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Messina, Catania e Palermo sono le tre Città metropolitane della regione Sicilia, regione a statuto speciale. Esse sono disciplinate, oltre che dalla Legge 56/14, anche dalla Legge regionale del 4 Agosto 2015 n.15 “disposizioni in materia di liberi consorzi comunali e città metropolitane”, art. 28, comma 1 lettera g “partecipazione diretta alla programmazione, assegnazione e gestione di interventi finanziati con fondi europei, destinati alla città metropolitana”.

Nell’Agosto del 2017 l’Assemblea Regionale Siciliana (ARS) aveva approvato una legge sull’elezione diretta degli organi di gestione delle Città Metropolitane e dei Liberi Consorzi in Sicilia, ritenuta incostituzionale un anno dopo dalla Corte Costituzionale, sia perché i Liberi Consorzi non sono riconosciuti dalla Carta Costituzionale e quindi e non potrebbero ottenere eventuali finanziamenti nazionali e comunitari, ma solo regionali, sia perché l’elezione degli organi di gestione degli Enti di Area Vasta deve essere indiretta con il voto ponderato.

Tre città diverse per espansione e numero di abitanti, ma tutte ancora lontane dal non essere città metropolitane solo formalmente. Nessuna delle tre ha ancora redatto il proprio Statuto e di conseguenza cominciato i lavori per la realizzazione del Piano strategico.

Emerge in tutti i casi la necessità di un territorio maggiormente coeso ed accessibile, di un sistema capace di essere metropolitano tanto nella sua accezione amministrativa quanto nella sua reale rappresentazione. Un sistema aperto, permeabile alle contaminazioni provenienti dall’ambiente esterno. In materia di pianificazione strategica però nell’ultimo decennio i territori facenti parte della città metropolitana di Messina hanno fatto esperienze di pianificazione e programmazione partecipata, esperienze che hanno consentito di conoscere le dinamiche con cui la struttura sociale ed economica si è modificata e soprattutto di consolidare alcune direttrici fondamentali di sviluppo. Certamente la frammentarietà del disegno strategico ha, in diverse occasioni, fatto perdere il concetto di sinergia e complementarietà funzionale tra territori contermini, ma in ogni caso consente di porre a sistema questo patrimonio consentendo sin da subito una facile identificazione di assetti strategici e aree omogenee sulle quali innestare un disegno unitario che visualizzi e sviluppi nella realtà il concetto di territorio metropolitano policentrico.

Gli strumenti dai quali sarà possibile partire per la formazione del Piano strategico sono principalmente:

• i Piani Strategici di Messina, Barcellona P.G. e Milazzo che più di altri documenti cercano di identificare i target di sviluppo in un’ottica di area vasta;

• i GAL (Gruppi di Azione Locale) che esaltano la vocazione territoriale e focalizzano il problema sul recupero dei centri minori con uno spiccato taglio sociale nella declinazione del problema della sostenibilità. • I Piani Integrati di Sviluppo Territoriale (PIST) che la passata

programmazione 2007-2013 ha visto quale strumento di aggregazione territoriale ponendo di fatto l’obbligo per le amministrazioni locali di avere un dialogo fattivo sui problemi e le azioni da porre in essere secondo modelli decisionali innovativi e, se vogliamo, antesignani rispetto agli organi di governance previsti dalla riforma delle città metropolitane.

Nella tabella n.4 riportata di seguito viene riassunta in modo schematico l’attuale situazione delle città metropolitane in materia di pianificazione strategica:

CM legislative regionali Disposizioni Disposizioni Statuto metropolitano

Assetto del

territorio Strategico Piano

Torino

lr n. 23 del 201576 art. 4, comma 1 (ruolo della CM di sviluppo strategico del proprio territo-

rio metropoli- tano)77 Art. 7 (Pianificazione strategica) 11 Zone

Omogenee Approvato con deliberazione

del Consiglio metropolitano a Marzo 2018 Genova lr n. 15 del 201578 art. 3 (CM di Genova) Art. 9 (Pianificazione strategica) 9 Zone

Omogenee Approvato con deliberazione del Consiglio metropolitano il 21 Aprile 2017 Milano lr n. 32 del 201579 art. 1 (Ruolo della

CM di Milano e rapporti con la

Regione)

Art. 34 (Il piano strategico)

Art. 35 (Efficacia del piano

strategico)

7 Zone

Omogenee Approvato con deliberazione del Consiglio metropolitano

il 12 Maggio 2016

76 Recante "Riordino delle funzioni amministrative conferite alle Province in attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56 (Disposizioni sulle CM, sulle Province, sulle unioni e fusioni di comuni)".

77 Si segnala, inoltre, l'art. 18, comma 4, sulla base del quale il programma regionale di supporto alle forme associative del Piemonte è attuato attraverso la definizione e l'attuazione di piani strategici e operativi di durata triennale.

78 Recante "Disposizioni di riordino delle funzioni conferite alle Province in attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56 (Disposizioni sulle CM, sulle Province, sulle unioni e fusioni di comuni)".

79 Recante "Disposizioni per la valorizzazione del ruolo istituzionale della CM di Milano e modifiche alla lr 8 luglio 2015, n. 19 (Riforma del sistema delle autonomie della Regione e disposizioni per il riconoscimento della specificità dei Territori montani in attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56 "Disposizioni sulle CM, sulle Province, sulle unioni e fusioni di comuni")". Si dà conto del titolo delle leggi soltanto in occasione della prima ricorrenza.

