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I piani laburisti per l’Internazionale

Capitolo IV. L’Internazionale in miniatura e l’embrione dell’Internazionale (1946-1947)

1. I piani laburisti per l’Internazionale

La morte dell’Internazionale Operaia e Socialista aveva significato la fine dell’Internazionale come un’organizzazione burocratica con regole formali: dal 1940 al 1946 l’internazionalismo socialista trovò espressione in comitati informali (il Comitato Dallas, il Comitato Huysmans, la Commissione Preparatoria Internazionale) e in due conferenze internazionali non strutturate (dicembre 1944 e marzo 1945). Solo nel 1946 riapparvero elementi di un’organizzazione stabile: conferenze regolari (la Conferenza Socialista Internazionale), un ufficio permanente (il Socialist Information and Liaison Office, SILO), una Commissione permanente per convocare le conferenze, controllare l’ufficio e discutere le questioni urgenti (la Commissione Consultiva). Alcune cose sarebbero cambiate – le conferenze divennero un evento annuale, la Commissione Consultiva venne sostituita da un organo con maggiore autorità politica, il Comisco (Commissione della Conferenza Socialista Internazionale) e la segreteria avrebbe assunto maggiori responsabilità –, ma la forma base dell’Internazionale Socialista (‘l’embrione’ secondo De Brouckère) era già presente nel 1946 e il Congresso di Francoforte del 1951 si limitò a formalizzare il fatto. Si può definire questa struttura ‘Internazionale vera e propria’.

Tuttavia nello stesso periodo esisteva un’altra organizzazione che svolgeva i compititi di un’Internazionale Socialista: teneva i contatti tra i partiti socialisti, scambiava informazioni, assicurava legittimità ai partiti più deboli. Nel dicembre 1945 Walter Wodak, il rappresentate del Partito

Socialista Austriaco (SPÖ) a Londra, informò Vienna che il Labour Party si opponeva alla ricostruzione della Seconda Internazionale, ma desiderava costruire una propria rete internazionale di contatti con socialisti. Il Dipartimento Internazionale del Labour Party, sotto la direzione di Denis Healey, si sarebbe ingrandito per diventare ‘una specie di Internazionale in miniatura’ 1 . Secondo l’italiano Francesco Malfatti, il Dipartimento Internazionale era ‘l’unico mezzo di collegamento con i Partiti Socialisti stranieri’2. Vi erano due differenze principali con ‘l’Internazionale vera e propria’: innanzitutto i contatti erano di natura bilaterale e centrati sul partito egemonico invece di essere basati su un’organizzazione a base egualitaria; in secondo luogo, il Dipartimento Internazionale era strettamente legato con il governo britannico a guida laburista.

‘L’Internazionale vera e propria’ e ‘l’Internazionale in miniatura’ vissero esistenze parallele. Il Dipartimento Internazionale era indispensabile per la rinascita dell’Internazionale Socialista, offriva le risorse necessarie (una rete di contatti, uffici permanenti, prestigio, risorse materiali), ma dava anche una guida morale riconosciuta da tutti i partiti. Per lungo tempo il partito laburista britannico non mostrò interesse per la creazione di un’organizzazione con una forte istituzionalizzazione, preferendo usare le proprie strutture. All’inizio la Conferenza Socialista Internazionale aveva una bassa istituzionalizzazione (ovvero mancava di autonomia e organizzazione complessa3) perché dipendeva dal Labour Party. Per quanto forte l’egemonia

1 ‘Das International Bureau der Labour Party, das nun unter der Leitung eines neuen Mannes

(Major Healey) stehet, soll anscheinend zu einer Art Internationale en miniature ausgebaut werden’ (Walter Wodak, Diplomatie zwischen Parteiproporz und Weltpolitik: Briefe, Dokumente

und Memoranden aus dem Nachlass Walter Wodaks 1945-1950, her. von Reinhold Wagnleitner

(Salzburg : Neugebauer 1980), Walter Wodak an Adolf Schärf, 21 Dezember 1945), p.23.

