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Sul susseguirsi di memorie e proteste di parte granducale volte a confutare la pretesa di considerare il Granducato come un feudo imperiale l’Archivio di Stato di Firenze offre moltissimo materiale. In una lettera del 22 gennaio 1720 di Neri Corsini, allora inviato granducale a Parigi, indirizzata al Segretario di Stato Coriolano Montemagni, si legge:

Sulla notizia poi della nuova Convenzione segnata all’Haya dagl’Alleati, vedo il passo, che si meditava di fare dalle Reali Altezze Loro tanto a Vienna, quanto a Londra, ed a questa Corte con far presentare per tutto le Dichiarazioni e rimostranze, che si contengono nella memoria trasmessami, della quale tradotta ne ritorno una Copia a Vostra Signoria Illustrissima, ed altra ne manderò al Signor Pucci, acciòche, avendo avuti gli stessi ordini, e l’istesso modello possa risparmiarsi il pensiero, e la pena d’una traduzione. Io vi ho dovuto necessariamente far variare qualche frase per accomodarsi alla francese, ed in oltre vi ho fatta qualche non essenzial mutazione, o aumento, delle quali cose rendo ragione in margine. Io avrei forse sospeso di presentarla dopo che la Spagna ha fatta l’apertura di Pace, ma osservato che questa s’era costà preveduta stante la mutazion di ministero, e che una simil parte sarebbe già stata fatta a Vienna, e in Inghilterra, domattina la presenterò all’abate du Bois potendolo vedere, e non lo potendo, al Reggente medesimo, da cui è quasi più facile aver udienza. [inizio cifra, di seguito abbreviato con i.c.: la stessa è però decifrata da mano coeva] Cercherò in sostanza di prevenire la pubblicazione che si deve fare in Olanda delle Domande della Spagna perché non vi apparisca un preventivo concerto, se pur questo sospetto si può evitare.197

197 Lettera di Neri Corsini a Coriolano Montemagni, Parigi, 22 gennaio 1720,

in ASF, Mediceo del Principato, 2688 (cc. n.n.). Nella minuta della risposta di Coriolano Montemagni, Firenze, 9 febbraio 1719 (ma 1720), si legge: «Col dispaccio di Vostra Signoria Illustrissima de’ 22 del caduto, ho ricevuto due recapiti molto importanti; il primo consiste nella Dichiarazione, o Protesta che ella averebbe presentato all’Abbate du Bois, o al Signore Duca Reggente, poco differente dalla Minuta, che se le mandò di qua, et essendo state interamente approvate l’aggiunte fattevi da Vostra Signoria Illustrissima, è tornato anco molto bene l’averne mandato una copia, a Londra al Signor Pucci, perché si regoli con quella Corte nella conformità, che ella faccia con codesta». Si vedano, inoltre, la lettera di Neri Corsini, Parigi, 29 gennaio 1720: «Devo ora rendere conto a Vostra Signoria Illustrissima di quello ho fatto in esecuzione de passati Suoi ordini. Presentai martedì scorso all’abate du Bois la consaputa memoria, significandogli, che principalmente conteneva gli Interessi della Serenissima Elettrice, perché, se avesse saputo subito esser una specie di Protesta, non so, se avesse dato luogo al discorso. Egli mi disse, che solo nel Congresso si poteva discutere una tal materia, onde gli replicai, che la mia memoria aveva per fondamento l’ultima Convenzione, quale non presupponeva altro Congresso. Soggiunse egli, che mai questa Corte aveva avuto cognizione alcuna di

Sulla base di quanto emerso dallo studio della corrispondenza tra Neri Corsini e Coriolano Montemagni, si è rinvenuta una minuta intitolata Informazione sopra la pienissima Libertà, et independenza da

chi, che sia del Dominio Fiorentino.198 Tale scrittura è da ritenersi una

prima stesura della protesta di parte granducale, che sarebbe stata successivamente edita, in lingua francese, col titolo Mémoire sur la

liberté de l'Etat de Florence (1721), e in latino, col titolo De Libertate civitatis Florentiae ejusque dominii (1721; 1722).199 Sebbene nella copia

dell’Informazione rivenuta non vi si riscontri alcuna data, la sua stesura sembra essere avvenuta entro la fine del mese di maggio del

