• Non ci sono risultati.

È chiaro che il punto di vista epistemologico dal quale partono Boyd e Kuhn è molto diverso da quello neopositivista dal quale eravamo partiti. Le critiche di Popper e Kuhn al modello induttivo ed ipotetico-deduttivo non permettono più una visione ingenua della scienza nella quale riusciamo a far derivare interamente le nostre teorie dal puro dato empirico. Per indagare l’infinita varietà dei fenomeni naturali e le loro diverse modalità, quantomeno per poterlo fare come una comunità, è necessario accordarsi sui simboli da utilizzare, sul modello di fenomeno a cui ci stiamo riferendo e sui casi esemplari da dover studiare35. Questi rappresentano gli elementi principali del paradigma scientifico, necessari per formare comunità scientifiche le quali solitamente condividono anche un’educazione comune, fatta sugli stessi manuali, nonché obbiettivi condivisi per lo sviluppo della loro disciplina.

È necessario dunque per poter far progredire la scienza condividere determinati punti di partenza, come assiomi indimostrabili sui quali costruire le nostre deduzioni. In contrasto dunque con la visione di Popper della scienza, nella quale gli scienziati vengono visti alla continua ricerca di

confutazioni delle loro teorie per poterne trovare di nuove e più generali36,

la comunità ha bisogno di certezze, anche se non dimostrabili o addirittura ritenute false, per poter continuare il processo di adattamento delle teorie

alle evidenze empiriche.

35 T. S. KUHN, La Tensione Essenziale, Piccola Biblioteca Einaudi Filosofia (trad. it. di M.

Vadacchino).

36

La scelta di un paradigma non è però mai una scelta definitiva, possiamo sempre tornare indietro, riaffidarci a paradigmi vecchi e trovarne di nuovi. Questo perché le verità che riusciamo a trovare sono sempre dipendenti dal paradigma con le quali le troviamo, quindi mai del tutto assolute, e portano con sé sempre un elemento di soggettività cui la comunità scientifica tutta non può mai rinunciare.

I paradigmi sono composti principalmente da simboli, modelli e casi esemplari37. I simboli condivisi sono necessari per la comunità scientifica poiché senza un insieme di generalizzazioni simboliche la logica e la matematica non potrebbero essere applicate nel lavoro della comunità. Come esempio per chiarire questo accordo simbolico si può portare l’equazione f=ma, l’accordo simbolico prevede che i membri della comunità fisica deducano logicamente o matematicamente le stesse conclusioni dalla formula. Dei modelli abbiamo già parlato nel capitolo precedente e chiariremo in seguito il loro ruolo all’interno del paradigma. I casi esemplari sono gli elementi più importanti dei paradigmi, in un certo senso possono essere visti come essi stessi la parte fondamentale del paradigma, almeno così sono stati interpretati da una considerevole parte della critica.

Per capirli è necessario interrogarsi sul funzionamento delle

generalizzazioni simboliche, torniamo all’esempio di f=ma per la comunità dei fisici. L’accordo generale su questa formula è un presupposto per qualsiasi studio in campo fisico, tuttavia se analizziamo nel dettaglio l’utilizzo di questa formula scopriamo che a diversi tipi di fenomeni viene di volta in volta applicata una versione modificata della formula. Ad esempio se applicata alla caduta dei gravi troviamo mg=md2s\dt2, per il

37

pendolo semplice diviene mgsenθ=-d2θ\dt2 etc... Dunque per quanto una certa generalizzazione simbolica appartenga a tutta la comunità scientifica, ad esempio il caso di f=ma, ogni classe di fenomeno richiede un suo proprio formalismo. Questo fatto conduce ad un interessante osservazione, contrariamente a chi vede le teorie scientifiche come sistemi formali puri nei quali il riferimento empirico entra dal basso una volta applicate tutte le deduzioni necessarie, si nota che i formalismi nella scienza aderiscono alla natura anche dall’alto. Prima che le manipolazioni logiche portino lo scienziato a formulare quelle previsioni da riscontrare empiricamente, dovrà chiedersi quale forma di f=ma sia più adatta per spiegare quel determinato fenomeno, e nel farlo non potrà usare procedure solo sintattiche ma dovrà in qualche modo utilizzare anche del contenuto empirico.