2 Fondazione Nenni, Fondo Pietro Nenni, Serie corrispondenza, '44-'79, b.31, f.1547 (Franco

Malfatti), Malfatti a Nenni, 14 gennaio 1946.

3 Angelo Panebianco, Modelli di partito: organizzazione e potere nei partiti politici (Bologna: Il

Mulino 1984), pp. 53-63. Va notato che questi concetti, sebbene di largo uso, difettano di una chiara definizione.

laburista potesse essere, la Conferenza Socialista Internazionale era una coalizione di partiti, mentre ‘l’Internazionale in miniatura’ offriva un modello alternativo per gestire le relazioni fraterne internazionali, il quale serviva meglio gli interessi della dirigenza laburista, specialmente quello di controllare le relazioni fraterne internazionali. Tuttavia questa situazione privilegiata non poteva durare indefinitivamente, gli imperativi ideologici del socialismo internazionale, a cui anche la dirigenza laburista era vincolata, pretendevano la creazione di un’organizzazione i cui membri fossero su un piano paritario: ‘l’Internazionale vera e propria’ doveva esistere, almeno come una facciata e questo voleva dire che i suoi membri avrebbero preteso una maggiore autonomia, indebolendo il controllo laburista. I passaggi per ricreare l’Internazionale – la creazione del Comisco tra fine 1947 e inizio 1948 e la ricostruzione dell’Internazionale iniziata a fine 1950 – seguirono due occasioni in cui il Labour Party subì sconfitte pesanti, nel primo caso la crisi di convertibilità della sterlina nel 1947 e la completa sovietizzazione dell’Europa orientale, nel secondo caso la vittoria di misura del Labour Party alle elezioni del 1950. La debolezza diede occasione di farsi sentire a quanti erano insoddisfatti per il potere eccessivo dei laburisti. Inoltre questi eventi corrisposero ad una trasformazione del contesto e alla definizione di nuove priorità per il partito. Il confronto ideologico della Guerra Fredda pretendeva un rafforzamento dell’identità socialdemocratica, in opposizione all’identità comunista, con un’esplicita dichiarazione di principi, l'ingrandimento dell’organizzazione e un maggiore coinvolgimento di tutti i partiti, imponendo un passaggio da pratiche e impegni vaghi e informali ad un’istituzione ben definita, dove la libertà dei singoli membri era limitata dalle regole comuni. L’egemonia del Labour Party era funzione inversa dell’istituzionalizzazione dell’Internazionale Socialista. La storia della costruzione dell’Internazionale Socialista non è sola una serie di reazioni ai problemi della contingenza, ma va compresa tramite i dibattiti sulle idee e i

progetti del partito laburista britannico e degli altri partiti ‘forti’ – in particolare i francesi, gli austriaci, gli svedesi, i tedeschi, gli olandesi e i belgi.

Prima della guerra il Labour Party, il partito olandese e i partiti scandinavi avevano presentato varie proposte per riformare l’Internazionale Operaia e Socialista: l’Internazionale non avrebbe dovuto imbarazzare i partiti nazionali e non avrebbe dovuto avere la pretesa di dargli ordini; il suo principale compito sarebbe stato permettee lo scambio di informazioni e opinioni; l’organismo centrale sarebbe stato un Bureau ristretto con seggi permanenti per i partiti più importanti. Sebbene le proposte fossero ancora attuali, la Guerra Mondiale aveva imposto ulteriori riflessioni. Le fazioni di destra dentro i partiti socialisti avevano un interesse pratico a sviluppare le relazioni fraterne internazionali per guadagnare atout nella lotta politica dentro e fuori il partito, ma la prospettiva di dibattere con gli altri partiti spingeva i dirigenti a riflettere sul ruolo dell’Internazionale Socialista per il movimento e a dare coerenza intellettuale alle loro proposte.

