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Milano: metropoli reale, metropoli possibile

LA PIANIFICAZIONE DELLE CITTA’ METROPOLITANE ITALIANE L’istituzione delle città metropolitane, con la Legge n.56 del 2014, e l’obiettivo della

Ob 2 rafforzamento del posizionamento competitivo del

9. VALLI DEL LEVANTE

5.3.3. Milano: metropoli reale, metropoli possibile

La città metropolitana di Milano ha approvato il proprio Piano Strategico il 22 Dicembre 201468, frutto di un processo fondato su un approccio inclusivo e generativo, organizzato tramite una governance multilivello, durato circa un anno.

Articolazione Del Territorio

La Città Metropolitana di Milano è tra le città che hanno accolto la proposta della Legge n.56/14 riguardante la divisione del territorio in zone omogenee per una gestione più semplice del territorio. Nella seduta del 17 settembre 2015 il Consiglio metropolitano ha approvato la proposta di costituzione e delimitazione delle Zone omogenee della Città metropolitana (Deliberazione n. 30/2015), successivamente presentata alla Conferenza metropolitana al fine di ottenerne il parere vincolante, secondo la procedura prevista dalla L. 56/14. Il Consiglio metropolitano, sentito il parere della Conferenza metropolitana69, ha inoltre approvato, nella seduta del 30 novembre 2015, il Regolamento sul funzionamento delle Zone omogenee (Deliberazione n. 51/2015). Regolamento composto da 15 articoli che disciplinano la costituzione delle Zone, gli organi e il loro funzionamento, le competenze e le funzioni, le forme associate di svolgimento di funzioni, i rapporti con altri Enti e istituzioni. Secondo il Regolamento, l’articolazione della Città metropolitana in Zone omogenee, riprendendo quanto stabilito dallo Statuto (art. 29, c. 3), è finalizzata a promuovere l’efficace coordinamento delle politiche pubbliche relative allo svolgimento delle funzioni dei Comuni e di quelle disciplinate dallo Statuto, nella prospettiva della valorizzazione delle vocazioni del territorio e della promozione del contesto metropolitano (art. 1).

La proposta approvata, elaborata a seguito di una serie di consultazioni con i Comuni, individua, oltre Milano, 7 Zone omogenee (Alto Milanese, Magentino e Abbiatense, Sud Ovest, Sud Est, Adda Martesana, Nord- Ovest, Nord Milano), delimitate secondo caratteristiche geografiche, demografiche, storiche, economiche e istituzionali tali da farne un ambito ottimale per l’organizzazione in forma associata dei servizi comunali e per l’esercizio delegato delle funzioni di competenza metropolitana (art. 2).

68Milano è la prima Città metropolitana italiana a elaborare il proprio Piano Strategico, svolgendo così la funzione nazionale di laboratorio e di incubazione dei cambiamenti politico istituzionali.

Gli organi delle Zone omogenee sono l’Assemblea dei Sindaci dei Comuni compresi nella zona e il Coordinatore (art. 4). L’Assemblea svolgerà funzioni consultive, propositive e di coordinamento in ordine a questioni di interesse generale attinenti alle funzioni attribuite (art. 5).

Il Coordinatore, eletto dall’Assemblea tra i propri componenti con i voti dei Sindaci che rappresentano almeno un terzo dei Comuni della zona e la maggioranza del voto ponderato tra estensione territoriale e popolazione, svolge un ruolo non solo formale, ma anche di traino e di leadership riconosciuta all’interno della zona stessa. Egli rappresenta la zona nei rapporti con gli altri Enti pubblici e con i privati e promuove il coinvolgimento dei soggetti pubblici e privati alla definizione di piani, programmi e progetti a rilevanza zonale, anche attraverso strumenti di partecipazione diretta (art. 6). E’ inoltre istituita la Conferenza dei Coordinatori delle Zone omogenee (art. 7). L’art. 8 stabilisce le procedure di funzionamento degli Organi, mentre l’art. 9 prevede che la Zona omogenea potrà essere dotata di propri Uffici, organizzata anche in forma decentrata.

Le Zone omogenee, oltre a costituire articolazione per l’organizzazione in forma associata dei servizi comunali e per l’esercizio delegato delle funzioni di competenza metropolitana, esprimono pareri sugli atti del Consiglio metropolitano che riguardano la formazione del Piano strategico e del Piano territoriale metropolitano (artt. 10, 11 e 12).

Infine, l’art. 13 si incarica di individuare gli strumenti per il funzionamento delle Zone omogenee e per attuare le decisioni prese, stabilendo le modalità di relazione con altri Enti e Istituzioni.