quanto s’era fatto a favor di Sua Altezza Elettrice, e che solo si ricordava aver veduto un Biglietto di Milord Stanope, che io gl’avevo mostrato a Londra, quale ne parlava. Io gli risposi, che il marchese di Torcy a quel tempo ministro deputato agl’affari stranieri non avrebbe detto l’istessa cosa, e finii con domandare non altra risposta, che quella d’aver egli rappresentato al Reggente la memoria, e ciò per mia giustificazione. Vedendolo poi brevemente il giovedì mi disse in forma sardonica, che mi darebbe la risposta alla memoria, perché comparisse la mia esattezza in averla presentata [i.c.], dalla qual maniera arguisco aver lette, et osservate le rappresentazioni e Proteste di Sua Altezza Reale e che non molto gli siano piaciute» e la risposta di Coriolano Montemagni, che si legge nella minuta segnata Firenze, 16 febbraio 1719 (ma 1720): «Si è veduto dal Dispaccio puntuale di Vostra Signoria Illustrissima de’ 29 del caduto che ella aveva presentato all’Abbate du Bois la consaputa Memoria, e che per maggiormente far note le Proteste, di quest’Altezze Reali contro i torti che si pensava d’inferire alla loro autorità, e dignità, aveva ella, dato una copia della suddetta Memoria al Ministro di Portogallo, affinché potesse mandarla alla Sua Corte. Rispetto a che, avendo Vostra Signoria Illustrissima operato colla sua solita prudenza, e con quello zelo, che la fa sempre pensare a tutto ciò, che possa contribuire al meglior servizio de’ Nostri Serenissimi Padroni, devo accertarla, che le vien data da medesimi tutta quella lode, che le è dovuta; però [h]anno nuovi riscontri da Vienna, che non è stata mal ricevuta a quella Corte la suddetta Memoria, ma essendosi riservato il Signor Marchese Bartolommei di riparlarne nuovamente al Signor Conte di Sinzendorff, si aspetta di sentirne colle prossime il risultato, per risolvere poi se possa convenire il farla stampare nelle pubbliche Gazzette d’Olanda».

198 BANL, Cors. 1199 [35.D.4], Raccolta di scritture cit., cc. 214r-235v. In

merito al fascicolo, in cui si è rinvenuta la minuta ms. della presente scrittura, si segnala che sulla c. 213bisr, subito antecedente alla prima carta della scrittura, è vergata la seguente nota: «Scrittura e traduzione della medesima Sopra la libertà di Firenze»; a tale riguardo appare opportuno avvertire che la traduzione ivi menzionata è rinvenibile, in lingua latina, a partire dalla c. 236r.

199 Nelle note che seguono, in cui si presentano tra parentesi [ ] le

corrispondenze tra questi tre testi, i rimandi alle pagine del Mémoire e del De

Liberate si riferiscono alle edizioni conservate, rispettivamente, presso l’ASF, Mediceo del Principato, 2688 (cc. n.n.), ossia l’esemplare del Mémoire sur la liberté de l'Etat de Florence [s.n.t.], 1721, allegato alla missiva di Neri Corsini a Coriolano Montemagni,

Parigi, del 16 ottobre 1720, e presso la BNCF, con segnatura Magl.16.1.15, ossia l’esemplare del De Libertate civitatis Florentiae ejusque dominii [s.n.t.], 1722.

1720. In una lettera del 6 maggio 1720 di Neri Corsini a Coriolano Montemagni da Parigi si può infatti leggere:

Uniti al Dispaccio di Vostra Signoria Illustrissima de’ 19 del passato ho ricevuto la nuova Scrittura, e gli altri recapiti per distender l’Informazione sopra alla Libertà del Dominio Fiorentino, da presentarsi al Congresso. Io andrò facendo tradurre ciò, che sarà necessario, subito che l’aiutante di Studio del P. Banduri sarà libero da una gran malattia sofferta, ed intanto andrò ricercando di Persona abile, che dia ordine a tutti quei recapiti, quando però sia necessario, giacché parmi il tutto molto bendigerito, e solo basta vedere, come si voglino dare quelle giustificazioni a parte per maggiore facilità, e comodo di chi dovrà leggerle.200

Stesa in risposta all’articolo V del Trattato di Londra del 2 agosto 1718, per dimostrare l’infondatezza giuridica dell’investitura feudale del Granducato che l’imperatore si riservava di dare, una volta estintasi la linea maschile della famiglia de’ Medici, al sovrano successore, la scrittura di parte granducale intitolata Informazione

sopra la pienissima Libertà, et independenza da chi, che sia del Dominio Fiorentino può essere distinta in tre parti. La prima è tesa a

dimostrare la libertà della città di Firenze prima dell’istituzione del principato, la seconda presenta le ragioni a sostegno della tesi della conservazione della libertà da parte della città, e dunque della tesi dell’indipendenza del Granducato anche dopo l’istaurazione del principato, la terza, infine, è dedicata alla confutazione degli argomenti