Dentro il Labour Party forze intellettuali diverse erano in competizione per definire la strategia. Il principale attore nella gestione delle relazioni fraterne internazionali del Labour Party era Denis Healey, che ebbe una grande importanza nel definire la linea, ma, almeno per il primo periodo, dipendeva da personaggi più autorevoli. Harold Laski e la sua rete di socialisti internazionali erano stati i primi a studiare il problema dell’Internazionale Socialista e a proporre soluzioni ambiziose. Hugh Dalton era stato una voce importante per la politica estera e le relazioni fraterne internazionali prima della guerra e avrebbe continuato questo ruolo, ma dal luglio 1945 al novembre 1947 era occupato con la politica economica del governo. Nel 1949 e 1950, con responsabilità istituzionali minori, ebbe un ruolo più importante nel definire l’atteggiamento del partito riguardo all’unificazione europea. Ernest Bevin, in quanto ministro degli esteri, era la

figura a cui Healey doveva rispondere come Segretario Internazionale, ma è meno noto che esercitasse anche un’influenza preponderante sui problemi ideologici dell’internazionalismo socialista, tramite la figura di John Price. Nei primi anni del dopoguerra, la politica del Labour Party per le relazioni fraterne internazionali conteneva una contraddizione tra due principi: da un lato il desidero di raggiungere un accordo globale con il movimento comunista mondiale e l’Unione Sovietica, dall’altro la volontà di sviluppare un’organizzazione di partiti uniti dagli stessi valori, che avrebbero collaborato per obiettivi pratici e non avrebbero messo in imbarazzo il governo laburista. Una sintesi di questi due principi era destinata a fallire, ma almeno fino al colpo di stato di Praga la politica del Labour Party avrebbe cercato un equilibrio. Mentre Laski aveva dato giustificazione teorica al primo principio, John Price diede le linee guida per il secondo, le quali ricevettero l’approvazione di Healey.4

John Price era stato il principale intellettuale della Transport and General Workers’ Union (TGWU), il sindacato di Bevin, ed aveva ricevuto un’educazione al Ruskin College, l’università per la classe operaia, grazie ad una borsa della TGWU5. Price era uno scaricatore di porto come Bevin e come Bevin non era un intellettuale puro, ma un lavoratore che era diventato un intellettuale. Attività internazionali erano parte della sua storia: aveva aiutato ad organizzare l’aiuto internazionale per l’Austria nel 1934, era stato membro della segreteria dell’IOS e aveva preso parte alla delegazione dell’IOS in

4 Donald Healey [Denis Healey], ‘The Workers’ Internationals’, Tribune, 15 February 1946. Il

nome è sbagliato, ma la bozza dell’articolo si trova nelle carte di Denis Healey (Labour History Archive and Study Centre (hereafter LHASC)/ Labour Party Archive (LPA)/International Department (ID)/Denis Healey’s Papers (hereafter DH)/03/03).

5 Su John Price vedi John Fisher, Bread on the waters: a history of TGWU education, 1922-2000

(Lawrence & Wishart, 2005), pp. 21; 45-88. Geert van Goethem, The Amsterdam International :

the world of the International federation of trade unions (IFTU), 1913-1945 (Aldershot: Ashgate

2006), p.278 n19. Voglio ringraziare James Parker, dell’Università di Exeter, per avermi guidato in questa parte della ricerca.

