASC/LPA/International Sub-Committee/Minutes and Documents/1943/Minutes of the

International Sub-Committee, 26 January 1943.

133 LHASC/LPA/LSI/26/6/13. Karl Czernetz, Oscar Pollak to Huysmans, 15 September 1942. 134 J.L.Austrin, Come fare cose con le parole (Genova: Marietti 1996).

e ogni atto linguistico è reversibile, anche per opera di diversi attori sociali135. Sebbene queste attribuzioni di legittimità fossero temporanee e da verificare alla fine della guerra, l’esperienza fissò nella mentalità dei socialdemocratici che la legittimità era un dono che veniva dato dal partito più potente a quello meno importante. Questo era particolarmente efficace in presenza di divisioni e scissioni tra i socialisti, perché i contendenti potevano usare il favore dell’Internazionale o dei partiti più influenti come atout nelle lotte di fazione. Tuttavia anche i partiti deboli non desideravano denunciare questa pratica perché la trovavano utile; ad esempio gli stessi austriaci che avevano fatto la denuncia nel 1942 si servirono del riconoscimento del Labour Party per screditare un’organizzazione di facciata con cui i comunisti austriaci cercavano di assorbire le forze democratiche136.