200 Lettera di Neri Corsini a Coriolano Montemagni, Parigi, 6 maggio 1720, in

ASF, Mediceo del Principato, 2688 (cc. n.n.). Il testo della missiva continua con il richiamo al c.d. “Biglietto di Francoforte”: «Ardirò per altro di suggerire, che alla fine del Terz’ultimo Paragrafo della Scrittura, che comincia per le parole: Conseguentemente a ciò la medesima Corte etc. credo fosse bene il parlare del Biglietto di Francfort, nel quale il Conte di Sinzendorff d’ordine dell’Imperatore, riconosce la facoltà, che avrebbe il Serenissimo Gran Duca di disegnarsi il Successore, giacché stipula, che l’Elezione non debba cadere in un nemico della Casa d’Austria, mediante che s’obbliga di dare alla Serenissima Elettrice l’Investiture fin al presente date sotto differenti Titoli ai Maschi della Casa Medici, ed in quest’ultime parole viene a far la giusta distinzione degli Stati liberi dai Feudali. Di ciò s’è parlato nell’ultima memoria presentata, e perché mi fu data facoltà di compilare in una sola le ragioni di quella Memoria, e della Scrittura qua trasmessa, mi crederei bastantemente autorizzato a far tal aggiunta, che crederei tanto più necessaria, quanto il Duca Reggente ne fece caso; ma giacché ci è il tempo, aspetto, che Vostra Signoria Illustrissima mi faccia meglio nota la mente di codeste Altezze Reali su questo punto».

esposti a sostegno della tesi di Vienna che voleva considerare il Granducato come feudo imperiale.

Anche per questo testo è opportuno individuare i diversi tipi di fonti e di auctoritates utilizzate a sostegno delle tesi presentate. Occorre premettere che in questa prima stesura in italiano della

Informazione, poi tradotta col titolo Mémoire sur la liberté de l'Etat de Florence,e successivamente ampliata e stampata in latino col titolo De

Libertate civitatis Florentiae ejusque dominii, le dottrine giusnaturalistiche sono presenti solo in pochi passi. L’attenzione degli autori granducali, di cui tuttavia non si è ancora individuata l’identità, era rivolta soprattutto alle fonti di tipo storico e ciò risulta evidente dallo studio della corrispondenza tra Neri Corsini e Coriolano Montemagni, in cui si tratta della stesura e della traduzione in francese dell’Informazione.

Attraverso l’esame di tale corrispondenza, avvenuta tra il maggio e il giugno del 1720, si apprendono alcune interessanti notizie sul piano di stesura dell’Informazione e sui soggetti che furono coinvolti in quest’opera.

In una lettera responsiva del 24 maggio del 1720 Coriolano Montemagni accoglieva la proposta di Neri Corsini di inserire nella scrittura il noto “Biglietto di Francoforte”, in quanto secondo l’inviato granducale questo avrebbe provato che l’imperatore si era obbligato a garantire l’investitura dei feudi imperiali del Granducato alla Elettrice Palatina e dunque aveva distinto lo “Stato Vecchio” dai territori infeudati. Queste le note vergate dal Montemagni:

Rende conto Vostra Signoria Illustrissima col Suo Dispaccio de’ 6 del corrente del buon uso, che averebbe fatto di tutti i Recapiti che se le sono mandati per distendere l’Informazione sopra la Libertà del Dominio Fiorentino da presentarsi al Congresso. Et avendo sentiti con gusto Sua Altezza Reale Nostro Signore le prudenti considerazioni che fa Vostra Signoria Illustrissima circa la convenienza di parlare del Biglietto di Francfort, nel terzo ultimo Articolo della Scrittura, che comincia colle parole

“Conseguentemente a ciò la medesima Corte”,201 approva Sua Altezza Reale,

che Vostra Signoria Illustrissima vi faccia la suddetta Aggiunta, sempre che ella stimi bene d’inserirvela. Considerandosi per un Recapito molto importante per dedursene la libertà dello Stato Fiorentino, e la facoltà, che compete al Gran Duca di disporne.202

Dunque, appare chiaramente che Neri Corsini era accreditato dal governo granducale a modificare ed integrare la scrittura e non solo a sovraintendere alla sua traduzione in francese. In particolare, Neri Corsini sembra attento ad introdurre nelle more della compilazione dell’Informazione l’autorità degli storici Varchi e Conti; in una sua missiva da Parigi del 3 giugno 1720 al Montemagni si legge:

Al § susseguente203 ero stato consigliato di narrar più a lungo l’istoria

dell’avvenimento al Principato del Duca Alessandro, ma mi sono contentato di far menzione solamente della risoluzione della Balia, e de’ i Tredici Riformatori, per mostrare, che fin da quel tempo, Alessandro aveva cominciato a governare, senza neppure attendere il Lodo dell’Imperatore; vi ho messo l’autorità del Varchi, e cercherò di impinguarla con altre, ma per non aver qui gran comodo di libri Italiani, desidererei me ne fossero somministrate. […] Rimontando al § le même Empereur parut comme médiateur etc.204 il Varchi dice, che i Fiorentini ebbero la facoltà di scegliere

per arbitro o il Papa, o l’Imperatore, chi più piacesse loro. Se questa autorità si stimasse sufficiente, la crederei una gran prova della Libertà, che ebbe la Repubblica in stabilire la nuova forma del Governo.205

201 Informazione cit., cc. 234v-235r. In particolare, in riferimento al citato

“Biglietto di Francfort”, nella minuta dell’Informazione conservata presso la Corsiniana, a c. 235r, si può leggere la seguente postilla: «Di tale Equità dette una certa prova quando in un viglietto scritto di Suo ordine [si intenda di Sua Maestà

Imperiale] dal Conte di Sinserdoff all’Elettore Palatino in Francfort, fece una

bengiusta distinzione tralli Stati Feudali che sono in Toscana e quelli che godono una piena libertà come è il dominio Fiorentino vecchio Stato della Repubblica che comprende i dominii di Firenze e di Pisa di dispor del quale riconobbe l’assoluta Potestà che il Gran Duca aveva, come si riconosce vede dal tenore d’un Articolo di detto viglietto che si aggiunge alla fine n° …».

202 Minuta di lettera di Coriolano Montemagni a Neri Corsini, Firenze, 24

maggio 1720, ASF, Mediceo del Principato, 2688 (cc. n.n.).

203 [Mémoire, p. 8, il paragrafo inizia con le seguenti parole: «Cette même

qualité devient ancore»]

204 [Mémoire, p. 6]

205 Lettera di Neri Corsini a Coriolano Montemagni, Parigi, 3 giugno 1720, in

ASF, Mediceo del Principato, 2688. Si segnala, inoltre, che una minuta di questa lettera, il cui contenuto è identico a quello qui trascritto dall’originale conservata presso l’Archivio di Stato di Firenze, è presente in BANL, Cors. 1199 [35.D.4],

Il Segretario di Stato Montemagni rispondeva positivamente alle considerazioni del Neri Corsini, ma da quanto rinvenuto sembrerebbe che nelle correzioni dell’Informazione vi fosse implicato anche il senatore Niccolò Antinori. Allegato alla lettera del Corsini, conservata presso l’Archivio di Stato di Firenze, si è infatti recuperato un piccolo foglietto in cui si può leggere la seguente indicazione: «La scrittura enunciata in questa Lettera si trova appresso il Signor Senator Presidente Antinori, al quale fu mandata la mattina de’ 19 Giugno 1720».

Dalla minuta della responsiva del Montemagni alla citata lettera del Corsini del 3 giugno 1720 si comprendono le ragioni dell’opportunità di citare a più riprese il Varchi; il Segretario di Stato scrive infatti:

[…] è opportunissima la reflessione fatta sopra l’avere il Duca Alessandro cominciato a governare avanti il Lodo di Carlo V, et in virtù della semplice Deliberazione della Balia, e quando non ci fusse altra prova basterebbe l’autorità del Varchi, ma per aggiungere a questa una prova maggiore di ogn’ eccezione vi è l’atto stesso della Balia che si manda in autentica forma. Al 5° che delle suggestioni fatte da’ Ministri Imperiali in Napoli al Duca Alessandro, e della sua risposta non si sa che ne parli altro Autore che il Varchi; si crede però questa bastante provanza, trattandosi di un istorico il più puntuale ed accreditato in scrivere le cose della sua Patria e de’ suoi tempi e per distruggerle ci vorebbe uno di egual reputazione, che dicesse il contrario. […] Al 8° che per provare, che fusse la scelta de’ Fiorentini l’eleggere per Arbitro l’Imperatore o il Papa, si stima basterà solo l’autorità del Varchi, tanto più che gli dà tutta la verisimilitudine il fatto medesimo, mentre per la riordinazione del Governo, l’Imperatore se ne rimetteva al Papa, come si legge nel fine del medesimo Articolo 4, né presentemente si ha notizia di altri autori che indichino questa circostanza, ma uno istorico così classico del Paese si crede bastante, massime essendo avvalorata la sua asserzione dal Lodo medesimo.206