Spagna, dove aveva incontrato Nenni e De Brouckere6. Price abbandonò il suo lavoro alla IOS nel 1937, quando Bevin lo chiamò a dirigere il Dipartimento di Ricerca e Educazione del TGWU, dove iniziò un corso per corrispondenza che ebbe grande importanza per l’educazione della massa dei lavoratori britannici. Il suo potere dentro l’organizzazione crebbe quando ricevette la responsabilità anche per il Dipartimento Politico ed il Dipartimento Internazionale. Come Healey anni dopo, Price era uno dei giovani di talento a cui Bevin lasciava grande libertà e concedeva molta fiducia. Durante la guerra Price lavorò per la Federazione Internazionale dei Lavoratori dei Trasporti, aiutò ad organizzare gli appelli radio per i paesi occupati ed fu una presenza costante nelle organizzazioni internazionali del movimento operaio. Era stato un membro del comitato consultivo sulle questioni internazionali insieme a politici importanti come Leonard Woolf, Durbin, Gaiskell, Douglas Jay, Creech Jones7, aveva lavorato come interprete per il Comitato Dallas8. Durante la guerra era stato affiliato al Dipartimento Internazionale del Ministero del Lavoro, dove Dalton gli chiese di agire come contatto tra il Ministero della Guerra Economica e i sindacalisti in esilio, e viaggiò in Svezia e Svizzera per incontrare i sindacalisti locali. Era un membro della commissione del Labour Party per studiare i problemi della ricostruzione post-bellica, offrendo un contributo sulla questione delle relazioni internazionali. Price lavorò per l’Organizzazione Internazionale del Lavoro dal 1943 su base provvisoria e si dimise dalla sua posizione nel TGWU nel marzo 1945, per diventare membro a tempo pieno.

6 The Modern Records Centre, Warwick University, TUC, Spanish Rebellion: International

Solidarity Fund 1936-1937, 292/946/28/17.

7 LHASC/LPA/International Sub-Committee/Minutes & Documents/1945/Meeting of the

International Sub-Committee, Wednesday 1 August 1945.

Nel 1945 Price preparò un memorandum per il Dipartimento Internazionale9 e un libro10 in cui definì la sua posizione sull’Internazionale Socialista, l’internazionalismo e i contatti internazionali tra organizzazioni operaie. Price esprimeva con sicurezza l’urgenza della missione: l’internazionalismo socialista era sopravvissuto a tutte le delusioni del passato, ma andava radicalmente trasformato. Le Internazionali del passato si erano occupate troppo della dottrina e poco della pratica11, avevano combattuto con successo i governi per bloccare politiche dannose, ma non erano stati capaci di collaborare con i governi per raggiungere obiettivi positivi. Price rendeva esplicita la sua prospettiva riformista: il socialismo della protesta e dell’opposizione alla società apparteneva al passato, il socialismo era entrato nell’era della responsabilità12. I socialisti avrebbero realizzato cambiamenti radicali non opponendosi alla comunità, ma comportandosi come soci. Non tutti i partiti erano a questo livello di maturazione, alcuni conservavano una visione romantica dello scontro binario tra oppressi e oprressori, ma le situazioni rivoluzionarie erano rare e la regola generale era la cooperazione13. Lo stato non era più visto come strumento di oppressione, ma i lavoratori si integravano nello stato e la stessa cosa sarebbe successa con le organizzazioni internazionali. Prima della guerra la Federazione Sindacale Mondiale aveva lavorato con profitto con l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, ma non vi era stata la stessa collaborazione tra IOS la Società delle Nazioni14. I dirigenti socialisti

9LHASC/LPA/International Sub-Committee/Minutes & Documents/1945/Price, ‘International

Socialist Action, Problems of Organisation’, February 1945.

10 John Price, The International Labour Movement (London-New York: Oxford University Press

1945).

11 Price, International Labour Movement, p.12. 12 Ibid. pp.258-261.

13 Illuminante un dibatto dentro la SPÖ tra socialdemocratici e socialisti di sinistra proprio su

questo argomento (Fritz Weber, Der kalte Krieg in der SPÖ: Koalitionswächter, Pragmatiker und

revolutionäre Sozialisten, 1945-1950 (Wien : Verlag für Gesellschaftskritik, 1986), pp.45-46).

avrebbero guadagnato prestigio e autorità da questa collaborazione e avrebbero offerto la loro esperienza di funzionari del governo.

