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Prima di addentrarsi più approfonditamente nelle biografie di alcuni scolari sarà necessario fornire qualche ulteriore coordinata, al fine di orientarsi, nel vero senso della parola, tra i numerosi riferimenti a strade, contrade e parrocchie che si incontreranno proseguendo nella trattazione; a un gran numero di nomi, dislocati in ben quattro porte (Romana, Ticinese, Comasina e Vercellina), corrisponde in realtà un’estrema concentrazione dei luoghi: non è raro che strade contigue appartengano a parrocchie, se non addirittura a porte, differenti. Si è già accennato, ad esempio, alla proprietà che la scuola acquisiva nel 1485 per procurare un accesso alla chiesa, dunque vicinissima a quest’ultima, che pure però risultava detta nella parrocchia di S. Maria Beltrade, Porta Ticinese; la stessa chiesa di S. Maria Beltrade, nel già citato elenco del 1466 , era invece nominata tra quelle di 1

Porta Romana, così come quella di S. Satiro. Al fine di questo studio basti ricordare che appartenevano al distretto di Porta Romana le parrocchie di S. Satiro, S. Galdino, S. Eufemia e S. Nazaro in Brolo; quelle di S. Maria Beltrade e S. Ambrogio in Solariolo appartenevano a Porta Ticinese, mentre quella di S. Michele al Gallo a Porta Comasina; le parrocchie di S. Maria Segreta e S. Maria alla Porta si trovavano infine in Porta Vercellina.

La centralissima area cittadina in cui sorgeva il complesso di S. Maria presso S. Satiro presentava una ben precisa caratterizzazione produttiva ed economica, cioè quella della lavorazione dei metalli, come testimoniano ancora oggi diversi toponimi: via Armoari, Spadari, Orefici, Speronari e Mercanti d’oro . Via Speronari delimitava proprio uno dei lati dell’isolato in cui sorgeva il 2

complesso di S. Satiro e trovava il proprio naturale prolungamento, dall’altro lato della contrada della Lupa, nella contrade degli Spadari e degli Armoari, dove era particolarmente significativa la concentrazione di botteghe di armaioli, ammassate appunto in poche strade attorno alle parrocchie confinanti di S. Maria Segreta e S. Maria Beltrade . La chiesa di S. Maria Beltrade vantava uno 3

stretto rapporto con la specializzazione professionale delle armi: qui infatti gli spadari celebravano la festa del proprio patrono, la conversione di Paolo, e qui aveva trovato sepoltura Tommaso

MAZZUCCHELLI, Osservazioni cit., p. 371.

1

Milano ritrovata: l’asse via Torino, catalogo della mostra (Milano, Palazzo Clerici, 12 aprile-8 giugno 1986), a cura di

2

M.L. Gatti Perer, Milano, Il Vaglio Cultura Arte, 1986, ad indicem.

S. LEYDI, L'arte delle armi: artigianato di lusso nella Milano del Cinquecento, catalogo della mostra (Milano 2003,

3

Cologno Monzese, Silvia, 2003, p. 11.

Missaglia, il capostipite della più famosa famiglia di armaioli milanesi . A S. Maria Segreta si 4

ricorda aver dimorato per un periodo Bernardino Prevedari, non lontano da dove si estendeva la parrocchia di S. Maria alla Porta, in cui risiedeva nel 1478 Aloisio Cusani. A pochi metri di distanza da S. Maria Beltrade sorgeva anche la contrada degli Orefici, dove si trovavano evidentemente le relative botteghe, diffuse anche nell’attigua contrada di S. Michele al Gallo: le due contrade appartenevano sembra a due parrocchie diverse; probabilmente la prima si trovava nella parrocchia di S. Galdino , mentre la seconda faceva riferimento all’omonima chiesa; proprio la chiesa di S. 5

Michele al Gallo, che sorgeva all’angolo con l’attuale Piazza dei Mercanti, ospitava al suo interno la cappella degli orefici dedicata al loro patrono S. Eligio . L’Università dei Mercanti possedeva dal 6

1390 circa uno spazio per svolgere i propri compiti nel Broletto Nuovo, cioè appunto presso l’odierna piazza dei Mercanti, spazio descritto nel 1433 come «una cameram sitam in Contrata Aurificum apud Broletum Comunis nostri M.»; non considerandola più adatta agli scopi, l’Università chiese di potere realizzare una sede più idonea sopra il luogo occupato dal banco notarile dei mercanti, autorizzazione concessa dopo che alcuni periti assicurarono che non sarebbe stata danneggiata proprio la confinante chiesa di S. Michele al Gallo, cosicché la costruzione poté essere portata avanti negli anni successivi e completata del tutto nel 1466 . Non si dimentichi, 7

infine la presenza della Zecca, che nel XV secolo era stata trasferita per volere di Galeazzo Maria Sforza in un nuovo edificio dalle vie appena citate .8

Del distretto di Porta Romana facevano parte la parrocchia di San Nazaro in Brolo, dove si era trasferito Antonio da Meda dopo essere passato da S. Ambrogio in Solariolo, e dove si andava decorando in quegli anni il palazzo di Gian Giacomo Trivulzio; a poche centinaia di metri da S. Maria presso S. Satiro sorgeva infine anche S. Celso, dove solo pochi anni dopo un’altra immagine

S. LEYDI, Negroni da Ello, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 78, 2013: <http://www.treccani.it/

4

enciclopedia/negroni-da-ello_(Dizionario_Biografico)/>

Già nel 1785 infatti Latuada aveva avuto difficoltà a ricostruire la collocazione della parrocchia, che sembrava aver

5

compreso precedentemente l’allora contrada dei Pennacchieri (già «de’Banderali»), la continuazione di quella della Lupa; il dubbio era stato risolto grazie a un «Catalogo manoscritto delle chiese distrutte in Milano» che gli era stato mostrato, nel quale si riportava che «La Chiesa di San Galdino era dove di presente è la Cappella delle Carceri della Mala-Stalla; era parrocchia, e questa si estendeva nella Contrada degli Orefici, e nella Contrda delle Bandiere ecc.» Le carceri milanesi della Malastalla erano effettivamente ubicate, sin dalla seconda metà del Duecento, nell'isolato compreso tra le contrade degli Orefici e degli Armorari. S. LATUADA, Vita di San Galdino de’Valvassori della Sala

[...], Milano, 1785, pp. 114-115; Malastalla (ante 1474-1787), Servizio Archivio e Beni Culturali, ASP Golgi-Redaelli:

<http://milanoassociazioni.unicatt.it/web/guest/malastalla-1466-1787>

M.C. ANTONINI BERTI, Appunti per una ricostruzione della Contrada degli Orefici, «Rassegna di studi e notizie.

6

Raccolta delle stampe A. Bertarelli; Raccolte di arte applicata; Museo degli strumenti musicali», 30, 2006, p. 24. PATETTA, L’ architettura del Quattrocento cit., p. 246.

7

Scheda 36. 3, in Milano ritrovata cit., p. 445.

8

miracolosa della Madonna avrebbe fornito l’occasione per dare principio a una grande fabbrica. Illustrati i luoghi, possono finalmente entrare in scena anche i personaggi.

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