PRIMA PARTE
Materiali preparatori per la relazione
ALLEGATI
1. Delibera del plenum 13.XII.2007 avente ad oggetto: “ relazione al Parlamento – Problemi della amministrazione della giustizia nelle regioni del Sud”;
2. Missiva 13.I.2009 ai Presidenti delle Corti di Appello e ai con proposta incontro preparatorio;
3. Missiva 27.II.2009 ai segretari dei Consigli Giudiziari interessati;
4. Relazione del Consiglio giudiziario di Napoli sulla situazione del distretto;
5. Relazione del Consiglio giudiziario di Salerno sulla situazione del distretto;
6. Relazione del Consiglio giudiziario di Bari sulla situazione del distretto;
7. Relazione del Consiglio giudiziario di Lecce sulla situazione del distretto;
8. Relazione del Consiglio giudiziario di Catanzaro sulla situazione del distretto;
9. Relazione del Consiglio giudiziario di Reggio Calabria sulla situazione del distretto;
10. Relazione del Consiglio giudiziario di Messina sulla situazione del distretto;
11. Relazione del Consiglio giudiziario di Catania sulla situazione del distretto;
12. Relazione del Consiglio giudiziario di Caltanissetta sulla situazione del distretto;
13. Relazione del Consiglio giudiziario di Palermo sulla situazione del distretto;
14. Questionario sulle condizioni di lavoro dei magistrati di prima nomina (invito…);
15. Lettera invito ai Procuratori della Repubblica distrettuali per seminario 3.VII.2009 (con scheda allegata);
16. Lettera invito ai Presidenti di Tribunale distrettuali e Presidenti Sezioni giudici per le indagini preliminari per seminario 9.X.2009.
17. Nota 6.III.2010 Consiglio Nazionale Forense su numero avvocati nelle regioni interessate
1.
Delibera Consiglio Superiore della Magistratura in data 13 dicembre 2007 concernente Relazione al Parlamento su “Problemi della giustizia nelle regioni del
Sud”.
“Il Consiglio Superiore della Magistratura,
- visto l'art 28, comma 1 del Regolamento Interno, secondo cui il Consiglio redige una relazione sullo stato della amministrazione della giustizia in conformità all'ordine del giorno approvato dal Senato della Repubblica il 29 gennaio 1969;
- visto il comma 2 del medesimo articolo, secondo cui i temi della Relazione e gli eventuali gruppi di lavoro per la loro elaborazione sono deliberati dal Consiglio su proposta della Commissione per la Riforma giudiziaria e l'amministrazione della giustizia;
osserva
la situazione di sofferenza e di difficoltà a rendere un servizio giustizia corrispondente alle attese della società è particolarmente acuta, come recenti vicende dimostrano, negli uffici del Sud (in particolare della Campania, della Puglia, della Calabria e della Sicilia).
Un intervento del Consiglio teso a descrivere la situazione in atto in tali realtà, ad analizzarne le ragioni e formulare proposte migliorative appare, di conseguenza, particolarmente opportuno. Ciò si colloca, del resto, in una prospettiva già tracciata dall'organo di governo autonomo che, negli anni '80 (delibera del plenum in data 14 luglio 1983), predispose una articolata proposta di interventi, rivelatisi negli anni successivi di grande utilità sia per l'azione consiliare che per iniziative legislative e amministrative. Destinare a questa analisi la relazione al Parlamento (e non altre, pur possibili, iniziative consiliari) risponde alla percezione del carattere centrale del tema della effettività del servizio giustizia (in particolare nelle situazioni più delicate) e della necessità di affrontarlo in concreto e non solo con elaborazioni astratte.
La relazione - la cui articolazione sarà definita nei dettagli dalla competente commissione - dovrà, in ogni caso, comprendere tre punti fondamentali: 1) la situazione degli uffici per quanto riguarda gli organici dei magistrati nonché la mobilità e lo status degli stessi (anche con riferimento alla congruità delle scelte amministrative e legislative adottate, ai carichi di lavoro e ai tempi di definizione dei procedimenti, alle situazioni ambientali che incidono sul lavoro e sulla indipendenza di giudici e pubblici ministeri); 2) i profili organizzativi degli uffici con riferimento sia alle dotazioni amministrative e strutturali (edilizia, mezzi informatici, organici virtuali e reali del personale amministrativo, apparati di tutela dell'incolumità delle persone comunque coinvolte nella attività processuale) sia all'effettività del sistema tabellare (osservanza delle circolari, contenzioso, soluzioni adottate dai dirigenti e dai semi direttivi, distribuzione dei carichi di lavoro, utilizzazione degli uditori giudiziari, ecc.); 3) l'azione di contrasto della criminalità organizzata, con individuazione dei profili di adeguatezza e di insufficienza e con l'articolazione di opportune proposte al riguardo.
Quanto al metodo di lavoro, esso si articolerà attraverso i seguenti passaggi: a) estrazione, elaborazione e analisi di dati statistici e di elementi informativi già in possesso del Csm, del Ministero della giustizia o degli uffici giudiziari interessati (compresa la Direzione nazionale
antimafia); b) rilevazione diretta di elementi conoscitivi attraverso missioni sul posto (eventualmente svolte da sottocommissioni o da gruppi di lavoro composti da consiglieri, anche non esclusivamente della VI Commissione) ovvero attraverso elaborazione di questionari rivolti a magistrati e dirigenti (ed eventualmente ad altri soggetti interessati; c) analisi degli elementi informativi e individuazione dei profili di sofferenza degli uffici e dei temi sui quali è possibile e opportuno intervenire; d) elaborazione di proposte di interventi migliorativi realizzabili dal Consiglio, dal Ministero della giustizia e, soprattutto, dal Parlamento e dal Governo (attraverso l'iniziativa legislativa e l'azione amministrativa).
Alla stregua di quanto precede delibera
A) che sia redatta una Relazione sullo stato dell'amministrazione della giustizia sul tema:
“Problemi della amministrazione della giustizia nelle regioni del Sud”, da trasmettere al Ministero della giustizia entro il 2008;
B) di dare mandato alla sesta Commissione per la Riforma giudiziaria e l'amministrazione della giustizia di provvedere alla elaborazione della proposta di Relazione con i moduli operativi e con gli strumenti che essa riterrà opportuni;
C) di promuovere la partecipazione di tutti i Consiglieri all'opera di elaborazione della relazione;
D) di riservare alla Sesta Commissione, ai sensi dell'art. 28 del Regolamento Interno, di valutare l'opportunità o meno di proporre al Plenum la costituzione di gruppi di lavoro aperti a tutti i Consiglieri sulla base delle disponibilità manifestate al Presidente della Sesta Commissione e delle valutazioni della Sesta Commissione.>>.
2.
Missiva a Presidenti Corte Appello e Procuratori generali