Il principale problema della vecchia Internazionale erano stati i criteri di ammissione tropo rilassati: ‘la porta per l’ammissione era spalancata’15, così che partiti con idee opposte riguardo la democrazia e gli strumenti della politica non riuscivano a raggiungere accordi per decidere azioni concrete: partiti che volevano l’azione parlamentare e partiti che volevano l’azione diretta, partiti in paesi con democrazia e partiti in clandestinità. Mentre l’Internazionale Operaia e Socialista era riuscita ad offrire risposte condivise ai problemi della pace e del colonialismo negli anni ’20, negli anni ’30 aveva solo reagito agli eventi ed era stata incapace di pianificare sul lungo periodo. Se la scelta fosse stata tra una grande organizzazione che ammettesse i partiti che accettavano un accodo generico sui principi socialisti e un’organizzazione più coesa alla quale sarebbero stati ammessi tutti i partiti d’accordo sulle questioni essenziali della pace, la democrazia e la rivoluzione, Price avrebbe dato preferenza alla seconda:

In vista della creazione di una solida organizzazione internazionale, capace di un'azione efficace, deve essere fatto un tentativo per formulare una tale dichiarazione di obiettivi e di metodi. L'organizzazione futuro dovrebbe essere limitata all'inizio ai partiti che l’avrebbetro accettata16.

L’imposizione di una ‘rigorosa prova di ammissione’ sarebbe stata problematica, poiché rendeva possibile l’esistenza di un’Internazionale concorrente, dividendo il movimento operaio, ma era preferibile alla creazione di un’organizzazione con il dissenso al suo interno. L’azione

15LHASC/LPA/International Sub-Committee/Minutes & Documents/1945/Price, ‘International

Socialist Action, Problems of Organisation’, February 1945.

richiedeva accordo, altrimenti l’Internazionale avrebbe solo prodotto manifesti vaghi ed inutili:

Ci sarò bisogno di più pensiero costruttivo e meno opinioni strillate, più azioni da statisti e meno romanticismo. Nella sfera internazionale, non meno che in quella nazionale, i partiti devono comportarsi come se credessero nella loro capacità di governare e non come se si aspettassero di rimanere permanentemente all’opposizione17.

Price sperava che sul lungo termine la nuova Internazionale avrebbe potuto unire tutti i lavoratori del mondo, ma aveva dubbi sull’ammissione dei comunisti in un’Internazionale unitaria, a causa dei loro obiettivi e i metodi, che erano differenti dalla fede nella democrazia dei partiti laburisti e socialisti. Nel memorandum privato Price accettava la proposta di Laski di iniziare un negoziato ad alto livello con Mosca per risolvere la rivalità, ma era contrario ad ammettere i partiti comunisti nazionali, sebbene facesse un’eccezione per il partito comunista dell’Unione Sovietica. L’idea che i comunisti nazionali fossero un elemento di disturbo ma che i comunisti sovietici rappresentassero la classe operaia russa era un chiaro prodotto del suo retroterra da sindacalista.

I piani di Price indicano chiaramente come il suo modello per l’Internazionale fosse quello dalla TGWU di Bevin: l’enfasi sulla coesione interna, la necessità di rimuovere gli elementi dissenzienti, la capacità della dirigenza di prendere decisioni rapide ed efficaci18. La TGWU era nata dalla fusione di numerosi sindacati con diverse tradizioni e fedeltà e, sebbene organizzazioni nate come federazioni tendano ad essere deboli, Bevin l’aveva trasformata in un organismo centralizzato capace di sopravvivere ed

17 Idem.

espandersi in un ambiente molto ostile. Un’altra caratteristica della TGWU era la specializzazione degli uffici e la professionalizzazione del personale e Price attribuiva grande importanza al fatto che i partiti sviluppassero dei Dipartimenti Internazionali e che le organizzazioni e istituzioni internazionali diventassero più grandi e più forti19. Il segretario dell’Internazionale avrebbe dovuto avere una personalità forte, capace di tenersi in contatto con tutti e dotato di assistenti competenti.