Figura 15: divisione in Z.O. della città metropolitana di Milano Il Processo Di Pianificazione Del PSM

La città metropolitana di Milano è la città metropolitana con il maggior numero di abitanti e il principale centro economico del paese; pertanto il territorio metropolitano milanese ha l’ambizione e il compito di essere l’interlocutore per il rilancio dell’economia del territorio. Il Piano strategico rappresenta la matrice generativa della programmazione della Città metropolitana, in quanto “costituisce atto di indirizzo per l’ente e per l’esercizio delle funzioni dei comuni”. Il processo di pianificazione strategica è stato dunque la prima opportunità per costruire insieme le idee e le azioni per il futuro della città. Si ipotizza un processo unitario, articolato su una duplice dimensione: il Piano strategico triennale del territorio metropolitano, come strumento dal valore istituzionale/amministrativo, insieme a un’Agenda strategica, intesa come modalità sussidiaria, al contempo processo e insieme di prodotti, dal carattere flessibile e progettuale/operativo.

La Città metropolitana di Milano ha ufficialmente avviato il processo di pianificazione strategica, che ha visto un’interazione continua con i comuni

organizzati per zone omogenee, le rappresentanze economiche e sociali del territorio, riunite nel “tavolo metropolitano per lo sviluppo” e numerosi altri attori, attraverso interviste, incontri dedicati e discussioni pubbliche, ad Aprile 2015.

Il processo proposto, anche alla luce degli insegnamenti provenienti dalle esperienze italiane ed estere, ha utilizzato un doppio sguardo; da una parte uno sguardo che sapesse interpretare la fase attuale prospettando azioni nel breve periodo, e dall’altra che fosse anche capace di una visione al futuro prefigurando ciò che potrebbe essere la città metropolitana a regime. Da qui il titolo “Milano. Metropoli reale, metropoli possibile70”, un processo che lavora su un doppio binario. Nella doppia? dimensione locale e territoriale, immaginandosi come “aggregatore” (e integratore) dei grandi servizi di area metropolitana, e nella dimensione globale e fortemente connessa ai processi che investono il mondo, identificandosi come attore riconosciuto nelle reti urbane mondiali.

Gli scopi del processo di pianificazione sono stati:

• Definire i problemi rilevanti e le arene di discussione e decisione appropriate;

• Favorire l’elaborazione di una nuova vocazione condivisa del territorio; • Attivare selettivamente politiche e progetti strategici per il territorio,

le imprese e le comunità utilizzando le opportune leve amministrative e ho puntando su accordi e forme partenariali multilivello;

• Valorizzare forme di cooperazione della rete degli attori locali ed extra locali al fine di mettere al lavoro una varietà di energie di natura pubblica e privata e di qualificare la cittadinanza democratica metropolitana.

Sentiti gli stakeholders al Tavolo metropolitano per lo sviluppo e i Comuni in Conferenza metropolitana, il 16 aprile il Consiglio metropolitano ha approvato la delibera contenente le “Linee di indirizzo per la predisposizione del Piano Strategico”.

70 Lo scenario attuale è quello di una metropoli reale caratterizzata da una profonda metamorfosi non priva di ombre e 3 contraddizioni, ma particolarmente dinamica sul fronte dei processi di sviluppo socio- economico e di trasformazione spaziale...L’obiettivo è quello di una metropoli possibile, capace dunque di essere portatrice di una visione strategica di sviluppo alle diverse scale e di essere protagonista nella realizzazione di alcuni, significativi, “progetti bandiera”. (PSM Milano p.5-6)

Un primo passo verso piano strategico è stata la pubblicazione del documento “La mappa delle idee”, esito di una prima fase di ascolto ed elaborazione che ha coinvolto comuni, altre istituzioni, autonomie funzionali, forze economico sociali e testimoni privilegiati. La “mappa” ha lavorato da una parte come un magnete, attirando a se temi, politiche e progetti, insieme ad attori e risorse capaci di svilupparli e alimentarli, e dall’altra come un fattore di integrazione, in grado di interconnettere una molteplicità di azioni, migliorandone la coerenza.

A partire dagli orientamenti contenuti nella mappa delle idee, vengono indicate sei strategie di sviluppo che tratterò e approfondirò nel paragrafo seguente, sulle quali “montare” piattaforme progettuali aperte e implementabili nel tempo.

Il processo ha visto un primo esito con l’approvazione del piano strategico, nella forma di documento politico amministrativo, da parte della città metropolitana

Figura 16: Time line pianificazione (fonte: Mappa delle idee)

Il PSM: Obiettivi E Strategie

Il piano strategico, coerentemente alle strategie di sviluppo delineate nella mappa delle idee, individua sei piattaforme progettuali dal carattere trasversale, sulle quali si innestano 38 progetti.

1. Agile e performante, che vuole divenire più semplice ed efficiente, per