A ogni relazione sull’apparato conoscitivo di una comunità scientifica si può chiedere ragionevolmente di dirci qualche cosa sulle modalità con le quali i membri del gruppo identificano, in anticipo sull’evidenza empirica direttamente pertinente, lo speciale formalismo appropriato a un particolare problema, specialmente a un nuovo problema[...]vi è spazio, in realtà necessità, per verifiche empiriche del formalismo speciale proposto per un nuovo problema.38

Tuttavia, prosegue Kuhn, i formalismi speciali sono accettati come plausibili o respinti come non plausibili in anticipo rispetto all’esperimento. Questa procedura non può essere solamente sintattica, ma come detto il contenuto empirico deve entrare anche dall’alto. Se ci chiediamo come tale processo sia possibile la risposta che ci viene fornita probabilmente consiste in un elenco di regole di corrispondenza, considerate come definizioni operazionali dei termini scientifici39 ma non è ora mio interesse trattare

38 ivi, p. 137. 39

queste regole e le problematiche ad esse associate. Mi basta notare che fornire una serie di regole per collegare termini teorici a fenomeni naturali in realtà non fa altro che collegare termini ad altri termini di fatto non

riuscendo a sfuggire alle problematiche della determinazione40.

Il processo sul quale vorrei porre l’attenzione ora è invece quello che riguarda l’apprendimento tramite l’analogia su quale formula utilizzare ed in quali casi. È infatti il notare similitudini tra il fenomeno preso in esame e soluzioni analoghe trovate in precedenza che permette a diversi scienziati il concordare su quale formalismo è lecito utilizzare o meno.

Lo studente scopre un modo di vedere il suo problema come se fosse un problema che ha già incontrato. Una volta che sono state individuate le somiglianze o le analogie, restano solo difficoltà di manipolazione.41

È dunque una capacità acquisita di vedere somiglianze tra problemi che appaiono diversi che svolge nella scienza il ruolo generalmente attribuito alle regole di corrispondenza, ed è dunque tramite analogia con altri casi ritenuti simili che lo scienziato riesce a far aderire i suoi schemi concettuali al fenomeno anche dall’alto, prima di un riscontro deduttivo sperimentale. Un criterio di similarità guida la ricerca scientifica prima che vengano individuati criteri stringenti ai quali doversi attenere.

La visione paradigmatica della scienza, unita al fatto che è impossibile falsificare qualsiasi teoria42, può portare i filosofi della scienza a posizioni

40 Queste sono le critiche solitamente sollevate all'individuazione di un linguaggio osservativo di

base.

41

ivi, p. 142.

42 Lakatos confuta il falsificazionismo dogmatico di Popper usando tre argomentazioni principali:

in primo luogo non esiste una demarcazione naturale tra proposizioni osservative e proposizioni teoriche, in secondo luogo nessuna proposizione fattuale può mai essere dimostrata da un esperimento, infine le più prestigiose teorie scientifiche non riescono a vietare alcun stato di cose osservabili. Per sostenere l'ultima affermazione porta come esempio un immaginario pianeta che si “comporta male” , nel senso che devia dalla traiettoria calcolata secondo l'allora accettata teoria di Newton, a questo punto secondo un falsificazionismo ingenuo la teoria dovrebbe essere

di estremo relativismo; è questo il caso dell’anarchismo metodologico di Feyerabend43. Secondo quest’autore la scienza non si divide in due fasi nettamente distinte di scienza normale e periodi rivoluzionari. La scienza normale è caratterizzata dal predominio di un paradigma capace di guidare la comunità scientifica alla risoluzione dei problemi che genera nel confrontarsi con la natura, mentre il periodo rivoluzionario è caratterizzato dalla invenzione di nuove teorie e dal loro confronto fin tanto che non prevalga un nuovo paradigma. Nella scienza sono piuttosto presenti entrambi gli aspetti, quello della tenacia e quello della proliferazione

contemporaneamente44, e non abbiamo alcuna regola metodologica che ci

guidi nella scelta di quale teoria seguire.

