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Lo scorso 8 novembre [2006] si è tenuta una riunione della Misericordia di Piansano per discutere dei vari problemi dell’associazione e fare, come si dice, il punto della situazione. Tra l’altro è stato affrontato il servizio degli autisti dell’autoambulanza, i quali, pur risultando sulla carta in numero di 34, si sono presentati soltanto in 8, numero che si riduce ulteriormente a 4 o 5 quando si tratta di offrire la propria effettiva disponibilità durante i turni stabiliti. Ne consegue che, salvo eccezioni, gli autisti “sempre in pista” sono quasi sempre gli stessi, con quale oneroso impegno per loro stessi e imbarazzo per chi ne ha bisogno è facile immaginare. La Misericordia ha chiesto dunque nominalmente a tutti gli autisti di valutare in tutta coscienza la situazione e confermare o meno l’impegno nel servizio, chiedendo di restituire in caso negativo il giubbotto distintivo dell’associazione e le chiavi dell’autorimessa. Dopodiché... si vedrà come riorganizzarsi. Sul-l’argomento è inevitabile qualche considerazione a caldo... [...] perché bisogna riconoscere che sostanzialmente si trovano sempre disponibili due soli autisti: Felice Simeoni e Massimo Verrazzani (nella foto), entrambi romani stabilitisi a Piansano da alcuni anni e generosamente inseritisi nella vita del paese. A essi si affiancano di volta in volta alcuni autisti “nostrani”

[...] nonché numerosi altri “barellieri” occasionali a cominciare da Ernesto

‘l benzinaio sempre dietro le quinte, ai quali tutti va il grazie riconoscente della popolazione. Ma è di tutta evidenza come lo “zoccolo duro” nel servizio di autoambulanza sia ormai assicurato da piansanesi acquisiti e non di origine; ciò che fa riflettere non poco...[...]

Undici anni dopo questo articolo - che proseguiva con le problematiche del tempo sul servizio ambulanza - entrambi i nostri amici autisti romani ci hanno lasciato, a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro nel corso del 2017:

Massimo la sera della domenica 23 luglio, Felice la mattina di sabato 2 di-cembre. Ne riportiamo, eccezionalmente, alcune notizie estrapolate dai loro necrologi:

...Massimo Verrazzani, dal cognome non au-toctono ma che tutti i paesani conoscono per il suo ruolo di autista infaticabile dell’autoambu-lanza della Misericordia: Massimo, detto il Gla-diatore (come riportato anche nell’annuncio funebre) dopo il celebre film con Russel Crowe e animatore dell’associazione motociclisti che appunto prese il nome da lui acquisito: I Gla-diatori. Una morte improvvisa e inaspettata, essendo Massimo rimasto attivo fino all’ultimo e anzi avendolo ospitato con un articolo sul vo-lontariato nella Loggetta della primavera scorsa.

Una perdita, dal punto di vista sociale, essendo persona sempre disponibile e volenterosa. Era venuto a Piansano da Roma nella metà degli anni ’90 e viveva praticamente da solo, essendo divorziato dalla moglie Anna Lucia Pietravalle sposata nel ’72. Sicché solo ora ne veniamo a conoscere le notizie di famiglia. Era nato a Roma il 18 settembre del 1949, ultimo e unico maschio dei tre figli di Arturo e Agata Cosentino. Dal matrimonio, purtroppo non riuscito, erano nati i figli Barbara nel ’75 e Riccardo nel ’79, entrambi residenti a Roma e che abbiamo conosciuto in questa luttuosa cir-costanza. I funerali si sono svolti nella nostra chiesa del Suffragio la mattina di martedì 25 luglio perché nel pomeriggio si sono ripetuti con parenti e fa-miliari a Roma, dove è stato sepolto nel cimitero del Verano.

“...Per lui comunicare con gli altri era facile - ha ricordato il governatore della Misericordia Renzo Falesiedi -. Era amico di tutti… Ha partecipato at-tivamente per diversi giorni alle attività di soccorso durante il terremoto de L’Aquila e anche a manifestazioni della Protezione Civile a Bolsena e a Vetralla. Avevamo in programma di andare nelle scuole a raccontare le

esperienze di questa missione. Era anche pratico di cucina e si metteva volentieri a trafficare con le attrezzature dell’associazione per servire gli altri e contribuire sempre alla riuscita delle manifestazioni. L’ambulanza era sempre in missione con Massimo al volante. Grazie Massimo, grazie a nome di tutti. Tutte le persone che hai aiutato sentiranno la tua mancanza e, per noi, sostituirti sarà impossibile. Resterai per sempre nel nostro cuore e nel nostro pensiero come esempio di altruismo e di solidarietà...”.

