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mauvais logement, segnalando una strofa greve, espunta per eccesso di realismo

Fra tante scomodità

conto tutte le ore del campanile,

e, come una piccola oca allo spiedo, (oisou = diminutivo di oca) mi rigiro da ogni lato.

Una sudicia coperta, avanzo di sporcizia,

mio malgrado si offre per baciarmi

ma, se io le proibisco di toccare la mia bocca, non sarei in grado di impedirle

di toccare le mie gambe.17

14 SAINT-AMANT, Œuvres, I, par Jacques Bailbé, Didier, Paris 1971 pp. 279-280 e p. 5 della dispensa. 15 Léon VÉRANE, Préface (VII-XX): «Avec tous ses défauts d’inégalité, de facilité, de grossièreté, Saint-

Amant reste peut-être le plus grand poète bachique de tous les temps; peintre en vers, il est le plus habile de nos petits-maîtres, le Teniers de notre littérature», p. XX. GAUTIER, Saint-Amant: «comme les figures grimaçantes de Bamboche», p. 274.

16 ERBA, Realismo e italianismo, p. 217. Cfr. Giovanni MACCHIA, Théophile. Saint-Amant (583-610) in ID.,

La letteratura francese. Volume primo. Dal Medioevo al Settecento, Mondadori, Milano 1987, pp. 600-

601: «il poeta “crotté”, “piliers de cabarets”, immerso nella débauche che egli ama con una compiacenza in cui fermenta l’amore dello scandalo, descrittore di ambienti sordidi e fumosi, caricature verso il triviale di certi personaggi ed ambienti che erano apparsi da tempo nella letteratura francese, da Jean Bodel a François Villon».

17 SAINT-AMANT, Œuvres, I, pp. 144-149. [«Parmi tant d’incommoditez / Je conte tous les coups de Cloche; / Et comme un Oyson à la broche / je me tourne de tous costez: / Une vilaine Couverture, / Relique de la pourriture, / Malgré moy s’offre à me baiser; / Mais, si je luy deffens ma bouche, / Je ne sçaurois luy

Il topos del «malo alloggio» denuncia l’ascendenza bernesca,

18

quella componente

fortemente realistica, carica, mai sopita in Saint-Amant, che mitiga l’influenza del

Marino,

19

pur consistente. È questa la tesi di un saggio erbiano del ‘63: Realismo e

italianismo in Saint-Amant.

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Da un lato, non lo annette, per questa mimesi del concreto

fino alla trivialità, ad una meccanica imitazione del Marino; dall’altro, rivendicando

l’influenza della maniera preziosa, marca, «in opposizione al cliché del poeta dalla vena

capricciosa ed estemporanea, più amico della taverna che dei libri, tutta la parte che ha la

cultura nella sua opera: una cultura che non ignora i classici e tiene in massimo conto, tra i

moderni, gli esempi italiani».

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refuser / Qu’à mes jambes elle ne touche»].

18 Cfr. Gianfranco CONTINI, Letteratura italiana delle origini, Rizzoli, Milano 2013, a proposito di una lettera del Boccaccio: «la caricaturale rappresentazione di un soggiorno a Napoli […] s’inserisce con festevolezza narrativa, benché mossa da ira autentica, nel repertorio letterario del malo alloggio, che in capo ha il sermo oraziano sul viaggio a Brindisi e sarà ripreso della satira cinquecentesca, come il capitolo del Berni a Fracastoro», p. 89. Cfr. Richard A. MAZZARA, A case of creative imitation in Saint-

Amant (27-34), “French Review”, 31, 1957.

19 Nella dispensa si legge a proposito: «è il periodo della grande fortuna del Marino, il quale ha abbandonato Napoli, Torino, sede del tutto inospitale, e si è recato a Parigi esercitando grande autorità nella società letteraria parigina. Non bisogna pensare ad una società letteraria così ramificata e complessa com’è la contemporanea o quella del secolo scorso […] ma bisogna pensare a una società letteraria piuttosto chiusa, legata a pochissimi centri di incontro e di conversazione. In queste società letterarie il Marino si è imposto e Saint-Amant non è rimasto insensibile al fascino e alla suggestione della poesia marinista o preziosa che dir si voglia. Pur tuttavia in Saint-Amant vi è un’istintiva vocazione realista che anche negli anni del suo artigianato prezioso o marinista si fa sentire. […] In un secondo tempo la vena realista di Saint-Amant ha il sopravvento», p. 4.

20 Luciano ERBA, Realismo e italianismo in Saint-Amant (285-297) in “Aevum”, 37, 1963. Ora in Luciano ERBA, Magia e invenzione. Studi su Cyrano de Bergerac e il primo Seicento francese, Vita e Pensiero, Milano 2000, da cui cito, pp. 209-223. Anche se in realtà già nel ‘56 Saint-Amant è protagonista, insieme a Richeome, Théophile de Viau e a Cyrano, del saggio Visione miope e secentismo (495-504), “Aevum” 30, settembre-dicembre 1956 ora in Magia e invenzione, pp. 185-195.

21 La questione, in realtà, è molto dibattuta: si leggano André BEAUNIER, Un grand poète Louis XIII: Saint-

Amant (210-221), “Revue littéraire”, 43, gennaio 1918: «Non que Saint-Amant fût un doctrinaire. Il

n’était point un savant non plus; et le pédantisme n’est pas son travers. Il se moque de “ceux qui ne pensent point vivre, s’ils n’ont pas le nez dans quelque livre”», p. 216; SABATIER, Saint-Amant le joyeux: «Il eut une éducation négligée: pas de grec, pas de latin, mais plutôt que de s’en plaindre, il s’en vanta, car il se voulait moderne. [...] Curieux d’esprit, intelligent, il sut former son goût dans la fréquentation des gens cultivés autant que des francs buveurs», p. 96; Jacques BAILBÉ, Introduction (XI-XXX) in SAINT- AMANT, Œuvres, I: «Ne le croyons pas toutefois si ignorant qu’il le laisse entendre dans son Avertissement: “Ny mon grec ny mon latin ne me feront jamais passer pour pédant… mais une personne n’en est pas moins estimable pour cela“», p. XI; Jean LAGNY, Le poète Saint-Amant (1594-1661). Essai

sur sa Vie et ses Œuvres, Nizet, Paris 1964: «malgré les retouches qu’a subies à juste titre la physionomie

du « Bon Gros », et qui permettent de voir en lui autre chose qu’un simple “biberon“, mieux vaut ne pas essayer de le transformer en rat de bibliothèque, ce qui serait trahir la réalité», p. 181.

Il mondo di Saint-Amant è gremito, fino allo scandalo, di oggetti chiamati col proprio

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