Bologna

lr n. 13 del 2015 art. 5 (CM riconosciuta quale

ente con finalità istituzionali generali volto alla cura dello sviluppo strategico del territo-rio metropolitano) art. 10 (documento unitario di strategia istituzionale e di programma-zione degli obiettivi del

governo territoriale80) Art. 12 (Pianificazione strategica) Art. 43 (Disposizione transitoria in tema di piano strategico) 7 Unioni di

Comuni Approvato con deliberazione del Consiglio metropolitano l’11 Luglio 2018 Firenze lr n. 22 del 201581 art. 5 (la CM è riconosciuta quale ente di governo del

territorio metropolitano e di coordinamento dei comuni che la compongono) Art. 5 (Pianificazione strategica) 10 Ritmi

Territoriali Approvato con deliberazione del Consiglio metropolitano il 5 Maggio 2017 Napoli lr n. 14 del 2015 82 art. 4 (CM di Napoli) Art. 31 (Pianificazione strategica) Art. 32 Assente

80 Il documento unitario è definito dalla Conferenza interistituzionale per l'integrazione territoriale composta dal presidente della Regione, che la presiede, dall'assessore regionale competente in materia di riordino istituzionale, dal sindaco metropolitano, dai presidenti delle Province, nonché dal presidente di ANCI regionale.

81 Recante "Riordino delle funzioni provinciali e attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56 (Disposizioni sulle CM, sulle Province, sulle unioni e fusioni di comuni). Modifiche alla lr n. 32/2002, alla lr n. 67/2003, alla lr n. 41/2005, alla lr n. 68/2011 e alla lr n. 65/2014".

82 Recante "Disposizioni sul riordino delle funzioni amministrative non fondamentali delle Province in attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56 e della legge 23 dicembre 2014, n. 190".

(Il piano strategico) Art. 34 (Efficacia del piano

strategico) Bari lr n. 31 del 201583 art. 1, comma 4 (alla CM spetta il governo, la tutela e la valorizzazione del territorio metropolitano) lr n. 9 del 201684 art. 4, comma 2 (istituzione della Conferenza per- manente Regione- CM quale sede istituzionale di con- certazione degli obiettivi strategici di interesse comune) Art. 8 (Pianificazione strategica metropolitana Assente Reggio Calabria lr n. 40 del 201585 art. 6 (la Regione e la CM determinano un'intesa quadro ai fini del raccordo tra

il Programma regionale di sviluppo e il Piano strategico della CM) Art. 13 (Pianificazione territoriale) Art. 17 (Tutela e valorizza- zione dell'ambiente e del territorio) Previste 5 Zone Omogenee Assente

Messina Assente Assente

83 Recante "Riforma del sistema di governo regionale e territoriale".

84 Recante "Disposizioni per il completamento del processo di riordino previsto dalla lr 30 ottobre 2015, n. 31 (Riforma del sistema di governo regionale e territoriale)".

85 Recante "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 (Norme per la tutela, Governo ed uso del territorio - Legge urbanistica della Calabria)". Si segnala inoltre la lr n. 14/16, recante "Primi interventi per favorire la costituzione della CM di Reggio Calabria".

Catania Assente Assente

Palermo Assente Assente

È possibile fare alcune riflessioni sulla base della tabella (…) inserita precedentemente. Si possono infatti rilevare elementi in comune e differenze tra lo stato dell’arte delle città metropolitane italiane in materia di pianificazione strategica.

Un aspetto importante è la differenza che c’è tra le città del nord Italia che hanno redatto e approvato il proprio Piano strategico, e quelle del Mezzogiorno che invece, in alcuni casi, hanno approvato documenti di indirizzo per la redazione del PSM, in altri addirittura non hanno redatto nemmeno lo statuto metropolitano.

L’aggiornamento dei riferimenti legislativi regionali è stato fatto in modo abbastanza repentino rispetto all’approvazione della Legge Delrio, mentre per l’elaborazione e l’approvazione del Piano strategico, i tempi di adempimento sono stati più lunghi, probabilmente perché le città metropolitane si sono dovute misurare, per la prima volta, con uno strumento di pianificazione strategica di area vasta che include territori di comuni diversi, e quindi con un tavolo decisionale composto da più decisori, tutti con la pretesa di far adempiere le proprie volontà.

Per quanto riguarda invece gli statuti metropolitani invece è possibile constatare che tutte le città metropolitane, ad esclusione di quelle Siciliane, hanno adempito a questa funzione in tempi brevi, seguendo le disposizioni legislative che prevedono che sia esso stesso a disciplinare gli strumenti di pianificazione metropolitana.

Da un punto di vista dell’approccio strategico si può affermare come tutti i piani abbiano messo in pratica i principi di un approccio partecipato e integrato, ovvero la governance, l’attenzione per la promozione delle specificità locali e la partecipazione tanto dei cittadini quanto degli stakeholders selezionati. Nonostante ciò però è possibile assister ad iter di redazione differenti, infatti in alcuni casi si è seguito un processo bottom-up, in cui si è partito dall’analisi di

ciò che era previsto per le realtà locali, per creare una visione strategica finale d’insieme, in altri casi invece si è seguito un processo top-down in cui si è partiti da documenti generali di indirizzo, proseguendo poi con il confronto con le realtà locali.

Infine, dall’analisi è venuto fuori anche che il 60% delle città metropolitane ha scelto di articolare il proprio territorio in Zone omogenee, così come suggerisce la legge Delrio, per facilitarne il governo, utilizzando i sistemi territoriali identificati come decisori attivi ai fini del disegno strategico complessivo. Solo la città di Firenze ha optato per un’articolazione del territorio differente ed originale che si basa su un assetto a geometria variabile dato dagli obiettivi da raggiungere.

CAPITOLO 6