206 Minuta di lettera di Coriolano Montemagni a Neri Corsini, Firenze, giugno

1720, in BANL, Cors. 1199 [35.D.4], Raccolta di scritture cit., cc. 280r-281v. In questa minuta Coriolano Montemagni trasmetteva a Neri Corsini le considerazioni di parte granducale, in risposta alla missiva inviatagli dal medesimo Corsini il 3 giugno 1720. Si ritiene opportuno segnalare, inoltre, che un’altra minuta di queste osservazioni è presente in ASF, Mediceo del Principato, 2688 (cc. n.n.), il cui contenuto è identico a quello della copia conservata presso la Corsiniana a Roma, eccetto l’incipit, che nel documento conservato a Firenze è il seguente: «Alla Lettera del Signor Marchese Corsini, che accompagna la Traduzione di parte della consaputa scrittura si potrebbe rispondere quanto appresso»; tale espressione potrebbe ragionevolmente suffragare

Anche una successiva lettera di Neri Corsini al Montemagni, spedita da Parigi il 10 giugno 1720,207 cui l’inviato mediceo allegava «il

rimanente della traduzione della scrittura», risulta essere stata passata, una volta giunta a Firenze, a Niccolò Antinori; così si legge in un foglietto allegato: «La parte di scrittura enunciata in questa lettera si trova in mano del Signor Presidente Antinori, che l’ebbe in Consiglio li 24 Giugno 1720». Questa volta il suggerimento del Corsini si appuntava sulla necessità di confutare il Giovio con le parole della Lega di Barcellona, e di citare le storie di Natale Conti, indicazioni queste entrambe recepite e dunque, come si vedrà, presenti nel testo dell’Informazione; queste le note della responsiva del Montemagni:

[…] si considera così puntuale il racconto, che fa Natal Conti nelle sue Istorie del Titolo accordato al Gran Duca Francesco, che gli se ne manda un Esemplare stampato, con suggerire ad esso Signor Marchese essere osservabile quanto dice il medesimo Natal Conti in quelle parole rigate sotto, e che cominciano “Onde informato prima”, dalle quali apparisce che fin d’allora il Consiglio Imperiale conobbe essere di niun peso le pretensioni dell’Imperio sopra il Dominio Fiorentino per il succeduto in tempo del Duca Alessandro, e di Cosimo primo, di maniera che condescese a non farne caso, e a riformare, come fece secondo l’Istanza del Ministro del Gran Duca, il tenore del Decreto fatto precedentemente, e dato fuori dall’Imperatore. Circostanza che si giudicherebbe a proposito fusse fatta ben valere in qualche luogo della Scrittura, dove potesse far più forza un tal fatto.208

l’ipotesi che le osservazioni presenti nella minuta rinvenuta presso il fondo della Corsiniana, di cui se ne è data la trascrizione, non appartengano al Montemagni, bensì ad un altro autore, forse in relazione al senatore Niccolò Antinori.

207 Lettera di Neri Corsini a Coriolano Montemagni, Parigi, 10 giugno 1720, in

ASF, Mediceo del Principato, 2688. Si segnala, inoltre, che la minuta di questa lettera è conservata in BANL, Cors. 1199 [35.D.4], Raccolta di scritture cit., cc. 277r-278r: il contenuto della minuta è identico a quello qui trascritto dall’originale. L’opera di Natale Conti cui si fa riferimento s’intitola Universae historiae sui temporis libri

triginta ab annos salutis nostra 1545, usque ad annum 1581.

208 Minuta di lettera di Coriolano Montemagni a Neri Corsini, Firenze, giugno

1720, in Biblioteca dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana, Roma, Cors. 1199 [35.D.4], Raccolta di scritture, e memorie appartenenti alle cose occorse nella

Corte di Firenze e negoziati avuti colla Corte di Roma dall'anno 1730 al 1740, Tomo I,

mss. di carte 398, cc. 279r-279v. Si segnala altresì che presso l’ASF, Mediceo del

Principato, 2688 (cc. n.n.) è conservata una minuta dal contenuto identico a quella

rinvenuta in Roma, eccetto per l’incipit: «A quanto scrive il Signor Marchese Corsini con la sua de 10 del corrente parrebbe, che si potesse replicare», la mano è di difficile identificazione, e dunque rimane oscuro l’estensore delle considerazioni; del resto, l’aver rinvenuto presso la medesima filza fiorentina due foglietti allegati alle lettere

Come si è detto, nell’Informazione si possono rinvenire principalmente due tipi di fonti: le trattazioni storiche della città di