Il confronto tra le diverse teorie è infatti impossibile in quanto non hanno lo stesso contenuto empirico, poiché il fatto di partire da diversi presupposti teorici implica il riferimento a diversi fenomeni anche se possono apparire i medesimi. Ad esempio non possiamo dire che la massa della meccanica newtoniana sia la stessa della relatività generale, i due concetti sono distinti così come lo è il loro riferimento empirico45.

L’unica regola metodologica è dunque quella del tutto va bene, noi non possediamo mezzi razionali per poter dire se sarà proficuo per l’umanità

abbandonata ma al contrario la comunità scientifica postula l'esistenza di un pianeta p' che perturbi la traiettoria del primo pianeta, una volta calcolatene la posizioni il pianeta viene cercato da un telescopio potente creato apposta per individuarlo, ma ancora non viene trovato. Neppure questo nuovo fallimento di previsione basta alla comunità per abbandonare la teoria di Newton, viene postulata una nuvola di polvere cosmica che ne impedisca la vista. Questo procedimento può andare avanti a lungo, solitamente fin tanto che o viene confermata la previsione che spieghi l'anomalia in accordo con la teoria in vigore o tutta la storia viene “insabbiata” e non se ne parla più fino a che una nuova teoria non riesca a giustificarla. A questo falsificazionismo ingenuo Lakatos contrappone un falsificazionismo metodologico come forma particolare di convenzionalismo, in cui spetterà alla comunità scientifica la decisione metodologica di abbandonare o meno una data teoria. Si veda I. LAKATOS, La falsificazione e la metodologia dei

programmi di ricerca scientifici.

43

I. LAKATOS e P. K. FEYERABEND, Sull’orlo Della Scienza. Pro e Contro Il Metodo, Raffaello Cortina, 1995.

44 I. LAKATOS e A. MUSGRAVE (a cura di), Critica e Crescita Della Conoscenza, Feltrinelli,

1976. Si veda in particolare Consolazioni per lo specialista.

45

portare avanti una teoria piuttosto che un’altra. Una teoria che da tempo era regressiva46 potrebbe all’improvviso diventare progressiva47 senza che fosse prevedibile in alcun modo.

La comunità scientifica in questa prospettiva è del tutto libera di portare avanti qualsiasi ricerca voglia, senza alcun vincolo razionale, potrebbe anche affidarsi al gusto estetico per scegliere a quale programma di ricerca dedicarsi o lasciarsi guidare da un senso edonistico di ricerca del piacere. Le versioni estreme della concezione paradigmatica sono condizionate dalla teoria sull’osservazione , ovvero dalla dipendenza dell’osservazione dalla teoria, a tal punto da far perdere il senso di continuità e di oggettività anche nelle scienze naturali. Ma se intendiamo le teorie come sapere metaforico intorno ad un determinato fenomeno non rischiamo più di cadere in un relativismo così radicale. Il confronto infatti tra due diverse metafore rispetto ad un medesimo contenuto empirico è possibile anche una volta cambiato il linguaggio in cui ci esprimiamo. I concetti teorici stessi che utilizziamo sono derivati per analogia dalle situazioni osservative di fronte alle quale ci siamo posti, e dunque è sempre possibile per analogia compiere un confronto razionale tra due modelli differenti. Questo poiché lo slittamento di significato, generato tramite inter-relazione tra il fenomeno osservato ed il modello teorico che lo spiega, garantisce una fluidità costante al riferimento empirico, che non viene dunque intaccata dal cambiamento di teoria di riferimento. Inoltre il significato di una metafora- come già notato da Black- non risiede nel significato letterale dei termini utilizzati, infatti tradurre una metafora in una lingua diversa da quella in cui è stata concepita non ne cambia il senso, e lo stesso può valere per le teorie intese come metafore.

46 Nel senso di Lakatos, ovvero da abbandonare e falsificata in senso metodologico. 47

Sempre nel senso di Lakatos, ovvero capace di portare la comunità scientifica verso nuove scoperte.