...Felice Simeoni, Felice de la Misericordia, come si sentiva dire per far capire meglio, che ulti-mamente vedevamo talvolta a passeggio col deambulatore ma di cui si capivano le difficoltà crescenti, dopo i postumi dell’infarto avuto nel 2004 e il morbo di Parkinson che l’aveva colpito qualche anno fa. Da giugno in poi era stato un andirivieni continuo dall’ospedale, e a metà novembre ci s’era aggiunto un blocco renale che l’aveva portato al coma. Povero Felice!, con tutta la sua dedizione al volontariato! E pensare che i primi tempi l’avresti detto un tipo burbero o sulle sue: dallo sguardo glaciale, di poche parole, la voce rugosa,… Per scoprirlo

poi una pasta d’uomo, di grandissima generosità. Neanche Felice era originario di qui. Era nato il 22 aprile 1948 a Rocca di Cave, un comunello sotto Roma dalle parti di Palestrina. Era il maggiore di sei figli, quattro femmine e due maschi di Domenico Antonio e Marietta Scipioni. Ma l’intera famiglia si trasferì subito a Roma, dove il padre era operaio del Comune, e praticamente Felice è cresciuto lì. Finita la terza media, per tre/quattr’anni fece il litografo, mestiere che tra l’altro gli piaceva tantissimo ma che dovette lasciare per il servizio militare di leva e non poté più riprendere una volta congedato. Trovò invece un impiego come operaio/autista all’aeroporto di Ciampino, dove rimase per due/tre anni prima essere trasferito definitivamente a quello di Fiumicino. Qui è rimasto praticamente fino alla pensione, facendo con passione l’autista dei mezzi da pista e svol-gendovi anche l’attività di sindacalista. Intanto s’era sposato nel ‘74 con Carla Leporale e ne aveva avuto tre maschi: Danilo nel ’75, Fabio nel ’78 e Ivan nel ’79. E fu con loro piccoli che cominciò a frequentare Piansano, co-nosciuto casualmente tramite amici e giudicato ideale per il dopo-pensione.

Vi venivano d’estate prendendo in affitto ogni volta una casa diversa, e

quando Felice maturò la pensione, nel 2003, essendo i figli ormai autonomi decise di trasferirvisi stabilmente con la moglie. L’anno dopo comprarono la casa ggiù ppe’ le Scalette che era stata di Fernandino il calzolaio e l’anno ancora successivo erano piansanesi a pieno titolo, perfettamente integrati e con amicizie ormai più che consolidate. La loro adesione alla Misericordia era stata immediata, Felice come autista e Carla come addetta tuttofare, tuttora collaboratrice preziosa per l’associazione. Ebbero un lutto gravissimo nel 2007 con la perdita del figlio Fabio, ma non hanno per questo rinunciato al volontariato sociale, nonostante il sopraggiungere dei problemi di salute di cui si diceva. Ora Carla sarà contesa da figli e nipoti: Danilo, che è carabiniere in quel di Terni con due gemelle tredicenni, e Ivan che fa il cuoco a Roma, anche lui con una figlia tredicenne e l’ultimo arrivato che ha appena compiuto due mesi. Affetti che aiuteranno Carla a superare la prova senza impedirle di continuare a rendersi utile, sicura di proseguire anche l’opera di Felice. La foto insieme a Massimo che ne abbiamo voluto riprodurre era ed è tuttora un’immagine emblematica, bellissima: due romani divenuti motori della Misericordia di Piansano! A testimonianza di un’identità collettiva che non si misura dal luogo di nascita, ma dall’adesione spontanea, convinta, a regole comuni di convivenza e solidarietà.

“...Era amico di tutti, e tutti gli volevano bene - ha ricordato anche in questo caso il governatore Renzo Falesiedi -... E’ stato autista e soccorritore per tanti anni nonostante i suoi problemi di salute che spesso lo portavano in ospedale. Quando si dovette mettere in atto la regola che vietava ai car-diopatici la guida dell’ambulanza, lui si rese conto e mi chiese: “Ma allora io non posso guidare più?”. Ma non si perse d’animo e dedicò il suo tempo a catalogare tutti i presidi sanitari e porre su di essi le etichette adesive che aveva fatto fare. Ogni volta che c’incontravamo mi accoglieva con un sorriso e mi sottoponeva sempre nuove idee per migliorare il servizio. Era sempre attivo, anche se la malattia lo costringeva spesso in ospedale e poi chiuso in casa. Ricordo la sua felicità all’inaugurazione della nuova sede che avevamo acquistato. Si sosteneva con il deambulatore ma era visibilmente soddisfatto dell’avvenimento. Quanti giovani in buona salute e quanti pensionati giovani dovrebbero prendere esempio da tanta fedeltà al volon-tariato! Grazie, Felice: non sarai dimenticato. Piansano ti sarà sempre rico-noscente”.

da la Loggetta nn. 64/2006, 112/2017, 113/2017