Tuttavia Price riconosceva che la forza dell’Internazionale Socialista dipendesse non dalla sua organizzazione centrale, ma delle sue parti costituenti. ‘L’organismo internazionale è completamente dipendente dalle sezioni nazionali. Si appoggia a loro per il sostegno, dipende da loro per l’alito vitale’20. Il principale problema dell’Internazionale era come spingere i partiti nazionali a rispettare le decisioni prese in comune – ‘In un’associazione libera non esiste alcun meccanismo efficace per imporre le decisioni’ –, l’unica sanzione possibile era l’espulsione, che era usata solo nei casi estremi (come associarsi con un’organizzazione nemica), non per mancanza di zelo, dato che rimuovere una parte avrebbe danneggiato l’intera organizzazione21. Se voleva essere qualcosa di più che ‘un ufficio postale, una società di dibattito’22 la nuova Internazionale avrebbe dovuto essere capace di azione e capace di influenzare le decisioni dei partiti nazionali. L’azione internazionale non si sarebbe sviluppata sopra i partiti nazionali, ma sarebbe coincisa con le attività combinate e parallele dei partiti nazionali con la coordinazione della segreteria. Le decisioni non sarebbero calate da un’autorità internazionale suprema (come nel Comintern), ma sarebbero state il compromesso degli interessi nazionali: pensare che l’internazionalismo potesse essere altro

19 Ibid, p.167.

20 LHASC/LPA/LSI/27/4/13. John Price, ‘International Socialist Action, Problems of

Organisation, February 1945. Price, The International Labour Movement, p.169.

21 Price, The International Labour Movement, pp.191-200.

22 LHASC/LPA/LSI/27/4/13. John Price, ‘International Socialist Action, Problems of

avrebbe generato solo illusioni e delusioni. Il rispetto dell’autonomia delle sezioni nazionali faceva sì che le azioni fossero meno rapide, ma evitava errori e imbarazzi e il successo dell’azione internazionale andava misurato non solo in base ai vantaggi che avrebbe generato, ma anche ai danni che avrebbe evitato. Se una risoluzione internazionale avesse imbarazzato un partito nazionale, il partito nazionale non l’avrebbe messa in pratica. Lo scambio continuo di informazioni e opinioni tra i partiti avrebbe fatto sì che i dirigenti socialisti sarebbero stati consapevoli delle priorità e delle preoccupazioni dei socialisti degli altri paesi, rendendo la collaborazione tra governi più semplice. L’internazionalismo proposto da Price era legato inscindibilmente all’azione di governo dei socialisti. Qualche manifestazione simbolica sarebbe stata possibile per rafforzare l’internazionalismo, come periodiche manifestazioni di solidarietà internazionale il primo maggio e il giorno della donna o lo scambio di oratori e messaggi, e Price ammetteva qualche forma di azione diretta, come la collaborazione tra partiti socialisti per organizzare campagne di mutuo soccorso, ma azioni più incisive, come il boicottaggio e gli scioperi di solidarietà, sarebbero state efficaci solo se avessero suscitato sentimenti tali da mobilitare le masse lavoratrici e anche allora solo per un periodo di tempo limitato. Price proponeva una prospettiva politica chiaramente elitaria e aveva scarsa fiducia nell’internazionalismo spontaneo delle masse, anzi suggeriva che sarebbero stati i partiti nazionali a dovere educare i popoli sulla natura internazionale dei problemi politici23.

Dal punto di vista organizzativo Price sosteneva che era ormai passato il tempo in cui l’Internazionale si affidava a congressi plenari per decidere le grandi questioni, mentre il Bureau avrebbe avuto il vero potere, il quale avrebbe trattato gli affari correnti, come già accadeva nella Federazione Sindacale Mondiale24.

23 Price, International Labour Movement, pp.232-243. 24 Ibid, pp. 173-186.

Sappiamo per certo che Healey lesse e apprezzò il libro di Price (e quasi certamente aveva letto il memorandum), soprattutto il suggerimento che tutti i partiti avrebbero dovuto provvedere personale e fondi adeguati per le attività internazionali. Al contrario del sindacalista Price, Healey aveva meno fiducia nel potere dell’organizzazione di dominare e definire l’ambiente nel quale operava ed era più interessato alla politica come arte del possibile: