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Dal Medioevo ai giorni nostri.

da zona “Porta Maris” e “Campo Sancti Nicolai” a Piazza Carrara.

5.1 Dal Medioevo ai giorni nostri.

Nel medioevo, grazie alla vicinanza del Palatium (il palazzo marchionale), la piazza divenne un punto strategico per molte attività, come ad esempio quella dei vetrai e dei cuoiai.

Figura 13 Particolare delle attività medievali del Campo di San Nicola.

Altre fonti testimoniano che intorno al Campo S. Nicola si trovavano i quartieri di Pratuscello, Pellicceria e Baratteria.

Nel Breve Pisani Communis94 del 1286, si parla del “campo sancti Nicolai”, che doveva

avere una notevole estensione e necessitava di essere lasciato libero da ogni impedimento visto che presso quest‟area, si trovava lo scalo fluviale delle merci che provenivano dall‟oltremare e quindi la zona doveva essere adibita a mercato per tutti questi prodotti di importazione.

Un altro documento, l‟Acta Henrici VII95, del 1312 testimonia che i padri agostiniani, i

quali nel frattempo avevano ottenuto la chiesa, ricevettero da Arrigo VII di Lussemburgo una parte di terreno situato sul Campo.

Su questo appezzamento costruirono la parte del convento che venne ad allinearsi alla nuova abside, rinnovata da qualche anno, coincidente con l‟edificio dell‟ex Intendenza di Finanza.

I cambiamenti più invasivi si verificarono durante il cinquecento, sotto il dominio dei Medici, i quali per riedificare il loro palazzo fecero distruggere, la chiesa di San Donato collocata vicino all‟antico Palatium, una fabbrica di terraglie ed un imprecisato numero di case.

La zona tipicamente medievale, costituita da viuzze e case addossate l‟una all‟altra, cambiò aspetto, venne adeguata alle nuove esigenze rinascimentali caratterizzate da un tessuto urbano più omogeneo e soprattutto al fatto che le famiglie nobili acquistavano prestigio collocando la propria immagine nei luoghi più importanti della città ed è questo un caso esemplare, visto che l‟area in considerazione era sede di un mercato ed uno scalo fluviale di grande importanza.

La prima immagine della piazza ci è fornita dall‟acquaforte del Bazzicaluva del 1661, dove sono riconoscibili il vecchio palazzo granducale del Buontalenti, l‟edificio del convento di San Nicola, la statua di Ferdinando a sinistra e sullo sfondo a destra la visione (impossibile) del duomo.

La piazza appare come uno spazio molto ampio, accentuato dal punto di vista rialzato, non sono visibili né la chiesa né il campanile di San Nicola, ma comunque risulta evidente che l‟intenzione dei Medici di creare attorno al loro palazzo un centro rappresentativo si sia realizzata.

La prima pianta topografica della città attendibile è del seicento e può essere presa in considerazione per ricostruire l‟aspetto della piazza prima dell‟intervento di sventramento operato alla fine del settecento durante il dominio dei Lorena.

94 F. Bonaini, Statuti, Firenze, 1854, vol. I, p. 402.

Figura 15 Particolare della pianta Pezzini della seconda metà del „600.

Osservando il particolare dell‟area di San Nicola nella pianta Pezzini della seconda metà del „600 capiamo quali siano i confini della piazza (in fucsia), ma a questa data sappiamo certamente che il palazzo granducale (in blu), era stato rinnovato; la chiesetta di San Donato non sembra figurare e l‟intero spazio appare ampio e spazioso.

Accanto alla grande residenza Medici possiamo scorgere la struttura di San Nicola con attiguo convento.

Una pianta più dettagliata e più chiara è anonima, pubblicata in Città Ville e Fortezze della Toscana nel XVIII secolo.

In questa miscellanea possiamo vedere le rappresentazioni di molte città toscane, sappiamo che tutte furono redatte tra il 1737 ed il 1750, dunque per quanto riguarda Pisa, pochi anni prima dello “sfondamento” attuato dai Lorena intorno al 1770.

Figura 16 Particolare della Pianta del 1737/50.

A differenza della prima, da questa rappresentazione possiamo distinguere meglio la zona. Vicino al palazzo granducale, situato proprio dove incrociano le direttrici, appare un piccolo spazio verde.

La piazza risulta essere aperta ad est da una strada che conduce al vecchio edificio della Sapienza indicato con la lettera “G”, ma risulta ancora occlusa sul lato nord ( situato in basso ) che poi sarà occupato dal teatro Rossi e dalla via del collegio Ricci.

Tra palazzo Ducale e la chiesa di San Nicola sono distinguibili i due passaggi aerei che collegavano i due edifici, uno dei quali è ancora esistente.

Altre piante che riproducono la situazione ante 1770 sono quella detta M.Z ovvero la Scorzi della prima metà del settecento, quella pubblicata da Odoardo Warren nella Raccolta di piante delle principali città e fortezze del Gran Ducato di Toscana del 1749 e quella attribuita a Luigi Giachi redatta nella seconda metà del XVIII secolo.

Figura 17 Particolare della pianta Scorzi dell‟area di San Nicola.

In questa pianta la piazza risulta essere uno spazio irregolare abbastanza ampio nel quale confluiscono due piccole vie, quella di San Nicola e quella della Pergola entrambe ancora esistenti, sul fronte del lungarno è riconoscibile lo scalo fluviale, il lato più interno è chiuso ancora dall‟edificio che poi verrà demolito il secolo successivo.

Figura 18 Particolare della pianta di Pisa in Raccolta di piante delle principali città e fortezze del Gran

Ducato di Toscana del 1749 di Odoardo Warren.

In questa rappresentazione la piazza sembra molto piccola, rispetto all‟edificato retrostante, che all‟epoca doveva essere occupato da alcuni giardini, come risulta dalle altre piante prese in considerazione.

Figura 19 Particolare della pianta attribuita a Luigi Giachi della seconda metà del XVIII secolo. Anche in questa è evidente che lo spazio a nord ( in alto ) è ancora chiuso da costruzioni. Alla lettera “B” è collocato il palazzo Ducale, mentre al numero “11” si trovano i PP. Agostiniani di San Nicola.

Il settecento fu un secolo di rinnovamento per la città di Pisa e di conseguenza la nuova dinastia reggente operò miglioramenti anche al tessuto urbano che circondava la propria residenza cittadina.

Primo fra tutti fu modificato il buontalentiano palazzo granducale, ad opera dell‟Ingegner Bombicci che lo rese meno monumentale e più sobrio; in contemporanea venne intrapresa la riqualificazione di tutta la piazza, la facciata dell‟intero convento venne ricostruita su modello della Scuola dei Dragoni di Ignazio Pellegrini e fu realizzato, sul lato nord della piazza, lo sfondamento che garantì la costruzione del teatro Rossi e l‟apertura della via del Collegio Ricci (distrutto alla fine dell‟ottocento).

In una pianta risalente al 1777, disegnata da Lorenzo Lorenzi, possiamo notare come gli interventi eseguiti alla fine del settecento abbiano cambiato la fisionomia dell‟antico Campo Sancti Nicolai, adesso l‟intero spazio è uniforme non esistono più gli orti ed i giardini che occupavano la zona nord, al suo posto sono il teatro e la nuova via.

Figura 21 Particolare della pianta pubblicata dal Da Morrona del 1787.

In questo caso lo “sventramento” è evidente, la piazza adesso è più grande, sono riconoscibili il nuovo teatro Rossi contraddistinto dalla lettera “V”, il collegio Ricci con lettera “P”, il palazzo Ducale “T” ed infine la chiesa dei padri agostiniani al numero “19”.

Da questa pianta catastale possiamo notare che piazza Dante non era ancora stata realizzata, al suo posto è presente la piazzetta Ricci, circoscritta dai due edifici esistenti anche nel seicento, come risulta dalla pianta Pezzini.

Figura 23 Pianta del 1935.

Osservando infine questo particolare di una pianta del 1935, vediamo che sono presenti i toponimi degli edifici.

La chiesa di San Nicola corrisponde al n. 16, la chiesa della Spina al n. 22 e la chiesa della Maddalena al n. 23.

Il distrutto Collegio Ricci ha fatto spazio alla Cassa di Risparmio di Pisa mentre sul suo fronte è comparsa piazza Dante, realizzata dalla demolizione di due edifici.

Possiamo constatare che dal 1770 ad oggi, la piazza non è più cambiata, gli interventi veri e propri furono eseguiti sotto i Lorena attenti ad ottimizzare l‟accessibilità alla propria residenza senza però compromettere la fisionomia che si era creata durante i secoli, l‟unica demolizione realizzata coinvolse l‟edificio che univa la parte ovest del Campo a quella est.